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Autore: Puffola_pigmea    05/09/2012    2 recensioni
Quando ti innamori della sorella del tuo migliore amico succedono tante cose in poco tempo. Prima è tutto rosa e fiori, ma dopo inizi a litigare con la tua ragazza, non puoi dire niente al tuo migliore amico perché è il fratello...un casino, ecco la verità. Ma non è mai detta l'ultima parola. (storia raccontata dal punto di vista di Harry. )
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Esattamente una settimana dopo il parto, Allison fu dimessa dall’ospedale.
I primi anni andarono a meraviglia, trovammo una casa nel centro del paesino di Radcliffe, una cittadina circondata dal verde che si trovava al centro tra Doncaster e Holmes Chapel, finalmente eravamo riusciti a trovare una soluzione sul dove abitare.
Le nostre madri all’inizio non erano molto felice della decisione, nessuna delle due voleva lasciare i nipotini. Mia madre aveva persino minacciato di venire con noi, ma io le dissi le tipiche parole che si usano in questi casi ‘’Mamma sono un uomo ora.’’ e così abbandonò l’idea di seguirci.
I bambini crescevano a vista d’occhio, Beth aveva i capelli ondulati e biondi, Peter era Louis in miniatura, fatta eccezione per i capelli ricci e scuri.
Erano i bambini più belli di tutta l’Inghilterra, avevano entrambi due enormi occhi chiari, a Peter erano verdi e a Beth azzurri-grigi, due paia di occhi che erano in grado di illuminare una stanza buia, in confronto la luce di un faro in mezzo al mare non era niente.
Il tempo volava, non volevo perdere niente,  neanche un secondo della loro infanzia.
Ogni volte che chiudevo gli occhi, vedevo Peter che faceva i suoi primi passi e Beth che diceva la sua prima parola, disse precisamente ‘’papà’’ e in quel momento mi sentii il ragazzo-padre più felice del mondo.
Ma a poco a poco, la mia idea di passare ogni minuto accanto alla mia famiglia iniziò a svanire, il lavoro aumentava, prima iniziai a stare via tutta la mattina, dopo tutto il giorno fino ad arrivare al punto di non stare a casa per settimane.
Ad Allison l’idea infastidiva, si arrabbiava quando veniva a sapere di un mio viaggio, cercava in tutti i modi di non farlo vedere, ma non era molto brava.
Facevo di tutto per stare il può possibile con loro, saltavo le riunioni e cercavo di andare nella sala di incisione il meno possibile, ma anche così recuperavo al massimo quattro ore.
Poi iniziò anche il nuovo tour in America per lanciare il nostro nuovo album ‘’Take Me Home’’ .
Era un lunedì pomeriggio, ero a casa, precisamente nella stanza dei bambini, quando Louis mi chiamò per informarmi.
Non sapevo cosa pensare, temevo soprattutto la reazione di Allison, ma ero certo che non sarebbe stata felice, infatti avevo ragione.
Stava pulendo la cucina, decisi di farla sedere e dirle la notizia di getto, lei scosse la testa e prima di alzarsi dalla sedia mi disse ‘’Sono anche tuoi figli, non posso crescerli da sola.’’
Quelle parole mi colpirono, ma non ci potevo fare niente, quello era il mio lavoro, la mia passione, non potevo mollare tutto, molte persone contavano su di me e sulla band.
Un mese dopo, presi l’aereo per New York con i ragazzi.
Andare a New York era come visitare un altro mondo, un mondo che non era il mio.
Il mio mondo era formato da pannolini sporchi, urla e pianti, e tutte quelle cose mi mancavano.
