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Autore: SnowWhiteQueen    21/03/2007    6 recensioni
Pregò, quella notte, Draco Lucius Malfoy pregò.
Pregò per lui, per Hermione, per la fine di quella stupida guerra, per la fine di tutte le sofferenze.
Pregò lui, che non aveva mai creduto in nessun Dio, che non si era mai inginocchiato di sua volontà davanti a nessuno.
Pregò lui che un tempo credeva di essere un Dio.
Pregò lui che si faceva beffe degli altri credendosi superiore.
Pregò per la vita dell’umanità.
Pregò, in cuor suo, di vivere per avere il ricordo di lei. Della sua Mezzosangue.
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Londra, ore 20.30, casa Malfoy, 24 dicembre 2014

 

“Hermione! Ci sei?” chiamò a gran voce Ginny.

“Sì, arrivo! Aspetta un attimo, sistemo Jo e arrivo!” rispose una voce dalla camera da letto dell’appartamento.

Hermione Granger aveva una figlia, di quindici anni, che si chiamava Josephine. Tutti si chiedevano perché lei l’avesse chiamata così, ma in pochi lo sapevano veramente.

Molti pensavano che era un nome della famiglia di Hermione, altri dicevamo che era il secondo nome di Hermione, altri ancora dicevano che era il secondo nome di Narcissa, la madre di Draco Malfoy.

Inutile dire che tutti si sbagliavano di grosso, quel nome era solo una speranza per Hermione. Quando, all’età di 12 anni aveva letto uno dei romanzi babbani più conosciuti aveva deciso che sarebbe stato quello il nome di sua figlia, sempre se ce l’avesse avuta.

Quel romanzo è il romanzo che tutte le piccole donne avevano letto almeno una volta, quel romanzo che parlava di Meg, la più grande delle sorelle, di Beth la tranquilla, di Amy la vanitosa e di Josephine, Jo per tutti. E da lì Hermione aveva preso il nome della sua piccola, perché sperava che un giorno sua figlia sarebbe diventata forte, con degli ideali da portare, speranza non vana.

Jo era una ragazzetta di quindici anni tutti da vendere, aveva i capelli castano ramato della madre e gli occhi grigi del padre, era una strega ed era finita a Serpeverde.

Inutile dire che era una delle più belle ragazze di Hogwarts, se non la più bella. Aveva ereditato l’eleganza del padre e il carisma della madre, molti dei ragazzetti della sua età le andavano dietro, e lei non se li degnava nemmeno di uno sguardo, suscitando il malcontento di tutti.

Aveva due amici da cui non si separava mai: Johnathan Zabini e Michael Potter, John era Serpeverde fino alla nausea, Mickey invece era Grifondoro quanto l’altro era Slytherin, ma Jo sapeva che si volevano bene, tanto bene.

Quando andavano in giro per Hogwarts tutti li additavano e bisbigliavano due Serpeverde e un Grifondoro? Che cosa è successo, si è ribaltato il Mondo? Ma loro non se ne curavano, perché la scuola era cambiata, il Mondo era cambiato, ed anche se continuavano e sussistere le case non c’era più disprezzo. Inoltre nessuno osava dirlo apertamente, per paura di quello che poteva succedere: lei era Josephine Molly Malfoy, figlia di Draco Lucius Abraxas Malfoy prigioniero ad Azkaban da quando era nata Jo e sarebbe stato liberato fra un anno: 15 anni ad Azkaban, la pena per essere stato un Mangiamorte. Poi c’era Johnathan Zabini, figlio di Blaise Zabini, ex-mangiamorte, anch’esso pentito e spedito ad Azkaban con Draco Malfoy ed infine c’era Michael, figlio di Harry James Potter e di Ginevra Molly Weasley, e perciò rispettato da tutti. Si sapeva che Mike aveva un debole per Jo, tutti lo sapevano, ma com’è normale in questi casi, la diretta interessata non lo sospettava minimamente.

Erano talmente uniti che quel Natale lo avrebbero passato tutti a casa Malfoy.

Hermione invece era andata a lavorare come impiegata, era la segretaria del ministro della magia Remus Lupin, già proprio lui, che grazie a non so quale nozionista poteva dominare il suo piccolo problema peloso, come lo prendeva in giro Harry, che intanto era diventato auror e si era sposato con Ginny Weasley.

Ron invece era il portiere di una famosa squadra di Quidditch, ed era fidanzato con una sua compagna di squadra, ora che aveva completamente dimenticato Hermione.

Ma ritornando ad Hermione, lei era felice, aveva una vita, una figlia magnifica e degli amici invidiati da tutti, ma c’era qualcosa che le mancava, ed era l’amore. Dopo che avevano condannato Draco a quindici anni di prigione non aveva avuto un uomo, nemmeno uno, benché Ginny glieli faceva conoscere a raffica, lei rimaneva fedele al suo Draco. E chissà cosa faceva lui ad Azkaban, probabilmente nulla.

“Hermione! Ti sei persa per casa?” chiamò Ginny.

Da una stanza uscì Mike che corse ad abbracciare la madre.

“Mamma! Finalmente! Dovevamo andare a cena mezz’ora fa, ma Jo non è ancora pronta! Sempre la solita!” sbuffò, per poi tornare in Sala da Pranzo seguito da Ginny.

“Scacco matto!” esultò John, dopo aver vinto la partita.

“Ma se hai barato!” protestò Mike, “sei proprio un Serpeverde! Ma ora te la facci vedere io!” urlò gettandosi sopra l’amico ingaggiando una lotta amichevole.

