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Autore: Mabelle    04/09/2012    16 recensioni
Gli astrofisici le definiscono "stelle gemelle".
Le stelle gemelle sono fisicamente legate tra loro, non si possono separare con nessuno strumento. La stella più luminosa della coppia è chiamata Primaria, mentre la più debole, Secondaria. Queste due stelle si girano intorno in un movimento orbitale, la loro luce è 70 volte superiore a quella del Sole. Si illuminano a vicenda, ma la stella più forte tenderà piano piano a prendersi la luce dell'altra stella, portandola così a "morire".
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo.


Harry rigirava nervosamente la lettera fra le mani, le quali tremavano. Gli occhi erano stanchi, contornarti da un leggerissimo tono violaceo che metteva in risalto il verde delle sue iridi. Era da una settimana che faticava a dormire, si stendeva sul letto con quella lettera appoggiata sul comodino, chiudeva gli occhi, ma l’unica cosa che vedeva era l’immagine di Amélie, gli occhi limpidi e i lunghi capelli biondi. Perchè?, si domandava ogni volta che posava lo sguardo su quella busta bianca che non aveva ancora avuto il coraggio di aprire e di conseguenza leggere. Sentì gli occhi inumidirsi, doveva smetterla di piangere, prima o poi le lacrime si sarebbero esaurite, no? Eppure le sue scendevano incessantemente, e i singhiozzi lo facevano tremare, eruttava come se fosse un vulcano. Era arrivato il momento di leggerla, di scoprire l’ultima parte di Amélie e lasciarla andare, per sempre. Si sistemò nuovamente sul letto, cercando una posizione comoda, sapeva che non sarebbe stato facile decifrare le sue parole, parlare la lingua di Amélie era difficile, lei aveva un linguaggio tutto suo. Era davvero troppo brava con le parole, ci sapeva fare, trovava il tuo punto debole e poi mirava, schegge che ti trafiggono come lame durante una battaglia. In effetti, la vita di Amélie era sempre stata una battaglia, una lotta contro se stessa, perchè lei doveva combattere contro due essenze: la sua parte forte e la sua parte debole. L’aveva vista così tante volte rialzarsi e cercare di andare avanti, perchè non poteva farlo un’ultima? Perchè aveva deciso di arrendersi? Non riusciva a spiegarselo, non trovava una risposta. 

Fu scosso da un brivido di freddo, la lettera era lì nelle sue mani, aprì la busta. Fece un respiro profondo e fu in quel momento che decise che Amélie sarebbe stato il suo coltello, il suo punto debole.

 

 

Harry, 

Com’è strano scrivere il tuo nome sulla carta e non poterlo pronunciare, eppure c’è sempre qualcosa di armonioso nel tuo nome.

Se stai leggendo questa lettera, vuol dire che sei abbastanza forte per dirmi addio, ma non lasciare che le mie parole ti facciano del male, bensì cerca di udirle come un sussurro, come un ultimo respiro, un ultimo battito d’ali e poi più niente. Silenzio.

Mi fa male ricordare e accorgermi di aver assaporato la più rara felicità. Tu mi davi felicità, come non mai, come non avrei chiesto di più. Quello che ci divide e ci unisce, come l’oggi e il domani e i mille giorni che trascorreremo uno separato dall’altra.

Come l’eternità che mi davi e che mi dai, adesso, mentre le mie mani scrivono e il mio nome si lacera, impotente, fra i ricordi. Ecco cosa sei, un dolce ricordo che se ne va.

Però i ricordi rimangono, e tu rimarrai, oggi, domani, per sempre. Sarà lo stesso per te? Non lo so, spero, credo, per favore, ricordami. Pensami con un sorriso, pensami mentre ridiamo insieme, come quel pomeriggio in spiaggia quando mi hai buttato in mare e poi siamo scoppiati in una fragorosa risata. Ricordi? Io sì, io non dimentico mai, davvero. Forse è proprio per questo che non sono riuscita a uscire da questo circolo vizioso, ma tu l’hai interrotto per un breve tempo e mi hai concesso la possibilità di vivere. Hai fatto del tuo meglio, Harry, tu hai fatto tutto. Dico davvero. Non avere rimpianti nei miei confronti, non prenderla come una sconfitta, ma come una delle tue più grandi vittorie. 

Io non mi sono arresa, ho solo lasciato andare le cose come era giusto che dovessero andare, come prima o poi vanno per tutti. 

Ho provato ad essere forte, ho inseguito l’amore e la felicità, ma sono stanca di lottare anche contro me stessa. 

Ma non parliamo della fine, perchè noi non finiremo mai. Gli amori durano, durano per sempre, nei ricordi.

