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Autore: Medea00    05/09/2012    13 recensioni
Scritta per la Seblaine Week, una raccolta che ha come filo conduttore Blaine e Sebastian come coinquilini.
Day 1: Dalton
Day 2: Family
Day 3: Kink
Day 4: AU/Crossover
Day 5: Occasions
Day 6: Angst
Day 7: Fluff
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sebastian si alzò di buon’ora, reduce dal fatto di aver dormito veramente poco. I motivi per quella sua stancante insonnia, in realtà, erano molteplici, e uno si trovava esattamente nel suo letto, ancora nel mondo dei sogni. Damon... Damian... come si chiamava? Restò a guardare quel ragazzo biondo e magro con cui aveva evidentemente passato la notte, e in quel momento la sua testa fece un veloce giro su se stessa; sbuffando per quel dopo sbronza che cominciava a farsi sentire, Sebastian si alzò in piedi rischiando di ricadere sul letto per il contraccolpo, e si trascinò malamente verso il bagno.
Per poco non gli venne un infarto quando vide un ragazzo apparentemente sconosciuto appoggiato al lavandino, intento a lavarsi la faccia.
“Oh, buongiorno Sebastian.”
“Buongiorno...”, mormorò lui, e si guardò un attimo intorno chiedendosi se quella fosse veramente casa sua. Chi era quel tizio? Occhi scuri, capelli corti... Un attimo, forse ricordava qualcosa, lo aveva visto la sera prima, era con l’altro ragazzo che aveva trovato nel suo letto...
Non poteva continuare così: per quel motivo, attraversò a grandi falcate tutta la casa entrando nella stanza di Blaine e chiudendosi la porta alle spalle; il ragazzo sonnecchiava ancora tra le coperte scompigliate, con addosso solo un intimo nero. Sebastian lo squadrò per un momento, indeciso se svegliarlo o meno, ma aveva bisogno di sapere.
“Blaine, Blaine andiamo svegliati, Blaine?”
“Mhmm ancora cinque minuti mamma.”
“Mamma un corno. Svegliati o ti sveglio io a calci.”
A quel commento, il ragazzo aprì gli occhi di scatto, trovandosi di fronte quelli verdi e arrossati di Sebastian; stava quasi per chiedergli che ore fossero, ma un grande mal di testa lo colpì in pieno facendolo risprofondare sul cuscino.
“Buongiorno eh”, mormorò tra un sospiro e l’altro, mentre Sebastian si sdraiava accanto a lui e lo fissava cinereo: “Era un buon giorno. Mi sta scoppiando la testa.”
“Anche a me”, ammise, e per un breve secondo si scambiarono un sorriso sincero; non si erano nemmeno preoccupati dell’altro paio di ragazzi che vagavano per casa, avevano cose più importanti da fare.
“Allora”, esordì Blaine, e Sebastian lo imitò ripetendo la stessa parola con tono scherzoso: “Allora...”
Lo facevano ogni volta. Si mettevano faccia a faccia e facevano mente locale della serata alcolica precedente, cercando di sistemare tutti i tasselli e i buchi di memoria al posto giusto; spesso era Blaine che iniziava, visto che Sebastian si prendeva le classiche sbronze da black out totale.
“Siamo usciti verso le dieci e avevamo già bevuto una bottiglia di vino.”
“Due bottiglie”, lo corresse Sebastian, “Ce ne siamo scolata una nel taxi, non ti ricordi?”
“Oh giusto, due. E poi siamo andati a quel locale, e ci siamo seduti al bancone e poi... oh Dio!” Esclamò, e al ricordo improvviso di qualcosa scoppiò a ridere fragorosamente.
“Cosa”, intimò Sebastian, e scrollò le spalle di Blaine sempre più innervosito dal fatto che non avesse la più pallida idea del perchè stesse ridendo, “Cosa, Blaine!? Che cosa ti sei ricordato?”
