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Autore: _joy    06/09/2012    3 recensioni
Mika è una strega, frequenta Hogwarts, è in Serpeverde, è una Black. Le parole che la definiscono potrebbero essere: stirpe, orgoglio, purezza di sangue, amicizia, lealtà. Una principessa del mondo magico che sa benissimo di esserlo. Almeno finché le sue certezze non subiscono una brusca scossa in un pomeriggio di sole, quando incontra un ragazzo bello e affascinante ma, ahinoi, babbano: Ben Barnes
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Di magia e di babbani'
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Resto immobile, muta, a fissare mio zio.
 
Mi sembra di essere un insetto imprigionato nella tela del ragno, mentre lo guarda avvicinarsi e non riesce a muoversi di un millimetro. E si sente impotente.
 
A parte che gli insetti fanno schifo ed è un paragone assolutamente non adatto a me.
 
Comunque.
Sirius Black mi sta fissando da quando Silente è uscito chiudendo la porta e ci ha lasciati soli.
Il Preside mi ha lasciata sola con un pazzo assassino processato e rinchiuso ad Azkaban.
Mio Dio.
Silente deve essere impazzito, veramente.
Ha ragione Caramell.
Per forza.
Com’è possibile che sia in combutta con mio zio?
Un altro pensiero mi attraversa la mente.
Silente…Silente avrà aiutato Sirius a evadere?
Ma perché?
Come?
Che poi, pensavamo tutti che fosse impossibile evadere da Azkaban.
Come ha fatto a non impazzire, rinchiuso là dentro per anni?
 
Che poi…siamo proprio sicuri che non sia pazzo?
 
Fisso quegli occhi allucinati e deglutisco.
 
Sirius Black – mio zio, mi sforzo di pensare – distoglie lo sguardo da me, bruscamente. Si guarda attorno e fa una smorfia nel vedere il ritratto ufficiale di famiglia. Un paio di parenti, dalla tela, gli fanno dei gestacci. Altri scuotono la testa.
Lui ribatte con un ghigno insolente.
«Ebbene sì, sono proprio io»
Lo osservo.
Non ha l’aspetto patito delle fotografie che ho visto quando è evaso e La Gazzetta del Profeta lo metteva in prima pagina ogni giorno.
Ha i capelli puliti e degli abiti ordinati, ma lo sguardo è allucinato. Quasi sofferente.
Quando lo riporta su di me, io arretro di un passo.
Lui ghigna, di nuovo.
«Paura di me, nipotina?»
Di riflesso, irrigidisco la schiena.
«Ti piacerebbe» ribatto, fingendo una spavalderia che proprio non ho, al momento.
Lui sembra capirlo e scoppia a ridere, divertito.
«Tutti uguali, noi Black, eh? Gelidi e alteri in ogni circostanza. E così tu non sei da meno. Bhè, buon sangue non mente, dicono»
Fa una smorfia amara.
Le sue dita sfiorano il carrillon sul mio cassettone.
«Me lo ricordo» sussurra «Era di mia madre»
Lo vedo aggrottare la fronte.
Possibile che…soffra?
Ma le sue parole successive sembrano escludere questa possibilità:
«E così, la vecchia megera aveva delle tenere attenzioni, almeno per qualcuno? O glielo hai rubato tu?»
Mi infiammo subito.
«Ma come ti permetti? »
Altro ghigno.
«Ah, capisco. Del resto, hai talmente tanti soldi da poterti comprare milioni di questi gingillini»
Solleva il coperchio e la musica tintinnante del carrillon riempie la stanza.
Per me ha il suono dell’infanzia.
E vedo anche i suoi occhi addolcirsi impercettibilmente.
«È un pezzo unico: l’avorio è cesellato dai Folletti» gli rispondo, sostenuta.
Lui annuisce.
«Non ho mai capito come un cerbero come mia madre potesse amare la musica. Ricordo che la faceva ascoltare a Regulus…con me non sprecava tempo»
Scorgo di nuovo l’amarezza nei suoi occhi e nella sua voce.
«Dovresti invitarmi a sedere, sai» dice all’improvviso, e ride della sua stessa battuta.
Invitarlo a sedere?
Preferirei farlo sparire.
 
