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Autore: reby    07/09/2012    8 recensioni
Lei è Sora, studentessa di Letteratura che decide di trasferirsi ad Osaka e per questo si trova a condividere l'appartamento con un vecchio amico di famiglia.
Lui è Taichi, ad Osaka ci vive già da un anno e frequenta la facoltà di Scienze motorie.
Tra un nuovo gruppo di amici ed una città tutta nuova da vivere, per Sora comincia una nuova avventura: la convivenza.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Gli altri di cui Taichi parlava erano quattro ragazzi –compreso il biondo rubacuori ancora sul palco a strimpellare-, e una ragazza dall’aria annoiata in un elegante vestito sui toni del rosa cipria.
Quando ci avvicinammo sentii un leggero senso di nausea salirmi su per lo stomaco, dovuto al fatto che da lì a poco mi sarei dovuta presentare e dalla consapevolezza che spesso la prima impressione che fai alla gente è quella che manterranno per il resto della conoscenza futura.
Inspirai e stavo quasi per schioccarmi le dita di entrambe le mani quando notai che Taichi -mi precedeva di qualche passo-, aveva ancora la mia mano stretta dentro la sua in una presa ferrea.
Involontariamente sorrisi, abbassando il capo.
Quel ragazzo tentava di farmi sentire a mio agio a tutti i costi – o almeno così mi sembrò-. Non faticai a collegare quest’altro aspetto del carattere alla sua popolarità.
-Ragazzi miei,- esordì a gran voce una volta giunti di fronte a loro. Mi lasciò la mano per indicarmi con fare teatrale.- Vi presento la mia nuova coinquilina, Sora Takenouchi!-
Mi guardavano tutti con fare cordiale.
Con un piccolo, goffo inchino mi presentai e a turno loro fecero lo stesso.
Un ragazzo più basso degli altri di nome Izzy fu il primo: mi sorrise cordiale mentre mi stringeva la mano e m’invitava ad accomodarmi con loro.
Poi Joe, un tipo allampanato con dei grossi occhiali da vista sul naso mi chiese se avessi già preso da bere e alla mia risposta negativa si adoperò pratico per trovare un cameriere.
TK, o almeno così mi chiese di chiamarlo dopo essersi presentato con il nome Takeru, mi sembrava la copia in miniatura di quel Yamato sul palco. Aveva però un’aria completamente diversa da quella da bohemièn tormentato del chitarrista, infatti sfoggiava un enorme sorriso nella mia direzione e dopo essersi presentato continuò a chiacchierare con Izzy lasciandomi il tempo di riprendere fiato.
In tutto questo presentarsi durato si e no una manciata di minuti, l’unica che non aveva spiaccicato parola era proprio l’unica ragazza, seduta di fronte a me con un bicchiere tra le mani, impegnata a far roteare l’oliva all’interno con una cannuccia fluo.
Incrociai il suo sguardo e m’indicò una sedia vuota vicino a lei.
Un po’ perplessa voltai il capo nella direzione di Tai –non per un motivo particolare, forse fu puro istinto-, ma vedendolo impegnato in una discussione con Joe mi avvicinai.
Aveva le punte dei capelli tinte di rosa e le unghie curatissime in una fresca manicure.
In confronto, io sembravo l’ultimo dei maschiacci.
-Tai ci ha parlato di te- esordì, dimostrando un timbro di voce chiaro e un po’ più alto del normale.- Come hai fatto ad accettare la proposta di vivere con un ragazzo?Già immagino il bagno…- lasciò la frase in sospeso mimando un’espressione disgustata.
Le sorrisi.
Stranamente quelle sue poche battute avevano un po’ alleggerito l’imbarazzo iniziale dovuto alle sue occhiate silenziose.- Ci hai preso, sul bagno. Stamattina era in uno stato pietoso.-
Lei mi guardò con fare sornione.- Tipico. Speravo che almeno in vista del tuo arrivo avrebbe dato una ripulita, quel capellone!Il solito sprovveduto.-
Due pensieri mi frullarono in testa. Il primo, che effettivamente quello del bagno era il male minore in confronto alla teatrale apertura della porta d’ingresso; secondo, forse anche questa ragazza era una habitué di quella casa. Della camera di Taichi per la precisione.
