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Autore: cocochanel    02/09/2012    30 recensioni
Si sedette sul tavolo, guardandomi intensamente.
"Cosa vuoi?".
Sorrise dolcemente. "Ma io e te cosa siamo?".
Alzai gli occhi al cielo. "Due minchioni?".
Genere: Demenziale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Love is suicide. 

Stamattina mi sento peggio di una merda calpestata da un elefante incinto di 3 gemelli.
Non ho più la forza di prima e me ne accorgo guardandomi allo specchio, questa qui non sono io. Cerco di sorridere, allungo la mano verso me, ma non mi raggiungo. Non riesco ad aiutarmi.
Insomma, se mi prendi a colpi di piedi di porco in testa e poi mi schiatti contro il muro, tirandomi
i capelli per poi strizzarmi le tette, non piangerò di sicuro.
Perchè?
Perchè ho finito tutte le lacrime. Tutte.
Presi un grande respiro aprendo la porta della mia stanza, sgattaiolai giù come una ladra per non parlare con Zayn, o con mia madre
o con bei capelli barra Bob.
Per fortuna mia madre e Bob erano intenti a prepararsi, presi un biscotto velocemente ma mi cadde sbattendo
contro il petto di qualcuno. Qualcuno con un ciuffo alla Jhonny bravo, qualcuno che ha un sorriso sbagliante,
qualcuno di arrapante, sexy, figo, bello.
Qualcuno che mi ha spezzato il cuore.
Mi prese delicatamente il polso che prontamente ritrassi. Sbuffò. “Possiamo parlare?”.
Feci un smorfia. “Fammici pensare eh... no. E poi non credo che Pamela voglia che parli con me, no, non credo”.
Sorrisi beffarda anche se dentro il cuore singhiozzava.
Sospirai e ignorandolo andai verso la porta che sbattei, in 10 minuti mi trovai a scuola.
Il mio unico pensiero era: Pamela.
Posai frettolosamente nell'armadietto i libri e prima che potessi andare a cercarla
Zayn mi si presentò davanti. "Cosa cazzo vuoi da me?", sbottai acida.
Incatenò i suoi occhi nei miei, guardandomi intensamente. “Fammi parlare!".
Sbuffai.
"Vai”.
"Io non stò con Pamela, non è niente per me, lo capisci? Sei tu tutto ciò che voglio!".
Scossi la testa. "Wow, mi fai venire voglia di perdonarti, sul serio", dissi portandomi una mano sul cuore fintamente commossa.
"Davvero?".
"No, mi fai venire voglia di prenderti a calci in culo!".
Distolse lo sguardo, per poi prendermi le mani tra le sue, facendo aderire perfettamente gli spazi tra le dita.
"Perdonami, Cecilie. Non avrei mai dovuto baciare Pamela è stato un orribile sbaglio, non me lo perdonerò mai".
Esatto. "E come potrei farlo io allora?", dissi tremolante.
"Perchè la nostra storia deve superare qualsias-".
Non lo lasciai finire stanca delle sue minchiate.
"Non è la nostra storia, Zayn, io devo superarlo, io! Lo capisci? devo superare io il fatto
che mentre ti aspettavo sedutasul divano, tu eri a baciarti lei... e chissà cos'altro hai fatto. Solo il pensiero mi lacera. Amarti è un suicidio!".
Spalancò occhi e bocca e portando la sua mano ad accarezzarmi il braccio.
Distolsi lo sguardo, gli diedi una spallata e corsi verso l’unico problema.
"Pamela", la chiamai a gran voce.
Si voltò verso di me e guardandomi con aria beffarda e maligna.
Adesso mi hai rotto il cazzo, brutta troia.
"Questo sorrisino della minchia mettitelo in culo, anzi no, nella tua vagina dato che c'entrerebbe anche un camion!".
Mi catapultai contro di lei, tirandogli uno schiaffo in pieno viso. Spalancò gli occhi, portandosi la mano sul punto colpito. Poi d’un tratto mi tirò i capelli, facendomi uscire un gridolino di dolore.
Gli diedi un calcio nelle gambe facendola cadere rovinosamente.
"Sei una stronza", urlò stridula.
"Meglio che essere una zoccola!".
Ci trovammo stese l'una sopra all'altra, io sopra. Continuai a prenderla a colpi, finchè la situazione si ribaltò, ero io quella sotto adesso.
Graffiò gran parte del mio collo e gli diedi un cazzotto nelle tette. Facendola gemere. Troia.
Mi colpì il braccio pesantemente e questa volta a tirargli i capelli ero io.
Ritornai alla postazione di prima - sopra di lei - e le graffiai la guancia sinistra. Mi gettò per l’aria, dandomi un calcio dietro la schiena.
Mi alzai di scatto. Eravamo tutte e due in piedi.
Essere tradita da Zayn mi ha fatto sentire lo stesso dolore, zoccola!
Mi guardai un secondo intorno e tutto un gruppo di ragazzi guardava la scena, raggiunsero il posto anche Niall, Harry, Louis e Liam che cercavano di dividerci.
In quel momento venne Zayn che corse verso di noi.
Mi prese, cercando di tenermi a bada.
Pamela si aggiustò i capelli, respirando profondamente, mentre io la uccidevo con lo sguardo. "Intanto ero io quella che ieri si baciava il tuo ragazzo o sbaglio?".
Colpita e affondata.
Sentì gli occhi pizzicare e bruscamente mi staccai da Zayn, che mi guardava con compassione. Feci per scagliarmi di nuovo contro lei, ma si avvicinò lei stessa guardandomi minacciosa.
“Punto debole, Cecilie? Ops, sai una cosa però, be’, Zayn bacia proprio bene!”.
Spalancai gli occhi, ferita.
Harry mi prese, accarezzandomi il braccio. “Calmati tesoro”, sussurrò al mio orecchio.
Me lo scrollai di dosso, stanca di tutto.
"Che cosa è successo qui?", gracchiò la zitella della presida.
Mi girai verso quella vecchia, inferocita.
"Vada a farsi fottere lei, tu - puntai Zayn - quella puttana e tutto il resto del mondo!", urlai con gli occhi colmi
di lacrime.
Dovevo smetterla, volevo ritornare ad essere quella che sparava minchiate, no lacrime.
“Sei solo una poveraccia, Pamela. Tieniti Zayn io mi tengo la mia dignità”.
“Signorina Cecilie, ma come si permette?”, urlò la preside.
Sospirai. “Mi permetto perché sto soffrendo e lei si faccia una scopata e non mi rompa i coglioni”, urlai stridula.
Prima che la preside mi prendesse a sprangate, corsi verso l'uscita di scuola.
Stava andando tutto a puttane.
 
