Fanfic su attori > Coppia Lawless/O'Connor
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Autore: Little Black Dragon    03/09/2012    1 recensioni
Una convention. E mille ricordi.
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-          Lucy? Lucy, aspetta!  – Chiamò una voce poco distante.
Lucy si stava incamminando per il corridoio, le voci dei fans che già sfiorivano in un eco festoso, quando si voltò. Anche se, in effetti, non si sarebbe mai aspettata di trovare quella persona. Lì. Quella sera.
Esibì un sorrisetto falso.
-          Rob!
-          Ciao! Eh… uh… come stai?
Lucy inarcò un sopracciglio e Robert pensò che quel gesto gli era fin troppo familiare.
-          Oh, sto bene… molto bene! Tu?
-          Si… me la cavo…
Calò un silenzio imbarazzato. La mora pensò, in quel momento, che forse gli aveva già fatto male abbastanza. Forse.
-          Come sei messo ultimamente con le fiamme? – Scherzò quasi con affetto.
Rob deglutì.
-          Proprio di questo volevo parlare… - Esordì dondolando le braccia avanti e indietro come un adolescente. – Ehm… mi dispiace… per.. quello che è successo.
Nonostante la situazione, Lucy non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere.
-          Ti dispiace? Ahhahahahaha Sul serio?! TI DISPIACE?! Ahhahahaha – Le sue guancie divennero fucsia. – Oh, ti prego. E’ stata una cosa alla pari. Certo, è stato assurdo… ma almeno siamo stati meglio entrambi, da quel giorno. No?
-          No! – Asserì ferito Rob. Lucy smise di ridere e lo fissò. – Io mi sono pentito da morire per quello che ho fatto!! Ogni singolo giorno della mia vita ricordo quel pomeriggio e mi tormento! …Hai la minima idea di che significa? Suppongo… suppongo di no… - Un’espressione amara comparve sugli occhi di Tapert. – Io mi distruggo  tu ti diverti con… la O’Connor. Bello.
-          Robert! …Tu hai lavorato con Ren per anni… e … e ora la chiami per cognome… senti, la colpa è stata di tutti e due. Ognuno ha promesso che non avrebbe detto niente alla stampa, che avrebbe fatto finta che nulla fosse successo, e fine. Okay? Basta. Devo andare, Reneé si starà preoccupando. – Lucy si voltò e fece per allontanarsi in corridoio, quando sentì Rob gridare alle sue spalle.
-          Reneé, Reneé, Reneé… non c’è altro, vero, nella tua vita?! Reneé e i tuoi bambini…. Niente altro! Anche quando stavamo insieme: Reneé di là, Reneé di qua, eddai Reneé  ha bisogno di un passaggio, vado a cena da Reneé torno tardi non mi aspettare sveglio, esco con Reneé, vado a trovare Reneè, oggi è il compleanno di Reneé, non puoi far indossare a Reneé quel costume o morirà di freddo, è Natale devo comprare un regalo a Reneé... – Rob fece una pausa, poi riaprì nuovamente la bocca, ma non riuscì a dire niente: Lucy gli era già addosso e aveva il colletto stretto fra le sue dita.
-          Robert. Caro. – Ringhiò con i volti a poca distanza fra loro. – Che altro c’è da aggiungere? Pensavo che quel pomeriggio avessi capito perché voglio sempre averla vicino, perché voglio sempre tenerla stretta a me, perché ho bisogno di proteggerla, perché il suo sorriso mi rende felice… hai una grande fantasia, Tapert, ma di certo non sei proprio sveglio. Io la amo, Rob. Io la AMO. Mi dispiace… ma sai, forse neanche tanto. – Fece una piccola pausa, poi mollò il colletto dell’uomo. - Se stasera torni a casa, dì ai ragazzi di andare a dormire e che tornerò domattina. Buonanotte.
E finalmente s’allontanò, lasciando suo marito (ma per solo lui, Lucy e Reneè, ex) nel teatro. S’infilò nei corridoi a passo svelto, deciso, ma lasciò i suoi piedi andare per lei. Il dialogo l’aveva turbata. E ripensò a quel fatidico pomeriggio di primavera, in cui la sua stanza, da paradiso s’era trasformata in inferno…
 
 
-          La casa è vuota! – Aveva sghignazzato Lucy, girando la chiave nella toppa. Gli occhi verdi di Reneé si illuminarono e le due si precipitarono in casa Lawless prima che qualcuno potesse vederle insieme e destare sospetti come al solito.
-          Wo-hooo! – Aveva riso allegra Reneé, piroettando verso il salotto. – Hai avuto un’ottima idea…
Lucy sorrise maliziosamente e le si avvicinò.
-          Lo so – replicò, e le cinse la vita con un braccio. – Steve è al lavoro…
-          Robert è sul set…
-          Miles è a casa tua…
-          E Judah è con lui!
Risero e Lucy chinò un po’ il volto per depositare un bacio leggero sulla bocca di Reneé, l’ombra dell’allegria ancora sulle labbra.
-          Saremo un po’ troppo malvagie?! – Ipotizzò Ren, specchiandosi negli occhi cerulei dell’altra, che sorrise.
