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Autore: Truccatrice di sogni_    02/09/2012    1 recensioni
Due ragazze diverse, una crede nei sogni, l'altra invece li odia.
Angelica saprà far cambiare idea a Sabrina? Sabrina capirà l'importanza dei sogni dopo quel muro che si romperà nella sua vita?
Una storia molto toccante, un'amicizia interrotta da qualcosa... Da cosa?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sette.

Una nebbia di fumo.
Una sgommata di una macchina.
Quella macchina, distrutta.
Un incidente.
Un grido, quello di Sabrina.

Un 'no' distrusse tutto quello che non aveva distrutto la macchina, gli occhi di lei diventarono grossi pozzi che sputavano acqua.
Ansia, tachicardia, il cuore si fermò.
Sabrina era davanti ad una scena spiacevole; Angelica distesa a terra pochi metri più in là della macchina, quella macchina metallizzata nera distrutta, il sangue sull'asfalto.
Dalla ford fiesta scese un uomo, che teneva la testa tra le mani, piangeva.
In due secondi il panico, Sabrina si precipitò sul corpo della sua migliore amica, in lacrime.
Il cuore in gola, la paura negli occhi.
<< Angelicaaa...>> l'urlo strazziante di Sabrina.
<< Signorina si allontani>> disse un poliziotto che aveva alle sue spalle due infermieri con la barrella.
<< Non è morta>> ancora le urla di Sabrina.
<< NON E' MOR.......>> non fece in tempo a finire la frase che le venne una forte crisi di pianto, talmente forte che cadde a terra.
Gli infermieri, posarono la barella vicino al corpo di Angelica, le sentirono il battito, uno di loro fece 'no' con la testa, mentre l'altro la metteva su quella barella.
Un secondo era bastato per distruggero una vita.
La vita della sua migliore amica, la vita di una parte di lei.
Sabrina rimase a terra, si sentì un urlo di dolore dall'altra parte della strada, erano i genitori di Angelica, che passavano di lì per farle una sorpresa, avevano con se un cucciolo di bigol, ne desiderava uno da un paio di anni,
i suoi genitori quel giorno avevano deciso di regalarglielo.

Tempesta.Freddo.Gelo.Dolore.
La madre andò verso la figlia, l'abbracciò e si sciolse nel suo dolore.
Il padre era immobile, pallido in viso.
Nella mente di sabrina il caos regnava, cosa era successo? Come erano andate veramente le cose?
<< Ho svoltato in questa via, ad un certo punto mi sono trovato la ragazza che correva in mezzo alla strada,
non ho fatto in tempo a frenare, giuro non l'ho fatta apposta, non volevo ucciderla>>
Quelle parole.. Le parole di quell'uomo.
Sabrina si alzò, si volto verso esso.
<< L'hai uccisaaa>> le gridò andandogli addosso.
I poliziotti la fermarono.
<< Si calmi signorina>>
<> gridò.
Cadde a terra una seconda volta, liberando un ennesimo gridò di dolore, dava i pugni all'asfalto, nessuno cercò di fermarla così si fece uscire il sangue dalle mani, ma quello era il suo ultimo pensiero, la sua amica non c'era più, quel 'no' di quell'infermiere le fece fermare il cuore.
Seduta sull'asfalto, ripensava alla piccola discussione nella palestra, si odiava da sola, aveva le mani tra i capelli, strinse i pugni un'altra volta, strappandosi qualche ciocca.
Si odiava, odiava tutti in quel momento, odiava il mondo intero, odiava le macchine, odiava quella palestra, prese il foglio del provino, lo stropicciò e lo scaraventò via.
Lo scaraventò come il destino le aveva fatto perdere la persona più importante della sua vita.
Si sentiva morire dentro, anzi.. voleva morire in quel momento, non voleva soffrire, non voleva sentire quel dolore che le trucidava ogni minima cellula del suo corpo.

Buio. Formicolio. Freddo. Brividi.
Non vide più nulla, solo una luce accecante. Un secondo... e perse i sensi.
  
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