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Autore: Cheeky    02/09/2012    0 recensioni
Un rubacuori e una indipendente. Un angelo e una troia. Un impulsivo e una pecoretta smarrita. Un adulto e una ragazza. Un diffidente e una fedele. Quando il Caso fará incontrare le loro strade, succederá davvero un disastro perfetto.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I – Hope

Io e le mie amiche eravamo inseparabili, anche se, lo ammetto, certe volte mi sentivo tagliata fuori dal gruppo. Erano molto diverse da me, intendo per carattere. Io le guardavo parlare con i ragazzi come se fossero degli esseri umani normali, e mi domandavo come facessero. Per me era un'impresa impossibile, farlo senza balbettare, senza fuggire con lo sguardo e diventare tutta rossa per l'imbarazzo. In certi momenti mi sentivo come se appartenessero ad un'altro mondo, specialmente Channel e Astrid, le due, diciamo, leader.

In ogni caso, ci volevamo molto bene, noi cinque. Ci conoscevamo piú o meno tutte sin dall'infanzia e non volevamo rompere l'amicizia ora che dovevamo cambiare scuola. Riuscimmo a convincere i nostri genitori a mandarci ad un college a Londra, che significava, ovviamente, niente baby-sitter per un bel po' di tempo. Le ragazze erano contentissime, ma io giá sapevo che i miei mi sarebbero mancati, anche mio fratello.

Quel giorno mi svegliai per prima, e la cosa non mi stupì. Abitavamo nel college, avevamo una camera grande, tutta per noi, collegata ovviamente a un bagno grande e ad una cucina-salotto. Tutto il college sembrava piú un hotel che una scuola, ma per noi era comodo dato che i nostri genitori erano restati nella nostra piccola cittá, Chapel Wood. Era il nostro primo giorno a scuola, esattamente lunedì. Il giorno prima, quando eravamo arrivate, avevamo ritirato gli orari scolastici, che, piú o meno concidevano tra di loro. Avevamo tutte 18 anni, frequentavamo la classe prima.

Mi alzai di quel poco che bastava e mi guardai attorno. Le ragazze dormivano profondamente. Mi stiracchiai un po' e guardai l'orologio sul comodino. Dio, era tardissimo, avevamo piú o meno venti minuti per prepararci e andare. E, conoscendo la loro grinta, non sarebbero bastati. Scesi dal letto e per prima cosa andai verso quello di Channel. Era lei la piú dormigliona di tutte e sarebbe stata un'impresa tirarla fuori. Quando scostai le coperte, peró, non ce la trovai. Sorrisi sotto il naso e d'istinto andai verso il letto di Astrid. Infatti, avevo ragione – le due dormivano insieme. Lo facevano spesso. Erano sempre state le due migliori amiche e Astrid molte volte faceva da madre alla minore. Non mi stupiva – erano molto simili di carattere, tutte e due indipendenti, adorabili, fuorilegge. La mora stava accoccolata alla schiena dell'altra, stringendola a sé. Ricordavo perfettamente la nostra reazione quando le avevamo viste per la prima volta disposte così. Devo ammettere che molte volte ci venne il dubbio sul loro orientamento, ma quando scoprimmo che Astrid andava a letto con piú o meno ogni ragazzo della scuola, tutto fu piú chiaro. Anche se certe volte, quando mi chiudevo nel mio mondo, dove fantasticavo su ogni cosa, m'immaginavo che Channel potesse davvero esserne innamorata, e che sofrisse di nascosto per questo.

- Sveglia, ragazze, é ora di andare a scuola. - dissi piano, scostando le coperte.

Nessuna reazione, a parte il mugolio soffocato di Astrid, che s'accoccoló ancora di piú alla schiena della rossa. A quel punto scossi delicatamente la minore, poggiandole una mano sulla spalla.

- Ehi, Channel... dai, svegliati. Sai benissimo che il primo giorno di scuola é uno dei migliori... - sussurrai, cercando di convincerla.

Sapevo che non dormiva, ma faceva finta perché proprio non aveva voglia di svegliarsi. Faceva sempre così. La tormentai ancora un po', fino a quando Astrid non si arrese. Con un lungo sospiro scese dal letto, accarezzando prima i capelli rossi di Channel. Io continuai a provare a persuaderla.

