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Autore: REAwhereverIgo    03/09/2012    5 recensioni
Che succederebbe se una ragazza con autostima pari allo zero si innamorasse di un bellissimo motociclista? E se le sue sorelle si mettessero in mezzo per darle una mano, rischiando di peggiorare la situazione?
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, io di sicuro mi divertirò a scriverla! Rea
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Un professore duro da combattere

Proprio come aveva predetto Emma, Jason si rivelò difficile da trovare. Ogni volta che cercava di parlarci lui trovava una scusa per fuggire.

Rea si scervellava durante tutte le ore di scuola per trovare una soluzione, cercando di fare in modo di non insospettirlo. Se avesse capito che dietro a tutto c’era la rossa, avrebbe evitato ogni rapporto anche con lei, e questo non andava bene. Se il piano con sua sorella fosse fallito, sarebbe entrata in gioco al suo posto.

Laura, nel frattempo, non faceva altro che amoreggiare col suo nuovo e bellissimo fidanzato, e non si preoccupava troppo di star dietro ai problemi di cuore della mora, che non se la prendeva più  di tanto: nemmeno lei avrebbe voluto starci dietro se avesse potuto.

Senti, è la sesta volta che cerco di parlarci ed è la sesta volta che mi dice che deve andare in riunione, o a correggere i compiti, o a parlare con un genitore. Io mi arrendo” annunciò Emma, tornando in classe dopo la ricreazione.

Cosa? No! Mi rifiuto di farti desistere!” si ribellò Rea, battendo il pugno al banco.

Perché te la prendi tanto a cuore? Se non vuole parlarmi significa che non gli interesso, altrimenti si sarebbe già fatto sentire lui

Non è vero, e tu lo sai. Mi hai detto che è stato lui a baciarti, quindi l’unica cosa che cerca di fare è di evitare i suoi sentimenti, non te. Pensaci un attimo: tu sei una studentessa, lui un professore. Se portaste avanti una relazione probabilmente ne risentirebbe la sua carriera” spiegò.

Sì, ma non vedo perché devi fare qualcosa tu!

Perché non voglio vederti stare male” rispose.

E, se per farti felice devo inimicarmi Jason, lo farò” le promise.

Rea, sul serio, non importa. Mi basta quello che ho avuto” le assicurò.

E’ stato il più bel compleanno della mia vita nonostante il modo in cui si è concluso, quindi non devi preoccuparti per me” disse, mettendo una mano sulla sua.

Non è vero, e tu lo sai benissimo, quindi non continuare a cercare di evitare il problema. Te l’ho sempre detto, fin da quando eravamo piccole: evitare il problema e girare gli occhi non lo fa sparire, ma solo ingrandire. Ti prometto che, qualsiasi cosa accada, sarò pronta ad aiutarti” giurò.

Grazie” le sussurrò Emma. In quel momento suonò la campanella e loro si misero sedute per bene, aspettando la professoressa di inglese.

Rea sentiva dietro la testa lo sguardo fisso di Fabio, che non aveva fatto altro che osservarla da quando erano entrati in classe, ma cercò di evitarlo: prima le sue sorelle, poi si vedrà.

“Nel libro la protagonista cerca di ricattare l’uomo solo per farsi ascoltare. Se non lo facesse, lui non starebbe a sentirla e lei non riuscirebbe a parlarci. Non è cattiva, semplicemente cerca di urlare aiuto verso il suo amato” spiegò mezz’ora dopo l’insegnante.

A narrativa inglese stavano studiando i romanzi inglesi dell’ottocento e quella parte fece scattare qualcosa dentro la ragazza, che alzò la testa dal banco e ascoltò. Parola dopo parola il piano più assurdo che avesse mai architettato si formò nella sua mente e decise di metterlo in pratica già dal mattino dopo.

 

 

Buongiorno Jason” salutò, entrando in classe. Era la prima e aveva saputo dai bidelli che l’uomo era solito stare alla cattedra a leggere un libro dalle sette e mezzo fino a quando non si aprivano i cancelli della scuola e i ragazzi erano autorizzati a entrare.

Rea, buongiorno. Come mai già qui? Credevo che gli studenti non potessero venire in classe prima delle otto” la salutò. Lei scrollò le spalle e si tolse lo zaino.

Di solito è così, ma io sono amica dei bidelli. Inoltre stamani ho fatto presto e aspettare fuori al freddo di novembre non mi piaceva come idea, quindi eccomi qui” rispose.

Fece finta di niente, aprendo la cartella e tirando fuori un quaderno. Si mise a “studiare”, poi sbuffò.

Qualche problema?” le chiese Jason, alzando gli occhi dal libro che stava leggendo.

