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Autore: _Spellcaster    03/09/2012    8 recensioni
"Gazel...piangi?"
"Io? Ma scherzi? Per chi mi hai preso?"
"Oh."
"Solo che...se ti giri, ti spacco la faccia."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Onigiri;

 

Avrebbe potuto.
Certo si, avrebbe potuto darsi una calmata. Leggermente, magari. Avrebbe potuto calciare più moderatamente. Si, avrebbe potuto, se lo avesse voluto.
E lui. Si, lui avrebbe voluto difenderlo, se solo non si fosse trovato così maledettamente distante. Magari, magari eh, avrebbe potuto gridargli 'Spostati di lì, idiota!' o qualcosa del genere. Peccato però che le parole gli si erano praticamente fermate in gola nel preciso momento in cui la palla era partita. Chissà a quanti chilometri all'ora andava, quella palla.
E forse, se avesse gridato, Gazel avrebbe potuto darglli ascolto. Improbabile, ma non da escludere. Magari, non si sarebbe rotto una gamba. Magari.
Invece? Invece è rimasto immobile, con gli occhi sbarrati mentre Gran gli calciava praticamente contro la sua Meteora Dirompente. E in un attimo, un attimo sul serio, il pensiero dell'amico investito da quella luce era diventato la sua peggior paura. 
Ora, quella luce rossastra, divampante, crudele, si era ttramutata in luce giallastra. E poi? Poi bianca. Bianca come i muri, le lenzuola e le tende di quel dannatissimo ospedale.
E nei suoi occhi, non c'era più il bianco delle lenzuola, ma l'azzurro dei suoi capelli. 
I medici avevano detto che non era nulla di grave, solo una frattura alla caviglia. Un paio di mesi con le stampelle e sarebbe passato tutto. 
"S, come se tutto questo passasse."
Non potrà passare. 
Non potrà mai passare.
Quell'immagine, lì, nella sua mente, se ne sarebbe mai andata? 
Medici. Così professionali, ma con così poco tatto, certe volte. 
Perfino lui, Burn, seduto sulla panca vicino all'ospedale, sembrava una persona normale.
Una persona in pensiero, preoccupata a morte per qualcuno che non è lì, vicino a lui ma lì dentro, in quell'edificio infernale.
Decise di farsi coraggio e di entrare da quelle porte scorrevoli come se niente fosse.
Magari salutare come un emerito idiota i pazienti, come faceva con tutti.
Un 'Hey gente, come butta?' come faceva di solito.
Eppure lì, in quel preciso istante si sentva come svuotato. era come se si sentisse anche lui un paziente dell'ospedale.
E poi si sentì mancare il fiato.
Quando lo vide.
Quando vide lui
Lo squadrava da capo a piedi con quegli occhi freddi e distacccati. Con un fare così...naturale. Come se non fosse successo niente.
"I medici hanno detto che posso andare dove voglio con le stampelle."
E Burn rimase in silenzio. Gli sguarrdi erano incatenati uno all'altro. Uno era completamente indifferente. L'altro, invece, pieno di rabbia, bisognoso di spiegazioni. Voleva sapere cosa diamine gli passava per quella cella frigorifera che chiamava testa.
"Voglio prendere aria."
E uscirono. Camminarono per le strade, così, senza unna meta precisa.
E nessuno proferiva parola.
Fino a quel momento.
"Posso sapere cosa diavolo ti passa in quella testa?!" Ringhiò Burn. Perché tanto, lui, la rsposta dell'altro in fondo la conosceva già.
"E a te cosa interessa?"
E ghiaccio.
"Dove trovi il coraggio di dire certe cose?! Pensa se quel dannato tiro ti avesse preso in faccia!"
"Impossibile, non colpisco i palloni con la faccia. Io quella palla l'ho calciata."
"Allora sei ancora più cretino di quel che pensassi!"
"Tsk. Tu, un Tulipano vivente, ancora convinto che Lady Oscar sia un maschio, vieni a far la predica a me? Dicendomi, poi, che sono cretino?"
E fuoco. Si, Burn esplose.
"BRUTTO GELATO AMBULANTE! NON MONTARTI LA TESTA HA CAPITO!? ERO SOLO PREOCCUPATO PER TE SAI?! DOVRESTI ESSERMI GRATO!" Abbaiava lui.
Un cagnolino a cui hanno rubato il giocattolo.
"Un onigiri per favore."
"E ASCOLTAMI QUANDO TI PARLO! TU, BRUTTO PRESUNTUOSO! PENSI CHE LASCIARE I PROBLEMI COSI' TI RENDA FIGO?! BEH, SAPPI CHE SONO PIU' FIGO DI TE!"
E mentre il tizio dietro al bancone degli snack guardava la scena divertito, ci fu un suono simile ad uno 'Splat'.
E Burn si ritrovò migliaia di chicchi di riso sulla faccia.
"Hai un chicco di riso sul cavolfiore, Cavolfiore."
E Burn non resistette.
E continuarono. Si, continuarono a litigare, per tutto il tragitto.
Cioè, litigare non propro.
Burn stava praticamente parlando da solo.
"Cavolo, è così strano che sia preoccupato per te, brutto idiota?! Se ti fosse success qualcosa non me lo sarei perdonato!"
"Non c'è  mai stato nessuno pronto a proteggermi. Tu, un completo estraneo, volevi proteggermi? Tu? Io non ho bisogno di te! Non ho bisogno di nessuno!
E calò il silenzio.
Un silenzio veramente assordante.
Persone passavano.
Avanti, indietro, avanti, indietro.
In effetti, era vero.
Loro non erano speciali. Perché qualcuno avrebbe dovuto preoccuparsi di loro?
E mentre Burn ci pensava, fu invaso dai brividi.
Brividi al contatto con la pelle di Gazel.
Gli abbracci sono così infantili.
"Hey, Ghiacciolo sicuro di stare bene?! Così mi spaventi sul seri-"
E successe qualcosa di inaspettato.
Sentì qualcosa, qualcosa di caldo sulla sua spalla.
"Gazel...piangi?"
"Io? Ma scherzi? Per chi mi hai preso?"
"Oh."
"Solo che...se ti giri, ti spacco la faccia." 



*Angolino di un'autrice* 
*Angolino di Pacman*
*Ancoglino di un essere umano*
*Angolino*
Bene!
...
... ...
Ma bene una beata minchia! Cavolo la prima fic su Efipi! (?)
Ora posso, tipo, anche morire.
Muhauahahau mi sento veramente una cretina potente. 
Cioè...sono felice!
...Ma preoccupata.
Chhe faccio se non piace?
Che faccio poi se ccado in depressione?
Che faccio che faccio che faccio che faccio che faccio che faccio che faccio che faccio che faccio che faccio?
Ok, la smetto!
Beh, hum.
No vi obbligo a recensire.
Anci, muoio dalla paura.
Come si vedono le recensioni?
Perché sei complicato, Efipi?
Oh, ma chisseneH.
Spero sia piaciuta *Va a fare cerchi nel grano ghiacciato del congelatore*
Grazie per aver letto ç v ç 
La vostra Magician che all'1:18 di notte non ha niente da fare.
Baci bacini bacioni <3 

 

  
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