Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Garfield    03/09/2012    5 recensioni
(Storia in revisione)
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap 23

Cosa posso dire… Scusate se ci ho messo tanto, ma quando mi prendo una pausa, a quanto pare, ci metto anche l’anima. Non ho fatto nulla tutta l’estate se non vegetare sulla spiaggia a cucinarmi sotto il sole. Mi sono sentita tanto pigrona! ;D

Piuttosto, vi faccio un mini-mini-riassunto di quanto successo negli ultimi capitoli ( tra un po’ non mi ricordavo neanche io cosa avessi scritto in 22 capitoli…O.ò): 

" Aurora era crollata priva di sensi dopo aver ascoltato alcune canzoni che le aveva passato il ragazzo biondo, Riccardo. Il tutto dopo che lui le aveva chiesto di uscire
insieme, invito che Aurora aveva gentilmente rifiutato.

Mentre lei era svenuta, Giacomo si stava facendo complessi mentali degni di una ragazza con il mestruo (mi scuso con gli eventuali maschietti che leggeranno questa frase ed inizieranno a dondolarsi sulla sedia inorriditi e scandalizzati. xP). Il Distruttore, anima libera e non credente in nessun sacro vincolo del matrimonio, esce alla ricerca di compagnia per la notte da parte di altre ragazze dato che Aurora non si fa viva, ma scopre di non essere più in grado di lasciarsi andare. Torna a casa mezzo ubriaco e lì trova Aurora. La ragazza dopo essersi svegliata era corsa a casa sua e, non trovandolo, aveva deciso di aspettarlo. Dopo aver scorto sul suo collo segni di rossetto, pensando che fosse stato con un’altra, Aurora scappa, arrabbiata e triste."

Bene, riprendiamo da qui la narrazione. :D Spero che vi piaccia anche questo capitolo, non vorrei essermi arrugginita dopo tre mesi che non butto giù nemmeno una frase… Incrocio le dita e lascio giudicare a voi. 

A presto! Un bacione!

Alessandra

Cap. 23

Corro. Le abitazioni in pietra del centro storico di Imperia sfrecciano veloce ai lati, come le immagini di un film, ma non ci faccio caso. Corro. Il mio piede destro si scontra con un gradino non visto e perdo l'equilibrio, cado, la forza di gravità mi trascina verso il basso. Non sento la botta alle ginocchia, non mi accorgo dei graffi che si aprono sulle mani quando le porto a proteggere il viso dall'impatto col suolo. Mi rialzo barcollante e riprendo a correre.

Quello stronzo, egocentrico, presuntuoso, vanesio, arrogante, stupido e idiota di un Distruttore!

Ma cosa dico?! Lui è stronzo, ma sono io l'egocentrica, perché pensavo che sarebbe stato lì per me se avessi mai avuto bisogno di lui. Sono io la presuntuosa, perché pretendevo di avere una qualche esclusiva su di lui. Sono io l'arrogante e la vanesia, perché ho creduto veramente di potergli piacere. Io! Io, che non sono altro che una banale umana come altre sette miliardi di creature sulla terra. Sono io la stupida, perché mi sono illusa di poter avere lui.

Sono io che mi sono costruita castelli in aria, legami inesistenti...

Non ci sono lacrime sul mio viso, ma le sento premere per uscire e non so quanto ancora riuscirò a trattenerle. Corro. Scappo da Giacomo, scappo dalla spaventosa cotta che mi sono presa per lui, scappo dalla fastidiosa sensazione di non essere desiderata, di essere insufficiente per lui.

Non riesco a percorrere troppa strada, rivoletti salati iniziano a scorrermi lungo le gote, appannano il mio sguardo triste e confuso, mitigano leggermente il dolore e la delusione.

Corro. Incurante del freddo e del mondo che mi circonda. Corro per quelle che mi sembrano ore e la gola inizia a bruciare, i piedi a fare male, le lacrime si esauriscono.

Posso scappare quanto voglio, ma non posso fuggire da me stessa. Io mi sono innamorata del Distruttore e oggi pomeriggio avevo così tanta paura che gli fosse successo qualcosa che sono corsa da lui senza un attimo di esitazione, col cuore in gola. Ho capito quanto dolore proverei nel perderlo.

Vederlo lì, di ritorno da chissà quale appuntamento è stato umiliante. Proprio quando mi sono resa conto di non poter più fare a meno di lui... Credevo... Speravo che lui provasse lo stesso...


Ho corso come una pazza, ma non ho fatto molta strada. Sono stanca e triste, inoltre le mie gambe sono della stessa consistenza di una mozzarella. Nell'impeto mi sono anche dimenticata di guardare dove stavo andando. Mi ritrovo così, in una stretta scalinata poco utilizzata, che scende sul fianco orientale della collina verso la parte bassa della cittadina. Viene percorsa, solitamente, solo dai turisti più intrepidi che non fanno altro che scattare foto a destra ed a sinistra, come se due pietre messe l'una sull'altra fossero uno spettacolo unico al mondo. I muretti a secco e gli ulivi sono infatti gli unici ornamenti di questo fianco della collina.

