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Autore: So burn it down    02/09/2012    0 recensioni
Amber non si fida del mondo,ha paura. Si vede dai suoi occhi,dalla sua personalità tormentata.Però ha diciannove anni,una chitarra in mano e la macchina fotografica nell'altra,un sogno che custodisce da anni. Ha la sua vita in mano,non sa cosa farne. Ed è giunto il momento di scegliere la strada,di alzarsi in piedi.
O destra,o sinistra.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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So close,no matter how far.
Couldn't be much more from the heart.
Forever trusting who we are
and nothing else matters.
-Metallica,Nothing Else Matters-





Alle otto era già a casa,aveva fatto prima del previsto. Verso le sei era arrivata Tania,la padrona del negozio,così Nancy aveva alzato il suo bel sedere dalla sedia e si era degnata di darle una mano con gli smistamenti della merce nuova. Prima di chiudere,Amber e la sua collega alias gatta morta opportunista,si erano messe d'accordo per quella sera.
"Allora,suppongo che sia meglio vederci alle dieci qua davanti. Da qui arriviamo con la metro in un batter d'occhio,ok?" le disse mentre chiudeva la saracinesca dipinta di nero con delle corna enormi. La sciaquetta le aveva fatto un favore,perciò le sembrava giusto ricambiare.
"Perfetto,sei un tesoro Amber!" rispose l'altra,spalancando la bocca in un sorriso raggiante. 
E così lei era corsa a casa a prepararsi,guardando preoccupata l'orologio sul display del telefono ogni cinque minuti. 
Aveva già fatto la doccia e asciugata i capelli. Erano lucenti e vivi e le incorniciavano il viso cadendo come una cascata foltissima e riccia, fino alla vita. Aveva saltato la cena per riuscire ad asciugarseli in tempo,perciò cercava di ignorare i crampi di fame. 
"Che mi metto?" riflettè ad alta voce. Le piaceva parlare da sola,non ci trovava nulla di strano,ma non si azzardava a dirlo in giro o l'avrebbero presa per psicopatica.
Spalancò le ante del suo armadio. C'era un mucchio di roba e le scarpe e gli accessori se ne stavano nel ripiano superiore tutti ordinati. In effetti Amber riordinava solo l'armadio,il resto della casa era un macello che ogni morte di papa si ricordava di sistemare. Alla fine decise.
Prese delle calze a rete e se le infilò facendo attenzione a non strapparle con quelle sue unghie lunghe dipinte di nero. Ci mise sopra il pantaloncino nero con le borchie,tutto strappato. 
Per la prima volta si mise quello strano reggiseno con un'industria di anelli e lacci dietro la schiena (aveva vagamente un'aria fetish) ed un corpetto stretto,di pelle. Davanti le lasciava scoperto abbondantemente il petto e dava mostra del suo piccolo seno. Era diviso in due fasce verticali che si legavano davanti e dietro attraverso degli intrecci di corda di pizzo ed anelli che le lasciavano scoperta la carne rosea. Con infinita pazienza iniziò a slacciare le fibbie delle scarpe:degli stivali neri che superavano l'altezza del ginocchio,con un tacco dalle proporzioni di un grattacielo e un'industria di fibbie. Si infilò ai polsi i suoi soliti bracciali con le borchie,gli anelli,i suoi orecchini e il collaretto. Si truccò con l'eyeliner,la matita e il mascara,rendendo ancora più espressivi i suoi grandi occhi verdi cangianti.
Guardò il risultato finale allo specchio:sembrava una puttanella,tutta di nero con l'aggiunta di borchie,borchie e ancora borchie. Ma in fondo si sentiva a suo agio,anche perchè a quegli eventi particolari c'era gente vestita anche peggio,roba da far schizzare gli occhi dalle orbite. Fuori faceva decisamente freddino,nel pomeriggio era venuto il maltempo e con esso un'aria fresca che faceva venire la pelle d'oca. Amber rovistò nella borsa di carta di "Plugs and Drugs" e tirò fuori una giacca di pelle nera,lunga e stretta che le arrivava alle caviglie. Era l'acquisto di quel pomeriggio oltre al corpetto nuovo fiammante che aveva addosso e non la faceva respirare bene. Li aveva pagati la modesta somma di quarantacinque sterline mettendoci lo sconto da dipendente del negozio e anche la generosità forzata di Nancy. Eccerto,l'aveva ricattata con la promessa di un pass, a quella balorda. 
