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Autore: alwaysabelieber    03/09/2012    4 recensioni
Mi sciacquo la faccia per darmi una svegliata definitiva e lo vedo: un numero scritto a penna proprio li, sul palmo della mia mano. Non ricordo niente della sera precedente. Nada. E invece ricordo. Che sono senza dubbio reduce da una sbronza.
Ho il capo chino e sto guardando la mia coscia.
Quando lo rialzo ho ancora fissa l'immagine di un'enorme chiazza rosea che giace tra le mie gambe. Un succhiotto, penso.
Decido di chiamare.
Lei è Allison, attraente, ha i capelli rossicci e lisci... si definisce vulnerabile, sempre frizzante ed insicura. Ed è così che inizia la sua storia, con un numero e un succhiotto, alcool e tanto sesso.
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Quando il suono del campanello mi sveglia non mi sembra neanche di aver dormito. 
Mi alzo faticosamente e avanzo a tentoni verso la porta, allungando le mani in avanti toccando gli oggetti circostanti, quando apro la porta vedo cinque figure ferme sulla soglia, senza proferire parola torno in camera stordita, mi stendo di nuovo e quando mi rendo conto che questa non era una qualche specie di allucinazione come invece credevo sgrano gli occhi e corro all'ingresso. 
La porta è chiusa e non c'è nessuno. 
Mi gratto la testa confusa e sto per tornare in camera quando sento delle voci provenienti dalla cucina. La voce inconfondibile e fastidiosa del moro e la risata di Hazza. Poi c'è un'altra risata che so per certo essere di Louis perché è l'unica che richiama la mia. 
E inizio a ridere all'ingresso, completamente sola e con gli occhi ancora impastati di sonno, e mi dico che se qualcuno mi vedesse in questo momento penserebbe che non sono poi così tanto sana di mente. 
E qualcuno mi sta guardando davvero, dalla porta della cucina, dove spunta soltanto la testa bionda di Niall. Aggrotta le sopracciglia. 
-Hai fame?- mi fa, io annuisco e lo seguo in cucina.
Un'enorme guantiera di dolci è posata sul marmo e la tavola è ordinatamente apparecchiata per otto. Sto fissando quella roba quando Hazza mi grida nell'orecchio.
-Buongiornoooooooo- mi scuote cosi tanto che potrei vomitargli addosso. 
-Harry Edward Styles- trillo diretta nella sua direzione -non a prima mattina- sbotto, e lui ride. 
-Bella anche a prima mattina, c'è un trucco?- urla Louis dal lato opposto al mio, passandosi una mano nei capelli e assottigliando gli occhi azzurri. Ieri non avevo fatto caso a quanto Tomlinson fosse terribilmente attraente. 
-Nessun trucco- dico, con evidente poca modestia. -Ma a te ne servirebbe qualcuno- lo stuzzico.
-Lo terrò presente, Carter- grugnisce accennando un sorriso.
-E ora che ne sai del mio cognome?- chiedo, perplessa.
-È scritto sul campanello- si intromette Liam -Carter, Johnson e Scott! C'è scritto- dice radioso.
-C'è scritto- ripete Hazza, divertito. E all'improvviso penso a quanto mi sia mancato. Lui e la sorta di complicità che ci ha sempre uniti, ma più di tutto le cose che facevamo. I film il sabato sera, i consigli, le lotte sul letto matrimoniale dei suoi, le risate. E persino la sua idiozia. Mi limito a dargli un colpetto sul braccio.
-Zayn, passami la pancetta- dice Niall, che è impegnato ai fornelli. Quel ragazzo è buffo.
Zayn, è cosi che si chiama, allora. Zayn, spacciato, odioso, accattivante e irresistibilmente appetibile. 
Lui sbuffa e poi gliela lancia in un abile gesto. Niall l'afferra al volo ed io non posso fare a meno di osservare la scena che mi si ripresenta avanti: cinque ragazzi che hanno invaso il nostro appartamento e contaminato il nostro territorio inviolabile. Ridacchio mentre Madison entra in intimo in cucina, gli occhi socchiusi.
-Madison- urlo, sgranando gli occhi e avanzando verso di lei e coprendola con un abbraccio.
Sento Hazza imprecare e Louis fare qualche commento non troppo garbato.
Lei si porta una mano alla bocca protestando un -Non sapevo che c'erano- con voce impastata di sonno ed io la riporto di peso in camera. Dopo averle raccomandato di restare li fino a nuovo ordine, esco chiudendomi la porta alle spalle.