“Hai ballato la tecktonick”, sussurrò, con voce flebile perchè non aveva più fiato. Sebastian sbiancò di colpo, non se lo ricordava assolutamente, non era vero!
“Tu menti”, ma a giudicare dagli occhi lucidi del suo coinquilino, era piuttosto improbabile.
“Oddio peccato che non ti ho ripreso, eri così ridicolo, con quelle braccia tutte meccaniche che cercavi di imitare quelli di Step Up”, continuò a ridacchiare, e Sebastian gli diede una gomitata all’altezza delle costole che lo fece quasi soffocare. “Non mi toccare, ho il fegato in subbuglio.”
“E allora smetti di fare il coglione”, ribattè per le rime, e Blaine gli fece una linguaccia prima di rilassarsi tra le lenzuola e riprendere a respirare regolarmente.
“Va bene va bene. Comunque poi... vediamo, abbiamo incontrato Dylan e Mark.”
Dylan, ecco come si chiamava.”
Blaine gli lanciò un’occhiata omicida, non era possibile che non si ricordasse il nome del ragazzo che si era portato a letto; ma dopotutto, era Sebastian.
“Quindi quel tizio che ho visto in bagno sarebbe Mark?” Seguitò lui, rivolgendo gli occhi verdi verso il soffitto, “Non male. Gli darei un sette.”
“Sette meno”, bofonchiò Blaine, per niente imbarazzato dal fatto che stessero dando un voto alla sua scorsa prestazione sessuale; Sebastian inarcò un sopracciglio avido di ulteriori informazioni, ma Blaine lo anticipò, chiedendogli di Dylan.
“Mhm, non male. Gli darei addirittura un sei.”
“Addirittura?” Blaine fece un piccolo sorriso divertito: per Sebastian nessuno era mai all’altezza delle sue performance.
“Sì, anche se ad un certo punto ha miagolato.”
Il sorriso sul volto di Blaine sparì di colpo.
“Cosa intendi con... miagolato?”
“Ha miagolato. Mi ha fatto proprio miao.”
E Blaine lo fissò incredulo per una manciata di secondi, non sapendo bene cosa dire. Quando Sebastian lo fissò di rimando, non riuscì a trattenere un’altra risata, perchè aveva fatto una smorfia e gli aveva detto: “Non c’è niente da ridere Blaine, non è stato affatto divertente. Mi è scesa all’istante e non sapevo più come continuare.”
Ma Blaine stava ridendo di nuovo e senza freni, e tra un singhiozzo e l’altro commentò con fare teatrale: “L’uomo che fa miagolare la gente.”  
Ricevette una cuscinata in pieno viso, e poi Sebastian lo offese in una ventina di modi diversi, continuando a prendersi in giro, rievocando momenti imbarazzanti della loro serata tra un sorriso e l’altro. Si alzarono in piedi dopo un quarto d’ora, una volta che le loro menti erano più o meno lucide e i loro fegati non si stavano attorcigliando malvagiamente; si diressero in cucina per prepararsi la loro tipica colazione post serata, fette biscottate e tè con uno spicchio di limone dentro, quando incrociarono, inevitabilmente, i due ragazzi con cui erano stati la notte scorsa. Erano seduti al bancone, l’uno di fronte all’altro, vestiti e con l’aria molto amichevole.
Passarono metà del tempo a chiacchierare del più e del meno, con Blaine che sembrava incredibilmente in imbarazzo per quella situazione strana – non gli era mai capitato di fare colazione con Sebastian e i ragazzi con cui erano andati a letto – ma, al contrario, gli altri sembravano completamente a loro agio. Dylan e Mark continuavano a lanciarsi sguardi complici e Sebastian sorseggiava il suo tè cercando di mettere a fuoco le parole della sua tovaglietta, sbuffando per la vista ancora annebbiata.