In quel momento uscì dalla sua stanza Josephine con Hermione dietro.

Com’erano vestiti risaltava molto la loro somiglianza, Jo aveva una molto-mini-poco-gonna, come le chiamava Harry abbinata ad una maglietta nera e fuxia a righe, con delle calze identiche alla maglietta e delle ballerine nere senza tacco, giustamente, era ancora troppo piccola per i tacchi.

Hermione invece aveva un vestito sobrio ed elegante: un tubino nero senza spalline fino a metà coscia, delle calze velate e delle decolletè con un tacco chilometrico.

“Ma la smettete voi due! Siete sempre i soliti!” disse bonariamente Hermione.

Jo si sporse per dare due baci sulla guancia ai suoi migliori amici, dei quali Mike avvampò all’istante, invece John la abbracciò forte.

“Buon Natale, zia Ginny!” disse poi la ragazzetta alla cosiddetta “zia”.

“Dove andiamo a mangiare, Hermione?” chiese educatamente l’unico Serpeverde nella sala a parte Jo.

“Non lo so, Harry mi ha detto che era una sorpresa” rispose per lei Ginny.

“Ah, va bene” risposero in coro Mike e Jo.

Presi i cappotti, uscirono per strada e si smaterializzarono a Diagon Alley, come sotto indicazione del salvatore del mondo magico.

 

---

 

Londra, ore 20.40, Diagon Alley, 24 dicembre 2014

 

“Beh, ed ora?” chiese Jo piuttosto scettica. E non aveva tutti i torti, cosa aveva in mente quel grandissimo intelligentone di Harry?

“Non lo so, Jo, lo sai che lo zio Harry è stupido” gli disse Ginny.

“Hey! Il mio papà non è stupido!” protestò Mike.

“Se tu hai preso da lui, allora si può dedurre che è molto stupido…” disse John sarcastico e pungente.

“Ecco Mr. Simpatia! Ma perché è venuto pure lui?” si rivolse a Jo.

“Perché io gli voglio bene quanto voglio bene a te!” ripose Jo sorridente, dando un buffetto sulla guancia di Mike che arrossì all’istante, mentre invece John se la divertiva alla grande.

“Io credo che è meglio entrare, che ne dite?” domandò Hermione accennando al Ristorante che avevano davanti.

“Sì, andiamo!” esclamarono tutti all’unisono.

Quando entrarono furono mandati ad un tavolo apparecchiato per otto.

“Perché per otto? Noi siamo solo sei!” esclamò ragionevolmente Jo.

Ginny ed Hermione scossero la testa, perché nemmeno loro lo sapevano, aveva fatto tutto Harry.

Si sedettero e conversarono per vari minuti finché arrivò un Harry affannato, ma sorridente.

“Zio Harry, ti sei dimenticato i regali” fece notare la sua nipotina, ovvero Josephine.

Harry le sorrise raggiante, “Oh, no! Me li sono ricordati, ma è una sorpresa, la volete vedere subito?” chiese ben sapendo la curiosità di tutti.

“Sì!” infatti esclamarono in coro.

In quel momento entrarono due figure, ammantate in un mantello nero, quando arrivarono al tavolo di levarono il cappuccio.

Ad Hermione, Jo e John mancò il fiato.

Lì davanti a loro c’erano Draco Malfoy e Blaise Zabini.

Hermione corse da Draco e lo abbracciò stretto, per poi baciarlo dolcemente.

“Finalmente, finalmente sei tornato!” esclamò lei.

Lui non disse nulla, ma fece un sorriso che significava più di mille parole.

Intanto John aveva guardato suo padre scioccato, poi gli si era gettato addosso, lui lo aveva già visto il padre, perché ogni tanto lo andava a trovare ad Azkaban.

Quella più scioccata però, fu di certo Jo. Lei non aveva mai visto il padre, perché Hermione non voleva che si avvicinasse alla prigione, a cui erano stati rimessi di guardia i dissennatori.

Draco si staccò da Hermione e guardò gli occhi di Jo, tempesta nella tempesta, ghiaccio nel ghiaccio, due specchi. Negli occhi dell’uno si rispecchiavano quelli dell’altra.

A rompere quegli sguardi fu Jo che esclamò: “Papà!” e piangendo lo abbracciò forte.

“Eccomi, sono qui, piccola mia, Jo” la confortò lui.

A quell’abbraccio si aggiunse Hermione e sigillarono quel momento con una promessa.

“Papà, promettimi che non te ne andrai!” esclamò Jo.

“Non me ne andrò mai, vi amo, piccole mie” promise lui, e sorrise.

E quello fu il più bel regalo di Natale che ebbero mai ricevuto.

Quello in cui la bella e il Mangiamorte si rincontrano e con un sorriso siglarono il loro amore.

 

***

 

Spazio autrice: ed ecco qui la mia piccola fan fiction giunta la termine. Quando l’avevo scritta non avevo idea di continuarla, ma pensavo di lasciarla una one-shot. Ma con i vostri incoraggiamenti l’ho continuata ed ecco qui quello che è uscito.

Non ho potuto fare a meno del “… e vissero felici e contenti!”

Lo so che può sembrare troppo sdolcinato, ma proprio non ci riesco a far cose drammatiche, perché inizio col drammatico e vado a finire col romantico.

Tanto è sempre così.

 

Volevo ringraziare tutte le persone che hanno commentato e recensito (che ora non ho tempo di scrivere perché devo correre a fare l’aerosol), e anche un grosso grazie a tutti quelli che leggono.

 

With love

Julya

  
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