Mi accascio sui gradini, poggio la schiena contro il parapetto in pietra ed alzo gli occhi al cielo. Un miliardo e più di stelle sembrano guardarmi, la volta celeste è di un colore blu scuro ammaliante ed incredibilmente romantico. Provo ad immaginarmi lassù, accanto a quei puntini luminosi, un essenza astrale. Immune a qualsiasi sentimento umano... Mi sentirei parte dell'intero universo, nulla all'infuori di me ed il misterioso manto blu della notte esisterebbe.

« Finalmente ti ho trovato. »

Lancio un gridolino spaventato e trasalisco impaurita. Una voce conosciuta interrompe il flusso dei miei pensieri e mi fa balzare il cuore in gola. Il mio cervello realizza all'istante due cose: si tratta di una voce umana e conosciuta. Appena capisco di chi si tratta mi rendo conto, però, di non riuscire a tranquillizzarmi.

« Riccardo! Sei tu! Mi hai fatto spaventare... » Cerco di apparire calma, ma non lo sono affatto. Il cuore continua a battermi nel petto a gran velocità. Non riesco ad alzarmi in piedi, sono come paralizzata dal suo sguardo ardente su di me.

Cosa ci fa lui qui? E soprattutto, perché mi stava cercando?

« Dove hai lasciato il tuo Distruttore? Eh? Volevi fregarmi! Sapevi che casa tua era protetta, non è così? Ed io che avevo addirittura incantato la musica per portarti via... Ho rischiato grosso per colpa tua! » La sua voce è dura e fredda, il suo tono è furibondo. Mi fa paura.

Incantato la musica? Cosa sta farneticando...?

Oggi pomeriggio, mentre stavo ascoltando i brani che mi aveva passato, mi sono addormentata e ho fatto incubi terribili. Demoni, esseri umani moribondi che imploravano la salvezza, ma sopratutto ho sognato Giacomo ferito, morente... Ho avuto così tanta paura...

« Ora vieni con me. Mi servi per aprire quel maledetto portale e, poi, potrai scegliere se vivere o morire. »

Non capisco. Di che portale parla e perché si comporta così?

Riccardo si avvicina a me, allunga una mano per prendermi un braccio, io riesco a schivare la sua presa, ma questo sembra solo farlo arrabbiare di più. Mi prende con forza per i capelli e sbatte la mia testa contro il muro. Sento un dolore lancinante e la vista si offusca. Chiudo gli occhi e delle immagini appaiono dietro le palpebre, ora serrate.

Rivivo l'incubo di quel pomeriggio. 
Giacomo è ferito gravemente alla testa ed allo stomaco, è cosparso da graffi ed abrasioni di ogni genere. Ricordo perfettamente l'orrore provato nel vedere i suoi stupendi boccoli castani tinti di rosso dal sangue che sgorgava copiosamente. Anche ora che ripercorro immagini già viste sento un conato di vomito risalirmi in gola. L'odore del sangue nell'aria, le sue grida che mi dicono di scappare, di abbandonarlo lì. Corro verso di lui, ma non riesco a raggiungerlo in tempo. Quando prendo il suo volto tra le mani, incontro i suoi occhi già spenti.

« Svegliati, mi servi viva. »

Un forte ceffone sul viso mi riporta alla realtà, ma il dolore mi rende ancora poco lucida.

Non so cosa fare, ma non ho neanche il tempo di cercare una via di fuga, nel giro di un attimo la terra inizia a tremare e si apre uno squarcio nell'aria. So cosa significa tutto ciò ed infatti da quella crepa nel cielo compaiono due demoni che si affiancano a me e a Riccardo. Quest'ultimo mi tiene ancora per i capelli e mi arpiona con forza un braccio. Io sono semi sdraiata a terra e riesco a malapena a muovere gli occhi senza provate un fortissimo mal di testa.

Del sangue inizia a colarmi lungo i capelli, evidentemente Riccardo mi ha fatto prendere un bel colpo contro quelle pietre...

« Ora farai quello che ti dico, altrimenti faccio ammazzare la tua famiglia ed il tuo caro fidanzatino, capito? »

La voce del ragazzo sta mutando, diventa sempre più profonda, sempre più cupa e spaventosa.

« R-Riccardo.. C-cosa...? »

Un demone si avvicina a me, mi ritraggo spaventata, ma il biondo mi spinge verso la creatura. Grido. Grido e poi il nulla.