Dopo dieci minuti, Blaine prese in mano le redini della situazione: era arrivato il momento di dire a Mark che quella era stata un’esperienza di una notte, che non era interessato a una storia seria e che sperava di non aver offeso i suoi sentimenti. Posò il cucchiaio accanto alla tazza del tè, facendo un bel respiro.
“Mark... devo dirti una cosa.”
Mark si voltò velocemente, lasciando sfumare la sua chiacchierata con Dylan; sembravano tutti piuttosto concentrati, perfino Sebastian: stava metabolizzando il suo discorso, per farne un molto simile all’altro ragazzo.
“Io non... non so bene come dirtelo, forse dovremmo andare un attimo di là...”
“Oh mio Dio”, lo interruppe lui, mettendosi una mano sulla bocca come scandalizzato, “Ho russato, non è vero?”
Sebastian scoppiò a ridere, ricevendo un’occhiata gelida da parte del coinquilino; tuttavia, non era il solo ad aver trovato quella battuta incredibilmente divertente.
“Mark quando ti deciderai a prendere quei cerotti per il naso?” Lo canzonò Dylan, attraversando tutto il bancone per afferrare la sua mano e stringerla affettuosamente. Mark riprese a bisticciare con lui sui suoi problemi di sonno, con talmente tanta affabilità e disinvoltura, che Blaine e Sebastian stavolta si guardarono, ma perplessi.
“Scusate...” iniziò uno, e l’altro terminò la frase dicendo: “Ma voi due...?”
Mark e Dylan ci misero un po’ di tempo per capire le loro intenzioni, ma alla fine fecero un “ooooh” nemmeno troppo elegante e si sorrisero.
“Ma certo!”
“Stiamo insieme da due anni.”
Nella stanza riecheggiò il rumore di un “CLANG” che si infrangeva contro la tazza; era stato il cucchiaio di Sebastian, ma poteva anche benissimo passare per la sua mascella.
“Scusate, cosa, come...” Balbettò Blaine in preda ad uno svenimento, perchè la testa in quel momento gli stava girando più che mai e non avrebbe mai, mai e poi mai pensato che quei due stessero insieme. Certo, sicuramente erano amici, dopotutto li avevano trovati insieme, avevano detto loro di avere la stessa età e di fare la stessa facoltà, ma insomma, non erano certo indizi per una relazione stabile e duratura!
“Mi sono perso qualcosa”, ammise alla fine, mentre Sebastian sembrava aver perso del tutto l’uso della parola.
Ma la coppia non sembrava per niente imbarazzata, sorpresa o delusa, anzi: era quasi... confusa.
“Scusate”, fece Mark, guardando prima l’uno, poi l’altro, “Ma perchè fate quelle facce?”
“Oh tesoro, io l’ho capito”, Dylan si voltò verso di lui facendogli l’occhiolino, “Forse ci sono rimasti male perchè non pensavamo che stessimo insieme da due anni. Siete una coppia fresca, non è vero?”
Blaine strabuzzò gli occhi e per poco non si soffocò con la sua stessa saliva; in suo soccorso intervenne Sebastian, che con voce bassa e quasi atona mormorò un: “Come scusa?”
“Dai – scherzò Dylan, dandogli una leggera gomitata-  non fate i finti tonti. Siamo tutti grandi e vaccinati qui, no? Di certo non c’è bisogno di nascondere la verità e ammettere di aver fatto un bellissimo e soddisfacente scambio di coppie.”
Scambio di coppie.
“Scambio di coppie!?” Esclamarono i due coinquilini nello stesso momento, uno impallidito, l’altro, rosso fino alla punta dei capelli.
“Io e Sebastian non stiamo insieme!”
“Siamo coinquilini!”
“Ci conosciamo da tanto, e... siamo solo amici!”
“...Oh.”
Stavolta, finalmente, l’espressione sui volti dei due fidanzati fu quella giusta.
“Sul serio? Non si direbbe proprio. Solo amici?”
“Beh, questo cambia un po’ le cose.”