E, di nuovo, lui sembra capirlo.
Si lascia cadere su un’ottomana ricoperta di velluto e allunga le gambe davanti a sé.
«E così, tu sei la nipote di cui Silente dice che dovrei essere fiero. Che strano. A me sembri la classica snob coperta d’oro e fiera di portare il cognome dei Black»
Un senso di fastidio si impadronisce di me.
Dovrei struggermi per Ben e per la mia stupidità, invece di preoccuparmi della maleducazione di questo tizio.
O potrebbe essere una buona idea preoccuparmi per la mia vita, al limite.
Di fare altro, non ho proprio voglia.
«Che cosa vuoi?» gli chiedo, sgarbata.
Lui arriccia le labbra.
«Silente mi ha parlato di te e del tuo piccolo segreto. Devo dire che sono sorpreso. Piacevolmente sorpreso. Una mia nipote purosangue che se la fa con un babbano? Ah, questa sì che è una notizia!»
Scoppia a ridere sguaiatamente e io, con orrore, sento gli occhi riempirsi di lacrime.
Ma vaffanculo.
 
Questo è evaso da Azkaban e venuto qui per prendermi per il culo?
 
«Sono contenta di avere la tua approvazione. Ora vattene»
Mi fissa, spavaldo, ma quando mi vede sconvolta la sua espressione strafottente si ammorbidisce.
«Ah. Non pensavo che Silente avesse ragione..ma quando mai non ha ragione?» dice tra sé.
«Riguardo a cosa?» chiedo, tremante.
«Riguardo a te e a quel babbano. Quello che è stato messo a conoscenza del nostro mondo. Quello che il Ministero ancora ignora. Bè, non ci credevo, prima di vedere la tua faccia»
Stringo i denti.
Odio mostrarmi debole.
Soprattutto davanti a lui.
«Perché sei qui?»
«Ottima domanda, mia cara. Non ti interessa conoscere il tuo famigerato zio rinchiuso ad Azkaban?»
«Sinceramente, no»
Lui ride ancora, ma stavolta sembra genuinamente divertito.
«Sai chi mi ricordi? Me stesso»
Io sgrano gli occhi.
«Ah, certo» mi fissa «Tu, come tutti, pensi che io sia un pluriomicida pazzo e pericoloso»
Io esito.
«Non lo sei?»
«Se ti dicessi di no? Ci crederesti?» sorride «Chi ci crederebbe?»
Un ricordo mi balena in mente come un lampo.
«Harry Potter ci crede» dico, piano.
Un fuoco si accende nei suoi occhi.
«Lo so. Harry ci crede da quando ci siamo incontrati e io l’ho convinto. Con i fatti. Non sono stato io a uccidere Peter Minus. Tu sei pronta a crederci, Mikayla?»
Io sbarro gli occhi.
Cosa?
Lui capisce il mio sconcerto.
«Ascolta, Harry è il mio figlioccio. E gli è stato detto che io avevo venduto i suoi genitori a Voldemort. Il mio migliore amico e sua moglie. Pensi che non avesse motivi per odiarmi? Pensi che si fidasse di me?»
Sono sconvolta.
Certo che non lo penso.
Però… ho visto la fiducia negli occhi di Harry.
Com’è possibile?
L’ho frequentato alle riunioni dell’ES ed ero assolutamente convinta che non fosse pazzo.
Sono  assolutamente convinta.
Ma…allora…allora?
Crollo a sedere sul letto, lo sguardo fisso sul volto di Sirius.
 
E lui inizia a raccontarmi una storia incredibile, a voce bassa, tesa.
Come se si stesse liberando di un veleno.
Mi parla della sua amicizia con James Potter, a scuola.
Mi parla della sua fuga da casa, da una famiglia oppressiva e austera, votata solo al consolidamento del proprio potere e del proprio prestigio.
Mi parla dell’Ordine della Fenice, il primo Ordine della Fenice.
Della guerra contro il Signore Oscuro.
Della morte di James e di sua moglie Lily.
Di Harry.
E di Peter Minus.
Peter Minus, che era a scuola con loro, che era loro amico. Che ha venduto i Potter a Voi-Sapete-Chi. Che è vivo, che ha solo finto di morire.
Mi parla di Azkaban e degli anni terribili della sua prigionia.
Mi parla della sua fuga, della ricerca di Minus, della caccia.
A Hogwarts.
Mi parla di Harry, che ha scoperto che era, che gli ha creduto, che ha visto Minus.
Vivo.
Che vuole bene a Sirius, che lo ha ritrovato.
Che sa che la seconda guerra magica è iniziata.
 
Quando mio zio smette di parlare, io sono ancora seduta. Immobile.
Mi sento la mente vuota.
È assurdo, considerando il numero di informazioni che ho appena recepito.
 