-Alli- trilla Hazza alle mie spalle, facendomi sobbalzare -Mi ha detto Louis che Niall dice di chiederti se puoi andare a comprare l'olio per ungere il bacon- conclude tutto d'un fiato.
Roteo gli occhi al cielo, confusa. Quando afferro il concetto dico: -Vai tu, Hazza-, perché davvero non mi va di scendere.
-Niall dice se puoi andare proprio tu- dice con il suo solito sorrisetto.
-Ma quand'è che ve ne tornate da dove siete arrivati? Eh? Tutti e cinque- sbotto, esasperata. 
-E tu quand'è che smetti di mangiare limoni?- ribatte lui.
Non reggo più e lo sorpasso con una spallata. Lui dice qualcosa di incomprensibile, ma io continuo a camminare. 
Io e Hazza ci vogliamo un gran bene, ma litighiamo e ci odiamo esattamente come farebbero due fratelli, a volte. Scuoto la testa mentre passo davanti alla cucina e osservo di sbieco Louis appoggiato con una spalla alla porta. 
-Ti accompagno- mi dice.
Apro la porta, usciamo e sentiamo il tonfo che ci dice che si è chiusa quando l'ascensore arriva al nostro piano. 
-Me lo lascerai?- dice Louis, mentre l'ascensore ha iniziato a scendere.
-Cosa?- dico, appoggiandomi alla parete.
-Un posto accanto al tuo adesso che inizia il college- chiede, mentre mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Un tuffo al cuore. I ragazzi quest'anno verranno a Yale.
-Non ci contare, Tomlinson- lo avverto.
L'ascensore inizia a sbandare bruscamente. Louis sembra non farci troppo caso. Ma io quell'aggeggio lo prendo due volte al giorno e non si è mai comportato così.
-Mi assicurerò di frequentare i tuoi stessi corsi- aggiunge, quando l'ascensore si blocca con un colpo secco. 
Un altro tuffo al cuore. 
Mi sale la nausea e vorrei vomitare. La testa mi gira vorticosamente e adesso che so di non poter uscire da quel buco, ho una voglia tremenda di respirare l'aria estiva del Connecticut.
Mi porto una mano alla fronte e struscio sulla parete fino a sedermi a terra, le gambe stese in avanti.
Sento Louis sedersi al mio fianco.
-Tranquilla, Alli- mi sussurra, costringendomi a togliere la mano dal viso.
-Fammi uscire da qua- sbotto. -Adesso- il mio è quasi un urlo isterico.
Louis si alza, poi mi prende le mani e mi fa alzare. Mi avvolge inaspettatamente tra le sue braccia forti e possenti. 
-Ci tireranno fuori, è questione di minuti- dice.
Ma io mi stacco dalla sua presa e inizio a sbattere le mani contro la porta. -Aiuto- urlo più che posso e Louis mi tira di nuovo a se.
-Va bene- sussurra, e poi mi sfiora la guancia con le labbra.
Sento un leggero brivido al contatto e per un attimo non sono più agitata. Le sue labbra mi sfiorano il collo. Per qualche ragione mi tranquillizza. 
Louis mi aggancia per i fianchi e mi schiaccia contro la parete dove ero prima. 
Mi fissa per qualche minuto ed io reggo il suo sguardo, dimenticandomi completamente di essere rinchiusa in un'ascensore.
-Scusa, non resisto- dice, prima di premere le sue labbra sulle mie e strofinare le mani contro il mio sedere con veemenza.
Per un attimo non mi ribello, ma poi lo spingo via nonostante lui per un po' non ne vuole sapere di lasciarmi andare. 
-No, Louis- dico, quando riesco a staccarmi.
No, perché non posso dipendere dal tocco caldo delle sue labbra. E per non dipendere, non devo più provare. Il ragionamento è semplice, se hai la forza di non provare una cosa non ne dipenderai mai. Come una sigaretta, se la lasci fumante per terra, prima o poi si divorerà da sola.
Lui mi guarda e riesco a cogliere la delusione nei suoi occhi azzurri.
-Cambierai idea- dice, incrociando le braccia al petto. 
-Tutto bene?- urla un uomo in lontananza, e sento lo sforzo nella sua voce.
Tiro un sospiro di sollievo mentre vedo Louis borbottare qualcosa prima di urlargli un "tutto okay." di rimando. Si avvicina alla porta quando questa viene aperta. Scopro che eravamo bloccati tra il quinto e il sesto piano. Ci troviamo davanti il viso sudato di un signore sulla cinquantina.