-          Può darsi. – Senza abbandonare i fianchi della sua amante, Luce si sporse e prese il telecomando dello stereo; premette il classico bottone rosso e accese il sistema.
Everybody hurts partì immediatamente e le labbra di entrambe si allargarono in un sorriso innamorato.
-          Che ricordi questa canzone… - Sospirò la bionda, chiudendo gli occhi e appoggiando la fronte sul petto dell’altra.
-          Già. – Sussurrò soltanto Luce, posando il mento sui capelli biondi di Reneé e cullandola fra le sue braccia.
 Non era mai stata una persona di molte parole, e soprattutto quel momento così perfetto la spingeva a tacere, a non dire niente; nemmeno il “ti amo” che adorava mormorarle all’orecchio, perché sapeva che lei lo sapeva. Preferì pensarlo mille e mille volte, in quel momento, mentre il respiro dell’amore della sua vita le sfiorava appena la pelle.
Portò leggermente il volto indietro e le baciò dolcemente la fronte. Pensò a quante volte Xena l’aveva fatto con Gabrielle e si rese conto che erano stati i pochi momenti in cui aveva stimato e adorato Robert… “chissà se se lo merita” rifletté. Ma decise di non rispondersi. Non poteva pensare a lui quando aveva il suo amore fra e braccia senza sentirsi impura... Chissà quanto l’aveva fatta soffrire… aveva dovuto sempre mostrarsi in pubblico accanto a Tapert, sorridente per non far alzare voci, pur sapendo che al suo fianco non avrebbe voluto lui, ma la sua biondina, e che la sua biondina altrettanto voleva… Avevano dovuto nascondersi quasi fossero malate di lebbra, vedendosi di nascosto, vestendosi in modo da non farsi riconoscere, amandosi di soppiatto.
Ma Lucy incominciava ad essere stanca. E quel giorno, incurante, se l’era portata a casa, e grazie a chissà chi nessun fotografo e nessuna telecamera erano comparse dal nulla come al solito. O almeno, non ne avevano viste. Ed ora stavano lì, abbracciate strette al centro del salotto, senza muoversi, con la loro canzone di sottofondo ad illuminare i loro occhi dei momenti migliori che avevano passato insieme.
Lucy le alzò mento con un dito e i loro sguardi si incontrarono, lucenti, fulgidi, brillanti. Senza dire nulla di più, si baciarono. Dopotutto, da dire, cosa c’era? Si amavano. Che Tapert, o Muir, o il mondo intero lo volesse o no. Si staccarono lentamente, il sapore altrui ancora sulle labbra. Lucy ridacchiò piano.
-          Chettiridi. – Sorrise Reneé debolmente.
-          Sono felice. Sono… - La mora si staccò dall’abbraccio – felice. – E son una mossa energica spinse una leva sotto il divano, trasformandolo in un divano letto. – Molto felice. – Concluse.
Con un ghignò sulle labbra, le passò un braccio sotto le gambe e la sollevò da terra, posandola poi sul materasso.
-          Ah, non dirmi. – La sfotté la bionda, mentre il peso della più alta le gravava improvvisamente addosso.
-          Già! – Sghignazzò Lucy.
E senza aggiungere nient’altro, le prese con forza i polsi e glieli incrociò alti sopra la testa, scivolando poi su di loro e incominciando baciarli lentamente.
-          Dio, Lucy. – Mormorò Reneé, chiudendo gli occhi e  percependo le labbra della sua amante scendere piano lungo il braccio, il gomito, l’avambraccio, la spalla… il collo…
-          Sei bellissima. – Fu l’unica risposta di Luce al suo orecchio, per poi tracciare una via sulla guancia liscia della bionda col labbro superiore, e infine baciarla appassionatamente.
 Sentì la sua amante tremare lievemente sotto di lei e decise che si, doveva stuzzicarla, ma lei stessa non sarebbe riuscita ad aspettare troppo. Fece correre un mano verso il basso e iniziò a tirare su la maglietta nera attillata di Reneé, attaccando quel collo elegante con baci e leggeri morsetti. E troppo impegnate in quello che stavano facendo, non sentirono i passi sul marciapiede diventare sempre più forti; quattro piedi avvicinarsi alla porta di casa e solo quando udirono la chiave girare si bloccarono, fissandosi terrorizzate negli occhi. Migliaia di pensieri attraversarono le menti di entrambe, ma la porta si aprì lo stesso. Nel peggiore dei modi e con le peggiori persone che avrebbero mai dovuto scoprire l’intrigo più complicato della televisione da molti, molti anni.
Inizialmente videro solo una schiena. Grossa, bassa e tozza, per giunta. Ma poi capirono che la prima persona stava entrando di spalle e, con un passo all’indietro, rivelò capelli chiari e forme non proprio longilinee; il viso non si vedeva ancora, ma a Lucy non serviva: aveva già capito chi era. Semplicemente:
-          Cazzo – sussurrò, così piano che anche Reneé la sentì a malapena.
