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Autore: Sarasvathi    02/09/2012    4 recensioni
Come dice il titolo l'amore è acqua e muta facilmente...non è possibile dire di amare una persona davvero se prima non si capisce chi si è veramente e chi ti sta davanti...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giugno arrivò lento e, nonostante il caldo si portava avanti, i B.A.P. continuavano a mantenere la temperatura della loro abitazione alquanto bassa.
Certo, Yongguk aveva ripreso a parlare un po’ di più e a fare il leader, ma vivevano in sei e sembrava che tutti dovessero ancora conoscersi bene.
Era inoltre rientrata in vigore la regola del ‘consumare almeno un pasto al giorno insieme’, magari per poter parlare come amici e dimenticare tutte le cose che erano successe. Eppure sembrava qualcosa di impossibile: i pasti che consumavano insieme erano quasi del tutto silenziosi e i discorsi che si facevano si limitavano al ‘passami questo’ o ‘passami quello’. Tutto il resto –domande, proposte, e quant’altro ci fosse da dire- rimaneva sigillato nelle loro menti, e se qualcuno si faceva coraggio e parlava, non riceveva quasi mai risposte –se era fortunato poteva captare un monosillabo appena sussurrato-.
Fu durante uno di questi silenziosi pasti che qualcosa cominciò a cambiare: Himchan, Jongup e Zelo stavano ridendo di un video che avevano visto in tv, Bang qualche volta alzava lo sguardo dal suo piatto e diceva qualche cosa; Daehyun e Youngjae fissavano incerti i propri piatti, punzecchiando qua e là il cibo.
Poi, finita quella breve parentesi di briosità calò il silenzio più totale: chi guardava la propria cena e mangiava con la testa bassa, chi tra un boccone e l’altro cercava uno sguardo amichevole con cui condividere la noia.
Himchan si spazientì: se Daehyun e Youngjae si parlassero, solo un po’, come Zelo e Bang hanno ricominciato a fare, sarebbe più semplice mangiare insieme, parlare senza l’enorme paura di dire qualcosa che possa peggiorare la situazione.
Le aure di quei due erano estremamente nere e in quei momenti non facevano altro che influenzare quelle positive –o che almeno cercavano la positività- degli altri.
Kim posò le bacchette e spinse il piatto di fronte a sé, verso Jongup “Se vuoi finiscilo tu, io ho perso l’appetito” e si alzò strisciando lentamente e rumorosamente la sedia.
“Alza la sedia, non farla strisciare per terra: è fastidiosa” si lamentò Zelo.
“Almeno il rumore copre quest’inutile silenzio” e sparì dietro la porta.
 
Sapeva dove avrebbe trovato Himchan: ogni volta che stava male, o sentiva il bisogno di stare da solo, usciva in giardino per guardare il verde e sentire il fruscio degli insetti, di giorno e per poter guardare le stelle lontane, di notte.
Himchan era sdraiato sull’erba, gli occhi verso il cielo; un’ombra si pose tra lui e le stelle. Non capì subito chi fosse, ma quando sentì delle labbra sulle proprie capì che era Jongup.
“Che fai?” chiese Jongup sedendosi accanto a Himchan.
“Niente di particolare…mi annoio. Tu?”
“Sono venuto a cercarti”
“Perché?”
“Volevo dirti che la prossima volta prendo quello che hai preso tu da mangiare: era delizioso”
Kim diede un pugno alla gamba di Moon e lui gli rispose con un sorriso; poi Himchan si alzò a sedere e appoggiò la propria testa sulla spalla di Jongup “A te piacciono le stelle, Jonguppie?”
Jongup annuì, il naso all’insù.
“Jongup…” mi piaci…e tanto.
“Che c’è?”
“Niente” Sono un codardo.
Restarono alcuni minuti così, solo loro due, le cicale che cantavano e qualche stella che, oltre i palazzi e lo smog, riusciva a farsi notare.
“Himchan, rientriamo?” chiese all’improvviso Jongup, destando il maggiore dai suoi pensieri.
“Perché? Non ti piace stare con me?”
“Sì che mi piace, ma sembra che la tua mente sia da qualche altra parte” commentò Jongup.
“Scusa…stavo pensando”
“Se vuoi ti lascio da solo, Channie
“No, ti prego. Resta ancora un pochino” lo supplicò Himchan.
Jongup non fiatò e accarezzò la testa del ragazzo: ultimamente sembrava strano, sembrava gli stesse nascondendo qualcosa di importante.
 
