Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: louismyboo    02/09/2012    0 recensioni
April si sfiora i lunghi capelli dorati e li smuove un po’, come se volesse cacciare via qualche strano pensiero. Ora crede di non essere più in grado di fare una lista di tutto ciò che ama di lui, se dovesse farla gli anni passerebbero risucchiandola nell'ennesimo vortice di malinconia. Ora, su quel letto freddo e vuoto della periferia londinese, April si chiede cosa sarebbe successo se Niall non avesse travolto la sua vita e non le avesse insegnato a credere in se stessa e nel mondo. Ora, anche se lui non c’è più, non sa smettere di sperare.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Chapter Two: Am I close to you anymore?;

 

  I found your hairband on my bedroom floor,
The only evidence that you’ve been here before
And I don’t get waves of missing you anymore,
They’re more like tsunami tides in my eyes
U.N.I., Ed Sheeran
  

 

     April è ancora in casa, il pigiama incollato alla pelle, pronto a coprirla da ogni difetto. Ora è accasciata sul tavolo della piccola cucina, fissa intensamente la finestra e vede la strada attraverso il vetro oltre la tenda bianca. Il sole non è ancora spuntato in cielo, evidentemente non è la giornata giusta. Si sofferma poi a guardare la credenza con sguardo languido, lo sguardo di chi non sa più in che pensiero perdersi, lo sguardo di chi nasconde la sofferenza sotto ciò che è comunemente chiamata "noia".
     Abbassa la testa lentamente ed emette un verso strano che nemmeno lei riesce a comprendere, sbatte i gomiti contro il tavolo e torna ad impugnarsi la testa tra le mani, stringendo le tempie che ardono come fuochi, come per volerle zittire da quei pensieri. Avrebbe proprio bisogno di fumare, ora, ma sa che lo farebbe per farsi un dispetto, per rinnegarsi, per poter dire di essere cambiata. Ma poi si guarderebbe allo specchio, con il disgusto negli occhi color nocciola. "Questa non sei tu, smettila di fumare solo per ricevere attenzioni", così le aveva detto Niall la prima volta che l'aveva sentita tossire come una forsennata in una notte d'autunno. Aveva parlato con delicatezza, posandole una mano sulla spalla scoperta. April non può fare a meno di sentire le sue parole rimbombare nei polmoni, sente una fitta sotto lo sterno. Forse il meccanismo del cuore si è ancora bloccato.
 
     Alla fine dei conti era sempre stata debole ed ingenua, lasciava che le persone e le situazioni la trascinassero senza che lei potesse opporsi. La sua personalità non emergeva mai, era una di quelle classiche ragazze a cui non importa farsi valere, una di quelle che rimangono chiuse in un guscio per farsi schiacciare dentro la propria inutile sicurezza. Si guarda nella vetrata e non si piace, cerca di scavare in fondo ai suoi sentimenti e si odia. E' un'insulsa anima racchiusa in un semplice corpo, senza dettagli, senza particolari. Nemmeno una lentiggine, non una fossetta tesa sulle labbra, non una voglia in qualche strano posto. Capelli dorati così maledettamente volgari, la fanno sembrare così facile. E forse la è, da quando Niall non c'è più. Occhi castani come nocciole per gli scoiattoli, vorrebbe ingoiarli e non guardarsi più.
 
     Non ha la forza di fare nulla, è oppressa, schiacciata. Pensa a quanto possa far male la solitudine. Pensa che è per questo che ama cantare, sentire la sua voce risuonare nelle orecchie le fa credere di essere accompagnata; ha cantato dappertutto, nelle strade, nelle metropolitane, nei posti più lugubri del mondo, nel piccolo paese in cui abitava prima.. fino ad arrivare alle strade di Londra, ai locali più famosi della città, sul palco di Belfast per aprire il concerto dei One Direction, su ordine di Niall.
Ad ogni modo quando la voce del ragazzo regnava nella casa, la solitudine svaniva, come se fosse un sentimento inesistente. E spesso si univano, quelle loro giovani voci. Come si intrecciavano le loro mani nello sfiorarsi, come si cercavano le loro labbra.
 
