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Autore: TheCristopher94    06/09/2012    5 recensioni
Ispirato dal gioco Prototype, ma segue un trama leggermente diversa e riadattata:
"La città era completamente in rovina, macchine distrutte sparpagliate da tutte le parti, cadaveri dappertutto, ma non solo. Anche un innaturale silenzio, in quella che una volta era la città che non dormiva mai.
Un ragazzo con dei jeans e una felpa con cappuccio, che celava il suo viso, si trovava su un grattacielo, mentre vedeva passare sotto di sé molte persone armate, che altro non facevano che cercare lui. Ma non l’avrebbero trovato mai! Lui era troppo furbo per loro."
Per scoprire come andrà a finire cominciate a leggerla. . .
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Naruto Uzumaki, Orochimaru, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Prototype Special Naruto -La serie-'
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Un amorevole conversazione

La Taka era già nel luogo in questione, che aspettava l’arrivo del biondo, di cui ancora non c’era traccia. Ino cominciava a perdere le speranze, e anche gli altri pensavano che il biondo non si sarebbe presentato, quando questi arrivò di soprassalto, facendo spaventare tutti. Era appena arrivato, ma aveva avuto dei problemi con Konohamaru, che voleva seguirlo, e così il biondo se l’era portato appresso. Infatti, tutti si erano accorti del piccolo che si reggeva sulle spalle del biondo, ma non chiesero niente, perché il biondo li precedette. -Lui è Konohamaru, mio figlio!- disse come se fosse naturale. A Jiraiya a momenti non partiva il cuore, come a tutti gli altri del resto, soprattutto a Ino, ma subito dopo il biondo aggiunse: – L’ho adottato dopo averlo salvato da un’orda di infetti!- sentendo questo, tutti si tranquillizzarono. –Ma adesso veniamo a noi! La bionda lì mi ha chiesto questo incontro, ancora non so perché ho accettato, perciò vedete di non farmi perdere tempo!- 
A Ino diede parecchio fastidio essere chiamata bionda e rispose subito: -Sentimi bene, Naruto, prova a chiamarmi bionda di nuovo e vedi cosa ti succede!- ma il biondo non apprezzò tale spavalderia della ragazza per nie, trasformando il suo braccio nella sua lama, per poi sollevarla e sfiorarle il viso.
-Sentimi bene, bionda!- mettendo in evidenza l’ultima parola, ripetendola forte e lentamente, –Se provi a rivolgerti a me così un’altra volta ti affetto come un salame!- 
Ino rimase interdetta, normalmente ne avrebbe dette di cotte e di crude, ma in questo caso dovette trattenersi. Non era abituata a vedere Naruto serio, che le parlava con un tono arrabbiato, le faceva timore. “Ah, se solo fosse in sé” pensò Ino. Voleva il suo vecchio Naruto, quel ragazzo dolce e gentile di cui si era innamorata, a cui stupidamente aveva chiesto di scegliere tra due delle cose più importanti nella sua vita, e triste non poté controbattere, ma Kakashi non poteva assistere a questo come se nulla fosse.
-Sentimi bene, Naruto, non puoi rivolgerti cosi a Ino. . .- non finì di parlare che il biondo subito gli ricordò: -Tu stai zitto, brutto idiota!- parlava con sguardo pieno di rimprovero, –Ti ricordo che ti devo ancora uccidere e se non l’ho fatto è solo perché voglio risposte!- Calò il silenzio. 
Konohamaru guardò Naruto, chiedendo: -Ma tu mi hai detto di chiamarti Prototype!- 
Il ragazzo, che ormai teneva in braccio il piccolo, abbassò lo sguardo. -Beh, ho scoperto da poco di chiamarmi Naruto Uzumaki, ma ho scelto di non usare questo nome perché non mi ricordo e sono abituato con Prototype!- disse rispondendo al piccolo.
-Come sai di chiamarti Uzumaki di cognome?- chiese Jiraiya. 
Ma il biondo prese il suo fascicolo, dicendo: -Quando mi sono introdotto alla base ho preso un mio fascicolo, ma qui ci sono scritti solo il mio nome, i miei parenti più stretti e gli studi che ho compiuto! Nulla di più!- rispose il ragazzo.
-Bene, prendi questo!- disse, lanciandogli la sua carta di identità. –E leggi! Questo è un documento che ti dice qual è il mio nome e vedrai che c’è una foto che lo dimostra!- 
Naruto guardò cosa vi era scritto e lo confrontò con uno che aveva letto nel fascicolo. Poi guardò la foto del documento e constatò che doveva essere un po’ vecchiotta, ma dovette arrendersi all’evidenza.
-Anche se tu sei un mio parente non significa niente. Io. . .io- Naruto iniziò a barcollare, tutti erano preoccupati finché non si mise al in piedi immobile, ed ebbe un flash.