Daehyun si ritirò presto nella propria stanza, mentre Youngjae rimase con Bang e Zelo.
Hyung, stai lavorando a qualche canzone?” chiese all’improvviso Zelo, mentre stavano sparecchiando.
Bang annuì impercettibilmente, ma Zelo non lo stava guardando, quindi ripeté la domanda.
A quel punto il leader disse “Sì, Zelo”
Ogni volta che Bang diceva qualcosa, Zelo si agitava: aveva paura che gli dicesse ‘Smettila, non mi parlare più’ o qualcosa di simile, invece Bang aveva cominciato a essere più gentile, anche se poche volte i due si guardavano negli occhi quando si parlavano.
Zelo lo guardava spesso: aveva bisogno di un contatto con lui, per capire quando smetterla di infastidirlo o potergli parlare: devo stare più attento a quello che provano gli altri.
“Posso vedere quello che hai scritto?” continuò Zelo.
Yongguk scosse la testa.
“Perché no?”
Bang non rispose.
“Se io ti faccio leggere un mio testo, dopo posso leggere quello che hai scritto?”
“Non lo so”
“Ok, quando abbiamo finito di sparecchiare ti porto il mio testo”
“Come vuoi”
“Youngjae, lo vuoi leggere anche tu quello che sta scrivendo Bang, giusto?” sorrise Jun.
Zelo aveva cercato di essere il più gentile possibile con Youngjae: lui aveva fatto sesso col suo ragazzo e ne era il responsabile, eppure a Zelo sembrava che Youngjae ce l’avesse solo con Daehyun.
Youngjae venne scosso da quell’ultima domanda e, come se ne fosse felicissimo “Sì” e allungò un sorriso.
 
Ma Youngjae non capiva come Bang riuscisse a fare finta che tra Daehyun e Zelo non fosse successo niente. Aveva ripreso a parlare con il maknae, e anche se non facevano gran discorsi, stavano cercando di ritrovarsi. Chissà se il mio dolore passerà…
 
Probabilmente non sarebbe mai più tornato a stare con Youngjae, ma sperava che dopo un mese avrebbero ripreso a parlarsi. Non a raccontarsi cose private, ma almeno a salutarsi guardandosi in faccia, a comunicare lo stretto necessario.
Forse chiedo troppo…forse non mi rendo conto della gravità di quello che ho fatto…allora perché Bang è riuscito a perdonare Zelo? Perché Youngjae deve essere così egoista? Pensa forse che io sia felice? Che non stia male? Nemmeno quando non ci conoscevamo bene eravamo così distanti…non ho voglia di implorare un’altra volta il suo perdono. Il mio orgoglio è già stato ferito diverse volte…vorrei riuscire a fregarmene, a salutarlo come faccio con gli altri, ma ogni volta che lo vedo il mio cuore pulsa velocissimo e non ci capisco più niente. Vorrei dirgli che lo amo, che l’ho sempre amato…ma come faccio se non mi ascolta?...
 
Quando Bang lesse il testo di Zelo si mise quasi a ridere: era carino, sì, ma un po’ banale, niente di interessante.
“Allora? Fa schifo, vero?”
Bang si limitò a fissare il foglio pieno di rigoni neri di Zelo.
“Fai leggere anche me” si aggiunse Youngjae che, quando ebbe finito di leggere, non riuscì a trattenere una piccola risata.
“Grazie Youngjae…lo so anch’io che non è niente di che” e un po’ imbarazzato, Jun, strappò il foglio dalle mani di Youngjae “Adesso Bang ci porta il suo”
Bang si alzò “No…non è ancora pronto” poi prese le scale e si chiuse nella sua stanza.
Zelo gonfiò leggermente le guance e inclinò le labbra all’ingiù, poi rilasciò l’anidride dalle guance.
 
Era sempre più difficile per Bang evitare di rispondere -come aveva sempre fatto- a Zelo: il maknae cercava in tutti i modi di estorcergli qualche parola in più, ma lui non reagiva –preferiva non reagire-.
Se ritornassimo come prima…se noi due provassimo a stare insieme…succederebbe un’altra volta? Ci faremmo di nuovo del male? Se fossi io a ferirlo? Forse dovrei solo godermi il momento e lasciarmi andare, per una volta…
 
