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Autore: sykeslicious    06/09/2012    2 recensioni
L’infinito non esiste, nulla dura per sempre, ne le amicizie, gli amori, i fratelli, i genitori, la scuola.
Nulla, è solo un qualcosa che ti tranquillizza, finchè non capiamo che è tutta una grande balla.
Tranne noi.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A charlotte,
che mi ha continuato a spronare,
a continuare questo cammino,
avendo anche lei dei momenti di crisi.

 

CAPITOLO TRE.




 

*POV NIALL*


Uno strano rumore metallico raggiunse il timpano, e immediatamente sbarrai gli occhi,spaventato.

Quel suono continuava,e dopo qualche attimo di smarrimento, affinando il mio udito da persona sveglia da poco meno di venti secondi, spostai lo sguardo verso un angolo della stanza in cui mi trovavo, e lo vidi.

Un ragazzo girato di spalle, padroneggiava una corda allacciata a un chiodo piuttosto in alto,e lentamente abbassava le imposte, lasciando che il buio diventasse padrone di quella camera.

Non lo conoscevo,ne ero certo, quindi chiusi gli occhi di nuovo,facendo finta di dormire, aspettando che il ragazzo lasciasse la stanza,per capire dove mi trovavo.
Si avvicinò a me, e sentì il cuore perdere vari battiti, accompagnati del rumore, che pareva assordante, delle suola delle sue scarpe.

Era a pochi centimetri dal mio volto,potevo percepire il suo respiro affannoso che si scontrava contro il mio viso,come una spruzzata di rugiada.

Passarono minuti interi, lui non  accennava ad allontanarsi da me,e più volte l’idea che avesse intuito che ero sveglio, e che l’avevo visto, si fece largo nella mia mente,ma poi mi ricordavo che dovevo concentrarmi, e dare tutto me stesso per fare il finto addormentato,e quel pensiero spariva come un nuvola di pioggia passeggera.

Finalmente accennò dei passi,e senza che io aprissi gli occhi gli occhi,capì che se ne si era allontanato,fino a sparire.

Sbarrai le iridi celesti, e mi guardai più velocemente possibile attorno.
Ero in una camera da letto,avvolto da delle coperte celestino di un letto matrimoniale.
Non poteva essere una camera d’albergo,c’erano troppo oggetti personali, e in poco constatai che l’unica possibilità era che il ragazzo mi aveva portato in casa sua.

-Perché?- 

Solo questa parola si impossessò di me, e mi ributtai sul materasso,sbuffando.
Poco a poco il ricordo della sera prima si rifece vivo.

La pioggia che batteva sul mio volto; gli schizzi alzati dalle poche macchine che sfrecciavano a tutta velocità sulla strada; le fitte alla testa che avevo periodicamente, a cui ogni volta strizzavo gli occhi,cercando di non pensare,per non aggravare la situazione;  e poi il nulla.

Delle braccia mi sollevavano dal marciapiede freddo,congelato, e uno strano calore di un corpo vivo mi avvolse.
Istintivamente strinsi tra le mani il tessuto della maglia di quel corpo caldo,e mi lasciai andare.
Forse ero svenuto,o semplicemente addormentato,non ricordo.

Tutte le immagini che si susseguivano nella mia testa,come delle immagini di una proiezioni svanirono, e al loro posto ricomparve il ragazzo.
Una scarica di adrenalina mi ricoprì quasi subito.

Honey.

Era l’unica parola a cui riuscivo a pensare, l’unica,che guardandolo,mi veniva spontanea.

-Honey,honey,honey,hon..- venni interrotto da un rumore assordante.

Aveva fatto cadere il vassoio con la colazione, e i cocci della tazza di ceramica giallognola era sparsi per tutto il pavimento.
Aprì la bocca,come per dire qualcosa,ma le parole gli morirono nelle corde vocali, lasciandolo lì.