Noi dureremo così, in un modo o nell’altro, e sarà bello lo stesso. Sarà bello lo stesso il mare senza me, la primavera senza i miei occhi, il sole senza la mia pelle, i baci senza le mie labbra. Sarà bello lo stesso l’amore senza di me.

Saremo infiniti, Harry, accettalo. Ti sosterò dentro e tu sarai lo stesso per me, per questo ti chiedo di non dimenticarmi, ma di vivermi nei ricordi, senza farti del male, però. Se sarà troppo doloroso allora scordarmi e ricomincia da capo. 

Sei stato la mia forza, sei stato la mia speranza. Siamo stati un noi, anche se per una notte. Ti sono sempre appartenuta, in un modo o nell’altro.

Mi mancherai, Harry. Mi mancherai come manca l’estate durante l’inverno, mi mancherai come manca Natale e i regali, mi mancherai come manca la neve. Ci mancheremo a vicenda. Lo so, non si guarisce mai da ciò che ci manca, semplicemente ci si di adatta, si convive con se stessi e con la consapevolezza che ogni giorno farà sempre meno male.

Un giorno ti sveglierai, il sole sarà sorto, aprirai le finestre e sentirai l’aria fresca sfiorarti la pelle, e poi te ne accorgerai. Ti accorgerai che il primo pensiero non sarà stato voltarti verso questa lettera, ma aprire la finestra; ti accorgerai che non avrai più un peso sul cuore; ti accorgerai che hai ricominciato a sorridere e non più per causa mia. Sarà così, Harry, e tu non potrai farci niente. E forse ti maledirai per esserti allontanato così in fretta da tutto ciò, forse vorrai tornare indietro e rivivere tutto, ma noterai che i ricordi saranno offuscati, tanti pezzi sparsi che non riescono più a ricongiungersi. Dimenticherai le date, i profumi, i sospiri, gli sguardi, le labbra, ma sono sicura che non ti dimenticherai di me, almeno non del tutto. 

Amerai di nuovo, Harry. E quella ragazza non sarò io, non avrà i miei stessi occhi o i miei stessi capelli e, per favore, non cercarmi nei gesti delle persone. Cercarmi nell’unico posto in cui sarai sicuro di trovarmi: i ricordi. 

Ricordarmi come Amélie, non come Lie. Perchè io con te sono stata veramente me stessa e non volevo che accadesse, non volevo rendermi vulnerabile, ma l’ho fatto e, dopotutto, non me ne pento.

Ma tu, ora? Tu ora avrai sicuramente gli occhi lucidi, imprecherai, vorrai buttare questa lettera, mi maledirai, serrerai la mascella, stringerai i denti e cercherai di non piangere. Sei forte, Harry, lo sei sempre stato, anche prima di conoscere me. Non lasciare che le persone riescano a scoprirti del tutto, non rivelarti sempre, non dare l’opportunità di sferrare il colpo di grazia. Non usarmi come il tuo punto debole, bensì come il tuo punto di forza, perchè è questo che ho sempre voluto essere per qualcuno.

Sei stato il mio per sempre, Harry.

Con affetto

La tua Amélie

 

P.s. Te lo prometto: un giorno, in qualche luogo del mondo, ci rivedremo.

 

 

Il foglio presentava delle chiazze bagnate, le lacrime Harry avevano scolorito alcune parole, si erano formati degli aloni, ma le frasi erano ancora comprensibili.

Sentiva il suo cuore battere, doveva calmarsi, ma non ci riusciva. L’aveva persa e non aveva fatto nulla. Quella lettera era la testimonianza di come tutto si fosse dissolto, sembrava come se non fosse accaduto nulla tra di loro. Non c’erano testimonianze di lui e di Amélie se non quella semplice lettera, non avevano scattato foto, e solo i ricordi potevano regalargli le stesse sensazioni che aveva provato con lei.

Strinse fra le mani quel pezzo di carta, lo rincuorò sapere che quella fu una delle ultime cose che Amélie aveva toccato e lui aveva avuto il privilegio di poterla leggere e conservare. 

Era passata esattamente una settimana. Una settimana da quando aveva cominciato a piovere insistentemente ogni giorno, una settimana dalla fine della scuola, una settimana da quella festa e una settimana da quando Amélie aveva deciso di lascialo, lì, da solo.

Non aveva voglia di ripensare a quella notizia, chiamate senza risposta, messaggi non ricevuti, il telefono spento, Louis che era corso in camera, l’incredulità. Era successo tutto così velocemente che Harry non aveva nemmeno avuto il tempo di riordinare i fatti, sistemare la propria mente, riflettere e ragionare.

 

Devi imparare a vedere ciò che guardi.

Perchè dici così?

In questo modo mi troverai nelle cose più semplici.