-Fatto sta che ammiro il tuo coraggio, davvero- continuò lei.- Io ho espressamente chiesto ai miei di vivere da sola altrimenti sarei rimasta a casa mia.-
-Non sei di Osaka?-
-Sono nata a Tokyo in realtà, proprio come te, Tai, Matt e TK. Ma per esigenze lavorative di mio padre ci siamo trasferiti qui da che ne ho memoria. I miei abitano dall’altro lato della città rispetto alla zona universitaria, perciò mi hanno affittato un piccolo appartamentino a pochi isolati dalla facoltà.-
Decisamente la disponibilità economica non le manca, pensai facendo mente locale sui costi esorbitanti degli affitti.
Poi mi venne in mente un’altra domanda, forse la prima che avrei dovuto porgerle, ma nel mio campo visivo entrò la mano di Joe che mi tendeva un cocktail colorato.- Beh, sono andato sul sicuro visto che non conoscevo i tuoi gusti. Tai mi ha detto che ti piace il succo dalla pesca.-
Mi piace il succo alla pesca?E quando l’ha scoper..
Ah si, ricordai. Il brindisi improvvisato di quel pomeriggio. Evidentemente la mia foga di bere era stata scambiata solamente per avidità del gusto e non per temporeggiamento.
O forse era stato fatto apposta?
Accettai il cocktail con un sorriso e lo vidi tornare da Taichi poggiato al bancone poco distante, che alzò il suo bicchiere a mo di cin cin a distanza.
Lo imitai alzando le sopracciglia.
Aveva appena portato il suo bicchiere alle labbra quando alle sue spalle apparve lei, la ragazza asciugamano.
Lo abbracciò cingendogli le spalle e lui si voltò a guardarla. Lei era raggiante e stretta in un vestito che lasciava decisamente poco spazio all’immaginazione.
Distolsi lo sguardo sentendomi di troppo e trovai la ragazza in rosa scrutarmi.
Mi sembrava quasi lo stesso sguardo di Taichi quando mi aveva indicato Yamato.
-Yuuki, gallinella da quattro soldi senza il minimo gusto per l’abbigliamento. Non capisco perché la frequenti ancora- sbottò, ma sembrava più arrabbiata che triste.
Così senza che me ne rendessi conto le spiattellai l’incidente della mattina.
Lei mi guardò per un secondo con la bocca semiaperta e poi scoppiò a ridere tenendosi la pancia.
Gli altri seduti al nostro tavolo si voltarono a guardarci ed Izzy scosse il capo vedendo la sua amica sbellicarsi, con l’espressione di chi conosceva bene quegli scatti l’ilarità. Poi mi rivolse un’occhiata divertita.
-Che bell’accoglienza che hai avuto!Tai è proprio un’idiota a volte. Non ci fare caso Sora, ti ci abituerai al suo carattere imprevedibile.-
Mi chiamò per nome per la prima volta e qualcosa scattò in me- Ma non ti ho ancora chiesto come ti chiami!- esclamai tra l’imbarazzato e il comico.
Lei si aprì in un sorriso spontaneo e mi tese la mano. –Mimi Tachikawa!Sono contenta finalmente di non essere più l’unica ragazza della compagnia!-
L’avevo conquistata.
Non avevo la più pallida idea di come avessi fatto, ma dopo quell’affermazione cominciammo a chiacchierare, e alla nostra conversazione poco a poco si aggiunsero anche gli altri tre ragazzi.
Scoprii che Mimi ed Izzy erano di un anno più piccoli di me e Tai e che frequentavano il primo anno di Università: la prima iscritta alla facoltà di Moda- non me ne stupii affatto- e il secondo studiava Informatica.
-Credimi, non so chi sia più secchione tra lui e Joe!- esclamò divertita Mimi, beccandosi due occhiate risentite di rimando.
