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Autore: pict shewolf    04/09/2012    2 recensioni
...Amare e essere amato... Questa è la continuazione del titolo! è una fanfiction su Franziska von Karma ambientata appena dopo la fine di Justice for all... Non so ancora quanto sarà lunga però ho molte idee su come farla andare avanti, spero che la leggerete!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franziska von Karma, Miles Edgeworth, Phoenix Wright, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Questo capitolo è un po’ più lungo del solito, ma non di molto…

Capitolo nove:

 
Strane scene

 
POV Miles Edgeworth

 
20 NOVEMBRE  7:30  Camera da letto, Residenza Edgeworth


La sveglia era già suonata da un pezzo, ma non ne volevo sapere da alzarmi.

Oggi sarebbe stata una giornata piena: dovevo incontrare una testimone nel mio ufficio, la mattina, e avevo un processo nel pomeriggio.

Contro chi? Nientemeno che Phoenix Wright, l’avvocato più fortunato di tutti gli stati uniti. Ma questa volta la sua buona sorte non l’avrebbe aiutato…

Toc-toc-toc.

“Milessuccio? Sei sveglio?”

La signora Oldbag entrò nella stanza senza aspettare una risposta.

Ma cosa bussa a fare se poi entra comunque? Mi chiesi mentre appoggiava un vassoio enorme sul comodino.

“Ti ho portato la colazione”

Mi misi a sedere cercando di coprirmi con le lenzuola il petto nudo.

“Grazie signora Oldbag, ora può andare”

Sembrò essersi offesa:

“Andare?! No noi dobbiamo parlare!!” strabuzzai gli occhi.

“Parlare?”

“Si si. Di quella brutta saputella qui accanto!” indicò con la mano la direzione dove si trovava la camera da Franziska.

“Non ho niente da dire su di lei…”

“Beh io si!” mi interruppe “Sta cercando di corromperti, io ti devo difendere da quelle come lei!”

Mi venne quasi da ridere:

“Quelle come lei? Non ce ne sono di altre, lei è l’unica che io…”

“Cosa?!”

Meno male che mi fermò, altrimenti avrei dovuto vedere una grandissima scenata di gelosia.

“Ehm… niente…”

Toc-toc-toc.

Grazie a dio bussarono alla porta, doveva essere Franziska.

“Avanti” dissi ringraziandola nel pensiero.

“Avanti? No tu stai lì, saputella! Il mio Edgy si deve ancora cambiare!” urlò la oldbag tirando fuori la pistola laser.

“Edgeworth! Non sei ancora pronto?!”

La voce di Franziska ci arrivò da dietro la porta.

“Si arrivo! Scusi signora Oldbag, ma mi dovrei cambiare”

La oldbag si girò e si diresse seccata verso l’uscita.

Mi alzai e mi vestii, poi feci colazione mentre Franziska mi aspettava.


 
20 NOVEMBRE  11:00  Procura, Ufficio
 

Ok, l’arma… Franziska… del delitto…come vorrei vederla… è un coltello da cucina…devo chiederle se… Miles, basta! Non puoi distrarti, hai un processo tra poco!

Me lo dissi per l’ennesima volta in quella mattinata. Continuavo a pensare a Franziska.

Erano passate più di due settimane da quando l’avevo vista con Wright e, dopo interminabili monologhi per decidere come e quando affrontare l’argomento, avevo deciso di dimenticare l’accaduto. Era la scelta migliore per entrambi.

Poi c’era un altro pensiero più recente che mi tormentava: il ballo.

Volevo chiederle se sarebbe voluta venire con me, cioè, ci saremmo andati insieme comunque, però intendo come… coppia?

Non so per quanto ancora sarei riuscito a tenere nascosti i miei sentimenti… Ma anche lei era cambiata! Davvero, si comportava diversamente negli ultimi tempi. Sembrava quasi più dolce…? Solo che non trovavo mai il momento adatto per dirglielo…

Toc-toc-toc.

Sussultai quando qualcuno che bussò alla porta mi riportò alla realtà.

Magari era Franziska. Se fosse veramente lei, mi sarei fatto coraggio e…

“Avanti”

La porta si aprì e abbassai le spalle deluso.

Una donna sui 23 anni, tutta rosa, si, capelli compresi, entrò nell’ufficio.
Mi ero completamente scordato che avrei dovuto preparare una testimone.

“Buongiorno mio bel procuratore! Hi hi…” sospirai.

“Si accomodi signorina May…”

“Oh… Chiamami pure April!” prese posto sulla sedia di fronte alla mia “Ma guarda che lo concedo solo ai bei ragazzi come te”

Fece l’occhiolino. Cercai di ignorarla.

“Allora signorina April May… Cosa ha visto?”

Iniziai a farle domande sul caso, ma non riuscii a farle dire niente di interessante. Aveva una parlantina che poteva rivaleggiare con quella di Wendy Oldbag…

Perché dovevano capitare tutti a me i testimoni più strani?!


 
Fine POV Miles Edgeworth

 
20 NOVEMBRE  11:25  Procura, Ufficio

 
“Va bene, herr Sciattone, puoi andare”

Gumshoe mi aveva appena portato il referto dell’autopsia di un nuovo caso.

“Grazie procuratore. Ora devo solo portare questi documenti al signor Edgeworth…”

“Aspetta! Dalli a me, li porterò io a Mil… Ehm, a Edgeworth”



CRACK!!

