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Autore: niallsmoon    03/09/2012    2 recensioni
La vita di Sofia viene sconvolta da uno scambio di valigie.
Destino? Fato? Coincidenza?
Ma ricordati quando un cielo bello arriva al culmine è seguito dal maltempo. E dopo la tempesta, ci sarà la calma. Forse l'arrivo di un altro ragazzo?
Tratto dal capitolo VIII
Odiavo il mondo, odiavo Roma che me l’aveva fatto conoscere, odiavo quella valigia che ha dato inizio a tutto ma soprattutto odiavo essermi innamorata.
Sì, mi ero innamorata. Di un ragazzo senza cuore, senza scrupoli, senza dignità.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4






Entrammo tutte insieme dentro la discoteca.
Le luci erano di colori fluo, intense e illuminavano la pista, dominata da ragazzi che saltellavano a ritmo della musica.
C’era chi era seduto a baciarsi e chi in pista si strusciava a destra e a manca.
Ecco perché non mi sono mai piaciute le discoteche, le ho sempre viste come un luogo da puttane e puttanieri.
Mi accorsi che tutte le mie amiche si erano già lanciate in pista, socializzando con ragazzi che miravano solo ad una cosa…
Io rimasi ferma, immobile, guardando tutti che saltellavano e urlavano come pazzi, non capivo come facevano a divertirsi in quel modo.
I miei pensieri furono interrotti quando sentii che qualcuno da dietro mi abbracciò, posando le mani nei fianchi.
Lui appoggiò la testa nella mia spalla e cercò di non farmi girare.
«Se bellissima lo sai?»
Oddio, pensai, ecco un pervertito che mi vuole portare a letto.
Perché non mi faceva girare? Volevo vederlo e mi stava facendo irritare.
Mi baciò il collo, passando alla spalla. Ecco perché odiavo le discoteche. Finiva sempre così.
« Posso girarmi ora? »
« Nahh…»
Rispose lui divertito, continuando a solleticarmi il collo con le sue labbra.
« Mi stai annoiando. »
Mi lasciò i fianchi, facendomi  girare. Come lo vidi rimasi immobile, non sapevo cosa dire né cosa pensare.
« Ciao Principessa, mi sono fatto perdonare per ieri?»
Continuai a fissarlo, con le palpebre spalancate, non poteva essere lui. Non di nuovo.
«Hai perso la voce? »
« Non prendermi per il culo.»
Gli risposi con la mia acidità di sempre.
« Mi sei mancata anche tu.»
Disse lui mostrando il suo sorriso, maledetto sorriso perfetto. Maledetti occhi. Maledetto Harry.
Si avvicinò a me, sfiorando le mie labbra con le sue.
« Questa volta non farmi male eh.»
Sussurrò lui sorridendo.
Chiusi gli occhi facendomi trasportare da quel bacio.
Di nuovo quella sensazione, di nuovo quei proiettili dritti in pancia, uno dopo l’altro.
Tutto ma le farfalle nello stomaco no. E’ il primo sintomo di quella brutta malattia. Innamorarsi. No, non poteva succedere a me e di sicuro non con lui.

Harry’s POV
 
Continuai a baciarla, non era come gli altri baci, no questo era diverso.
Sentii nello stomaco una sensazione strana, mai provata.
Forse avevo fame. Ma ero sicuro che non era la fama.
Non capivo che cosa mi stava succedendo, mi iniziarono a sudare le mani e sentii il mio cuore battere sempre più forte, come se volesse uscire dal mio petto.
Stavo odiando quella sensazione, non capivo che cosa fosse così decisi,  con malavoglia, di terminare quel bacio, quel bellissimo bacio.

 
 
Soph’s POV
 
Si staccò leggermente, mi guardò negli occhi e sussurrò :
« Sei egoista. »
« Perché?»
« Mi stai consumando le labbra. Come farò a baciare le altre ragazze? »
Iniziò a ridere.
« Vaffanculo. »
Dissi allontanandomi da lui e intrufolandomi tra la folla nella pista da ballo.
 