Himchan si volse verso Jongup, che gli stava ancora accarezzando i capelli; incontrò i suoi occhi e si sentì come catturato da quelli; quando Jongup si aprì in uno dei suoi semplici sorrisi, sentì le proprie emozioni messe a nudo. Distolse un attimo lo sguardo, per poi rigirarsi: non riusciva a fare a meno di guardarlo.
Di solito è nelle prime fasi dell’innamoramento che si provano quelle strane sensazioni e reazioni chimiche che portano ‘le farfalle nello stomaco’ o ti fanno arrossire immediatamente o che fanno in modo che trovi qualsiasi cosa faccia la persona amata qualcosa di irrimediabilmente favoloso.
Eppure, per Himchan, queste sensazioni si stavano presentando in ritardo, dopo che i loro corpi si erano conosciuti abbastanza, dopo che i loro pensieri si erano congiunti.
“Che c’è?” chiese a un certo punto Jongup, visto che Himchan lo stava fissando in silenzio da qualche minuto.
“Niente” sospirò Kim.
Jongup diede un bacio sul naso a Himchan “Io vado nella mia stanza” e prima di alzarsi porse al più grande un sorriso malizioso.
 
Youngjae si sentì abbattuto dalla grande forza che aveva dimostrato Yongguk. Io non ne sono capace. Credeva che il dolore sarebbe passato in fretta, che avrebbe potuto metterci una pietra sopra. Un bel masso grande sopra quella questione…ma non ci riesco: ogni volta che mi si avvicina mi sale la nausea e preferisco non guardarlo, per non immaginare quello che ha fatto con Zelo…ma allora perché col maknae riesco a parlare? Certo non facciamo gran discorsi…e non li abbiamo mai fatti…ma almeno lo saluto. Invece Daehyun…provo ancora qualcosa per lui? Ho messo da parte tutto e l’ho ignorato. Forse sono peggio di lui…no, devo riuscire a pensare razionalmente. Eppure, tutte le mie conoscenze e quei gran vocaboli che so non servono a niente nella vita reale…forse ho passato troppo tempo con il mio ego…e non ho imparato a comunicare e capire le cose più importanti…
 
Himchan raggiunse la stanza di Jongup; non bussò. Entrò e trovò Moon seduto sul bordo del letto: lo stava aspettando.
 
Quando Jongup vide entrare Himchan non riuscì a nascondere un sorriso.
 
Kim si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò a Jongup; quando fu davanti a lui, il più piccolo alzò e aprì le braccia, in attesa che il proprio corpo venisse cinto dalle braccia di Himchan.
È così bello, pensò Himchan, mentre Jongup lo stava accogliendo.
Himchan stese Jongup sul letto e si portò sopra lui; poi cominciò a guardarlo.
Jongup alzò la testa e cominciò a baciarlo.
A volte ho paura che il mio respiro si fermi quando mi bacia così. Vorrei dirgli tutto quello che provo per lui, tutte le strane sensazioni che mi fa provare. Poi assaporò quel lento e caldo bacio, finché Jongup non riportò la testa sul materasso, lasciando Himchan senza labbra a cui appigliarsi, gli occhi ancora chiusi.
Quando Himchan riaprì gli occhi, guardò Jongup e si abbassò fino al suo collo; lo annusò. Poi portò le sue mani sotto la maglia e cominciò ad accarezzarlo dolcemente.
Jongup accennò qualche dolce lamento e i cuori dei due ragazzi cominciarono a pulsare con maggior violenza; poi i due cercarono di regolarizzare i propri respiri, mentre la maglia di Jongup veniva sfilata con estrema dolcezza.
Niente era rude o irrispettoso nei gesti di Himchan: anche quando entrava nel corpo di Jongup lo faceva con una certa grazia che ogni volta faceva tremare i pensieri di Jongup: il suo corpo era sempre stato violato con una gran forza, prima di trovare le morbide mani di Himchan.
Si baciarono a lungo e quando si furono liberati anche degli ultimi indumenti, Himchan si fermò ad osservare il corpo sotto di lui.
È così perfetto, così irraggiungibile. Come mai il mio cuore sta per esplodere? Perché non trovo nessuna imperfezione? Perché ogni suo lembo di pelle mi sembra così puro?
E mentre Himchan proseguiva coi suoi pensieri, Jongup si sentì penetrato dai grandi occhi di Kim: sembrava gli stesse facendo una radiografia e d’istinto s’irrigidì, per poi portarsi le mani in viso.
Non nasconderti, ordinò Himchan a Jongup, nei suoi pensieri. Voglio poterti ammirare, voglio poter toccare con gli occhi ogni parte di te; voglio essere impregnato di te. Non so neanche perché da qualche settimana stia cominciando a fare certi pensieri, a sentirmi così inutile di fronte a te.
Dimmelo, che sei un Dio. Un bellissimo Dio che ha deciso di prendersi gioco di un semplice umano come me.
Dimmelo, e allora forse riuscirò a implorarti di non lasciarmi mai. E allora forse riuscirò a dirti che ti amo.
Himchan prese le mani di Jongup e le portò via dal suo viso; infine mostrò un sorriso imbarazzato a Moon e lo baciò, prima di entrare in lui.
Ogni volta, e specialmente le ultime volte, aveva paura di poter fare male a Jongup; infatti aveva cominciato ad essere più delicato, a concentrarsi totalmente sul corpo sotto di lui, dimenticandosi a volte di se stesso; si concentrava così tanto su Moon, che l’unione fisica sembrava qualcosa di inutile, quando riusciva a percepire qualche emozione del più piccolo che faceva gemere.
Voglio sapere sempre di più, voglio poterti dire ‘Ti amo’ e conoscerti abbastanza per poterlo dire con sicurezza, per sapere che non potrò mai procurarti ferite profonde.
 