- Cazzo, Hope! Lasciami in pace. - esplose alla fine, rigirandosi dall'altra parte.

Sorrisi delicatamente. Lei era sempre così, non era una novitá. Quando finalmente riuscii a svegliarla, avevamo soltanto dieci minuti. Le due si buttarono sui letti delle due rimaste, saltando e urlando per svegliarle. Non ci volle molto e ebbe inizio la corsa per chi arriva prima in bagno. Ovviamente ci arrivó Channel, ma, come sempre, dopo le nostre suppliche, ci fece entrare. Ci preparammo in fretta e furia, non mangiammo niente e ci precipitammo fuori. Le stanze degli alunni erano in un edificio diviso dalla scuola, ma molto vicino, nel grande cortile attorno. Melody tiró fuori l'orario scolastico e lo osservó attentamente, mentre entravamo nella scuola.

- Prima lezione... matematica. - constató dopo un po'.

- Comincia davvero bene. - disse con sarcasmo Channel, guardandosi attorno.

La scuola faceva davvero impressione. Il corridoio principale era enorme, e sui lati c'erano tantissime di quelle porte con soltanto una targhetta accanto, dove era scritto il nome della sala, con una scrittura così piccola che era impossibile decifrarla da lontano. Dappertutto si aggiravano ragazze ma sopratutto ragazzi, probabilmente anche loro vagabondando in quel labirinto. Cominciammo a cercare la sala, ma era un'impresa impossibile. Quando guardai l'orologio, mancavano soltanto cinque minuti per l'inizio delle lezioni.

- Non facciamo prima a chiedere a qualcuno? - chiese Viera, giá cercando con lo sguardo quel 'qualcuno'.

- Non siamo delle cretine, ce la caveremo benissimo da sole. - ribatté Channel, ancora convinta che quello che aveva detto fosse vero.

Dopo ancora qualche minuto di disperato cercare, Viera chiese al primo passante, un tizio alto e slanciato, con i capelli color nocciola e gli occhi azzurri. Io rabbrividii quando posó lo sguardo di quei due occhi di un colore indefinito, un miscuglio tra l'azzurro e il verde, su di me. Mi guardó con curiositá e io mi sentii subito in imbarazzo. Abbassai gli occhi, ma mi resi subito conto che assomigliava molto a Viera, non solo per il fatto che lei sembrava la sua versione femminile, ma anche per quella luce negli occhi che avevano solo quelle persone che non si stancavano mai di vivere, che vedevano sempre la parte positiva delle cose. Lui ci accompagnó alla sala di matematica, che per puro caso era vicina a quella di spagnolo, dove andava lui. Non parlammo molto. Davanti alla porta Viera lo ringrazió, con una silenziosa approvazione di noi altre, e poi entrammo. Quando chiusi la porta dietro di me, la campanella suonó. Ci eravamo riuscite per un pelo. La prof. era giá seduta alla cattedra, ma non ci disse niente. Ci sedemmo vicine alla finestra. Io e Melody dietro, le altre tre davanti a noi, Channel, la minore e la preferita, ovviamente in mezzo.

In quei 45 minuti non successe niente di interessante. La prof. si presentó come E. Hurley, e poi ci fece dire a turno nome, cognome, provenienza e interessi.

- Viera Sauve, Chapel Wood, mi piace scrivere.

- Channel Evans, Chapel Wood, canto e suono qualche instrumento.

- Astrid Hastings, Chapel Wood, faccio equitazione.

Il mio turno si avvicinava, inesorabile. Avevo paura di dire qualcosa di stupido, di sembrare una bimbetta ignorante. Era sempre così con me. Avevo paura di quello che gli altri avrebbero pensato di me, ed essere vista come una delle tante era importante per me. Non volevo risultare diversa in alcun modo, volevo essere una ragazza qualunque. E tutto per colpa del mio carattere.

- Melody Klethe, Chapel Wood, suono la chitarra.

Tocca a me. Dai, Hope, non é niente di che.