New York 5 anni fa
Era insieme a Hidan, il quale gli chiedeva cosa facesse prima di iniziare il progetto con Orochimaru.
-Ero un soldato proprio come te!- disse ridendo il biondo. –Testardo, impulsivo e sempre in cerca di guai!- 
-Io non sono un testardo, impulsivo e sempre in cerca di guai!- 
Proprio in quel momento arrivarono Kakuzu e Deidara, che in coro dissero: -Sì, che lo sei!- 
Sai, Prof, mi è difficile credere che tu sia come Hidan! Comunque ho sentito dire che facevi parte della Taka, un reparto governativo molto importante capitanata dal vecchio Sarutobi- s’intromise Kakuzu.
-Il vecchio Sarutobi è andato in pensione quattro anni fa! Ora è capitanata da mio nonno Jiraiya!- Sapeva che Kakuzu voleva metterlo alla prova, per vedere se ciò che avesse detto fosse vero o meno, ma non appena sentì che il biondo era parente con il nuovo generale disse: -TU SEI IL NIPOTE DEL GENERALE JIRAYA?- chiese incredulo l’uomo, e Naruto annuì. –ALLORA PERCHÉ DIAVOLO TE NE SEI ANDATO? SARESTI POTUTO DIVENTARE UN UFFICIALE DI ALTO GRADO, CON L’AIUTO DI TUO NONNO, E ORA SARESTI IN QUALCHE ISOLA A NON FARE UN BENAMATO CAZZO!- disse Kakuzu sempre più scioccato.
-Ti sbagli! Mio nonno non ha mai fatto favoritismi! E durante l’addestramento con me è stato ancora più duro che con gli altri! Per il grado che avevo ho dovuto sputare sangue, ma in compenso mai nessuno ha detto che io ho avuto trattamenti di piacere!- Tutti i presenti rimasero sorpresi, specialmente dall’affermazione che il biondo fece dopo: –Anche se mio nonno è stato un tiranno con me, io gli voglio bene.-

Il Flash finì, e la figura di Jiraiya la vedeva con occhi leggermente diversi. 
Tsunade, durante il suo stato di blocco, si era avvicinato per vedere cosa fosse successo a Naruto, notando che il biondo era cosciente, ma era come immerso nei suoi pensieri. Ma poi il suo risveglio improvviso preoccupò la donna, come del resto preoccupò tutti, che gli chiesero cosa gli fosse successo.
-Stupidi ricordi! Mi causano sempre un’emicrania assurda!- 
-Aspetta, vuoi dire che ti sei ricordato di qualcosa?- 
-Mi sono ricordato di te!- disse il ragazzo indicando il generale. –Lurido bastardo! Mi hai fatto sgobbare come un matto per diventare maresciallo!- disse, assottigliando gli occhi e imbronciandosi come avrebbe fatto un bambino, ma ciò lo risvegliò. –Ma che diavolo mi succede?- pensò. Quel comportamento non era da lui, ma poi notò che tutti sembravano aver rivisto il vecchio ragazzo di un tempo.
-Allora basta vi decidete a parlare o no!- disse parecchio innervosito, lo si vedeva per via delle braccia che iniziavano a mutare.
-Beh, penso che dirti chi sei non ci sia bisogno, da quel fascicolo sai tutto! Tranne quello che hai fatto nella tua vita! Perciò penso che dovremmo iniziare col dire che tu sei sempre stato un ragazzo avventuroso, testardo, impulsivo e. . . – ma non concluse la frase che Naruto la continuò per lui: -E sempre in cerca di guai!- disse con un lieve sorriso. –Beh, a quanto pare è vero che voi mi conoscete!- disse il biondo interrompendoli. –Sentite, voi dovete andarvene da qui! Non è un posto sicuro!- s
-Ma lo stesso vale per te!- si preoccupò Sakura. 
Il biondo mostrò di nuovo le sue braccia mutate. -Non dire sciocchezze! Io sono in grado di difendermi, e poi non ho intenzione di andarmene da qua finché non avrò consumato la mia vendetta ammazzando tutti gli Akatsuki, e anche quel bastardo di Orochimaru! Pagherà per ciò che mi ha fatto!- disse, dando un pugno al muro con le sue braccia a martello. Poi, con una voce scura e furiosa, disse: –Io avrò la mia vendetta!- 
Nessuno poté credere a ciò che aveva sentito. Naruto non era il tipo bellicoso in cerca di vendetta, sentirlo parlare così faceva paura.
-Naruto, tu non sei così!- disse Ino. 
Il biondo si voltò e si mise il cappuccio in testa. Mise Konohamaru sulle spalle e prima di andare disse: -Beh, io non sono più Naruto Uzumaki, io sono Prototype! E il mio unico scopo in questa vita è la vendetta!- detto ciò, il biondo balzò via da lì con un salto inaudito e scomparve come sempre. Poi sentirono la sua voce rimbombare in quel luogo: –Se volete che io non vi uccida tutti, andatevene via! Oggi sono stato buono, ma la prossima volta tornerò a essere spietato! E vi ucciderò tutti! E il primo sarà l’argenteo che mi ha accoltellato!- 
Kakashi sussultò, ma subito dopo si riprese e guardò il suo generale. La decisione di andare o restare toccava a lui, e l’argenteo l’avrebbe rispettata qualunque essa fosse stata.
-Noi resteremo, dobbiamo riuscire a fargli tornare la memoria, e da ciò che notato si è già messa a lavoro. Forse se ricreassimo certe situazioni se le ricorderà da solo!- propose il generale. Tutti furono d’accordo, e in silenzio rientrarono alla base, senza dire niente agli Akatsuki. 

