Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: zenzero    06/09/2012    1 recensioni
Alcuni capitoli del mio romanzo , Vincolo, nei quali però tutti i personaggi hanno cambiato nome e sesso!
"Milo è un ragazzo normale, come tanti. Ma a volte agli adolescenti accadono cose strane e lui, per caso, incontra Kirin e Sara, una principessa e una guerriera di un'altra dimensione. Le due, alte non più di sessanta centimetri, coinvolgono Milo in una storia rocambolesca nel loro mondo, tra stregoni, mostri, prove di iniziazione, nemici letali e incantesimi."
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Una pausa (continuando a viaggiare, Milo  scorge in lontananza un tempio. Vorrebbe passare la notte lì, ma Kirin non è d'accordo e i due cominciano a litigare. Sara alllora propone di far scegliere al fato, con il metodo del lancio della moneta. Kirin sceglie la testa e...)


La moneta usata era uno spicciolo di poco valore. Su di un lato era stampata l’immagine di un fiume, sull’altro una montagna innevata.
 - Non vale, - disse la Principessa, guidando il cavallo per la salita, - non sapevo avessi usato una moneta che non recava nemmeno una testa!
 - Scherzi del fato, - commentò la sua guardiana, superandola.
Milo era a vari metri davanti a loro, pimpante. Gli era sempre piaciuto aggirarsi nelle costruzioni antiche. E quell’antico tempio apparteneva addirittura ad un’altra civiltà.
 - Finalmente, un edificio! Non una stalla o una grotta o un cespuglio...  questo è un edificio VERO!
Il ragazzo non dovette nemmeno chinare la testa per entrare, poiché il portone d’ingresso era piuttosto ampio. Si chiese comunque perché una struttura simile fosse stata abbandonata. Mostrava segni di deterioramento, era vero, ma solo perché nessuno doveva averlo curato da tempo. Era composto da un grosso corpo centrale, e altri due piccole torrette ai lati, e i mattoni avevano un colore verde-acqua, dovuto ad un particolare materiale che Milo non conosceva. L’interno anche, presentava lo stesso colore. La luce filtrava da un’ enorme apertura circolare sulla sommità del tempio. Alle pareti figuravano grosse statue, forse di divinità, e ancora più grossa era nel centro esatto dell’edificio, esattamente sotto il foro.
Una figura aggraziata di donna, nell’atto della preghiera. Emanava una calma solenne. Milo si scoprì ad ammirarla.
 - E’ molto bella, vero? - disse Sara, interrompendo i suoi pensieri.
 - E’ stupenda... Ma questo posto... come mai non viene più utilizzato? Non mi sembra sia in pessimo stato.
Fu la Principessa a rispondergli. - Questo luogo è stato vittima di un sisma, qualche anno fa. Come noterai, non ha subito danni pesanti, a parte qualche crepa...  ma c’è un motivo che rende questo tempio poco frequentato.
Detto questo, lo condusse fuori. Fecero il giro dell’edificio, e Milo finalmente comprese il motivo. Nella facciata posteriore, proprio in cima alla collina, si presentava uno strapiombo, largo e molto profondo.
 - Sembra come se...
 - La collina fosse stata spezzata in due, vero? - lo interruppe la Principessa, - beh, secondo me è colpa del terreno, sin troppo franabile...  noterai che nelle vicinanze non ci sono molti alberi...
Lui annuì.
 - Eppure molti hanno creduto che questo fosse stato un avvertimento da parte del cielo,- proseguì la dama, -Inoltre, poiché alcune scosse si sono ripresentate durante l’esecuzioni di riti, questa credenza si è ulteriormente diffusa.Così hanno preferito recarsi da qualche altra parte.
 - Da come parli di queste cose, non sembri molto credente.
La ragazza scosse le spalle, lievemente infastidita. - Non lo sono, infatti...  La Divina Fanciulla non mi ha mai dato alcun aiuto.
 - La Divina Fanciulla?
Senza rispondergli, Kirin tornò nel tempio.