Harry’s POV
 
Non sono romantico né sdolcinato. Ma soprattutto odio mostrare i miei sentimenti.
Più volte soffrii per amore e non volevo che succedesse ancora.
Ed ero quasi convinto che le ragazze non erano attratte da me, dal vero Harry. Ma dall’Harry degli One Direction, quello bello, quello riccio. Volevo una ragazza che mi amasse per ciò che ero veramente. Forse era lei? Mi stavo ossessionando troppo a lei. La conoscevo a malapena ma mi faceva strana pensare come ci fossimo conosciuti. Colpa del destino, della casualità, della fortuna.
Rimasi fermo per dieci minuti, nel punto esatto dove avevo di nuovo toccato le sue labbra, inspirando il suo profumo di menta e liquirizia. Stava diventando una droga per me.
« Hei.»
Disse una ragazza che mi osservava, era bella ma non come lei.
« Vuoi un autografo? »
« No, voglio te.»
Come finì di pronunciare quelle parole me la ritrovai addosso, cercando invana di baciarmi.
« Ma ti levi?»
Lei si scollò da me, abbassò lo sguardo e se ne andò.
Avevo appena respinto una ragazza? Io? Che cazzo mi succedeva?

 
Soph's POV

Il DJ annunciò che a breve gli One Direction si sarebbero esibiti.
Mi tremavano le mani, iniziai a sudare. Forse era per la troppa gente in quella stanza troppo piccola. Tutti li acclamavano, saltellando e bevendo.
La musica si interruppe ed entrarono, tutti e cinque. Eccolo,lui, bello come sempre. Quasi mi sembrò impossibile che io l’avessi baciato. Stava capitando tutto ciò che desiderai, come un uragano.
Iniziarono a cantare “Another World.”
 

Harry’s POV
 
Iniziai a cantare, con tutta la voce che avevo. Sapevo che lei mi stava ascoltando, volevo dare il meglio di me.
« I’ll lift you up, I’ll never stop
You know I’ll take you to another world.»
Cercai invano il suo sguardo tra le ragazze che avevo davanti, urlanti ed euforiche.
Non trovai i suoi occhi verdi, non trovai il suo viso, con quei lineamenti morbidi che la facevano ancora più bella di quanto fosse di suo
Finimmo la canzone e decidemmo di cantare “What Makes You Beautiful”.
Finalmente incrociai il suo sguardo, la riconobbi tra mille persone, eccola mi stava guardando.
« Baby you light up my world like nobody else
The way that you flip your hair gets me overwhelmed
But you when smile at the ground it aint hard to tell
You don’t know
You don’t know you’re beautiful»
Non staccai per un secondo gli occhi da lei.
Era solo per Soph.

 

Soph’s POV
 
Per tutta l’esibizione non staccò gli occhi da me.
Mi aveva dedicato delle canzoni…Non ci potevo credere mi sembrò impossibile.
 
Aspettai che scese dal palco, per potergli parlare.
Lo assalirono delle fan, le quali si fecero autografare tutto e sottolineo tutto il corpo.
Iniziai ad essere gelosa, anche se non c’era un motivo logico.
Mi avvicinai anch’io a lui, mi mischiai tra le fan urlanti.
« Ciao, mi fai un autografo? »
Chiesi io divertita.
Lui alzò gli occhi e mi sorrise. Prese la mia mano e mi trascinò con se.
 

Harry’s POV
 
Volevo che fosse mia.
Sapevo che sarebbe partita tra pochi giorni e sapevo che non ci saremo incontrati per molto tempo.
« Andiamo in Hotel, ci sarà meno casino.»
Lei annuì, senza aggiungere parola. Era bellissima, i suoi capelli mori le cadevano leggeri nelle spalle, i suoi occhi erano bellissimi, grandi e verdi. Mi sono sempre piaciute le ragazze dagli occhi chiari, ma i suoi erano speciali. Ogni volta che mi soffermavo ad osservarli rimanevo stupito di quanto fossero belli e profondi.
 
Dopo pochi minuti la feci entrare nella mia suite.
 