Ma l’avevo capito troppo tardi, avevo iniziato a prendere in considerazione l’idea di lasciare tutto e tornare a Radcliffe dalla mia famiglia all’incirca dopo tre settimane di tour; sentire le loro voci per telefono non faceva altro che peggiorare le cose.
E la situazione precipitò quando venni a sapere che Dave Days si era trasferito vicino Radcliffe e andava tutti i pomeriggi a trovare i bambini.
<<  Cosa?! >> dissi ad Allison quando mi informò della situazione.
<< Hai capito bene. >> mi disse lei fredda.
<< Allie, io non ti capisco, lo sai benissimo che è la persona che meno sopporto al mondo. >> le dissi.
<< Puoi odiarlo quanto vuoi, ma Dave mi sta aiutando veramente tanto con i bambini ed è sempre disponibile. >> mi rispose.
<< Ma… >> iniziai a dire ma venni bloccato dall’urlo di una flebile voce.
‘’ Mamma!’’ aveva urlato Beth dall’altra parte del telefono.
<< Devo andare. >> mi disse Allison.
<< Passamela un secondo. >> le dissi.
<< Pronto?! >> disse Beth appena prese il telefono in mano.
<< Pronto tesoro. >> dissi felice.
<< Chi è? >>  mi chiese lei.
<< Non mi riconosci?  >> le chiesi sorpreso.
<< No. >> mi disse lei sicura.
<< Sono papà. >> dissi.
<< Papà! >> urlò lei.
<< Ciao piccola. >> dissi felice.
<< Papà mi manchi. >> mi disse lei.
<< Anche tu amore. >> le risposi.
‘’Passamelo!’’ sentii dire da un’altra voce.
<< Beth, passami Peter. >> le dissi.
<< Ciao papà! >> mi salutò Peter.
<< Ciao scimmia. >> dissi allegro.
<< Dove sei? >> mi chiese lui curioso.
<< Sono in America. >>
<< Dalla vicina?! >> mi chiese lui.
<< Non da Amelia, in America. >> dissi ridendo.
<< Papà ora devo andare. >>  mi disse senza neanche darmi il tempo di salutarla.
Dopo aver chiuso il telefono, andai dritto da Paul, non ce la facevo più, dovevo tornare dalla mia famiglia.
Lui mi guardò, e mi fece un gesto con la mano, indicandomi la porta, in poche parole era un ‘’Si, vai pure.’’
Solo dopo aver fatto i bagagli e averli caricati su un taxi, diretto in aeroporto, informai i ragazzi della mia decisione.
Capirono tutti, non mi dissero niente, tranne ‘’ Non saremo i One Direction senza di te.’’
Dopo il volo di otto ore, arrivai a Londra e per andare a casa presi un taxi.
Il tempo sembrava non passe mai, non vedo l’ora di rivedere la mia famiglia.
Appena arrivato, scesi dal taxi, e aprii la porta d’ingresso molto velocemente.
Appena entrai in casa, mi ritrovai con due deboli bracci che mi circondavano il collo.
Presi Beth in braccio, seguita da Peter che arrivò qualche secondo dopo.
<< Annabeth! >> sentii urlare dall’altra stanza.
<< Dove sei finit… >> iniziò a dire Allison per poi bloccarsi.
Appena mi vide, mi corse incontro anche lei, io posai un secondo i bambini per terra e strinsi Allison tra le braccia per poi darle un lungo bacio.
<< Mamma, papà smettetela! >> ci disse Beth, tirandomi il bordo della camicia.
Iniziai a ridere e li ripresi in braccio.
<< Mi siete mancati. >> dissi felice.
<< Anche tu papà. >> mi disse Peter prima di abbracciarmi.
 
 
SPAZIO AUTRICE:

Salveee!!!
Ecco il capitolo!!
Vorrei dire una sola cosa!
I messaggi personali
che mi mandate sono troppo dolci! *w*
Mi fate sciogliere!!
E poi….
Vi volevo far vedere in oltre,
una foto della piccola Beth.
Se la riconoscete è perche è la bambina
della pubblicità della P&G.
Secondo me è troppo bella.
Non ci posso fare niente! u.u

 
 
http://arteesalute.blogosfere.it/2012/08/londra-2012-sogna-di-volare-alle-olimpiadi-ma-il-passaporto-e-giocattolo-bambino-cinese-bloccato.html
  
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