Ebbe ulteriori informazioni da Sara.
 - E’ l’essere superiore che ha creato tutto...  - spiegò la guerriera, - una divinità, incarnatasi in una giovane dalle grandi  dimensioni. Lei...
- Gli darai lezioni di religione in un’altra occasione. Siamo stati qui più del dovuto, ora andiamo, - concluse la Principessa.
Milo scosse la testa. - Dove pensi che andremo? Ormai è buio!
Sara era d’accordo. - Altezza, questo posto è sicuramente più riparato, e conoscendo bene i dintorni posso dire che non ne troveremo di simili facilmente. La cosa migliore è rimanere qui.
La Principessa indicò Milo -E’ colpa tua. Sei tu che ci hai trascinate qui. Sono disposta a rimanere. A patto che tu, Milo, faccia la guardia di fuori.
Il ragazzo la guardò stupito un secondo. - Cosa? Che c’entra questo, adesso?
 - Sara ha vegliato sui nostri sonni durante tutte le notti... Direi che ha fatto abbastanza, e non vorrei che si affaticasse ulteriormente. Quindi stanotte lo sostituirai.
 - Risparmiami la predica. Sei l’ultima persona al mondo che si preoccuperebbe della salute dei suoi subordinati.
Kirin strinse i pugni. - Hai ragione, - sibilò, e il tono si fece sempre più duro, - la verità è che non ti voglio più tra i piedi. Mi hai stancato, e sei solo di peso per il nostro viaggio.
Milo si accese. - E allora me ne vado fuori! Stupida riccastra viziata! In realtà se non avessi questa maledizione non esiterei un attimo ad abbandonarti!
 - Lo stesso vale per me. Da quando ti ho incontrato mi sono accadute solo disgrazie!
 - Sei l’ultima a dover dire così! - le urlò il ragazzo, e  abbandonando al pavimento il suo borsone uscì dal tempio.

Kirin rimase un istante interdetta, poi scagliò un calcio alla parete.
 - Come diavolo si permette, quello? - borbottò, rabbiosa.
Sara sospirò. - Con due caratteri simili come i vostri è difficile non litigare. Certo, Principessa, non dovreste litigare in modo così rozzo, e dopotutto quel ragazzo  non ha tutti i torti ad arrabbiarsi, considerando tutto quel che ha passato. Se fosse un po' più gentile...
 - Non ci penso proprio, - commentò la ragazza.
Improvvisamente, si udì uno schianto. Dal foro del soffitto cadde una corda, e da essa scivolarono giù due persone, che atterrarono poi con grande abilità sul pavimento.

Milo prese a calci la quercia accanto a lui. Aveva voglia di urlare ma si trattenne
“Da quando ti ho incontrato mi sono capitate solo disgrazie... Sei un peso per noi... !” Le parole della Principessa le rimbombavano ancora in testa.
“Non è che sia stato facile, per me, viaggiare con loro!” si disse ”Prima di parlare, dovrebbe riflettere un po’. Almeno, stando qui, non devo andare a scuola. Proprio una bella vacanza!”
Presa dai suoi pensieri, trasalì quando udì una voce che gridava. Era acuta e strillante, e invocava aiuto. Si chiese da dove provenisse; dopotutto non c’erano abitazioni nei paraggi. Seguendo gli strilli Milo ne riuscì a trovare il proprietario. Nella radura c’era un albero abbattuto e sotto di esso si dibatteva una bambina, intrappolata.
 - Aiuto! Non riesco a muovermi! Non respiro! - continuava a gridare.
Milo dimenticò la rabbia di prima. - Calma! Non avere paura, piccola, ci penso io! - esclamò, chinandosi. L’albero nonostante fosse possente aveva per lui le dimensioni di un grosso ramo, che scansò senza troppe difficoltà.
La bambina lo guardò senza mostrare alcun nervosismo nei suoi confronti.
 - Tutto a posto? - le chiese.
La bimba sorrise. - Certo. Ma non credevo che sarei davvero riuscita ad intrappolarti così facilmente.
Milo non capì a cosa si riferisse. Notò però che la ragazzina indossava una singolare divisa nera, e nonostante il volto fosse semi-nascosto da un cappuccio vide che il suo sorriso presentava un’insolita sfumatura maligna.
Accadde tutto troppo in fretta.
La sollevò un dito con un gesto solenne, e il tronco che l' aveva imprigionata prese a levitare.
 - Come è possibile?- farfugliò lui, ma poi si ricordò che dopotutto viaggiava con una Principessa che era capace di passare da una dimensione all’altra e guarire le ferite. Tutto grazie a...
 - Usi la magia? - chiese, anche se dopotutto conosceva la risposta.
 - Esattamente, - confermò la bimbetta, e muovendo il braccio gli spedì addosso il tronco a tutta velocità. Fu colpito allo stomaco.