-Grazie, signor Smith- dico subito, mostrandomi sinceramente grata. Louis fa un salto ed esce da quel buco.
-Allora ci vediamo dopo, Allison- dice ridendo e stuzzicandomi.
-Non fare il coglione, Louis- dico, tendendo una mano per aggrapparmi alla sua. -Tirami fuori di qui-
Lui esita prima di stringerla, ma poi ride e lo fa. Respiro a pieni polmoni una volta atterrata sul pianerottolo, sotto gli occhi divertiti del signor Smith, che rivolge un occhiolino a Louis prima di guardarci sgattaiolare via.
-Cambio di programma- fa Louis non appena varchiamo la soglia del portone afferrando la mia mano e camminando più veloce, prendendomi di sprovvista.
-Louis!- strillo, costringendomi a stargli dietro. -No- continuo ansante.
Ma lui corre, e in poco tempo siamo in un prato puntellato da splendidi fiori e recintato da querce tutt'intorno. E poi c'è un lago, un lago meraviglioso. Non avevo mai visto questo posto.
Louis si toglie le scarpe e le poggia sotto l'ombra di un albero li vicino, poi si spoglia restando solo in boxer. Mi guarda, sorride e alza un sopracciglio. Ed io capisco che la sua è una richiesta, e non esito neanche un momento. Mi spoglio con altrettanta velocità, restando in reggiseno e mutandine. 
Louis si avvicina e mi prende la mano.
-Al mio tre- dice solo.
-Al tuo tre- confermo, sorridendo come non sorridevo da tempo.
-Uno- sussurra -due- si gira verso di me, -e tre.-
A quel punto corriamo fino a tuffarci nel lago facendo schizzare l'acqua ovunque. E' un sollievo immenso perché la sento rinfrescarmi la pelle nuda e gelarmi il cuoio capelluto.
Vedo Louis scrollarsela dai capelli con un gesto del capo.
Mi stendo sull'acqua con la schiena e mi lascio cullare, poi inizio a battere freneticamente i piedi in direzione di Louis e lo schizzo tutto. Lo sento dire qualcosa e poi iniziamo a schizzarci entrambi e ridiamo, ridiamo tantissimo. 
Siamo seduti sul prato con i piedi che dondolano nell'acqua, esausti quando Louis fa: -Spero di non dover più corrompere il caro, carissimo signor Smith- 
-Scusa?- sgrano gli occhi e mi giro di scatto incrociando i suoi.
-L'ascensore non si sarebbe bloccata senza il suo aiuto- mi spiega lui, sorridendo a trentadue denti. 
-Tu?- gli urlo contro, gli occhi ancora sgranati -Dovevo aspettarmelo- dico, sprezzante.
-Non dirmi che te la sei presa- fa lui, cercando di soffocare una risata.
-No, certo che no, restare rinchiusi in un buco per un'ora abbondante è una sensazione piacevole, anzi appena la tua testa di cazzo ha un'altra id...- 
Il tocco caldo delle sue labbra sulle mie mi mette a tacere, e se stare in silenzio è così piacevole metterei anche una firma per stare zitta per sempre. 
Mi stendo su di lui senza mai staccarmi dalle sue labbra e continuiamo a baciarci con foga per un bel po' di tempo, ci rotoliamo nel prato e lasciamo che l'erba ci pizzichi le parti nude del corpo. 
-E che mi dici dell'olio per il bacon?- chiedo all'improvviso, appoggiando le mani sul prato per guardarlo negli occhi. 
-Niall non l'ha mai chiesto- fa lui, reggendo il mio sguardo e accarezzandomi il fondoschiena.
Poggio di nuovo le sue labbra sulle sue e lo sento sorridere sotto quel bacio.

Saaaalve popolo!
Prima di tutto, grazie a chi ha recensito i capitoli precedenti, ai 4 che hanno messo la storia tra le preferite, alle 3 che l'hanno messa tra le ricordate, e infine, non per importanza grazie alle 2 che la seguono. Grazie anche alle lettrici silenziose.
Spero che il capitolo vi piaccia, che ve ne pare di Louis e Allison? io vi dico che li dovevo far stare insieme per far proseguire la storia, però voi fatemi sapere se siete più per Zayn e Allison oppure per Allison e Louis. 
RECENSITEEE VI PREGO.
QUESTI PRIMI TRE CAPITOLI LI AVEVO GIA' SCRITTI, I PROSSIMI DEVO ANCORA SCRIVERLI QUINDI INVOGLIATEMI A FARLO, VI PREGO (?)
okay scappo, ciao belle! 
Ale.
  
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