Sì, non riesco a capire filosofia e domani ho un’interrogazione. Lei sa qualcosa di questa materia?” domandò implorante. Il professore si tolse gli occhiali, appoggiandoli sul registro, e si avvicinò a lei.

Dipende. Chi state studiando?” rispose.

Kierkegaard. Sa, tutta la questione delle scelte dell’uomo” spiegò.

Sì, mi ricordo qualcosa. Prova a leggermi un pezzo dei tuoi appunti” la spronò.

Soddisfatta di quella reazione che aveva programmato, Rea scelse una parte che aveva già deciso il giorno precedente e la declamò.

Le scelte degli uomini sono impossibili da cambiare. Una volta che si è decisa una cosa, non si può più tornare indietro e questo porta ad un’angoscia esistenziale che caratterizza tutta la vita del soggetto. Le scelte davanti a cui ci troviamo sono spesso o bianche o nere: sì o no? Cambiare idea a metà della decisione può comportare della sofferenza, soprattutto se il soggetto interagisce con un altro soggetto” lesse.

Non mi sembra così complicato, giusto?” osservò Jason.

Magari non è complicato da studiare, ma da capire sì. Secondo me le scelte sono più di una e, tra il bianco e il nero, ci sono duemila sfaccettature di grigio che ci danno la possibilità di soffrire meno possibile, non pensa?” chiese. L’uomo iniziò a capire dove la ragazza stesse andando a parare e si irrigidì.

Per cui perché rovinarci l’esistenza chiedendoci se andrà bene o male? Magari andrà benino o malino, ma non per forza sarà tutto in si o in no. E poi, la parte che parla dei soggetti che interagiscono con gli altri soggetti, mi torna poco. Dato che i filosofi parlavano del vivere civile, direi che dobbiamo sempre trovare la soluzione che fa meno soffrire sia noi stessi che gli altri. Giusto?

Rea, cosa stai cercando di dirmi?” domandò il professore senza mezze misure.

Lo sa benissimo. Lei ha paura. Di cosa, lo sappiamo entrambi, ma se vuole lo dico io ad alta voce

No, non…

Teme di essersi innamorato di mia sorella. Anzi no, ho sbagliato, lei è sicuro di essersene innamorato, è questo che la spaventa. Di conseguenza la evita da due settimane intere. Questo perché non sa scegliere: lei o il suo lavoro?” continuò.

Ehi, signorina Stevens, ferma con le parole” la minacciò. Lei si alzò e lo fronteggiò.

No, deve capire che così le sta facendo male” rifiutò, scuotendo la testa.

Ascolta, quello che è successo non… non doveva succedere. In realtà non avresti nemmeno dovuto saperlo. Però è un episodio che non sarebbe mai dovuto avvenire: io sono un professore, lei…

E’ una studentessa. E quindi? Potrebbe tranquillamente dirle che aspetterà giugno e che, una volta che avrà finito l’esame e si sarà diplomata, potrete uscire insieme. E Emma smetterebbe di distruggersi l’esistenza pensandola” suggerì.

Non è quello il fatto, ma…

Altrimenti sia chiaro e le dica che non le importa niente. Che l’ha baciata solo per un capriccio momentaneo e non gliene frega niente di lei perché è una ragazzina che ha la metà dei suoi anni” ipotizzò poi. A quelle parole Jason si irrigidì.

Aspetta, io non l’ho mai pensato questo” la fermò.

E allora dica quello che pensa! Mi aiuti a far stare meglio mia sorella! Non è il suo lavoro? Stare vicino a noi studenti per capirci e farci aiutare” lo implorò. L’uomo si passò una mano tra i capelli e la guardò.

Sul serio sei convinta che non mi interessi nulla di lei?” le chiese.

No, io so che lei le sta a cuore. Lo so e basta, non mi chieda come” rispose sicura.

Appunto. Ma pensaci un secondo: io ho lavorato tanto per fare questo lavoro. Ho trentotto anni, un divorzio alle spalle, due figlie poco più piccole di voi e tutti i problemi della mia età. Voi siete così giovani, così… così piene di vita e di speranza. Da quando sono stato a casa vostra non faccio che chiedermi come mai una studentessa come Emma, che potrebbe sul serio essere mia figlia, mi abbia fatto un effetto così devastante. Come un’esplosione. Non l’ho respinta perché non volevo baciarla, al contrario l’ho respinta perché volevo baciarla. E questo non andava bene affatto. Io ti chiedo solo di capirmi e di non chiedermi di fare una scelta, perché al momento non ne sono in grado” la implorò.