La prima cosa che sento non appena riprendo i sensi è un fortissimo mal di testa e un dolore atroce in tutto il corpo. Faccio violenza su me stessa per costringermi ad aprire gli occhi, ma riesco a malapena a socchiuderli per poi ricadere nell'oblio.


La seconda volta che ritorno cosciente la testa mi fa meno male e riesco a pensare più lucidamente. Non apro subito gli occhi, intimorita dalla probabilità di essere osservata da qualcuno. Non sento rumori di alcun tipo. Socchiudo appena le palpebre, non mi sembra di vedere nessuno, allora lentamente spalanco gli occhi e mi tiro leggermente su puntando i gomiti per terra per sorreggermi.

Sono in quello che sembra un enorme capannone agricolo momentaneamente vuoto, ci siamo solo io e il rimbombo di ogni mio movimento. Mi vengono i brividi.

Porto velocemente la mano destra alla tasca del giubbotto, dove tengo sempre il cellulare, ma non trovo nulla. Per un momento vado in confusione, tasto tutte le tasche, ma anche quelle dei jeans sono vuote, probabilmente Riccardo si è premurato che non potessi avvertire nessuno. I miei genitori mi credono a dormire da Silvia, ho mentito loro perché volevo rimanere dal Distruttore questa notte, mentre Giacomo crederà che io sia ritornata a casa. Nessuno sa o sospetta cosa mi è successo. Il panico cerca lentamente di prendere possesso di me, ma mi impongo di rimanere lucida e di mantenere la calma.

Ragioniamo. Chi è Riccardo, o meglio, cos'è?

Nonostante la botta in testa, credo di ricordare che Riccardo avesse in qualche modo il controllo dei demoni che ci avevano circondato prima che io svenissi. 

Avevo letto da qualche parte, tra i libri di Giacomo, che c'erano delle persone che riuscivano a controllare le creature demoniache in passato. Teoricamente i Distruttori li avevano sterminati, ma chissà... Sono molto più pericolosi di un demone, perché nonostante siano solo umani essi riescono ad evocare quelle creature e controllarle per i loro scopi. Il che vuol dire che se un demone viene sulla terra solo per portare dolore e tristezza, quando evocato da degli stregoni, invece, esso sarà usato per scopi ben più crudeli. I demoni non ragionano, non fanno “piani”, gli stregoni invece sanno dove e quando colpire per fare danni, il loro obbiettivo è controllare o distruggere tutta l'umanità.

Quando sento la porta del capannone aprirsi rabbrividisco. Istintivamente, scappo nell'angolo più lontano e guardo impaurita un ragazzo biondo entrare sogghignando, con uno sguardo crudele in volto.

« Ti sei svegliata finalmente! » La sua voce è tornata normale, lo stesso tono che avrebbe un ragazzo parlando con dei suoi coetanei. Stringo i denti. Riccardo... Che belle amicizie che frequento! Se solo l'avessi capito prima!

Mi stringo le braccia intorno al corpo e mi schiaccio di più contro la parete.

« C-cosa vuoi da me? » Cerco di sembrare decisa e sicura di me, ma la voce mi trema leggermente. 

Non so cosa voglia ottenere dal mio rapimento, i miei genitori non sono ricchi e comunque la presenza dei demoni mi dice che le sue ragioni non sono le classiche estorsioni di denaro. Forse vuole utilizzarmi per fare del male a Giacomo, dopotutto mi sembra che lo abbia nominato, quindi conosce il nostro legame.

In ogni caso non gli permetterò di utilizzarmi tanto facilmente, non sono una Distruttrice, ma me la cavo con il corpo a corpo e Riccardo non sembra poi così forte... Il problema sono i demoni...

« Ah... Non sai nulla? I Distruttori non ti hanno detto come mai ti proteggono? » Un sogghigno strano compare sul suo volto. Io per un attimo dimentico dove mi trovo e con chi. Vengo colta da un'amarezza strana, tristezza, delusione e rabbia si mescolano dentro di me ripensando a quello che è accaduto con il mio Distruttore.

Beh... Io un'idea sul perché Giacomo volesse proteggermi l'avevo, ma non ne sono più tanto sicura visto che si fa altre ragazze...

Riccardo, non sapendo in che tipo di pensieri mi sono inoltrata, continua a parlare imperterrito. « Te lo dico io perché sei così importante. » Sembra contento, soddisfatto di essere riuscito a trovarmi ed a catturarmi. « Il tuo sangue era stato usato diciassette anni fa da mio padre per attivare un portale con il mondo demoniaco sotto Piazza Solferino a Torino, hai presente? Ai piedi della statua dell'angelo Lucifero. Io voglio ritentare la sua impresa! Userò il tuo sangue, hai capito? »

Il suo tono è lo stesso che io userei per offrire da bere agli ospiti, peccato che stia parlando di portali, demoni, sangue e quant'altro. Lo fisso attonita, con la bocca leggermente aperta in un'espressione stupita ed incredula.
Mi chiede se ho capito? Questo ragazzo è completamente suonato!