Decisi di aprire io il dialogo,lui non accennava movimento, e certamente non potevamo rimanere ore così, a guardarci.
Anche se dentro di me lo speravo,speravo da morire.

-Io sono Niall Horan..tu sei?-

Come risvegliato a secchi d’acqua da uno stato di trance,rispose.

-L-Liam Payne-

Mi raccontò di come,la sera prima,mi aveva trovato semi steso per strada,e colto da un attacco di compassione,mi aveva preso in braccio e portato a casa sua.
Le mie guance si imporporarono di un rosso vivo.

Mi lascio di nuovo solo,mentre lui era tornato di sotto a preparare la colazione che giaceva ancora versata vicino agli stipiti della porta.
Era come se il cervello,tutto a un tratto,aveva deciso di azzerare ricordi,parole,persino come si formulasse un semplice pensiero.
Rimasi a fissare la porta, sperando in un suo ritorno.

Poco dopo, a grandi falcate riattraversò la sanza,poggiandomi la colazione sulle gambe.
Osservai meglio i suoi occhi,e capì perché la prima parola pensata fu proprio Honey.
I suoi occhi erano magnetici,erano come un dolce.
Partivano da un marrone scuro,un marrone cioccolato,fino a diventare sempre più liquidi, e color miele.
Erano i migliori che avessi mai visto.

-Io,vengo dall’Irlanda, non so dove andare-

Solo dopo mi resi conto della constatazione uscita dalla mia bocca,e sbarrai gli occhi.
Insomma,non volevo dirlo davvero.
Era un modo per dire ‘posso rimanere?’.
Io non volevo rimanere. No?

-Puoi,puoi rimanere se vuoi- disse incerto.

Una voce dentro di me,vicino al cuore e ai polmoni urlò,urlò forte,ma riuscì a sopprimerla.

Fino a prova contraria non conoscevo questo ragazzo, poteva essere anche un maniaco.

Ma quella vocina continuava a urlare,si dannava per farsi sentire,sapeva.


                                                                                                                                    **


*POV LIAM*

L’avevo lasciato riflettere da solo.

Prima di prendere il vassoio con la tazza ormai vuota, e le briciole dei biscotti,gli avevo fatto vedere la camera degli ospiti,quella che,per ancora tempo indefinito,gli sarebbe appartenuta.

Dovevo solo aspettare,era molto confuso,di certo non poteva darmi una risposta subito.

In realtà non sapevo nemmeno da dove mi era uscita quella frase.
‘Puoi,puoi rimanere se vuoi’

Mi ero fidato ciecamente,senza pensare alle conseguenze,aggrappandomi con tutta la speranza,alle apparenze.

Mi poteva aver preso per pazzo,o per maniaco.
E poi non volevo farlo rimanere. Non lo conosco.

I miei pensieri furono interrotti dalla sua voce,con quello strano accento irlandese.
-Ehi..L-Liam,posso avere un po’ di acqua?-
-Certo,serviti da solo-


Gli angolo della sue sottili labbra color ciliegia si arcuarono ,e per la prima volta vidi il suo sorriso.
I suoi denti perfettamente dritti e di un bianco splendente,era decisamente a contrasto con le sue sottoli labbra rosee.

Una fitta allo stomaco,vicino al fianco destro.
Ricambiai e il sorriso,e dopo che si servì torno in camera mia.

 
                                                                                                                             **


Non uscì per tutto il resto della serata,nemmeno per cenare.

Ero abituato a stare solo,a mangiare solo,ma quella volta mi sentivo strano. Solo,ma in modo diverso,rispetto agli altri giorni.

Dopo aver pulito i piatti, salii in camera, e mi soffermai vicino alla sua porta.

Si intravedeva la luce fioca della lampadina del comodino, ma nessuno rumore,apparte il mio respiro affannato,si percepiva.
Avevo paura a entrare,paura di disturbarlo,quindi sgattaiolai direttamente in camera mia.