Forse a voi risulterá stupido, ma avevo davvero paura. In gruppo questo sentimento certe volte scompariva, perché avevo loro intorno, ma così, sola davanti alla prof. e agli altri alunni, non mi sentivo in grado di proferire parola.

- Hope Lovgren, Chapel Wood... mi piace disegnare. - la mia voce tremava, lo sentivo pure io.

Sentivo gli occhi di tutti puntati addosso e questo m'imbarazzava. Ma non successe niente di strano. Nessuna risata, nessun commento stupido. Sospirai, sollevata, e la prof. cominció a spiegare le regole della scuola, che alla fine erano sempre le stesse. Io osservavo Channel e Astrid chiacchierare e ridacchiare tra di loro, non facendosi scoprire dalla Hurley. La campanella suonó come una liberazione, ma eravamo tutte consapevoli che quel giorno sarebbe andato avanti sempre così, con le prof. che spiegavano sempre le stesse cose. Ci alzammo e uscimmo. Avevamo quindici minuti buoni per cercare la prossima sala, quella di inglese. Questa volta ci riuscimmo senza chiedere niente a nessuno. La giornata trascorse così, monotona e noiosa, fino a quando non suonó la campanella per la pausa pranzo. Per trovare la mensa ci bastó seguire la folla. Era una stanza enorme, con un buffet alla destra e i tavolini alla sinistra. Tutte quelle persone mi fecero paura e strinsi la mano di Melody, come facevo sempre. Ci mischiammo nella folla e prendemmo da mangiare, per poi sederci ad un tavolo. Dopo poco si avvicinó a noi una ragazza castana, dal sorriso invitante.

- Posso sedermi? - chiese, con un tono gentile.

Channel si scambió un'occhiata d'intesa con Astrid.

- Certo. - rispose, facendole spazio accanto a lei.

- Sono Jane Audsrey, piacere di conoscervi.

Ad una ad una ci presentammo.

- Siete nuove a Londra, vero?

- Sì, ci siamo trasferite da poco. - rispose Viera.

- Come vi pare la scuola?

- Enorme. - risposi io, e lei rise.

- Vi ci abituerete. Avete giá conosciuto qualcuno?

Tutte fecimo segno di no.

- Congratulazioni, sei la prima in assoluto! Vinci un premio di 1 penny! - disse Channel, tirando fuori dalla tasca la moneta e acquistando giá la simpatia della ragazza, che rise di nuovo.

- Chi ci consigli, tanto per iniziare? - domandó Astrid, mentre Channel iniziava a giocare con la moneta sul tavolo, come una bambina.

- Dipende che tipi preferite. - rispose Jane, sorridendo compiaciuta.

- Beh, se dipende da me... mi basta che siano dei ragazzi. - ammise.

Channel la colpì col gomito nel fianco, sorridendole, sarcastica.

- Eh, sì, lei é la badgirl in assoluto del gruppo. - disse, guardandola con la coda dell'occhio.

- Non sembra. - ribbatté Jane. - Lo sembri tu, invece. - disse, rivolgendosi a Channel.

- Beh, alla fine non ti sbagli di molto. - m'intromisi io, con un sorriso.

Risero tutte. Era la veritá.

- Sai, il tatuaggio che hai dice molto. - disse Jane, indicando l'avambraccio di Channel, sul quale era evidente una scritta, forever yours, fatta qualche anno fa ma che sembrava nuova.

- Passione per i Sunrise Avenue. - ammise lei con un sorriso.

- Comunque, tornando ai ragazzi... Beh, quelli piú popolari sono loro. - riprese Jane, indicando un gruppetto formato da cinque ragazzi, che sedevano non lontano dal nostro tavolo e si divertivano alla grande.

Gli osservai uno ad uno, e riconobbi quello che quella mattina ci aveva indicato la sala di matematica. Sì, sicuramente era lui, degli occhi così non si scordano, specialmente se ti hanno fissato in quel modo curioso.

- Quello riccio é il rubacuori della scuola, é meglio se ne state il piú lontano possibile. Lui é uno stronzo, tratta le ragazze come delle cose, ma quelle gli vanno comunque dietro. Gli altri direi che sono a posto.