Ridacchiai.- E tu cosa studi?- domandai allora rivolta a Joe, ma la ragazza lo precedette.- Studia Medicina, lui!E’ già al terzo anno ed è in regola con tutti gli esami-, e poi finse di ficcarsi due dita in gola per vomitare.
-Lo dici come se fosse una cosa di cui vergognarsi!- osservò indignato il diretto interessato, aggiustandosi gli occhiali.
Mimi rispose con una linguaccia.
Mi stava già simpatica. Mi ricordava una mia cara amica di Odaiba, Asako, sempre molto spontanea. Sentivo che saremo andate d’accordo ed un’amica avrebbe decisamente reso migliore la mia permanenza.
TK, il biondo, invece era più piccolo di tutti noi e frequentava l’ultimo anno di liceo all’indirizzo scientifico.
Quelle ultime informazioni mi fecero tornare alla mente un’altra persona.- Kari!- esclamai di getto, colpendomi la fronte con una mano. Non l’avevo ancora chiamata.
TK mi osservò.- La sorella di Tai?-
Lo fissai di rimando un po’ sorpresa.- Si, la conosci?-
Lui annuì energico.- Certo, eravamo vicini di casa da bambini. E poi viene spesso a trovare Tai qui ad Osaka.-
Vicini di casa?Mimi mi aveva detto che anche lui e un altro ragazzo erano di Tokyo, ma non avevo immaginato che già si conoscessero.
-Quindi siete amici di vecchia data?- domandai, ma fui interrotta dall’arrivo di un sudato Yamato che circondò con un braccio le spalle di TK. Facendoci caso, la musica aggressiva delle chitarre era stata sostituita da un sottofondo di omogeneo pop rock.
-Ho una sete, scusa fratellino- esordì togliendo il cocktail dalle mani di TK e scolandoselo tutto ad un fiato.
Ecco svelato l’arcano. Quindi il Matt di cui aveva accennato Mimi altri non era che Yamato e fratello di TK.
-Finito di far sgolare quelle povere ragazzine sotto il palco?- chiese Izzy sornione.
Lui rispose con un’alzata di spalle. Poi mi notò, inchiodandomi al mio posto.
Effettivamente, forse anche merito dei suoi occhi chiari, aveva uno sguardo penetrante.
Non mi stupii affatto di quello che mi aveva detto Taichi.
Taichi…chissà che fine aveva fatto.
-Tu devi essere la nuova coinquilina di Tai- osservò,- io sono Matt-.
-Sora, piacere mio- risposi educata mentre lui mi stringeva la mano. Subito dopo annunciò che sarebbe andato a cambiarsi e che ci avrebbe raggiunto dopo.
-Ciao anche a te-, disse prima di sparire rivolto a Mimi che non si degnò nemmeno di guardare nella sua direzione.
-Idiota-, disse stizzita lei una volta che si fu allontanato.
-Avete litigato di nuovo- non era una domanda, ma un’affermazione quella di Izzy.
TK scosse il capo, sospirando.
-Maschi idioti!- sbottò Mimi, ma gli altri risero di gusto.
Ridacchiai anche io.
Sembrava una bambina di cinque anni alla quale hanno appena rubato il leccalecca.
In quel momento, se fosse stata una mia amica di vecchia data, l’avrei abbracciata di slancio.
Qualche minuto dopo sia Joe che TK annunciarono che sarebbero andati via, entrambi per via dell’orario della sveglia puntato pericolosamente presto.
Mi salutarono entrambi cordiali, facendomi promettere di non sparire.
Fui sincera quando risposi che non avevo intenzione di farlo.
Izzy, dopo aver individuato un suo collega di facoltà ci lasciò sole, dicendo di non voler fare da terzo incomodo alle nostre chiacchiere da femmine.
Nemmeno cinque minuti e qualche sbuffo di Mimi dopo, lo speaker della serata annunciò che era aperto il karaoke.
Mi raggelai.
Ero stonata come una campana.
