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Autore: zenzero    03/09/2012    1 recensioni
Alcuni capitoli del mio romanzo , Vincolo, nei quali però tutti i personaggi hanno cambiato nome e sesso!
"Milo è un ragazzo normale, come tanti. Ma a volte agli adolescenti accadono cose strane e lui, per caso, incontra Kirin e Sara, una principessa e una guerriera di un'altra dimensione. Le due, alte non più di sessanta centimetri, coinvolgono Milo in una storia rocambolesca nel loro mondo, tra stregoni, mostri, prove di iniziazione, nemici letali e incantesimi."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
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un problema spiacevole Il corvo fa la sua comparsa ma stavolta i tre ragazzi sono preparati ad affrontarlo e lo sconfiggono definitivamente. Dopodichè la principessa crea un portale e lo attraversa assieme alla sua guardiana.
Ma anche Milo viene attirato nel portale e ne viene fisicamente risucchiato dentro, assieme al suo borsone sportivo.

 - Gli somiglia, vero?
 - Sì, in una maniera incredibile...
 - Lo sai che non può essere…

Le voci, familiari, già udite, si confondevano ad immagini indistinte, sfocate. Si confondevano al sogno, lo spazio e la realtà percettiva.
Non ricordava bene cosa le fosse accaduto, ma le tornarono in mente delle strane immagini... due piccole ragazze...  Il braccio bruciava ancora un poco, sentiva la schiena dolere, poggiata su una superficie irta e ruvida. Sollevò la testa, e i suoi occhi furono invasi dalla luce.
 - Finalmente si è degnato di svegliarsi! - esclamò una voce decisamente stizzita, che sembrava rimbombare nella testa, ma era reale.
Aprì le occhi e vide le due donne  di prima; la Principessa e la sua guardaspalle.
 - Allora? - chiese, confuso, - il varco dimensionale, o qualunque cosa fosse, non ha funzionato?
 - Ha funzionato, eccome!- confermò Kirin, – peccato che ti sia venuta la bella idea di seguirci!
 - Io non ho voluto un bel niente! – gridò Milo, arrabbiato, – quel varco mi ha risucchiato senza che potessi evitarlo!
“Calmati, su.”, si disse. Prese un lungo respiro.
 - Quindi... mi trovo in un altro mondo!- esclamò poi, rivolgendo lo sguardo attorno incuriosita.
Capì di trovarsi in una foresta, guardandosi in giro vedeva solo alberi. Avrebbero dovuto essere imponenti, ma solo alcuni riuscivano a superarlo in altezza.
 - Questo è il nostro mondo, - precisò la principessa, ma il ragazzo non l’ascoltava.
 - Ci hai provocato solo fastidi, finora. E adesso vorresti rimanertene qui? Non è che sotto i tuoi atti gentili, in realtà sei una spia mandata dai nostri nemici?
 - Come spia sono decisamente fuori misura! - scherzò lui, – e non ho neanche idea di chi siano i “nemici”... comunque sia... preferirei tornarmene a casa.
- Saggia scelta,- commentò la Principessa.
Batté le mani, e per l’ennesima volta ricreò il portale. Poiché si era riposata, impiegò poco tempo.
Quando fu abbastanza ampio, Milo vi si accostò.
 - Non è che andrò a finire in qualche altro strano mondo parallelo?
Kirin alzò le spalle. - Quel che ti accade non è affar mio.
 - Addio, allora. Fingerò che sia stato tutto un sogno.
 - Lo stesso vale per noi, - rispose Kirin, sprezzante.
Milo fece un altro passo verso il portale ma non avvertì alcuna forza attrattiva che lo spingesse verso esso. Anzi, qualcosa attraeva il suo braccio, ma era alle sue spalle.
Senza volerlo, retrocedette.
 - Adesso... che succede? - chiese, lievemente preoccupato.
 - Come posso saperlo? - gridò la Principessa, che invece veniva tirata in avanti.