“Ma dopotutto, è stata una bella serata lo stesso, no? Speriamo di non avervi dato fastidio.”
Titubanti, fecero con la testa di no, perchè, insomma, non è che ci stessero capendo granchè: erano partiti che dovevano scaricare quei due, e adesso stava succedendo praticamente tutto l’opposto.
“Beh, allora togliamo il disturbo.”
“E’ stata una gran bella serata”, ripetè Mark, afferrando la sua giacca e stringendo la mano a Blaine, “Grazie mille, Blaine.”
Il ragazzo si lasciò stringere la mano senza avere nessun tipo di reazione, tranne un vago e distante: “Sì. Prego. Credo.”
 “Ci si becca Seb”, disse Dylan, e l’altro ragazzo annuì con un cenno della mano; stava ancora cercando di capire se era stato appena fottuto o meno, il chè era tutto dire, visto che aveva perfino fatto l’attivo.
Quando la dua coppia di ragazzi uscì dall’appartamento stringendosi per mano e conversando amabilmente, Blaine e Sebastian si sedettero di nuovo l’uno di fronte all’altro, allungando le braccia lungo il bancone freddo della cucina.
Restarono così, senza nemmeno parlare. Dopo tanto tempo Sebastian  alzò lo sguardo e Blaine fece subito lo stesso.
“Non dire niente”, lo intimò il primo, ma il secondo con un sussurro rispose: “Non era mia intenzione.”
“Bene.”
“...Bene.”
Blaine abbassò di nuovo gli occhi verso la tazza vuota, facendo appello con tutte le sue forze al suo povero cervello, di macinare quel poco che serviva per fare due più due e capire finalmente in quale assurda situazione si erano appena imbattuti. Quei due stavano insieme; quei due si erano scambiati il partner.
“Tu lo faresti mai?”
Sebastian cominciò a giocherellare con la punta del suo cucchiaio, mordendosi un labbro.
“Credo di no.”
“Nemmeno io. Insomma, che senso ha?”
“Non lo so, magari loro non sono tipi tanto gelosi.”
“Ma hanno fatto sesso con un’altra persona. A casa mia questo si chiama tradimento.”
“Non so che dirti Blaine,” mormorò Sebastian, quasi esausto da tutti quei pensieri troppo complicati, specialmente se fatti dopo una sbronza e del sesso abbastanza confusionario, “Anche a me darebbe fastidio da morire. Il mio ragazzo dev’essere solo mio.”
Oh.
S’immaginò Sebastian stringere contro il suo petto un eventuale fidanzato, che era stato appena rimorchiato da qualche tipo. S’immaginò il suo tono freddo e minaccioso che intimava di sparire dalla circolazione, e poi, subito dopo, quello arrabbiato contro il ragazzo: gli chiedeva che diavolo gli fosse preso, perchè era un idiota, e che doveva stargli appiccicato perchè era sin troppo bello e chiunque avrebbe voluto sbatterselo al muro. E lui, ovviamente, non lo avrebbe tollerato, perchè era solo suo.
Senza nemmeno accorgersene, Blaine si ritrovò nel bel mezzo di quella fantasia, immaginandosi di essere stretto al petto di Sebastian e con un sorrisetto divertito: adorava vedere il suo ragazzo geloso. Adorava vedere le sue gote infiammarsi quando si avvicinava lentamente per baciarlo, rassicurandolo che non c’era nessun tipo di problema, che non era interessato a nessun altro perchè l’unico uomo con cui voleva stare era Sebastian.
E tutto ciò che ottenne dopo fu il ricordo di una certa frase.
“Sul serio? Non si direbbe proprio. Solo amici?”
, rispose mentalmente, desiderando averlo fatto nel momento giusto.
Sì, solo amici. Per il momento.






***

Angolo di Fra

...In realtà non ho molto da dire. Ma quanto sono felice che vi piacciano queste OS????
*Sparge cuoricini per tutto lo schermo*
   
 
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