                                                                                                                                  **


Occhi ancora impastati dal sonno;voce roca; un fastidioso tintinnio nelle orecchie.

Qualcuno bussava.

Diedi una veloce occhiata all’orologio.

3:56.

Mi alzai,barcollando leggermente,attento a non inciampare nella mobilia, e scattai la maniglia, quando un corpo bollente si buttò su di me.

Delle braccia anche esse caldo si attagliarono intorno al mio collo,e il viso si nascose nell’attaccatura dei miei capelli biondicci.

Sbarrai gli occhi, e venni spinto sul letto.

Uno strano suono arrivò alle mie orecchie.
Singhiozzi?
Solo allora notai che la maglia da dietro,era bagnata. Di lacrime.

La luce filtrava fioca dal corridoio,non avevo bisogno di parole, di certezze, sapevo che era lui.
Era lo stesso calore che la sera prima avevo provato.
La stessa sensazione di benessere.
Niall.

Posai una mano sulla sua schiena,e la feci scorrere per tutta la sua lunghezza,tentando di calmare la situazione,mentre con l’altra li cingendo i fianchi.

Il suo corpo tremava,a ogni singhiozzo,come un bambino indifeso.

Mi alzai dal letto, e senza sciogliere la sua presa,ci sedemmo per terra,vicino alla parete.
Appoggiai la schiena contro il muro,e distesi le gambe,aspettando che si calmasse.

Gli accarezzai i capelli,per svariati minuti.
O più probabilmente ore.

Ero stremato anche io,non resistevo più,volevo semplicemente chiudere un po’ gli occhi e riposare,era la seconda notte che non dormivo.
Ma non l’avrei fatto,no,non l’avrei lasciato solo.

Avevo persino paura di respirare troppo forte,e spesso mi ritrovavo senza aria,e i polmoni mi bruciavano.

Il pianto era arrivato alla fine,e si sedette sulle mie gambe,sempre con la testa nascosta nell’incavo del mio collo.

Aveva il respiro affannato,come se avesse corso per ore,e ogni tanto il suo corpo riprendeva a tremare per dei singhiozzi rimasti.

Nessuna parola. Nessun suono. Solo un respiro leggero che mi solleticava la base del collo.

Si abbandonò sul mio corpo,stremato dal pianto,addormentandosi.
Un strano calore,diverso da quello provato prima,si impossessò del mio cuore.

Non smisi di accarezzare i suoi capelli,mentre il suo torace prendeva dei respiri finalmente regolari,ma lentamente mi addormentai anche io,con lui accucciolato sul mio corpo, con le braccia intorno alla vita, le gambe che mi circondavano,e seduto sulle mie cosce.
Di certo non era una posizione comoda,ma non mi sarei mossa di un millimetro.

Era tutto perfetto così.




You cast a spell on me,you hit me like the sky fell on me.





NOTE FINALI:
Scusate,perdonate l’enorme ritardo!

Il fatto è che mi scocciava scrivere,e sono felice di informarvi che questa è stata la prima delle mie ff che ho riniziato a scrivere,sentitevi onorati (?)

Comunque questo capitolo fa davvero schifo.

Ma davvero davvero davvero schifo.
Il fatto è che boh,ho una marea di idee,ma messe già al terzo capitolo sono banali,quindi aspetto i prossimi.

PROMETTO che dal prossimo ci sarà più movimento.

L’ultima scena però è molto jkbhdjksi,dolciosa.
AL PROSSIMO CAPITOLO!


P.S Dimenticavo,come al solito,devo ringraziare chi ha messo la storia in preferite,seguite e ricordate, e chi ha recensito,grazie ancora!
P.S.S L’altra volta un ragazzo ha indovinato la frase della canzone,ma questa volta è un po’ più difficile,anche perché ho apportato delle modifiche alla frase,quindi non mi aspetto che la indoviniate,ma se qualcuno ci riesce è un genio
.


#Daphne
  
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