Il varco svanì. Il ragazzo  cadde all’indietro, mentre il suo braccio sinistro ricominciava a pulsargli, diveniva caldo e pesante. Milo dovette voltarsi per seguirlo. Notò che alla Principessa accadeva lo stesso, veniva attirata ma nella direzione opposta. Il ragazzo fu spinto a terra, cadendo a sedere.
  - Cosa... succede? - urlò la dama, mentre il suo braccio veniva spinto contro il braccio di lui. Milo pensò alla forza attrattiva tra due cariche opposte. I loro arti rimasero attaccati per un bel pezzo, poi l’attrazione si sciolse.
 - Cavoli, - fece Milo, - anche questa sembra magia. Non è che hai sbagliato incantesimo?
 - Certo che no! Non ho idea di cosa sia accaduto.- disse la principessa, stizzita-Di certo però, non compio errori su questo genere di cose, - ribatté, e facendo leva con i piedi si staccò da lui.
 - Ad ogni modo, mi sono stancata di creare varchi. Dovremo cominciare a cercare una strada per tornare a palazzo. Forse, siamo vicini.
Detto questo, la Principessa si alzò, cominciando a camminare con naturalezza.
Sara la seguì.
 - Cosa? Mi lasciate qui? – urlò Milo.
Neanche si voltarono a rispondergli.
 - Ah, la mettete così? Allora me la caverò da sola. Non ho certo bisogno di voi!
Era così arrabbiato che non pensava nemmeno a dove stesse andando, ma si stava allontanando dalle due compagne.
Non aveva compiuto neanche un centinaio di passi, che sentì nuovamente il braccio pulsargli.
 -No, non di nuovo!  – implorò il ragazzo, ma fu inutile.
La forza misteriosa e potente lo trascinava via, a ritroso, lungo il percorso che aveva già tracciato. Tentò di aggrapparsi agli alberi, ma fu inutile, i rami inoltre gli si impigliavano tra le abiti.
Kirin gli si riappiccicò al braccio, imprecando insulti inenarrabili. Sara spuntò dalla selva, ansante. Aveva dovuto correre, per raggiungerli.
 - Tutto a posto, mia signora?
 - Osi anche chiederlo? - gridò lei. Poi, diretta a Milo, urlò: - Ma che accidenti hai combinato?
 - Non saprei. Mi sono semplicemente allontanato di qualche passo, quando siamo stati nuovamente attirati l’uno all’altra.
La Principessa diede un calcio al tronco di un albero, imprecando di nuovo.
 - Accade ogni volta che tento di allontanarmi da voi due, - osservò Milo.
 - Magia arcaica, senza dubbio, - affermò la Principessa, - di cui non so molto. Forse è collegata al fatto di aver compiuto  un viaggio tra le dimensioni.- sbuffò, stizzita,- Ora, dovremo portarcelo con noi.
Milo si era stufato. - Evita di parlare come se non fossi presente. E poi, anch’io ho un nome, ed è Milo. Mettitelo bene in testa, piccoletta.
- D’ora in poi, è bene che ti rivolga a me con appellativi ben più appropriati.
- E per quale motivo, di grazia?
- Perché adesso sei mia sottoposto, Milo.
- Non credo proprio! - fece lui.
- Non c’è altro modo... a meno che...
- Cosa?
- Se sono le braccia, a tenerci legati, sarebbe sufficiente che tu rinunciassi al tuo. In questo modo potresti tornare da dove sei venuto, gigante...
- Privo di un braccio?- urlò il giovane, scioccato, - Ma sei fuori di testa?
Sara gli scoccò un’occhiata indecifrabile, mettendo le mani all’elsa della spada. - Se vuole, posso occuparmene io.
 - No! - gridò Milo, scandalizzato.
 - Allora, farai quel che deciderò io. Sarai mio guardiano, ci seguirai e non ci sarai d’intralcio, - riprese Kirin.
Milo sospirò.  - Suppongo di non avere scelta. Sono d’accordo. Però, tu... voi... Principessa ...  - e nel dirlo si chinò, guardandola negli occhi, - dovete promettermi che farete in modo che io ritorni a casa!
La Principessa sostenne il suo sguardo, e annuì. - Non ho certo bisogno di uno stupido gigante sempre tra i piedi!

   
 
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