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Autore: Letterenascoste    05/09/2012    7 recensioni
"Ma se tredici volte buongiorno mi dirai, tu sgarbato non sarai. Un buongiorno mi dirai e una lumachina avrai"
"Non le dirò tredici volte buongiorno e non voglio quella stramaledettissima lumachina... cioè, voglio dire, lumaca cornuta"
"Se una lumaca non vorrai... tu da solo rimarrai"
Così Severus Piton ancora confuso da quel gioco di parole, guardò la nuova docente girargli le spalle e andarsene con il suo cestino pieno di lumache, mezza sporca di muco... un po' ovunque.
"Buongiorno!" le urlò da lontano.
"Un Buongiorno tu mi hai detto" gli urlò contro Johanna "Te ne mancano dodici, bel culetto!"
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Cuor di Burro.

Capitolo terzo:

"Interessante, davvero interessante" affermò Gazza estasiato di fronte ad un Neville Paciock in preda ad enormi brufoloni pieni di pus.

Albus Silente, Minerva McGranitt, Pomona Sprite, Madame Chips, Argus Gazza e Johanna Richardson erano tutti in infermeria.
Tutti con un'espressione leggermente schifata.
Tutti ammutoliti.
Tutti dubbiosi.
Tutti intorno a Neville Paciock.

"E' grave?" aveva chiesto il ragazzo più volte senza che avesse mai ricevuto risposta.

"Non sapevo che la pozione Scacciabrufoli facesse questo effetto" disse cauto Silente.

"Di certo" obiettò Johanna "Non ti aspetti che te li faccia venire."

"Paciock, tutto bene là sotto?" chiese un po' in ansia la McGranitt "Non riesco a vederti gli occhi, caro, ma sono sicura che quella fessura un po' sopra il mento sia la bocca"

"Meraviglioso, davvero meraviglioso" affermò Gazza.

"Credi di riuscire a fare qualcosa al riguardo, Johanna?" chiese Albus Silente non distogliendo l'attenzione da una Madama Chips che cercava maldestramente di schiacciare qualche brufolo.

"Cacca di topo" rispose Johanna "Mia nonna diceva sempre che sui brufoli va messa la cacca di topo"

"Come scusa?" chiese amareggiata la professoressa di Trasfigurazione.

"Certo, potrei anche realizzare una vera pozione Scacciabrufoli" propose Johanna "Ma penso che la cacca di topo sia un rimedio più naturale"

"Ottima idea, davvero ottima idea" sussurrava un estasiato Gazza.

Dopo molti altri ragionamenti, brufoli schiacciati, discussioni sui benefici della cacca di topo e qualche singolare attimo di felicità per Gazza, si convenne che Johanna avrebbe dovuto preparare la pozione scacciabrufoli.

"Va bene, ma sappiate che la nonna non ne sarebbe affatto d'accordo... "

Mettendo da parte il pensiero della vecchia nonna naturopata, Johanna si recò nella dispensa dell'aula di pozioni.

Ortiche secche: ci sono.
Zanne di serpente: ci sono.
Aculei di porcospino: presenti.
Lumache cornute: barattolo vuoto.

"Accidenti" bisbigliò Johanna.

Sapeva benissimo che avrebbe dovuto rivolgersi al Professor Piton, come lui stesso le aveva riferito poche settimane prima senza guardarla neanche per sbaglio.
Sapeva altrettanto bene che, però, in quel periodo dell'anno avrebbe trovato un bel bottino di lumache cornute proprio nelle vicinanze del Lago Nero.
Così Johanna si incamminò verso il Lago Nero sola soletta, assorta nei suoi pensieri, munita di cestino.

"Una lumachina si trova nel cestino e se il nonno viene si fa un bel panino" canticchiava Johanna mentre raccoglieva le lumache.

"Buon pomeriggio" si sentì dire alle spalle.

Johanna si voltò con molta calma, ancora canticchiando.
Ripose l'ultima lumaca presa nel cestino.
Si portò una mano, piena di quel viscido muco delle lumache, poco al di sopra gli occhi per coprirsi dai raggi di un sole calante.
Severus Piton le si parava di fronte: sguardo fisso, schiena dritta, piccola smorfia sulle labbra.
Johanna lo guardò per un istante e poi...

"Un'altra lumachina metto nel cestino così poi la nonnina si prepara una zuppina"

"Buon pomeriggio, ho detto" ribadì Severus Piton spazientito.

"Beh... Credo che lo dovrà dire altre tredici volte: una per ogni volta che non mi ha salutata in queste ultime due settimane" disse Johanna "Non che io me ne sia minimamente accorta, sia chiaro... Non me lo sono legato assolutamente al dito"

Severus Piton la guardò un po' perplesso.

"Silente mi ha riferito che si sta occupando di una pozione scacciabrufoli, così mi è tornato alla mente che, l'anno precedente, non avevo aggiornato le provviste."

"Se due lumachine prenderò una zuppina ed un panino mi farò"

"Avrei gradito" continuò Severus con un tono di voce maggiore "Che mi avesse avvisato, come le avevo espressamente chiesto quando le consegnai le chiavi della dispensa"

"Se tre lumachine prenderò, forse una te l'offrirò, ma se tu sgarbato sarai allora alla scopa ti attaccherai"

"Io non sono di certo sgarbato" asserì l'uomo con una nota di disappunto.

"Ma se tredici volte buongiorno mi dirai, tu sgarbato non sarai. Un buongiorno mi dirai e una lumachina avrai"

"Non le dirò tredici volte buongiorno e non voglio quella stramaledettissima lumachina... cioè, voglio dire, lumaca cornuta"

"Se una lumaca non vorrai... tu da solo rimarrai"

Così Severus Piton ancora confuso da quel gioco di parole, guardò la nuova docente girargli le spalle e andarsene con il suo cestino pieno di lumache, mezza sporca di muco... un po' ovunque.

"Buongiorno!" le urlò da lontano.

"Un Buongiorno tu mi hai detto" gli urlò contro Johanna "Te ne mancano dodici, bel culetto!"

Johanna continuò a camminare per recarsi al castello.

"Ecco" disse Johanna dopo un paio d'ore, in infermeria "Questo ti dovrebbe far ritornare come prima... Ne sei proprio sicuro? Così hai un certo alone di mistero"

"Per Godric!" affermò Minerva "Applicagli questa pozione e andiamo a dormire"

"Ahhh" mugugnò Gazza nel vedere di nuovo il volto di Paciock "Io avrei optato per la cacca di topo" disse poi facendo un occhiolino a Johanna.

Erano le undici di sera quando il dramma Paciock ebbe fine e i professori poterono tornare nelle proprie stanze.

Johanna rientrando notò che Tremor stava esaminando qualcosa sulla scrivania.
Era un grande barattolo pieno di lumache cornute.
Un biglietto vi era allegato:


Per la pozione più acuta
ecco a lei la lumaca cornuta.
Se un panino o una zuppina si farà
in infermeria, di sicuro, finirà.
Se domani la vedrò
un buongiorno le dirò,
ma se lei è perspicace
uno sguardo è più loquace.
Glielo chiedo a cantilena
non mi guardi il fondoschiena.

Infine in rima la saluto
ma io credo che lei abbia bisogno d'aiuto.


   
 
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