“Aahiii”

“Sciattone! Cos’è quello sciocco sorriso che hai stampato in faccia?!”

Aveva sorriso appena mi ero offerta di portare io i documenti.

“Niente signorina! Ecco, li lascio qui” appoggiò i fogli sulla scrivania e corse fuori dall’ufficio.

Dovevo parlare comunque con Edgeworth… volevo chiedergli se mi accompagnava a comprare un vestito per il ballo.
Ero venuta di corsa in America e avevo portato solo lo stretto necessario.

Uscii dall’ufficio e nel corridoio mi scontrai con Geoffrey Maclaine:

“Ehi attenta Franziska!” disse visto che gli ero praticamente andata addosso.

“Scusa Geoffrey, stavo portando questi documenti a Edgeworth e…”

CRASH!!!

Un forte rumore mi interruppe.

Io e Geoffrey ci voltammo: veniva dall’ufficio di Edgeworth.

Geoffrey si precipitò verso la porta ed entrò nella stanza, io lo seguii.

Non potei credere alla scena che mi si presentò davanti, anche il ragazzo biondo al mio fianco guardava allibito.

Una sedia era rovesciata, una ragazza tutta vestita di rosa era in piedi davanti alla scrivania, aggrappata al collo di Edgeworth e si stavano… Baciando!?!!

Sentivo che le lacrime stavano per uscire, ma io non potevo piangere: i von Karma non piangono.

Appena Edgeworth si accorse che eravamo entrati, spinse via la ragazza e mi guardò mortificato:

“F-Franziska… Non è come…”

Non potevo sentire altro, non volevo sentire altro.

Mi girai e uscii dalla stanza, ma non abbastanza velocemente, tutti i presenti avevano visto una lacrima rigarmi il viso.

Mi avviai verso la fine del corridoio e l’ultima cosa che sentii prima di uscire fu la voce di Geoffrey, alterata dalla rabbia:

“Edgeworth sei un idiota!!”

Uscii dalla procura e andai ad un parco, li vicino.
Era deserto per via della giornata nuvolosa.

Lentamente altre lacrime bagnarono il mio volto, non riuscivo a fermarle.

Iniziò a piovere, quella giornata non poteva andare peggio. Strinsi forte il manico della frusta.

“Franziska!”

Alzai lo sguardo e vidi Geoffrey che mi veniva incontro. Cercai di asciugarmi le lacrime.

“Franziska, sta arrivando un temporale. Vieni, ti accompagno a casa”

Fece un sorriso rassicurante e con una carezza mi asciugò le ultime lacrime.

“No! Non tornerò a casa di Edgeworth, non lo voglio vedere per un po’!”

Restò un attimo in silenzio, come se stesse pensando, poi disse:

“Beh, non possiamo stare qui, vieni a casa mia. Ti va qualcosa di caldo?”

Soppesai il suo invito. Cosa c’era di male? I miei vestiti erano bagnati e stavo tremando per il freddo.

“O-ok”

Ci dirigemmo verso un Carrera nero, italiano, parcheggiato di fronte alla procura.
Dopo circa un quarto d’ora si fermò davanti ad una grande casa.

“Entra” disse aprendo la porta.

Era una casa molto moderna, aveva una grande vetrata che dava sul giardino, un divano in pelle nero e due poltrone dello stesso colore erano posizionati davanti a un grande televisore e una scalinata in marmo portava al piano superiore.

“Cosa preferisci? The, caffè…?”

“The, grazie”

“Va bene. I tuoi vestiti sono bagnati, io non ho cose femminili, ma se vuoi ti do una delle mie felpe. Non vorrei che ti ammalassi”

Annuii. Tanto non mi avrebbe visto nessuno.

“Ok, siediti” indicò il divano, poi corse di sopra.

Tornò dopo un paio di minuti con in mano una felpa verde.

“Dovrebbe essere la più piccola che ho… cambiati pure mentre vado a fare il the” andò in cucina.

Mi tolsi la camicetta baganata, restando in reggiseno, poi mi misi la felpa.

Mi sentii subito meglio con indosso cose asciutte, poi mi guardai intorno.

Era una casa grande e mi chiesi se a volte non si sentiva un po’ solo.

Geoffrey tornò in soggiorno e appoggiò due tazze sul tavolino. Prese la sua e iniziò a bere, lo imitai.

Lo osservai mentre beveva. Era bello e mi ritrovai ad avvicinarmi sempre di più, finché non gli fui in parte.

Mise giù la tazza, si scostò i capelli e mi sorrise.

“Si, Franziska?”

“Come?” io non avevo detto niente.

“È da un po’ che mi osservi”

“Ah…! Io… niente” sussurrai e mi avvicinai ulteriormente.

Mi sentivo bene e le sue labbra mi attiravano.

Lentamente avvicinai il mio volto al suo e posai le mie labbra sulle sue.
Le muovevo piano e all’inizio lui rispose al bacio, ma poi si allontanò leggermente quando le mie mani corsero al suo petto.

“Franziska, aspetta…”

 

Spazio  Autore:

Ecco il nono capitolo! Come al solito non ho molto da dire al riguardo, spero solo che vi sia piaciuto!
Penso che l’abbiate già capito tutti che la ragazza con i capelli rosa è April May, una testimone nel secondo caso del primo videogioco.
Detto questo, al prossimo capitolo! E fatemi sapere cosa ne pensate!
  
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