 

Si era chiuso in se stesso, si era rintanato nella parte più cupa, nel silenzio. Non riusciva a capire perchè Amélie avesse fatto quel gesto, non riusciva ad accettare che lei se ne fosse andata, senza di lui, come sempre. Diceva che l’avrebbe salvato, ma da cosa? Dall’amore sicuramente no, perchè lui c’era caduto dentro e gli piaceva quella sensazione, gli piaceva essere innamorato, ma ora stava capendo quanto potesse fare veramente male. Non poteva nemmeno contare su se stesso perchè non riusciva a ritrovarsi, si era perso. Si era promesso che non l’avrebbe lasciata andare, ed invece era accaduto tutto il contrario, lui era rimasto ad osservare in silenzio senza fare nulla mentre lei si abbandonava a ciò che le spettava. 

Posò la lettera sul comodino, non riusciva più a tenerla fra le mani, aveva un peso sul cuore, aveva un peso sull’amore.

Sentì la porta cigolare, alzò lo sguardo, sperò di rivedere Amélie sulla soglia mentre gli sorrideva, ma tutto ciò che vide fu una figura maschile.

«Harry, noi usciamo, vuoi venire con noi?» la voce di Louis gli arrivò come un sussurro.

«No.» rispose in modo secco, stringendosi nelle spalle.

«Possiamo parlare?» il riccio non rispose, Louis prese l’occasione per sedersi accanto a lui. 

«Io ho visto Amélie per l’ultima volta, l’ho vista mentre imbucava quella lettera, mentre ti diceva addio.» Harry alzò lo sguardo, un’espressione di incredulità si faceva spazio sul suo viso.

«Perchè non l’hai fermata? Perchè non hai fatto nulla?»

«Non potevo immaginare le sue intenzioni, mi aveva detto che sarebbe partita, ma non pensavo che da quel viaggio non sarebbe più tornata. Voglio solo dirti che, Harry, non è stata colpa tua, Amélie non era abbastanza forte e l’unica cosa che l’ha tenuta in vita fino ad ora sei stato tu e quello che provava per te.»

«Io sarei dovuto venire a casa con te, l’avrei vista e sicuramente e le avrei chiesto di rimanere. Lei non si meritava di finire.»

«Niente merita di finire, voi due non meritate di finire. Devi reagire, Harry, lei, suppongo, ti abbia chiesto questo nella lettera.»

«Io non ce la faccio. Ha scritto che amerò altre ragazze, ma come può dire una cosa del genere se l’unica persona che amo è lei?»

«Non la dimenticherai. Le persone come lei non si dimenticano mai.» Harry tirò su con il naso, si passò una mano sugli occhi per eliminare l’umido delle lacrime.

«Vai con gli altri, ci vediamo dopo.» Louis seguì il consiglio dell’amico ed uscì dalla stanza. Ancora una volta Harry rimase solo con se stesso.

Sentì la porta dell’ingresso chiudersi, così decise di andare in salotto, precisamente si diresse verso il blocco degli appunti. Cercò disperatamente una penna, ne trovò una accanto al televisore, l’inchiostro era nero. Prese un foglietto e ci scrisse sopra una frase, poi lo mise in tasca. 

Era la prima volta che usciva, non contando quelle per andare a scuola. Jason si era trasferito, non aveva più avuto notizie di lui, ma non gli importava, aveva causato troppi casini.

C’era un profumo di pioggia nell’aria, una freschezza che lo risvegliò dal suo torpore e gli diede la voglia di fare una passeggiata. Fece il percorso più lungo perchè non se la sentiva di dirigersi immediatamente verso quel luogo, aveva paura che non avrebbe retto, ma sentiva il bisogno di farlo, come se fosse una specie di richiamo.

C’era poca gente in giro, Harry si sforzò di non voltarsi continuamente verso tutte le ragazze in cerca di un particolare che gli ricordasse Amélie. Doveva smetterla, sì, stava sbagliando, non stava facendo come gli aveva consigliato nella lettera. Girò l’angolo e la vide: la loro panchina. Il parco era deserto, forse, per una volta, il destino era dalla sua parte.

Nonostante fosse giugno, faceva abbastanza fresco, Harry non amava particolarmente il caldo afoso, infatti considerò quella giornata quasi perfetta, dato che mancava qualcuno.

Tirò fuori dalla tasca il biglietto, lo attaccò alla panchina. Un foglio bianco in mezzo alla vernice verde come una margherita in mezzo ad un cespuglio.

Lesse il foglietto, lesse quella parole e gli sembrò come una risposta nei confronti di Amélie.

 

“Noi siamo sempre stati abbastanza e mai troppo.”

 

Un leggero vento gli arruffò i capelli. Sorrise.

Si sedette sulla loro panchina, facendo attenzione a non stropicciare il pezzo di carta.