     Finalmente ha il coraggio di alzarsi da quella fottutissima sedia, "alza il culo, idiota" si dice. "Reagisci", continua. Va a sbattere contro lo stipite della porta, impreca, ormai è un'abitudine consolidata. Immagina Niall ai fornelli, che le prepara qualche piatto tipico irlandese, e ci crede, si dà da fare come un matto. Ma la pazza in realtà è lei, che lo vede ovunque ormai, anche sul cesso. Eppure le piace vederselo ancora, ma la mente deve fare un grosso sforzo per farlo riapparire dal nulla, per elaborare ogni dettaglio speciale, come il suono dell'accento così diverso dal suo, come gli occhi azzurri come il cielo, così banali e splendenti allo stesso tempo. Dettagli precisi come i capelli chiari da toccare, come la sua risata strozzata mentre mangia il cibo di Nando's.
     Vorrebbe tornare indietro, a quando tutto era meno complicato, quando le cose si sistemavano e il puzzle dell'amore combaciava perfettamente. Ora non è possibile dirigersi in quel tempo lontano, ora può soltanto perdersi nelle rovine della loro storia, in cui le parole e le scritte più importanti riemergono dalla terra e continuano ad ardere, scoppiettanti di fumo grigio, che annebbia la vista e fa perdere i sensi.
 
     Sale le scale ed entra nella stanza musicale, in disordine, piena di spartiti sparsi a terra. Il loro tempio, il tempio del loro amore. Quella stanza riassumeva in piena regola il concetto della "condivisione", e in quel posto i loro cuori si univano più che mai, formandone uno solo, grosso quanto ciò che provavano nello starsi accanto.
     C'è un piccolo tamburo in mezzo alla stanza, uno di quelli che Josh continuava a picchiettare quando lo invitavano per un pranzo volante; April sta per inciamparci contro, è coperto da una polo bianca di Niall. La prende in mano e la guarda, la stringe al petto come fanno i bambini con i pupazzi, come fanno i genitori coi propri figli. Sorride, piano, sente germogliare in cuore un altro sentimento, non sa descriverlo, si sente mangiata in pieno dalle emozioni ultimamente. Quella maglietta è l'unico segno del passaggio di Nialler nella casa, insieme a quella chitarra caduta nell'angolo della camera da letto. Ma le evidenze non le importano, ciò che conta è la sostanza, ed April sa che lui è in quella casa più di lei, tutto è suo, anche l'orribile mobile che Paul gli ha regalato, piazzato in bella vista nel salotto.
 
     Niall era la sua ultima speranza di poter sopravvivere a un mondo che la inquietava. April non può scordare il volto della sua ultima speranza. Il suo cuore non è pronto, non vuole essere spaventato. E il campanello suona, da basso, continua a suonare, forse è il quinto squillo. Stringe ancora di più la maglia, vede una lacrima caderci sopra, la lascia a terra e corre giù, con il volto conciato male, la testa traballante e l'anima afflitta. Lascia che quello tsunami di lacrime l'avvolga, imperterrito. Quando apre, quelle gocce sul suo volto non se ne sono andate, sa soltanto che quello è il dodicesimo suono del campanello. Sa che il dolore è rilevante solo se ferisce, e ciò che sta provando la graffia, facendola sanguinare.
     -Spero sia qualcosa di importante - farfuglia asciugandosi, mentre la porta si spalanca e una figuria si avvicina a lei.
 
 
 
 
 





Ecco a voi il secondo capitolo, spero di non deludervi :)
Lasciate qualche recensione se volete!
Presto il terzo capitolo (almeno spero)
See ya guys <3

 

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: louismyboo