Youngjae pensò tutta la notte a Daehyun: chissà se domani riuscirò a salutarlo…dovrei provarci. Basterebbe che lo guardassi e piegassi le labbra in una punta di sorriso benevolo e allora potremmo riavvicinarci…ma io voglio davvero riavvicinarmi? Il suo corpo…mi sarò dimenticato anche di quello? Credo di aver neutralizzato tutto con l’autoconvinzione…ma se lo guardassi negli occhi per qualche secondo, i suoi ricordi ricomincerebbero a invadermi?
Si rigirò nel letto per tutta la notte. Non avrebbe preso sonno, lo sapeva che quando pensava a qualcosa, quando si poneva dei quesiti doveva risolverli ad ogni costo, o non avrebbe più dormito sogni tranquilli.
Chissà se Daehyun si presenterà come un incubo nei prossimi giorni… Chissà se guardandolo vorrò abbracciarlo…ho paura…non ne ho mai avuta così tanta, come non avrei mai immaginato che Daehyun avrebbe lottato così tanto per riavermi, se non l’avessi visto coi miei occhi…
 
Himchan e Jongup vennero insieme, ancora, come sempre, e Jongup si sentiva sempre così completo quando i loro corpi si liberavano; anche Himchan provava lo stesso.
Kim uscì lentamente dal corpo di Jongup e si sdraiò accanto a lui, gli occhi rivolti al soffitto, quando il viso di Moon, come prima in giardino, si era piazzato tra lui e il soffitto.
Il più piccolo sorrise prima di soffiargli un bacio; infine appoggiò la testa alla spalla del più grande e cominciò anche lui a fissare il soffitto.
“Qui non ci sono le stelle” commentò Jongup.
“Lo so”
“Allora perché ti ostini a fissarlo?”
“Perché non voglio dimenticare”
Jongup si alzò a sedere, poi guardando Himchan chiese “Dimenticare cosa?”
“Dimenticare chi sono”
Jongup aggrottò la fronte.
Himchan vide Jongup cambiare espressione, era davvero divertente. Registrò anche quest’espressione e sospirò “Ormai ho la testa così piena di te, che non so più chi sono io”
Jongup arrossì dopo quell’ultima frase e le sue guance appena colorate non fecero altro che fermare il respiro e il battito cardiaco di Himchan per qualche secondo. Se devi uccidermi, fallo lentamente, come stai facendo adesso.
Himchan non pensava avrebbe mai perso la testa per qualcuno. E ora si ritrovava lì, a pochi centimetri da Jongup, gli occhi completamente occupati dal suo primo piano.
Si avvicinò: PP, primissimo piano.
Sorrise dentro di sé: pensare a una macchina da presa in quel momento era qualcosa di assurdo e che non aveva mai fatto.
Jongup si chiese a cosa stesse pensando Himchan; girò lo sguardo dall’altra parte.
 
La mattina seguente Zelo si trovava in cucina quando Bang varcò la soglia, quasi spaventato dall’improvvisa apparizione del maknae.
“Buongiorno!” lo salutò allegro Jun.
Bang chinò la testa per poi rialzarla, tutto in un piccolo movimento che Zelo seguì.
Hyung, oggi posso leggere il testo che stai scrivendo?”
Ancora con la storia del testo? Certo che se si mette in testa una cosa è peggio dei bambini piccoli…
Il leader scosse semplicemente la testa.
“Ma io ieri ti ho fatto leggere il mio!”
Bang fece qualche passo dentro la cucina, ma la mano di Zelo gli strinse il polso “Perché fai così?” chiese improvvisamente Choi, d’un fiato.
Fare così? Cosa intende dire?
“Mi saluti e poi ti rifiuti di parlarmi! Ho sopportato a lungo, non ce la faccio più! Se non vuoi parlarmi allora non salutarmi con gli occhi luccicanti!” sbottò Zelo, per poi lasciare il polso di Bang che aveva cominciato a stringere con forza.
 