Spalmo completamente la mia schiena contro la parete per stargli il più lontano possibile, guardandomi intanto intorno in cerca di una via di fuga o qualcosa di contundente per ferirlo. Riccardo nel frattempo sembra in attesa di una mia risposta e mi fissa critico e spensierato. Faccio mente locale per trovare una risposta diplomatica.

« Secondo me hai sbagliato persona... » 

Cerco di mordermi la lingua per non dirgli chiaramente quello che penso, dopotutto ai pazzi non piace che gli si ricordi la loro condizione di demenza ed io non voglio farlo arrabbiare. Ho paura che tiri fuori dalla manica i suoi demoni e che me li scagli contro.

« No, non ho sbagliato, credimi. I Distruttori si prendono cura di te come mai si sono preoccupati di fare con altri esseri umani, inoltre i miei demoni reagiscono alla tua presenza, in particolare al tuo sangue. Ne sono attratti. »

Wow, è sempre stato il sogno della mia vita! Attirare demoni come l'acqua zuccherata fa con le zanzare, uno spasso...

« Non per fare la guastafeste, ma davvero, credo che tu abbia sbagliato. Io non mi sono mai offerta per riti agnostici o che so io. Non posso aver partecipato ad alcuna celebrazione satanica e mai avrei offerto il mio sangue per fare una cosa del genere. » 
Non vedo altre uscite oltre a quella alle spalle di Riccardo, inoltre non c'è neanche un pezzo di legno o una pietra da tiragli. Non ho vie di scampo. 
Cerco di mantenere la calma e carpire più informazioni possibili sulla situazione in modo da valutare la situazione. 
« Inoltre diciassette anni fa io non avevo che un anno di vita! I miei genitori non mi hanno mai perso di vista un attimo a quel tempo e di certo non mi avrebbero mai offerto come agnello sacrificale. »

Il ragazzo liquidò la mia incredulità con un gesto della mano, come a scacciare una mosca fastidiosa. « Non ti ho detto che sei stata tu ad offrirti. » Spiega tranquillo. « Mio padre e i suoi complici avevano rapito diversi bambini quella notte. Li hanno usati tutti, ma tu sei l'unica che non è morta dissanguata e credo che i Distruttori ti abbiano salvata e riportata a casa.»

Rabbrividisco al solo pensiero di una tale carneficina di bambini innocenti. Non riesco ancora a credergli, continua a sembrarmi un pazzo, ma forse inizio a capire la sua mente malata. Lo vedo fare un passo verso di me e, istintivamente mi spalmo ancora di più sul muro.

« Cosa.. Cosa vuoi fare? » La voce mi trema, è inutile nascondere la mia paura, non ci riesco.

« Presto lo vedrai, quando il portale si riaprirà arriveranno centinaia di demoni in un attimo! Il tuo sangue e la mia magia porteranno sulla terra miliardi di quelle creature... » Gli brillavano gli occhi, come se stesse parlando di un'enorme tazza di cioccolata calda. 

Io proprio non riesco a condividere il suo entusiasmo, anzi, farei volentieri a meno di partecipare ad un simile spettacolo. 

« Peccato che mio padre sia morto prima di riuscire a completare il portale diciassette anni fa... Ucciso dai Distruttori quando sono intervenuti sul posto. » La sua voce gronda tristezza e odio, mentre io non posso non provare sollievo alla notizia. Non solo i Distruttori hanno già una volta scongiurato una simile catastrofe, ma hanno anche ucciso quell'uomo pericoloso. Per un attimo avevo temuto che ci fosse anche il paparino psicopatico a poca distanza da noi. Se era pazzo almeno la metà del figlio, allora doveva essere una persona altamente squilibrata, inoltre aprire un portale per i demoni non è certo indice di una mente sana.

Ok, cerchiamo di capire in che guaio mi trovo... Riccardo crede che io, o meglio il mio sangue, sia capace di portare nel nostro mondo mandrie di demoni, inoltre odia i Distruttori e sa che io intrattengo una specie di relazione con uno di loro. La vedo molto nera, molto nera! Devo cercare di mantenere la calma...

« 'Fanculo! Liberami! »

Terrorizzata, mi alzo velocemente, ma la testa mi gira pericolosamente per quel movimento brusco. Mi metto a correre verso la porta e tiro un poderoso colpo in faccia a Riccardo quand'esso tenta di bloccarmi. Riesce, però, ad afferrarmi il polso e mi strattona con forza. La terra inizia a tremare sotto i piedi e due squarci si aprono nell'aria proprio accanto a me.

Sono fottuta.

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Garfield