I due sconosciuti atterrati sul pavimento con grande abilità. Kirin si accorse che una dei due la conoscevano già. Era la donna glaciale che l'aveva preso in ostaggio sul lago. L’altra figura era un ragazzo. Aveva lunghi capelli bruni, incredibilmente ricci, e indossava un abito ampio e privo di maniche, che sembrava essere composto da leggiadri veli neri. La donna li guardò allegramente.
 - Buonasera a voi. Ci si incontra di nuovo.
Il giovane al suo fianco ridacchiò. - Io vi sto incontrando solo in questa occasione, ma temo abbiate sbagliato nello scegliere un luogo così caratteristico come nascondiglio.
 - Certo, non è stata una mia idea, - ribatté Kirin, - ma credo che colui a cui è venuta verrà presto a picchiarvi.
 - Alludi forse a quell’enorme ragazzo? - domandò il riccioluto, e rise ancora, - in questo momento temo che sarà... per così dire...  occupato nel conoscere un nostro amico. Nel frattempo, Principessa, vi sarei grato se ci seguiste.
Completò la frase con un inchino di scherno.
 - Finalmente qualcuno che si comporta gentilmente con una nobile del mio rango. La sua compagna non è stata altrettanto cortese ,- commentò la Principessa.
La donna dall’uniforme nera finse un’aria dispiaciuta. - Non avrei dovuto agire con tale ardore, perdonate la mia scortesia, Altezza. Ma se avrete la compiacenza di seguirci senza altri indugi vi prometto che non causeremo più dolore a nessuno.
Kirin stava per ribattere ma Sara aveva già estratto la spada e si era messo davanti a lei. - Mi spiace, gentili signori, ma sua Altezza non è incline ad accettare la vostra proposta.
 - Allora, insisteremo, - disse la donna, e pose le mani sul pavimento scintillante...  che scintillò ancora di più, poiché si ricoprì di uno strato di ghiaccio.
Da esso uscirono delle stalattiti piuttosto appuntite, e si creavano vicino a loro, pronti  a colpirle, ma Sara fu più lesta e con una spinta portò sé stessa e la Principessa fuori dalla traiettoria. - Altezza, andatevene, - le intimò la guardiana, rialzandosi.
 - Come osi, darmi un ordine diretto? - chiese la Principessa.
La guardiana sbuffò. Kirin riusciva ad essere estremamente irritante anche in situazioni pericolose come quella.
 - Allora, fingete che sia...  un caloroso suggerimento, - riprese la guardaspalle, bloccando  nello stesso momento quello che sembrava un grosso proiettile di ghiaccio.
 - Va bene, un suggerimento è più che accettabile, - disse la ragazza, - e credo proprio che lo seguirò...
Detto  questo accorse velocemente in direzione dell’uscita.
 - Dove credete di andare? – urlò il ragazzo, inseguendola.
Sara strinse forte la spada, preparandosi a combattere.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: zenzero