Quando Himchan si svegliò, si ritrovò a cingere il corpo di Jongup che, tra le sue braccia, sembrava sempre rimpicciolirsi.
Sarà uno dei tuoi tanti poterisorrise, poi cominciò ad accarezzargli il viso.
Quando ti sveglierai…
Non finì il suo pensiero: gli occhi di Moon si aprirono lentamente. La prima cosa che Jongup vide quando si svegliò, fu il viso di Himchan. Sorrise di tutto cuore, anche se si accorgeva che una linea amara lo stava pugnalando dentro: voleva dire a Himchan che gli piaceva. Non voleva dirgli ‘Ti amo’, quelle parole non sarebbe riuscito mai a dirle, ma ‘Mi piaci’. Quello sì, che poteva dirlo. Doveva dirlo: non sarebbero andati avanti se nessuno dei due l’avesse detto. Il dubbio che si piacessero non c’era e Jongup sperava davvero che il suo sesto senso non si sbagliasse.
“’Giorno Channie” sbadigliò.
“Buongiorno” sussurrò Himchan e continuò ad accarezzare il viso di Jongup con insistenza. A forza di torturare così la tua faccia, un giorno potrebbe sparire…
 
Bang rimase immobile e non rispose.
Occhi luccicanti? Si sentì patetico: voleva nascondere la sua voglia di parlare al piccolo, ma evidentemente non ce l’aveva fatta, e Zelo se n’era accorto…
“Scusa, hyung” bisbigliò Jun.
Si scusa sempre…anche quando non ha colpe…solo perché è il più piccolo e deve portare rispetto…ma a volte dovremmo tutti imparare da lui, che lotta sempre per raggiungere i suoi obiettivi…
“Zelo…”
Jun alzò lo sguardo verso Bang.
Si guardarono negli occhi per alcuni secondi.
 
Jongup chiuse gli occhi, per poi riaprirli: Himchan lo stava ancora guardando.
“Perché negli ultimi giorni hai cominciato a fissarmi così tanto?...mi metti in imbarazzo” dichiarò Jongup.
Himchan distolse un attimo lo guardo e finì di accarezzare Jongup.
 
“Scusa” biascicò il leader.
Zelo si sentì colpito da quelle parole e aprì gli occhi.
Sono così belli i tuoi occhi, Jun…non mi guardare così…o potrei finire per pensare solo a te tutto il giorno…ogni minuto della mia esistenza…
Bang spostò lo sguardo e fece per andarsene.
Un passo.
Due passi.
Tre passi.
Quattro…si fermò.
 
Himchan si alzò a sedere e esortò Jongup a fare lo stesso.
Poi prese un gran respiro.
Chiuse gli occhi.
Un altro respiro.
Occhi aperti.
Jongup attendeva incerto l’esito della situazione.
 
Yongguk ritornò indietro, con passi più grandi dei primi.
Zelo si chiese perché stesse ritornando indietro.
Quando Bang fu lì, gli prese il viso tra le mani.
 
“Saranghae” pronunciò deciso, scandendo bene le lettere, Himchan.
Jongup venne colpito da quelle tre sillabe: le sue parole Proibite.
 
Yongguk posò le sue labbra sulla fronte di Zelo, il bacio più tenero e caldo che Zelo avesse mai ricevuto da qualcuno, fino a quel momento.
 
Grazie a RyuzakiUchiha, ManuBlackVIP e Ele_vislove per le loro recensioni; ringrazio anche b2uty23 per la recensione di ‘Tears’ (avevo già pubblicato ‘Lyssa, let me forget about you’ quando ho letto la recensione).
Mando un enorme grazie anche a chi mi segue e chi ha messo questa fic tra le preferite (davvero, tante grazie).
 
*Grazie internet per essere ritornato da me*
 
La canzone a cui il titolo si ispira è ‘Love Hides’ dei Doors, precisamente ho preso l’ultima strofa della canzone e l’ho usata come titolo.
Link: http://www.youtube.com/watch?v=aEHMHBRa94U
  
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