Lui mi osserva, in silenzio.
Poi si alza e, all’improvviso, scompare.
E, al suo posto, c’è un enorme cane nero.
Con i suoi occhi.
Che mi si avvicina, scodinzolando.
 
Rabbrividisco.
Ma che cosa..
 
Ma è inutile. Non riesco a pensare.
Una parte della mia mente è scollegata e riesce solo a pensare a Ben.
 
Forse mi aiuta a non uscire di qui urlando.
Sono appena venuta a conoscenza di segreti del mio mondo per cui delle persone, dei maghi, sono morti.
 
Concentrati, Mika.
Cazzo.
Pensa.
 
Ma tutto quello che riesco a fare è allungare, esitante, una mano verso il cagnone nero.
Quello scodinzola e, in un attimo, si ritrasforma.
Osservo mio zio, ora vicinissimo, torreggiare su di me.
«Queste rivelazioni comportano delle responsabilità» mi dice, piano «L’Ordine della Fenice è composto di soli maghi maggiorenni, ma secondo Silente – e anche secondo me – ci sono dei giovani che sono pronti a raccogliere la nostra eredità. Harry. I suoi amici, Ron e Hermione. E anche tu»
A quelle parole scatto in piedi.
Cosa?
COSA?


Prendere posizione con l’Ordine della Fenice?
Ma stiamo scherzando?
Ci rendiamo conto di cosa significherebbe?
Ma, di nuovo, Sirius sembra leggermi nel pensiero.
«Lo so che la tua famiglia si schiererà a favore di Voldemort…»
«Come lo sai?» lo interrompo, agitata «Non stiamo…esagerando? Insomma, il Signore Oscuro! E comunque, la purezza del sangue è un conto e essere Mangiamorte un altro….e poi sono – siamo – anche la tua famiglia!»
«No, io non ho più una famiglia. O meglio, Harry è la mia famiglia. E no, non stiamo esagerando. È tornato, Mikayla. Puoi decidere di fingere che non sia vero, e schierarti con la famiglia - perché sai che questa sarà la loro posizione - oppure puoi aprire gli occhi e riconoscere la verità. E seguirla, fino a dove ti porterà»
Mi tremano le labbra.
E lui, improvvisamente, si inginocchia davanti a me.
«Ascolta, avevo 16 anni quando sono scappato di casa. Non sopportavo più i miei genitori e la loro mania del sangue puro, la loro convinzione che chiamarsi Black ti rendesse di stirpe regale…io ero Sirius, prima che Sirius Black. Come tu sei Mikayla, prima di tutto il resto. E quella decisione ha condizionato la mia vita. E ha fatto di me quello che sono oggi, quello che ha combattuto e combatte Voldemort. Regulus è rimasto, ha accettato. Io no»
«Ma i tuoi genitori non erano Mangiamorte! E i miei non lo diventeranno!»
«Mika, da “prima i purosangue” a “prima i Mangiamorte” il passo è breve» dice lui, piano «E comunque, secondo te sapere e non fare nulla ti rende meno responsabile? Meno colpevole?»
Rabbrividisco.
Non voglio crederci.
Non sono pronta.
«Mika, ti sei innamorata di un babbano» dice ancora Sirius «Cosa dirai, quando ti spiegheranno che i maghi vengono prima?»
Al pensiero mi sento gelare.
Scoppio in lacrime, il viso affondato tra le mani.
«Non…voglio…crederci…» singhiozzo.
E mio zio, inaspettatamente, mi abbraccia.
Ed è un abbraccio forte, sicuro, saldo.
«Lo so, piccola» dice, dolcemente «Ma non è giusto mentirti. Sei adulta, ormai. Ricorda che chi non sarà onesto con te non ti permetterà di prendere le tue decisioni. E non sarai libera, finché non lo farai»
 
Non riesco a smettere di piangere.
Piango per la mia adolescenza, che sento scivolare alle mie spalle.
Piango per la mia vita che sta cambiando.
Piango per la paura per le persone che amo.
Piango perché non so se avrò il coraggio, nella vita, di essere come Sirius.
 
Perché gli credo.
Ho esitato con Silente.
Ma ora non ho dubbi.
Gli credo.
Sono sicura che dice la verità.
Dove questo mi porterà è tutto da vedere.
Ma ora so cosa devo fare.
 
Mi allontano da lui e mi asciugo gli occhi.
Mi fissa preoccupato.
«Stai bene?»
«Sì» tiro su con il naso «Scusa, ho un babbano da trovare»
 
 

   
 
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