Dieci. Doveva assolutamente andare,senza nemmeno fare uno spuntino. Prese la sua borsetta infilandoci chiavi,telefono e roba a caso. Pace,soffrirò anche la fame stasera,pensò la ragazza. Si soffermò automaticamente su quel "anche". La borsa con la reflex e tutto l'armamento l'aveva già preparato,pronto solo per esser messo in spalla. Amber chiuse la zip della lunga giacca che le dava un'aria molto londinese d'altri tempi oppure di una metalgirl accanita (dipendeva dai punti di vista) ed afferrò saldamente la borsa con la reflex prima che ci potesse ripensare.
Anche quella sera avrebbe sofferto senza il giusto compenso?Oppure sarebbe potuto succedere qualcosa da sconvolgerle la vita?Tremò per un attimo,e di certo non per il freddo.

Nancy la stava aspettando davanti alla saracinesca chiusa del negozio. Si sfregava le braccia scoperte per il freddo. Aveva scelto un vestito da lolita eccentrico e quasi volgare,ma le si addiceva. Era propriamente nel suo stile. Nancy aveva ventitrè anni e un viso caruccio,dei lunghi capelli biondi,ma aveva proprio un'aria da non avere un po' di sale nel melone che si ritrovava. Amber sospirò da lontano e procedette a passo fermo,per quanto quei dannati tacchi (che le erano costati una fiammata) glielo impedivano abbondantemente. La gente la fissava quando le passava davanti. 
Forse faceva strano vedere un soldo di cacio alto un metro e cinquantacinque e dal peso di un'acciuga,camminare con quell'industria di fibbie e pelle addosso,tutta di nero. Inoltre stringeva due borse,e una era grossa e aveva l'aria di essere molto pesante.
"Ehi,ce l'hai fatta!" Nancy la vide e le si accese una luce negli occhi. 
"Se ti fossi decisa di aiutarmi prima,magari sarei venuta in orario." Amber le tirò una frecciatina,infastidita. "E sai che se non mi avessi concesso uno sconto pazzesco su questa roba,non ti avrei mai portato con me." aggiunse alzando il sopracciglio.
"Suvvia Amber,ci conosciamo da un anno e siamo buone amiche!" Nancy le tirò quella smielata arricciando le labbra nere.
"Mai detto di esserlo!" Amber alzò le spalle e fece cenno di andare "Muoviamoci và,che mi congelo anche con questo cappotto." iniziò a camminare verso la metropolitana.
"Ok" Nancy rispose nel suo accento smielato. All'inizio Amber pensava che parlasse in quel modo per scherzo,ma poi aveva scoperto che era la sua voce normale. E i primi tempi aveva anche fatto fatica a capirla visto che parlava una lingua non sua e doveva decifrare i miagolii che uscivano dalla bocca di quella ragazza senza sopracciglia. 
Nancy le zampettò dietro ticchettando sui tacchi. Arrivarono finalmente alla metro e scesero sottoterra. Presero i biglietti e si misero ad aspettare. Erano già le dieci e un quarto e lei doveva assolutamente arrivare prima. Sperava solo di poter vedere Felipe prima che cominciasse il concerto. Quella sera non doveva toccare da bere per nessun motivo. Di solito da ragazza non aveva mai avuto il vizio di fumare o bere,le faceva schifo,ma in quell'anno aveva passato molte serate ad un bar in compagnia dell'alcol. Molte serate in cui piangeva davanti al bancone ed il proprietaro guardava di sottecchi quella strana ragazzetta che sembrava avere diciassette anni invece dell'età che dichiarava.
In effetti Amber mostrava sul serio diciassette anni,sebbene ne avesse due di più. Sotto quel trucco e quei vestiti,si vedeva ancora l'aria di una ragazza innocente,di una ragazza che si era fidata del mondo buttandosi completamente a braccia aperte verso esso. 
"Cosa è quell'aggeggio che hai in spalla?" Nancy cercò di attaccar bottone. Non parlavano mai se non in ambito di lavoro o per titarsi addosso parole non proprio carine.
