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Autore: Kitsune911    04/09/2012    7 recensioni
David e Pierre hanno appena capito che tra loro forse c'è più di un'amicizia, ma qualcosa sconvolgerà le loro vite prima che abbiano il tempo di godersi dei momenti insieme.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: David Desrosiers, Nuovo personaggio, Pierre Bouvier, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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14!! Ormai ci avviciniamo alla fine, ma tranquille… sto già scrivendo una raccolta di momenti Hott Baguettes, che pubblicherò solo quando finirò questa… ;)

 

 

 

Avevano dormito insieme. Avevano solo dormito insieme e di certo non era la prima volta che passavano la notte nello stesso letto, ma a David sembrava diverso. Stavolta non erano amici, stavano insieme. Non era come quando in tour David si infilava nel letto di Pierre, senza un reale motivo, solo con la voglia di trascorrere qualche momento che fosse solo loro o come quando condividevano la stessa stanza in albergo e Pierre lo svegliava ridendo, dicenogli che parlava nel sonno. Ora David non doveva più preoccuparsi di dire qualcosa che non doveva, come il suo nome o “ti amo”. Non doveva più sognare Pierre, perché lui era proprio lì accanto.

Finalmente poteva abbracciarlo quando voleva, baciarlo, dirgli di amarlo, ora Pierre era suo e non doveva più temere che qualcuno glielo portasse via, non doveva più essere geloso, perché sapeva che Pierre amava lui e nessun altro. Erano una coppia. Hott Baguettes… come suonava bene…!

I fan sapevano che c’era qualcosa tra loro, avrebbero dovuto ascoltarli prima.

David si guardò intorno. Il suo letto, il suo comodino, il suo armadio, lo stereo che aveva rubato a Pierre, il suo basso… Saltò giù dal letto e cominciò a suonarlo, fregandosene altamente del fatto che il suo ragazzo dormisse.

 

Pierre si svegliò sentendo un suono strano. Sembrava un basso… e dove c’era un basso c’era David. Sorrise ripensando alla notte prima.

“Mi mancavano questi risvegli…”

“Buongiorno amore!”

“Giorno…”

Pierre si tirò su e si mise a guardare Dave che strimpellava canzoni random con il suo basso preferito, quello bianco e nero. Poi si ricordò della fasciatura che avvolgeva il suo polso e ne notò l’assenza.

“Ti hanno tolto i punti?”

“Sì, quando tu eri dai tuoi…. Non fa male…”

“Quindi, volendo, possiamo metterci a lavorare a un nuovo album…”

Dobbiamo!

David mise giù il basso e andò a baciare Pierre.

“Pie? Dimentichiamoci di tutto… l’incidente, l’ospedale… è stato un brutto mese, ma è finito, non voglio più pensarci…”

“No, neanche io… vieni qua…”

Lo strinse tra le braccia e lo baciò.

“Ti amo”

“Anche io”

“Dobbiamo dirlo agli altri?”

“Lo capiranno da soli…”

“E non avranno niente in contrario, vero?”

“Certo che no, Davey! Soprattutto tua sorella…”

David, confuso, guardò Pierre che rideva sotto i baffi.

“Perché mia sorella?”

“Diciamo che è… fan dell’Hott Baguettes…”

“Oddio… questo è il genere di cose che non vorrei sapere!”

“Vuole che tu sia felice…”

“Lo sono. Basta che lei non si intrometta tra noi…”

“Non lo farà, vedrai…”

“Comunque vuole stare con noi per un po’… lo sai com’è, è iperprotettiva… per te va bene?”

“Certo, mon amour. Tanto non ci dobbiamo nascondere, no ?”

Detto questo, Pierre spinse David sul letto e cominciò a baciarlo con foga. Scese a mordicchiargli il collo, strappandogli un gemito di piacere. David sollevò la maglietta del cantante, accarezzandogli il petto e solleticandogli dolcemente la schiena con le unghie. Pierre sbottonò i pantaloni a Dave e…

“Pierre…”

“mmmhh…”

“Ho sentito la porta aprirsi…”

“Certo che tua sorella ha proprio un tempismo di merda!”

“Lo so… ma in fondo è casa nostra… Direi che possiamo anche continuare…”

“Non potrei essere più d’accordo!”

 

Julie entrò in casa di David e andò a sistemare le sue cose nella camera degli ospiti.