Quanto tempo sarebbe passato prima che Harry fosse tornato in quel luogo? Quanto tempo sarebbe passato prima che avrebbe cominciato ad amare di nuovo? Se lo domandava e non trovava una risposta, l’unica cosa che vedeva era il volto di Amélie.

Abbassò lo sguardo verso il suo polso sinistro e lesse quella frase.

 

“Siamo sempre stati troppo, ma mai abbastanza.”

 

Se l’era tatuata. I tatuaggi sono indelebili, i tatuaggi sono per sempre, proprio come lui ed Amélie.

Ecco cosa sono stati Harry ed Amélie: il per sempre. Hanno vissuto la loro vita come un sussurro, hanno amato come se non ci fosse fine.

Amélie era stata l’eccezione alla regola, il regalo più bello. Amélie era stato il suo primo amore, la sua prima lacrima, il suo ultimo sorriso.

Non riusciva a pronunciare quella frase, faceva troppo male, stentava a crederci, non era possibile.

Amélie era morta.

Era successo, purtroppo. Overdose, un’abbondante dose di droga. Era morta come muoiono le foglie in autunno, era morta come muoiono i germogli a causa della siccità.

Respirò profondamente, una, due, tre volte. Doveva stare calmo, doveva riprendere il controllo di se stesso.

«Un giorno, in qualche luogo del mondo, ci rivedremo.» ripeté quella frase che era scritta nella lettera, sentì un groppo in gola, si morse il labbro.

Sentì un’altra folata di vento sfiorargli il viso, pensò che fosse Amélie. E, per la prima volta dopo la sua morte, sorrise. Ripensò a quello che avevano passato insieme, a quel breve tempo che lo aveva reso felice e decise che non l’avrebbe dimenticata, né oggi, né domani, né mai. Perchè i per sempre durano. Il loro “noi” sarebbe durato, oggi, domani, per sempre.












Oh, santo cielo, non ci posso credere. E' finita.
La mia Amélie è finita. çç *depressione-time*
Una cosa per volta, lol.
Ecco il finale, questo è stato il primo a cui avevo pensato, e di solito i miei finali non cambiano mai ed infatti è stato così anche per questo. L'alternativa era far andare, alla fine dell'epilogo, Harry in ospedale e fargli incontrare Amélie, ma non mi sembrava corretto. Non fraintendete, mica volevo far morire per forza Amélie, lol. Solo che penso che il suo destino fosse già scritto, prima o poi sarebbe accaduto, ammetiamolo, quella ragazza non era abbastanza forte per affrontare tutto, non se la sentiva più e sapeva che ci sarebbe ricaduta sempre. Come ho detto, la droga è un circolo vizioso.
Ora parliamo di me, lol.
Qusta ff è stata la mia ancora di salvezza, il mio dolore. Per scriverla ho davvero dato tutta me stessa, e credo di esserci riuscita, o almeno spero. L'idea di questa ff è partita da un progetto fatto a scuola dove sono venuti alcuni esperti a parlarci della droga, io sono rimasta subito affascinata da quel mondo così attraente, ma allo stesso tempo mortale e crudele. Inoltre, stavo attraversando, e tutt'ora attraverso, un periodo abbastanza difficile, in primo piano abbiamo dei problemi in famiglia che spero si risolvano al meglio.
Amélie sono un po' io, mi sono mostrata, ecco. Sono quella ragazza apparentemente forte, ma dentro di sé così fragile e insicura. Amélie è stata la mia salvezza e mi dispiace abbandonarla.
Harry è stato un personaggio fondamentale, anche lui contribuito a rendere questa ff qualcosa di realizzabile. Harry è stato il mio punto fermo, la persona su cui potevo contare, ecco. Penso che Amélie ed Harry saranno infiniti, magari questa ff continuerà nella vostra mente, magari per voi Amélie non sarà mai morta. 
Ah, quindi, come avrete capito, quando Amélie aveva visto Harry sulla soglia era tutto frutto della sua immaginazione, krjtgrtkg, vi ho tratte in inganno, MUAHAHA. (?)
Ora ringrazio voi. Voi che avete apprezzato questa ff e avete reso possibile continuare ad aggiornare e andare avanti. Io davvero vi ringrazio con tutto il cuore perchè senza di voi Amélie ed Harry non sarebbero mai nati. Non pensavo che questa ff potesse interessare, in particolare per l'argomento trattato ed io temevo proprio questo, di non essere in grado di descriverlo nel modo corretto.
Mi mancherà aggiornare ogni settimana questa ff, ma prima o poi si sapeva che sarebbe finita.
Spero solo che Amélie ed Harry vi siano entrati nel cuore come è accaduto a me.
Grazie per essere arrivati fin qui, e grazie a chi mi seguirà con l'altra mia ff: Love isn't for me (cliccare sul nome, lol).
Un bacio. c:


A me piacerebbe ricordarli così.

  
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