"Pensavo avessi capito,devo fare questo servizio." Amber si girò verso di lei. Sembravano due battoncelle che si scambiavano battute. O almeno così le sembrava di capire dalle occhiate della gente. Menomale si era messa la giacca lunga,così non si vedeva niente.
"Aaah,giusto. Fai le foto solo a chi sta sul palco?" la curiosità di Nancy aumentava. Se c'era un modo di apparire,lei voleva stanarlo.
"No,documenterò anche dopo il concerto,fanno una specie di festa al termine." Amber fece una smorfia,aveva capito benissimo dove voleva andare a parare.
"Mi farai qualche foto?"Nancy era deliziata all'idea.
"Certo,ma se le vuoi paghi. Non spreco il mio lavoro per niente." Amber le sorrise.
"Oh.." il sorriso scomparve sul volto della collega,facendo posto ad un'espressione di tristezza "Pensavo che avresti potuto fare uno strappo alla regola,per me."
"Penso ti sia bastato il pass,non credi?Ha un valore ben più grosso dei soldi che ho risparmiato oggi." Amber chiuse la questione. Touchè. Era così facile averla vinta su Nancy che quasi non ci trovava più gusto.



Il body guard addetto all'entrata secondaria (quella da dove passavano gli artisti e le altre persone di spicco della serata) le guardò male. 
Amber pensò alla possibilità di mollare Nancy là,ma quella sarebbe stata capace di farla licenziare e sarebbe successo il finimondo. Però le occhiate torve di quel fusto piazzato davanti alla porticina di ingresso non la faceva sperare per il meglio.
"Ripetetemi di nuovo il discorso,ragazze." disse alzando il mento,con un tono di voce orchesco e cavernoso "Chi sarebbe fra voi due la fotografa?"
"Io." rispose Amber,prima che Nancy si azzardasse a emettere un suono.
"E l'altra chi è?" l'uomo indicò la bionda con il rossetto nero. 
"E' la mia assistente,gliel'ho spiegato gentilmente che ho un permesso speciale perchè resto fino al termine della serata,mentre gli altri fotografi fanno solo qualche scatto ed escono" Amber la tirò lì per il fatto dell'assistente senza pass,ma a quanto le aveva detto Felipe,lei era l'unica a cui avevano dato il permesso di restare fino alla fine. La sua amica era una persona di spicco nell'ambiente e sapeva far funzionare bene le cose.
"Non mi convincete,secondo me siete le solite ragazzette che vogliono far cretini tutti per entrare a scrocco." il buttafuori stava diventando minaccioso.
"E come lo spieghi il pass che ho io?Me l'hanno dato un attimo fa all'entrata appena ho detto il mio nome." Amber stava cominciando a stufarsi della faccenda.
"Lei non ce l'ha." l'uomo non mollava l'osso.
"Hai mai sentito parlare di un'assistente con un pass?Io no. Oppure non entra molto in quella tua testa troppo grossa." Amber lo guardò in cagnesco.
"Attenta a come parli,ragazzina." l'uomo torreggiò su di lei.
"Ehi,vogliamo raffreddarci un po?" una voce cristallina e dolce intervenne alle loro spalle. 
Felipe. Ecco che la salvava di nuovo. Aveva un vestito magnifico tutto di pizzo nero e dei tacchi che la rendevano ancora più alta di quel che era,un viso truccato professionalmente e la sua cascata di capelli lisci color turchese che risaltavano sul suo viso magro e pallido perforato da due occhi neri e magnetici.
"Signorina McWaffel,stavamo aspettando proprio lei,si è dimenticata che deve aprire il concerto?I compagni della sua band sono già arrivati!" improvvisamente il tono di voce del buttafuori cambiò di colpo,diventando zelante.
"Carl sei un tesoro a preoccuparti così,ma anche queste due ragazze qua sono aspettate da un sacco di gente!" Felipe si posizionò in mezzo ad Amber e Nancy. "Chiaro?"
"Mi scusi,facevo solo il mio lavoro." Carl sembrò prendersela,ma si mise di lato ed aprì la porta per farle passare.