« Sei sicura?»
« Mai stata più sicura nella mia vita.»
Mi baciò dolcemente e ci stendemmo nel letto.

 
 
 Soph’s POV
 
Aprii gli occhi lentamente. I raggi del sole penetravano nella stanza, sfiorando i miei occhi.
Mi girai e notai Harry dormire come un bambino, abbracciato a me. Era ancora più bello quando dormiva…
Presi il cellulare dal comodino, erano le 6:30. Quello era l’ultimo giorno a Roma, dovevo dire addio alla città eterne, al Colosseo, alle vie romane ma soprattutto a lui.
Una lacrima scese veloce nel mio viso, bagnando il cuscino.
« Perché piangi? »
Mi spaventai sentendo la sua voce, era più rauca del solito, probabilmente perché si era appena svegliato.
Mi girai verso di lui, gli presi le guance con le mani e avvicinai la sua faccia alla mia.
« Mi mancherai.»
Sussurrai, non gli diedi il tempo di rispondere che lo baciai.
Non era come gli altri baci che ci eravamo dati, questo era un bacio triste, di addio.
« Promettimi che ci rivedremo.»
Mi disse lui, guardandomi negli occhi.
« Promesso.»
Mi abbracciò e mi baciò sulla fronte.
  
Entrai in classe un po’ in anticipo, avevamo letteratura inglese alla prima ora. Mi sistemai nel mio banco e aspettai che il Professore iniziasse la lezione.
« You almost fell ashamed that someone could be that important, that without them you feel like nothing.»
Il Professore lesse con un accento londinese. da un libro di poesie del ‘900.
Quel accento mi ricordò lui…
Quella frase mi rimbombò nella mente per tutta la giornata.
“Ti vergogni quasi del fatto che qualcuno possa essere talmente importante che senza di lui ti senti inutile.”
Mi mancava come la luna le sue stelle, come il mare la sua spiaggia.
Erano tre mesi che non lo vedevo, non lo abbracciavo e non lo baciavo.
Mi mancava.
Ogni mattina mi dava il suo buongiorno e ogni notte mi augurava dolci sogni. Ma tutto ciò non mi importava, io volevo lui non i suoi sms.
Avevo bisogno dei suoi occhi, delle sue labbra, dei suoi capelli, del suo profumo, della sua voce, dei suoi abbracci, dei suoi baci. Avevo bisogno di lui.
«Signorina Sofia, si può avvicinare per un istante? Le devo comunicare una bella notizia.»
Disse il professore di inglese. Se non era “Harry” la notizia non mi interessava. Ma mi avvicinai lo stesso.
«Complimenti ha vinto una borsa di studio per andare a vivere a Londra per 3 mesi. »
Spalancai gli occhi, rimasi immobile, il mio respiro venne a mancare.
Non ci credevo, non ci potevo credere.
« D-d-davero? »
Balbettai io, ancora scossa dalla notizia.
« Sì cara Sofia. Partirai la prossima settimana.»
Urlai, iniziai a saltare, a cantare, a piangere.
Ero felice, l’avrei rincontrato. Tre mesi, tre lunghi mesi senza incontrarlo e ora tre mesi per abbracciarlo, baciarlo…amarlo.
 
Tornai a casa e diedi la buona notizia. I miei genitori erano felicissimi per me.
Harry lo sarebbe stato anche di più se glie lo avessi detto, ma decisi di non dirgli nulla. Gli volevo fare una sorpresa, sapevo dove abitava e sapevo che in questi mesi era a Londra,  per riposarsi dal tour.
Ero euforica ed eccitata per tutta la settimana, finché arrivò quel giorno, quel giorno tanto aspettato dove avrei abbracciato il mio amore.
 
 
Dopo due ore snervanti nell’aereo arrivai. Londra era bellissima. Stranamente c’era il sole che splendeva alto nel cielo, si sentiva nell’aria l’odore di erba appena tagliata e di fiori.
Presi un taxi e mi diressi verso casa Styles.
Arrivai davanti alla porta, sorrisi leggendo nel campanello “Styles”, suonai.
Poco dopo la porta si aprì.
Rimasi impalata…
   
 
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