Spostai lo sguardo sulle ragazze. Lo fissavano tutte, a parte Channel, che si divertiva ancora con la moneta. Certe volte lei é davvero impossibile, ma irresistibile al tempo stesso. Non si poteva non sorridere guardandola.

- Com'é che si chiama quello con la maglietta a righe? - chiesi, quasi non rendendomi conto della domanda.

Viera prese l'occasione al volo, mi guardó e sorrise, enigmatica.

- Hope s'é presa una cotta! - esclamó e io divenni subito rossa per l'imbarazzo.

- Non é vero! - esclamai, mentre le altre si mettevano a ridere.

- Guarda che non c'é niente di male se ti piace un ragazzo. - mi disse Melody.

- Ma il fatto é che non mi piace. - ripetei, questa volta con piú calma.

No, non mi piaceva, ero solo curiosa del suo nome. Ma, ammetto, i suoi occhi mi colpirono infinitamente, nel profondo. Erano così belli, puri... assomigliavano in un certo senso a quelli di Viera, ma non erano la stessa cosa. Avevano la stessa luce che li rischiarava, eppure c'era tra di loro una sottile differenza che li faceva sembrare diversissimi.

- E` Louis Tomlinson. - disse Jade.

Il modo nel quale si pronunciava il suo nome mi stupì, eppure era davvero bello e originale. Riguardai il ragazzo, ripetendomi mentalmente quel nome. Feci un rapido confronto con Viera e mi resi conto che si assomigliavano davvero, anche molto.

- Potreste essere una bella coppia. - le dissi, sorridendo leggermente.

Lei lo riguardó, mentre le altre si mettevano a ridere.

- Perché, scusa? - chiese, con sguardo smarrito.

- Vi assomigliate.

- Sì? Allora io posso dire la stessa cosa di te e di quel biondino. - ribatté, indicandomelo.

- E` Niall Horan. - disse Jane, e io lo guardai. - In realtá sembra piú la versione maschile dell'incrocio tra te e Channel. Ha degli occhi stupendi.

La guardammo e scoppiammo a ridere.

- Awww, vedo che Hope non é l'unica innammorata. - disse Viera, ridendo.

In quel momento guardai l'orologio. All'inizio delle lezioni mancavano cinque minuti.

- Ragazze, dobbiamo andare. E` tardi. - dissi, alzandomi dal posto.

- Cosa hai ora? - chiese Melody, rivolta a Jane.

- Penso... musica.

- Benissimo, l'abbiamo pure noi. - ribbattei io.

- Finalmente qualcosa di interessante. - commentó Channel, ma io non ne ero del tutto convinta.

Non sapevo suonare nessun instrumento, né tantomeno cantare. Se fosse stata una lezione noiosissima di teoria sarebbe un gran sollievo. Ci avviammo verso la sala ed occupammo dei posti vicini. Jane era davvero simpatica e ormai la consideravamo un'amica. Il prof. entró e ci fece presentare. Dopo di questo, la domanda che temevo di piú.

- Qualcuno sa suonare qualche instrumento?

Channel, Melody e qualche altro alunno alzarono la mano.

- E cantare?

Tutte le mani si abbassarono, tranne quella di Channel. Sì, lei sapeva cantare e tutte noi lo sapevamo. Aveva una voce bellissima, calda, convincente. Il prof. la guardó, poi la invitó a cantare qualcosa. Questo davvero non me l'aspettavo. Lei ubbidì, si mise in piedi e dopo un po' cominció a cantare. Mi bastarono le prime parole per capire di che canzone si trattava. Era Zombie dei Cranberries. Qualche volta in passato l'avevo anche sentita suonare quelle note.

But you see, it's not me, it's not my family.

In your head, in your head, they are fighting.

With their tanks, and their bombs,

And their bombs, and their guns,

In your head, in your head, they are crying.

In your head, in your head,

Zombie, zombie, zombie, hey, hey, hey.

What's in your head, in your head?

Zombie, zombie, zombie?