Ma Emma non è più in grado di sopportare questa situazione. Lei non la vede quando è a casa, non la vede nemmeno quando cerca di nascondere le lacrime dietro un sorriso stanco. La prego, io la imploro, la smetta di ignorarla!” disse disperata.

Non posso!” esclamò Jason, irritato.

Tu cosa ne vuoi sapere? Cosa ne sai di cosa significhi avere quarant’anni ed essere innamorato di una ragazzina appena maggiorenne? Io lo so da due anni che lei è attratta da me, lo so senza che nessuno me l’abbia mai detto, ma ho evitato ogni contatto con lei proprio perché sapevo che non avrei resistito. Non mi interessano le tue preghiere perché non posso prendere una decisione ora!

Lei è solo un codardo!” lo accusò Rea, arrabbiata. Aveva gli occhi in fiamme e il suo tempo stava scadendo: doveva agire in fretta.

Io mi sono sempre fidata di lei, ho sempre avuto un enorme rispetto per il suo lavoro e per come è, ma non avevo mai capito che era un codardo. Uno schifosissimo codardo e basta!” gridò. Stava improvvisando, sperando che l’uomo non le tirasse un ceffone.

Non è così! Io so che vorrei stringere Emma e che vorrei baciarla e abbracciarla, ma non posso farle questo! Non posso lasciare che lei mi aspetti per mesi e che poi si metta con un uomo che ha la mia età!” esplose, allontanandosi e avviandosi all’uscita.

Ma se a lei non interessasse? Se lei volesse solo stare con te? Non ha importanza l’età, sono i sentimenti ciò che conta” gli ricordò Rea.

Non mi interessa, io non me la sento di farle questo” ripeté, aprendo la porta.

Non le interessa perché ha una fottutissima paura. Ma la paura si supera. E se lei non lo fa ho ragione io: è solo un codardo” disse fredda. Jason non ribatté e uscì, lasciandola sola.

La ragazza espirò: non si era nemmeno accorta che aveva trattenuto il fiato durante la discussione. Si accasciò su un banco e si portò le mani alle tempie, massaggiandosi la testa. Si sentiva distrutta, e ora aveva cinque ore di lezione da sopportare.

Uno alla volta i suoi compagni di classe arrivarono, prendendo posto ai propri tavoli, e i suoi pensieri furono sostituiti dal rumore delle chiacchiere. Laura le si sedette accanto e la avvertì che Emma non sarebbe venuto a scuola quella mattina.

Come? Dopo tutto quello che ho rischiato non viene?” si stupì lei.

Ha detto di non sentirsi troppo bene, che ti devo dire? Era uno zombie stamani” le spiegò.

Accasciandosi sul banco, Rea si chiese se tutta quella fatica avrebbe portato a qualcosa.

 

 

Quando tornò a casa trovò la sorella in pigiama sul divano con una tazza piena di panna e nutella in mano.

Stai cercando di morire di diabete?” le chiese, togliendole il dolce di mano.

Ehi, è mio!” si ribellò lei.

Non più. Allora? Come mai non sei venuta a scuola?” s’informò, passandole un fazzoletto per pulirsi.

Non me la sentivo. Non sono nemmeno sicura di voler sapere com’è andata con Jason” confessò.

Ho lanciato l’esca. Il discorso è degenerato, ma sono soddisfatta del risultato” sorrise.

Sicura?

Lui mi ha detto che gli piaci, ma ha fatto tante storie e inventato tante scuse per giustificare il fatto che ti evita. Ha paura, ma credo che sia normale” osservò.

Anche se mi ha fatto patire le pene dell’inferno. Credevo che non sarei stata in grado di parlarci per bene. Quando ho iniziato il discorso voleva scappare, ma si è trattenuto

Per cui dici che di me gli importa davvero?

Ne sono certa. Basta aspettare. Pensa che tra meno di un mese abbiamo le vacanze di Natale e, se tutto va bene, le passerai con il tuo Jason” le suggerì.

Che fortuna” commentò Emma. Accese la televisione e si mise a guardare un programma a caso, solo per riempire il silenzio che era calato.

Va beh, io adesso vado a studiare. Domani ho davvero l’interrogazione di filosofia e Laura è da Johan a prepararsi, quindi io devo fare tutto da sola” annunciò, sparendo per il corridoio.

Ok” rispose Emma.

Rea perse il segno già dopo due righe, e si mise a sperare che qualcosa accadesse affinché sua sorella ritrovasse un po’ di pace. Non l’aveva mai vista in queste condizioni.

Come se fosse stata ascoltata dalla Dea bendata, qualcuno bussò alla porta.

Vado io!” esclamò, correndo alla porta. Quando aprì, un sorriso enorme illuminò il suo volto e si scansò.

Allora, tutto sommato, non è poi così codardo

 

  
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