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Autore: HermLOL    03/09/2012    0 recensioni
2 Maggio 1998.
Harry, nella Foresta, lascia cadere la pietra della resurrezione.
22 anni dopo.
I figli della vecchia generazione trovano, uno ad uno, la pietra della resurrezione, riportando così "alla vita" i loro cari e trovandosi davanti a belle e brutte sorprese.
Una raccolta di drabble che nasce così, da un pensiero, un'illuminazione e un desiderio di non vedere mai la parola FINE.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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"Weasley! Parli anche da sola, adesso?" la canzonò il ragazzino biondo, con quel ghigno che ricordava tanto Draco. Le si avvicinò come faceva sempre quando erano soli, ovvero così tanto da poter contare le lentiggini del suo viso.
Così tanto da farle battere troppo forte il cuore. Tanto forte che ogni volta le mancava il respiro e le girava la testa.
Ma, come ogni volta, Rose tentò di mantenere un minimo di autocontrollo. E ci riuscì talmente bene che ebbe persino la prontezza di spirito di nascondere la mano che stringeva la pietra dietro la schiena.
Peccato, però, che fosse vuota. Scoprius aveva già allargato le esili e delicate dita della ragazza, insinuandoci senza esitazione le sue svelte e abili, prendendo la pietruzza tra il pollice e l'indice e portandola davanti ai propri occhi color ghiaccio.
Appena se ne accorse, Rose si protese in avanti per riprendersela, ma lui le immobilizzò il viso con una mano e le catturò le labbra in un casto bacio, che però bastò a renderla inoffensiva ed intontita per qualche secondo. Quando si divisero e lei riprese il controllo di sé, lui stava già rigirando la pietruzza nella mano sinistra, con la fronte corrugata. Rose ebbe appena il tempo di urlare "NO!" e di lanciarsi contro il compagno di Casa, prima che un'immobilità terrificante e fredda riempisse il corridoio, come se il tempo si fosse fermato.
Una figura si erse di fronte ai due Serpeverde.

Aveva mani ossute, un lungo mantello, labbra quasi inesistenti e due occhi serpentini.
Aveva l'aspetto che aveva da vivo, ma per la seconda volta non poteva essere altro che un ricordo.
La sua consistenza era pari -o forse leggermente superiore- a quella di un fantasma, ma non sarebbe mai tornata quella di un essere umano.

Lord Voldemort appariva esattamente com'era morto: pallido ologramma, solo l'ombra del grande mago oscuro che era stato in passato.
Sibilò sgranando gli occhi occhi e li serrò, con un urlo sordo di dolore e rabbia, poi si scagliò contro i due, svanendo così com'era arrivato e portandosi via quell'immobilità fredda e inquietante.
 
La pietruzza giaceva a qualche metro dai due. Scorpius l'aveva lanciata via nel frapporsi tra Rose e il "fantasma".
Mentre lentamente Rose e Scorpius riprendevano a sentire i loro corpi, si resero conto di essere abbracciati.
Quando era successo? Chi aveva abbracciato chi?
Si guardarono un attimo, poi quasi inconsciamente si baciarono. Ma non fu un bacio come il precedente: fu un bacio che esprimeva gratitudine, sollievo, speranza.
E per l'ennesima volta, Hogwarts fu testimone dell'immenso potere che l'amore ha su ogni cosa.

 

   
 
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