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Autore: Medea00    07/09/2012    11 recensioni
Scritta per la Seblaine Week, una raccolta che ha come filo conduttore Blaine e Sebastian come coinquilini.
Day 1: Dalton
Day 2: Family
Day 3: Kink
Day 4: AU/Crossover
Day 5: Occasions
Day 6: Angst
Day 7: Fluff
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Sebastian salì le scale a tre a tre per la fretta che aveva di tornare a casa. Il suo cuore batteva all’impazzata e il suo sorriso si estendeva da un orecchio all’altro, fremeva dalla voglia di andare a prendere Blaine e volare alla macchina. Era tutto pronto: lo champagne che stringeva saldamente in mano, la cravatta già allentata, pronta per essere sfilata da qualche ballerino mozzafiato, la giacca adatta all’occasione e le chiavi della macchina che saltellavano in una delle tasche.
Era il terzo anno che celebravano quel rituale, e quel rituale era una delle cose più sacre di Sebastian e Blaine: per via dello studio e delle spese non si potevano permettere tante serate ma il sette Settembre, come ricorrenza della loro firma per il contratto, come anniversario della loro convivenza, se ne andavano in qualche locale a luci rosse liberandosi di qualunque desiderio coltivato durante l’anno. Era divertente, perchè lo facevano insieme, si prendevano in giro a vicenda e si sceglievano gli uomini con cui andare; poi la mattina dopo si raccontavano tutte le loro strane imprese, perchè davvero, erano strane. Sebastian non riusciva ancora a credere al racconto di Blaine del loro primo anno: ad averlo saputo prima, ci sarebbe andato lui con quello spogliarellista.
“Oooo Blaineee?” Canticchiò quando era ancora sul pianerottolo, inserendo le chiavi nella toppa ed entrando nell’appartamento con una posa trionfale: braccia aperte, sorriso smagliante e champagne in mano.
“Dai dai che se arriviamo prima di mezzanotte si paga metà ingresso, lo sai! E poi forse riusciamo pure a ottenere una bevuta gratis se ci provi con il buttafuori. Con me non funziona perchè non so fare gli occhioni da cucciolo bastonato e- Blaine?”
Si fermò di scatto, il sorriso sul volto sparì completamente una volta notato che il suo coinquilino era ancora in tenuta da casa, e, inoltre, cosparso di farina.
“Ma che stai facendo?”
Blaine avvampò all’improvviso, sviò la testa di lato borbottando anche un “cretino” a denti stretti; ma no, non era riferito a Sebastian: ormai lo conosceva troppo bene per capire che quella era un’auto-offesa.
“Blaine?” Chiamò di nuovo, perchè non riusciva proprio a capire le sue intenzioni, l’altro ragazzo non sembrava tanto intenzionato a rivelargliele e in tutta risposta ottenne un: “Niente. Ci sono. Cioè, dammi dieci minuti e ci sono.”
Ovviamente, però, la sete di curiosità di Sebastian non era affatto sazia. Si avvicinò piano a lui, tenendo lo sguardo fermo sul suo volto piastricciato, mentre il suo cervello stava mentalmente facendo due più due cercando ogni tipo di spiegazione possibile.
“Che stavi facendo?” Domandò, cauto, ma ancora una volta, Blaine si allontanò brusco borbottando un: “Niente.”
“Mhm. Certo.”
Un attimo dopo, il suo sguardo sospettoso sviò verso la cucina, dalla quale proveniva un profumino piuttosto sospetto. Blaine in quel momento lo prese energicamente per un braccio, facendolo allontanare e continuando a esclamare: “Non è niente ti dico! Dai, andiamo, non facciamo tardi. Tu, tu aspettami fuori ok? Cinque minuti e arrivo.”
Sebastian fece finta di assecondarlo: si lasciò trascinare fino alla porta d’ingresso senza opporre resistenza, ma una volta ottenuta la distanza sufficiente che separava la cucina da Blaine, si divincolò dalla presa e corse verso quella stanza, con il coinquilino che cercò in tutti i modi di fermarlo, ma lui aveva le gambe più lunghe, era sempre arrivato prima nelle corse tra loro due. Si chiuse la porta della cucina alle spalle bloccandola a chiave, e Blaine si fermò ad una spanna dalla collisione; appoggiò la fronte sul legno, prendendo dei lunghi respiri e continuando a darsi dell’idiota mentalmente. Sebastian lo avrebbe preso in giro a vita, già lo sapeva; o peggio: sarebbe rimasto deluso. Perchè era il loro anniversario da coinquilini e avevano sempre festeggiato allo stesso modo, e che diavolo gli era saltato in mente!? Era un idiota, un vero idiota.
Questo pensò, fino a quando non sentì la porta risbloccarsi lentamente, e lui fece un passo indietro con il fiato sospeso, in attesa di vedere l’espressione di Sebastian. E la vide davvero, un attimo dopo: era un misto di confusione, rimorso, felicità e apprensione, mentre sorreggeva una torta con la pasta frolla e le fragole, stando bene attento a non farla cadere.
“...Cos’è questa?” Domandò, in tono più curioso che inquisitorio, il chè in realtà fece arrossire ancora di più Blaine perchè, oh, davvero non ci era arrivato da solo?