A quel punto della canzone dei brividi mi scossero le spalle. Lei lo sapeva cantare in un modo che ti colpiva nel profondo, che ti scavava un solco nell'anima, ti faceva davvero commuovere. Infatti, con difficoltá riuscii a trattenere le lacrime. La sua voce riempiva tutta la classe, tutti gli sguardi ammutoliti puntati su di lei. Non capivo come riuscisse a nn sentirsi a disagio, a non imbarazzarsi. Io al suo posto sarei giá morta di paura, da un pezzo. Quando stava cantando per l'ultima volta il ritornello, qualcuno bussó alla porta. Il prof. la aprì e fece entrare un ragazzo, ma non la fece interrompere. Notai che gli sguardi di alcune ragazze si erano spostate sul nuovo arrivato, che riconobbi subito, appena posai lo sguardo su di lui. Era quel riccio, quel rubacuori del quale aveva parlato Jane. Si appoggió alla parete, incrociando le braccia sul petto e osservando Channel, che stava finendo di cantare. Lo osservai piú attentamente. Era davvero bellissimo.

Dio, ci credo che é un rubacuori...

Il mio stesso pensiero mi spaventó. Abbassai lo sguardo e in quel momento nella classe dominó il silenzio, ma soltanto per poco tempo. Fu seguito da un coro di applausi e anche fischi, e notai che lo facevano tutti, il riccio compreso. Channel aveva davvero una voce magnifica, era il suo talento. Quando ci fu di nuovo silenzio, lei con un sorriso tornó al proprio posto. Il ragazzo la seguiva con lo sguardo, ma si riscosse quando il prof. si avvicinó a lui. Parlarono tra di loro di qualcosa, ma nessuno restó ad ascoltarli. Tutti rivolgevano i complimenti a Channel, che li accettava sorridendo. Quando il ragazzo tornó nella propria classe, il prof. si rivolse di nuovo a lei.

- Evans, hai davvero un gran talento, che non va sprecato. Se non ti dispiace, ti iscrivo a delle lezione aggiuntive di canto, ogni giovedì e venerdì pomeriggio.

Lei annuì soltanto e io potei immaginare quanto fosse contenta. Le era sempre piaciuto cantare, era la sua passione. Il resto della lezione passammo a parlare dei grandi artisti come Mozart o Chopin. Il professore sembrava molto simpatico, sapeva scherzare e non s'arrabbiava facilmente. Non mi accorsi nemmeno quando la lezione finì. Uscimmo, ma Channel fu trattenuta per un po'. Quando ci raggiunse aveva un foglio in mano e un sorriso stampato sulle labbra.

- Ebbene, probabilmente faró parte di una band. Un metodo per guadagnarmi dei soldi. - ci disse, fiera di sé stessa.

Le sorrisi, spettinandole i capelli rossi.

- Giovedì mi risentiranno e venerdì mi diranno se mi vogliono. - spiegó, mentre ci avviavamo verso la sala di storia, ormai l'ultima lezione.

Ad un certo punto, Channel si fermó, al centro del corridoio. La guardai.

- Cos'hai? - domandai.

Mi guardó e nei suoi occhi vidi quella luce che molte volte mi faceva paura.

- Non ho voglia di fare storia. - si lamentó, come se quello potesse cambiare qualcosa.

La guardai nel profondo degli occhi e immediatamente capii quello che voleva fare.

- Oh, Channel, non vorrai farlo il primo giorno di scuola. - dissi, ma lei rispose solo con quel suo sorrisetto.

- Dai, Chann, questa volta Hope ha ragione. Non ne vale la pena.

Era stata Astrid a parlare. La guardai, incredula. Non me l'aspettavo da lei. Pensavo che avrebbe approvato e avrebbe provato a persuadermi. Invece aveva ragionato, cosa che pensavo fosse ormai impossibile per lei. Alla fine Channel s'arrese e andammo alla lezione di storia.

SPAZIO AUTORE.
Ecco il primo capitolo. Lo so che non succede praticamente niente, ma sapete che gli inizi sono sempre così :> Mi piacerebbe davvero se mi direste se vi é piaciuto o no, cosa dovrei mettere a posto, e sopratutto vorrei un po' di critica, per migliorare ^^

  
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