"Non ti preoccupare,è tutto sistemato." Felipe entrò seguita dalle altre due ed il buttafuori chiuse subito la porta. Si trovavano in un corridoio bianco illuminato da delle luci blu. C'erano delle porte nere chiuse,da dove usciva un casino tremendo.
"Qua stanno già facendo festa eh." Amber sorrise "Grazie Felì."
"Figurati,ti ho salvato da una scazzottata tremenda." la sua amica rise mostrando i suo denti bianchissimi e perfetti.
"No,intendevo grazie per avermi convinto a venire qua" Amber l'abbracciò augurandole buona fortuna. 
"Ce la farai Am,ho parlato con un paio di persone e sono proprio curiosi di vedere il tuo lavoro. Tu pensa a cosa devi fare,poi ci diveriremo più tardi" Felipe ricambiò l'abbraccio con calore "Io devo rimanere qua ancora per un po',tu vai e chiedi di un certo Mike!" le diede una spinta e poi sparì dietro una porta.

Appena entrate,Nancy si degnò di ringraziare Amber e poi prese le distanze con la scusa di aver trovato un gruppo di amici. 
Dentro il locale era grosso,tutto di nero,ma era pieno di luci. C'era molta gente che aspettava che incominciasse la serata,ma il locale era spento. Perchè la vera protagonista di quella serata era una sala enorme a cui si accedeva da una porta. Aveva le pareti ovali e il tetto era aperto sul cielo stellato della serata. In fondo alla sala kilometrica c'era un palco grande su cui stavano montando le ultime cose. La gente cominciava ad affiorare:fan di vecchia data e nuovi oppure gente che veniva per divertirsi. Amber aveva già visto un paio di persone che conosceva,ma per quella sera voleva stare da sola con il suo lavoro. Con il suo pass in bella mostra arrivò dietro al palco e chiese di questo Mike.
"Mike?" una donna uscì dalla tenda del sotteraneo. "Chi sei?"le chiese.
"La fotografa,ho un pass speciale per restare fino alla fine della serata."Amber non ne poteva più di ripetere la solita frase da un quarto d'ora.
"Ah certo!Te lo chiamo subito cara." la donna sparì di nuovo.
Al suo posto uscì un uomo sui cinquant'anni con gli occhiali e la pancetta che le diede il benvenuto.
"Buonasera" disse Amber con educazione. Non vedeva l'ora di mettersi al lavoro.
"Felipe ne ha parlato molto bene di lei,speriamo faccia un buon lavoro,è importante per questa sera." la guardò con complicità.
"Certamente,so quel che faccio."Amber annuì.
"Prego,le faccio vedere il suo posto." l'uomo fece cenno di seguirla. La portò proprio sotto il palco,dove c'erano altri sette fotografi che stavano sistemando la loro attrezzatura. Amber notò subito l'aria di competizione che veleggiava nell'aria fra loro. 
Le affibbiarono una postazione davvero niente male e ne fu contenta.
"Le cose si svolegeranno così:farai degli scatti ad ogni artista che salirà su questo palco,non importa quanti,faccia lei. Dopo il concerto vedrà da sola come organizzarsi per le altre foto che farà qui e nel locale,tutto chiaro?" Mike le sorrise dandole una pacca sulla spalla.
"Benissimo." 
"Mi ha detto Felipe che vorresti trovare un buon compenso per questo lavoro,non è così?" le chiese strizzando gli occhi.
"E' così."
"Bene ragazza,tu fai del tuo meglio." Mike le strinse la mano e poi tornò ai suoi lavori. 
Amber iniziò a sistemare l'attrezzatura con tutta calma. Aveva addosso lo sguardo degli altri fotografi. 
Per un attimo un barlume di luce e speranza le invase il cuore,la speranza di potercela fare. Così prese la macchina e sistemò le lenti. 
Doveva dare tutta se stessa in quella serata e poco importava se non se la poteva godere senza pensieri,ma questa volta doveva farcela. Per lei,per tutti i sacrifici che aveva fatto. Doveva dare una scossa alla sua vita,doveva andare incontro a delle opportunità,doveva sganciarsi dal palo.
Per la prima volta dopo un anno,si sentì libera,leggera e soprattutto piena di vita.


  
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