“E’ una torta”, balbettò.
“Ma và?”
Si morse un labbro, non sapendo più cosa dire; teneva lo sguardo fisso sulle scarpe e non aveva intenzione di risollevarlo molto presto.
“Pare a me o c’è scritto Seblaine qui?” La voce di Sebastian giunse alle sue orecchie come una freccia, “Che cos’è? Ti sei fatto un cane?”
“Siamo noi”, tagliò corto, parlando velocemente e a denti stretti: “Sebastian e Blaine. Seblaine. Al liceo ci divertivamo a fare la fusione dei nomi e poi i nostri nomi completi non entravano nella torta. Quindi Seblaine.”
“...Oh.” Disse alla fine Sebastian, dopo tanti, lunghi, interminabili secondi. Quella fu l’ultima goccia: Blaine rialzò la testa e prese la torta dalle sue mani, dandogli perfino una spallata per entrare in cucina e dirigersi verso il cestino.
“Sì.” Commentò, trafilato, “Lo so, è stupido. E’ stata un’idea stupida e adesso questa idea svanirà nella spazzatura, quindi tu aspettami fuori mentre mi preparo per uscire e-”
“Blaine.”
Il suo braccio fu bloccato proprio quando era quasi arrivato, costringendolo a voltarsi con forza, per affrontare gli occhi smeraldini e brillanti di Sebastian.
“Hai fatto una torta per il nostro anniversario?”
Era una domanda retorica, ovviamente; tuttavia, Blaine non riuscì a trattenersi dal sussurrare “sì”, sempre più imbarazzato, mentre le sue guance si tingevano di un caldo color porpora e le sue mani tremavano dall’emozione. Evidentemente Sebstian lo notò, perchè gli prese delicatamente la torta tra le mani, sfoggiò un sorriso quasi incantato e la rimise al posto sul tavolo, andando poi a sedersi su una sedia di fronte. E l’altro lo guardò senza battere ciglio: lo vide afferrare un coltello e un fazzoletto, prendere una fetta di torta tra le mani, divorarla in un solo morso e masticare quasi estasiato, perchè Blaine era sempre stato un asso a fare i dolci, lo sapeva bene, ma quella torta aveva messo insieme tutti i suoi ingredienti preferiti ed era quasi sicuro di amarla.
Restarono in silenzio per qualche minuto, intervallato soltanto da qualche mormorìo di apprezzamento di Sebastian, mentre il suo cuore si faceva sempre più leggero.
“Che fai, non mangi?”
Blaine esitò un secondo, prima di sedersi davanti a lui e alla torta, dall’altra parte del tavolo. Si concesse un minuto per ricomporsi e raccogliere mentalmente le idee: Sebastian non era arrabbiato; non era nemmeno deluso da quella sua strana trovata della torta, che faceva tanto fidanzati e tanto poco coinquilini. In realtà, si stava già prendendo il secondo pezzo e i suoi occhi erano dolci e gentili. Con l’animo un po’ più sereno, si apprestò a tagliarne un pezzo, ma il suo viso fu alzato dalle dita di Sebastian premute sotto al suo mento, costringendolo a guardarlo negli occhi.
Sebastian non disse niente; semplicemente, continuò a fissare lui, i suoi occhi chiari, le sue guance imbrattate di farina. Con molta attenzione avvicinò il pezzo di torta alle labbra, invitandolo gentilmente ad aprirle; Blaine sbattè per un attimo le palpebre, e poi ne mangiò un piccolo pezzo, deglutendo per il cibo, forse, o per la fitta allo stomaco ricevuta in quell’istante.
Era quasi sicuro che quel piccolo contatto se lo sarebbe sognato la notte, anche se non riusciva a capire in che modo.
Alla fine, lo vide avvicinarsi a lui per pulirgli affettuosamente un angolo della bocca, ampliando il suo sorriso, e facendo un piccolo cenno del capo mentre commentava: “Buona vero?”
“Abbastanza”, ammise, perchè in effetti quel mix tra crema pasta frolla e fragole era davvero delizioso.
L’altro ragazzo si allontanò leggermente, dandogli spazio per respirare mentre con fare orgoglioso diceva: “L’ha fatta il mio coinquilino. E’ per il nostro anniversario.”
“Detta così sembra che siamo sposati”, ridacchiò lui, ma Sebastian si strinse nelle spalle afferrando un altro pezzo di torta: “O fidanzati.”
Per un attimo, un breve, intenso attimo, i due si lanciarono un’occhiata eloquente.
Ma poi continuarono a mangiare, chiacchierando di tutte le cose che gli passavano per la mente, dimenticandosi perfino della loro serata trasgressiva in favore di un po’ di sana e piacevole intimità.
 



***


Angolo di Fra

Per chi sta seguendo Listz&Chopin e Il Giglio Blu: volevo aggiornare la prossima settimana, ma purtroppo domani parto, e tornerò con un pc in mano soltanto Sabato prossimo. Però vi prometto che scrivo a mano, tra treni e attese di tre ore (che so GIà ci saranno) così quando torno non vi faccio aspettare più di tanto.
Non so nemmeno come fare ad aggiornare le OS di domani e Domenica :( shame on me.
Ad ogni modo grazie per tutte le recensioni mi diverte troppo leggere i vostri scleri xD



   
 
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