Solo questa stanza è grande come metà della mia casa… bassista riccone bastardo! Almeno starò comoda…

Dopo mezz’ora finì di riempire l’armadio con i suoi vestiti e tornò in salotto, aspettando che David e Pierre si facessero vivi. E poi li vide, uscire dalla camera di suo fratello insieme, sorridendosi come due innamorati, ma con un’aria sospetta…

“Buongiorno! Ho interrotto qualcosa?”

“No, sorella. Cosa te lo fa pensare?”

“Beh, i tuoi capelli per esempio…”

David si sistemò con le mani i capelli scompigliati, arrossendo leggermente, mentre Pierre, sfacciato, diede un pizzicotto sul sedere al suo ormai-inequivocabilmente-ragazzo e lanciò un’occhiata a Julie che significava qualcosa come “Abituati all’idea che io mi scopi tuo fratello e vivremo tutti felici e contenti”

 

David si allontanò in fretta dalla sorella, deciso ad evitarla il più possibile.

Era la prima volta che lo facevano e già si erano fatti beccare! Sì, insomma, non è che avesse aperto la porta mentre loro stavano… brrrrrr, non ci voleva neanche pensare!

Non gli sembrava più una grande idea ospitare la sorella, ma lei aveva insistito per “tenerlo d’occhio” e, anche se gli sembrava una stronzata, alla fine aveva accettato. Sapeva che si preoccupava per lui e gli faceva anche piacere, ma voleva evitare ad ogni costo situazioni imbarazzanti come quella appena vissuta.

Decise che avrebbe chiamato Jeff, Chuck e Seb e quel pomeriggio sarebbero rimasti chiusi nella stanza insonorizzata che usavano come sala prove.

 

“Jeff?”

“Hey scimmia, come stai? Sei a casa finalmente, eh?”

“Sto bene, ma non chiedermelo mai più! Vero che vieni da me e suoniamo un po’? Devo evitare mia sorella…”

“Perché la devi evitare?”

“Ehm… dopo magari ti spiego… comunque chiami tu gli altri?”

“Ok, a dopo”

 

Dopo neanche mezz’ora erano tutti in sala prove.

“Allora, che suoniamo?”, disse Chuck, tutto contento di poter di nuovo suonare la sua batteria con i suoi amici.

“Welcome to my life?”

Suonarono come se non toccassero gli strumenti da anni, con l’energia che riservavano solo ai migliori concerti.

Andarono avanti un po’ così, suonando le canzoni più allegre che avessero scritto, poi decisero di fare anche un pezzo un po’ più lento, Untitled.

Già dalle prime note David provò una sensazione strana, come se ci fosse qualcosa collegato a quella canzone, ma non ricordava cosa…

Poi gli tornò tutto in mente. Le luci di una macchina. La sua auto che sbandava, finiva fuori strada rotolando giù per un breve tratto. Si ricordò di essersi trovato nella macchina senza sapere come uscirne. Il sangue. La paura e il dolore, riusciva ancora a sentirli. Si ricordò anche della canzone. Era lì, incastrato nella macchina, con la paura di morire, e sentiva Pierre che cantava Untitled nella sua testa. Il cuore gli batteva a mille, gli sembrava di soffocare.

Corse fuori dalla stanza e avvertì la presenza di Pierre dietro di lui.

“David!”

No, voleva stare solo, voleva dimenticarsi di tutto, non avrebbe mai voluto ricordare e non avrebbe mai pensato che avrebbe fatto così male…

Pierre aveva capito, cercava di abbracciarlo, ma lui si divincolava. Non voleva provare ancora la sensazione di essere immobilizzato, né dalle lamiere, né dalle braccia di Pierre.

“David! David, guardami! Respira… calmati… non è niente… è tutto finito ora… calmati, amore…”

La sua voce riusciva a farlo stare meglio… Cercò di regolarizzare il respiro, il cuore stava già rallentando.

“Davey… ti posso abbracciare?”

Annuì.

Pierre lo strinse forte, accarezzandogli piano i capelli, cercando di farlo sentire al sicuro, di fargli dimenticare tutto.

“Amore, stai bene?”

“Sì…”

Pierre lo guardò negli occhi. Mentiva. Non stava bene, per niente.

 

 

 

Ho deciso che andava tutto troppo bene… u___u  

Grazie a chiunque legga/recensisca! <3 A presto!

  
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