Misi le ultime cose nella valigia e scesi giù. "Quanto tempo starai da papà?", chiese cauta mamma.
Sospirai. "Tutte le vacanze natalizie, mà...".
Annuì capendo, mi abbracciò delicatamente. “Ho saputo della tua sfuriata a scuola, tesoro…”.
“Ne riparleremo ok?”.
Zayn e Bob scesero le scale con espressioni tristi.
Non parto per la guerra.
Il pakistano mi prese tra le sue braccia e mi strinse a sè, mi ritrassi debolmente. "Evitiamo contatti fisici".
Annuì lentamente. "Non partire, resta con me".
Lo guardai intensamente, prima di staccarmi sul serio da lui. "Lasciami in pace, Zayn", farfugliai.
Bob mi tirò il braccio, abbracciandomi forte. Singhiozzava? "Piangi?", chiesi stranita.
Tirò su con il naso. "No, mi è entrato qualcosa nell'occhio. Volevo che passassimo questo Natale tutti insieme", borbottò.
Sorrisi dolcemente. "Sto vià solo poche settimane, cazzo piangi?".
Rise fragorosamente, abbracciandomi di nuovo.
Mi avvicinai alla porta e Zayn mi accompagnò alla fermata del pullman. “Rimani con me, questo Natale, Cecilie”, sussurrò.
“Non lo passi con Pamela?”, chiesi acida.
Sbuffò. “Non me ne fotte un cazzo di Pamela, lo capisci?”, sbottò.
“E a me di te”.
Boccheggiò e il silenzio ritornò sovrano.
 