Intanto, il gruppo che era rimasto alla base era riuscito a recuperare il filmato del giorno in cui Naruto si era trasformato! Lì notarono, scoprirono, anzi no, convalidarono che la versione data da Orochimaru era falsa, ma non potevano dirglielo così. Erano numericamente inferiori, avrebbero dovuto aspettare. Nel frattempo aveva ordinato di rimettere il video al suo posto per evitare di insospettire qualcuno.

Nel frattempo, l’Akatsuki aveva appena mandato in perlustrazione Sasori, Deidara, Kisame e Kakuzu, con una bella scorta di soldati per raccogliere dei campioni di sangue di alcuni infetti alquanto strani, se confrontati con altri. Nello stesso tempo, Naruto aveva saputo di questa loro escursione, e posando Konohamaru nella sua dimora, difeso dal suo branco, corse subito dai quattro, che, accortisi di lui, ordinarono il fuoco. 
“Adesso mi divertirò!” Il biondo, lanciandosi verso i soldati, con le braccia trasformate ad artigli, schiacciò la testa di parecchi soldati. Poi ne prese uno e lo lanciò in aria, per poi saltare pure lui e tranciarlo a metà nello stesso istante in cui l’uomo toccò terra. 
I quattro, dopo aver preso il campione di sangue e ucciso i mutanti, presero il camion e lasciarono lì i loro compagni, fuggendo. Naruto, accortosi della loro fuga, trasformò il suo braccio in frusta e, iniziando a ruotare, mutilò tutti i soldati presenti e li lasciò lì ai mutanti, che stavano correndo verso la sua direzione, e che vedendo quei corpi a terra incominciarono a nutrirsi.
I quattro si credevano al sicuro, guardavano a destra e a sinistra, notando che non c’era nessuno.
-Ormai siamo salvi. . . Oh Kami!- A parlare era stato Kisame, che subito vide che Naruto si era lanciato da un palazzo bello alto, per cadere proprio sul cofano davanti delle macchina dei quattro, fermando così la corsa, per poi dire con un tono di scerno: -Ragazzi! Non è carino andarsene senza salutare, lo sapete?- 
Dopo aver detto ciò, si avvicinò allo sportello del camion e lo strappò con tutta la forza che aveva, ma già i quattro erano scesi dall’altra parte, prendendo le armi.
-Kisame, copri il fianco destro, Kakuzu quello sinistro, Deidara copri il tetto, io penso il sotto del veicolo.- Il rosso aveva dato disposizioni su come controllarsi, ma subito dopo fu il primo a scomparire. Sentirono gli spari da sotto il camion, ma non riuscirono ad aiutarlo, e videro il rosso scomparire da lì. 
Non appena si abbassarono per poter sparare, non videro più nessuno. Si guardarono preoccupati.
-Che diavolo facciamo adesso?- chiese preoccupato Deidara. 
Stava per parlare Kakazu, ma prima di riuscirci fu tirato da dietro l’angolo che prima stava controllando. 
I due rimasti corsero ad aiutarlo, ma di Kakuzu nessuna traccia. Ormai Deidara era preso dal panico, Kisame invece, anche se spaventato, non l’avrebbe mai fatto vedere. Se fosse morto, lo avrebbe fatto da temerario, ed era proprio così che voleva essere ricordato. 
I due si distanziarono dal camion. Deidara stava per chiedere a Kisame se avesse un piano, ma prima che potesse girarsi a chiedere, Kisame era sparito. Deidara ormai era solo, e con una fottuta paura del diavolo, fregandosene di ciò che da lì a poco gli sarebbe successo, iniziò a correre all’impazzata. Non appena girò l’angolo, si fermò, e si sentì toccare la spalla. 
“E giunta la fine anche per me!” pensò disperato, per girarsi a sparare di colpo all’impazzata, ma vi era il corpo sanguinate di Sasori, senza cervello. Lo riuscì a capire dalla mancanza della parte superiore del cranio.
Si sentì toccare la spalla di nuovo, stavolta si girò lentamente e vide anche Kakuzu nelle stesse condizioni del rosso, e poi di fronte a lui comparve anche Kisame. Ormai il povero soldato biondo era letteralmente spaventato, e da dietro doveva esserci il muro. Sentì un'altra mano, e stavolte vide il biondo che gli sussurrò all’orecchio: -Non ti farà male! Almeno credo. . . – Poi, a distanza di chilometri, tutti alla base riuscirono a udirono le urla di Deidara. Però ancora dentro al camion c’erano quei campioni, a cui Naruto non aveva fatto caso, e così tranquillo se ne andò. 
Grazie ai quattro riuscì a recuperare un bel po’ di memoria, tanto che un po’ si pentì di averli uccisi, ma tutti in quella base avrebbero dovuto pagare con la loro vita, per ciò che era diventato.

   
 
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