Il ciccione fece un secondo passo all’indietro e il suo profilo fu visibile. La bionda deglutì a fatica. Terzo passo.
L’inferno.
Con l’uomo, c’era donna, una donna molto conosciuta, anche troppo. Lunghi capelli ricci e castani le correvano per la schiena e sulla spalle, il viso bello, quasi angelico, di chi sa recitare la propria parte; magra, alta. Il tizio le teneva le mani sui fianchi e stessa cosa faceva la tizia, mentre i due si scambiavano languidi sguardi.
Quarto passo, e la donna chiuse con una pedata la porta bianca dietro di sé. Le mascelle di Lucy e Reneé caddero.
Robert Gerard Tapert. E Adrienne Marie Wilkinson. Il modo in cui si stringevano e si guardavano era inconfondibile, almeno per Lucy e Reneé, che tante e tante volte s’erano strette e guardate così; il fatto che Rob cominciasse a baciarle il collo fu solo un inutile conferma.  Adrienne ridacchiò divertita.
Non si accorsero delle due donne che si stringevano terrorizzate e che li fissavano da oltre l’arco del salotto con gli occhi velati da una bella miscela fra stupore, incredulità e shock, finchè Lucy non esclamò:
-          Naaaaaaaaaaah! Non è vero!
Lo stesso sguardo ora lo avevano Rob e Adrienne. Come biasimarli.
Lucy, improvvisamente, si rese conto che la sua compagna era in reggiseno e l’abbracciò tentando di coprirla. Frettolosamente, la bionda si infilò la maglietta nera, ma la sua amante non si staccò comunque, e allora ricambiò la stretta, impaurita alle conseguenze che quel pomeriggio avrebbe portato.
Cinque minuti dopo stavano tutti e quattro seduti al tavolo della cucina, discutendo più o meno civilmente sul da farsi.
-          La storia  è iniziata due mesi fa. – Spiegò con voce priva di emozione Wilkinson. – Ci siamo incontrati per caso. Rob mi ha offerto un caffè, e da lì è iniziato tutto. Ma, insomma… non siamo proprio amanti…
-          Diciamo scopamici. – concluse amareggiato Tapert. Poi si rivolse a Lucy con sguardo ferito. – Ti sentivo distante. Non stavamo insieme da tanto tempo… E… E… E’ successo. Niente più…
-          Robert – lo interruppe Lucy. Il momento che temeva più di qualunque altro era giunto. Era strano: credeva che si sarebbe sentita impaurita, ma in quel momento aveva solo voglia di togliersi quel macigno dal cuore. Strinse forte la mano di Ren, accasciata sulla sedia accanto alla sua con sguardo basso, e prese un profondo respiro. – Io e Reneé stiamo insieme da tre anni.
-          COOOOOOOOOOOOOOSA?! – Urlò Tapert, alzandosi dalla sua sedia di scatto. – TRE ANNI?! Vuoi scherzare?! Mi hai preso in giro per TRE ANNI?! La mia in confronto è una cotta dell’asilo!!!!!!!! …Hai idea di cosa sarebbe potuto succedere se lo avesse scoperto qualcuno??! – Poi, all’improvviso, si bloccò, e un sorrisetto folle gli piegò le labbra, quasi fosse stato folgorato.
-          Oh no. – Lo dissuase Lucy scuotendo il capo lentamente. – Tu non lo farai. Brutto coglione, tu non lo farai…
Questa volta fu Adrienne a scattare.
-          Non chiamarlo così!!! Tu e la tua.. puttanella… - Sibilò con rancore, fissando Reneé.
Lucy sgranò gli occhi e, piano, si alzò.
-          Questa non gliela dovevi dire. – Asserì, e rapida alzò la mano per mollare a Adrienne un sonoro schiaffo sulla guancia. Probabilmente l’avrebbe fatto, se Ren non l’avesse fermata in tempo.
-          Ok, calma. – Li invitò cauta. I tre si lasciarono cadere sulle rispettive sedie. – In fondo, siamo pari. Perciò, nessuno dirà niente alla stampa, noi faremo finta che nulla sia successo, ma continueremo a vivere i nostri… piccoli segreti. D’accordo?
-          Tu ti aspetti di continuare  veder Lucy dopo che… - Iniziò Robert con espressione schifata.
-          Si – lo interruppe Reneé, e questa volta fu il suo turno di stringere la grande mano di Luce nella sua – per lei rifiuterei mille volte Steve.
Un lieve sorriso increspò le labbra delle due amanti, mentre un terzo compariva anche su quelle di Tapert, seppure ben diverso. Il suo era quasi esasperato.
-          Voi due vi amate, non è vero? – Intuì con le lacrime agli occhi. Lucy e Reneé si limitarono a sorridere ancora. – Credo di averlo sempre saputo…
 
“Ma mai accettato” riflettè Lucy, entrando nella sala che per quella sera avrebbe funto da discoteca. Prima che venisse sommersa dall’orda di fan, riuscì a trovare Reneé con lo sguardo. E capì che il sorriso che le aveva rivolto, quello che serbava solo a lei, quello innamorato, valeva ogni lotta e sacrificio che le era costato.  
  
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