 
Aprì la porta, buttando le valigia per l'aria. "Papà!".
Dalla cucina sbucò un uomo panino o un panino uomo?!
Ripresi la valigia e mi buttai sul cibo vivente, prendendolo a colpi. "Chi cazzo sei? che ci fai a casa di mio padre?", urlai.
"Cecilie s-".
Come minchia fà a sapere il mio nome? cazzo, forse è il pizzaiolo stalker!
Lo sapevo che non dovevo dargli il mio indirizzo, porco cazzo!
"Che ne hai fatto di mio padre stalker psicopatico?".
Il tizio mi prese per le spalle delicatamente. "Cecilie, sono io tuo padre!".
Spalancai gli occhi, imbarazzata.
Ho picchiato mio padre. Sono un mito.
Cioè tutti vorrebbero almeno una volta dare un schiaffo ad uno dei propri genitori, be', io l'ho preso a valigiate.
Principianti, pff.
Sorrisi. "L'avevo capito".
Rise fragorosamente. "Mi sei mancata, ceci!".
Ceci.
Ceci.
 
 
"30 ragazze? ma nemmeno se fossi Rocco siffredi Ceci!".
Ceci? non mi chiamate così, che nervi, minchia. Non sono un cecio. "Non chiamarmi Ceci, mi fai girare i coglioni".
"Ok, Ceci".
Lo faceva apposta, che lurido stronzo. "Vaffanculo".
"Vabbene, Ceci".
Continuava? "Inficcati una barca nel culo".
"Sei impazzita? Ceci".
Oh merda, ma questo è ridotto male sul serio. Sbuffai infastidita e mi alzai dal tavolo prendendo il mio piatto e posandolo nella lavastoviglie.
"E il mio Ceci?".
"Il tuo te lo posi tu, coglione incallito! Chiamami di nuovo Ceci e ti straccio gli occhi dalle orbite!".
 
Sorrisi ancora e mi rintanai in camera.
Dove c'erano scritti sul muro dei numeri, da piccola papà li fece per insegnarmi a contare.
Primi problemi con la matematica.
 
 
"Ho 9 in matematica, piccola".
Spalancai gli occhi. "Allora hai un cervello" sorrisi.
"Esatto" ricambiò il sorriso, prese il libro e una penna. "Fammi vedere un pò... questi sono gli esercizi?".
Annuì guardandolo intensamente. "In matematica un polinomio è un'espressione con costanti e variabili combinate usando soltanto addizione, sottrazione e moltiplicazione".
Annuì - ancora - mordicchiandomi il labbro. Presi un quaderno per scrivere quello che mi diceva.
"Le costanti sono anche chiamate "coefficienti" e sono tutte elementi di uno stesso insieme numerico o di un anello" continuò a spiegare senza interrompere il contatto visivo.
"Aspetta" lo bloccai.
Sorrise dolcemente. "Dimmi".
"Non ho capito una minchia".

 
Rabbrividì pensando al primo bacio con Zayn e una lacrima silenziosa cadde sul mio viso.
Lo amavo molto, forse troppo.
 
"Cosa vuoi?".
Sorrise dolcemente. "Ma io e te cosa siamo?".
Alzai gli occhi al cielo. "Due minchioni?".
Rise piano. "Sul serio, Cecilie".
"Amici?”, mi uscì di getto.
 
Amavo ogni singolo suo gesto, ogni cosa di lui. Dalla più importante alla più insignificante.
Amo il suo ciuffo biondo...
 
 
Porca minchia, oggi è più bello del sol..."Ti sei fatto il ciuffo biondo?", urlai stridula.
Rise."Fico vero?".
"Fico? Fico?", ripetei come una psicopatica.
Era ancora più bello, merda. "Faccio tanto schifo?".
Schifo? Sei il sesso che cammina. Sei l'orgasmo in persona. Sei l'eccitazione con i pied..."Sei accettabile", bofonchiai.
"Accettabile tipo ora ti scopo? o accettabile, fai schifo al cesso?"
 
 
Amo il suo lato sensibile.
 
"P-passami un fazzolettino", singhiozzò Zayn piangendo come un bambino.
Alzai gli occhi al cielo, passandoglielo. "Smettila di piangere. E'solo un film".
Mi guardò in cagnesco. "Un film? Ma che cazzo dici?", mi urlò contro.
Spalancai gli occhi. "Calma, pakistano".
 
Il suo lato protettivo.
 
"Andiamo", disse contraendo la mascella fissando Samuel. "Ehm, si...", presi la mia roba e me ne andai con il pakistano.
"Cecilie, stai lontano da quel ragazzo".
 
Il lato geloso.
 
"Tu non ci uscirai".
Risi divertita togliendomelo di dosso. "E tu chi saresti? Io faccio quello che voglio. Se voglio potrei anche uscire con un barbapapà, tu non me impediresti".
"Tu non ci esci", ripetè deciso.
Alzai gli occhi al cielo. "Zayn non rompermi le palle".
 
 
Le sue labbra, le sue mani, il suo sorriso, i suoi occhi, il suo corpo. Tutto. .
Lo amo incondizionatamente, profondamente e pazzamente.
E adesso dovrei odiarlo, ma non lo sò fare.
Anzi, lo amo ancora di più.
 
 "Non è stato tanto male no?".
"Ora posso baciarti alla luce del sole", disse con tono teatrale.
Alzai gli occhi al cielo, sorridendo, mi avvicinai a lui e mi lasciai baciare con dolcezza.
Mi staccai bruscamente. "Che c'è?", chiese confuso.
"Devo fare la pipì,aspettami!”. 
 
 
Perchè forse non amerò mai più così.
Mai più.


 

 
"Zayn", sorrise svelando dei denti fottutamente perfetti. Mi porse la mano, forse voleva che c'è la stringessi.
Feci una smorfia. "Cecilie".
 
Ho dovuto lasciarlo andare,perché ci tengo a lui.
E devo renderlo libero, se non mi ama perché costringerlo?
 
"Allora facciamo sesso? non possiamo mica deludere tua madre, sù!".
Alzai un sopraciglio. "Lapatata l'avrai quando te la meriterai!".
Rise per poi aprire il pacco della pizza.
E' bello anche quando mangia. "Sei arrapante anche quando mangi!", esordì.
Lui si girò ridendo per poi lasciarmi un dolce bacio sulla guancia.

 
Mi misi le coperte e mi ranicchiai nel letto, con le lacrime che scendevano fino a bagnare il cuscino.
 
 
"Oh, merda! Esci fuori di qui", urlai stridula.
"Dovresti uscire tu, io sono entrato per primo.", disse con calma. Feci una smorfia scocciata e usci dal bagno con ancora la visione di quel re degli dei con addosso un solo asciugamano e il petto che gocciolava. Minchia.
 
Odio tutti, mi stanno quasi tutti sulla minchia.
Ma se vedevo lui la mattina mi scoppiava il cuore.
 
 
"Ma non è gelosia!", dissi fiera.
Zayn mi seguì alzandosi anche lui e cingendomi i fianchi. "Allora posso andare a casa di Pamela? sai vogliamo far-".
Non lo lascio finire la frase che glì dò un pizzico sul braccio. "Provaci e ti prendo a sprangare sul ciuffo!".
Rise piano. "Ah, sei davvero bella quando sei gelosa".
"Non son... oh al diavolo. Sono gelosa".
Sorrise prima di baciarmi nuovamente.

 
E così, quando lui scoppia a ridere, io scoppio a vivere.
 
"Non mi parlarei più allora?".
Annuì.
"Sul serio?".
Annuì ancora.
"Davvero?", chiese piano.
Lo guardai e aveva un visino dolcissimo. L'avrei strapazzato di coc... di calci in culo.
Sbuffai. "Zayn, se solo se solo riprovi a fare una cosa del genere, ti prenderò a sprangate sul ciuffo così tante volte da fartelo cadere. Intesi?".
Alzò gli occhi sorridendo. "Un altro bacino?".
"Ti stacco la panocchia con una motosega!".

 
Lo amo da impazzire e non posso fare niente per evitarlo.
Mi addormentai così, con una lacrima sul viso e Zayn nel cuore. 




***

Questa storia è frutto della mia testa, mi dispiace per chi pensa che io abbia copiato, non è così.
Plagiare e prendere ispirazione sono due cose completamente diverse.
niente, volevo solo queste cose. 
Ciao bellissime, scusate per questo sfogo. 

 

  
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