A Mimi però non parve importare granché mentre mi trascinava sul palco.
-Dai andiamo, è la tua prima serata ad Osaka e tanto non ti conosce nessuno oltre noi!-
-Appunto!Così facendo sarete gli unici che forse oseranno ancora avvicinarsi a me!- urlai per farmi sentire ma lei ridendo e saltellando non mi prestò attenzione.
Una volta in fila per il nostro turno, mi chiese cosa preferivo cantare.
Sconsolata, le risposi che una canzone valeva l’altra a quel punto.
Così scelse una in voga quel momento, prima di chiedermi se la conoscessi o meno e al mio assenso batté le mani entusiasta.- Andremo d’accordo, già lo so!-
Il suo entusiasmo però era contagioso. Così, non so nemmeno spiegarmi come sia stato possibile, una volta sul palco mi lasciai andare.
Cantammo a squarciagola mentre molti ragazzi fischiavano a mo di apprezzamento e noi ci guardavamo divertite.
Tra la folla poi, abbastanza distante dal palco, intercettai lo sguardo di Taichi.
Mi fissava con un’espressione stranamente seria in volto. Poi, una volta accortosi del mio sguardo scoppiò a ridere e con una mano si sbracciava nella nostra direzione.
Imitai quel gesto, quando poi notai che Yuuki richiedeva la sua attenzione.
Scocciato – o almeno così mi sembrò-, si voltò dandoci le spalle.
Quando la canzone finì eravamo entrambe su di giri. Stavamo tornando al tavolo quando Mimi fu fermata da una ragazzetta bassa e mi disse di andare avanti.
Ritornai al nostro tavolo appartato e ordinai una birra. Avevo ancora un sorriso enorme in faccia quando notai Matt seduto due sedie più in là.
Il sorriso mi si spense quasi all’istante nonostante anche lui sembrasse divertito.
-Mimi è fatta così. Bella esibizione-.
Telegrafico.
Fu questo il primo aggettivo che mi venne in mente.
-Sembra una ragazza molto solare-, gli risposi mentre afferravo al volo la mia ordinazione.
Lui annuì.- Oh, lo è eccome-.
Alzai le spalle come per concordare e per la seconda volta intercettai Taichi, questa volta impegnato a salutare una Yuuki con già il cappotto addosso.
Non volevo assistere ad una scena idilliaca di saluto, quindi voltai il capo quasi indispettita.
Stavano insieme o erano solo…come dire..
Il pensiero mi morì in mente quando notai lo sguardo sornione di Matt e capii che non si era perso un secondo del mio teatrino personale.
Si portò la birra alle labbra e ne bevve un lungo sorso prima di parlare.
-Non stanno più insieme. Taichi è solo troppo impacciato e perché no, anche stupido a dirle una volta per tutte che hanno chiuso-.
Mi fermai un attimo ad osservarlo con la fronte aggrottata.- Ma io non te l’ho chiesto!- sbottai punta nel vivo.
Sperai che con quelle luci basse il calore diffuso sulle mie guance passasse inosservato.
Per la prima volta lo vidi sorridere divertito.- Non ad alta voce!-
Ero combattuta tra il ridere e il soffiare indispettita come un gatto.
Alla fine emisi uno sbuffo che era una via di mezzo.
Rimanemmo in silenzio, ma non era un silenzio imbarazzato. Capii che Matt era un ragazzo di poche parole ma incisivo.
O almeno incisivo era stato con me poco prima.
Quando tornò Mimi l’aria si fece abbastanza elettrica e per fortuna Taichi arrivò in quel momento a salvarmi.
Matt lo fulminò con lo sguardo e lui abbassava il capo mesto. Mimi non fu così discreta.
-Yuuki?Ma che diavolo ti dice la testa?Sempre se sia rimasta un po’ di materia grigia sotto quei capelli!- e gli tirò uno scappellotto non tanto leggero.
-Mimi!Ho capito, ho capito, ma non picchiarmi!- si lamentò lui coprendosi la testa con entrambe le braccia.
-E poi sei sparito per tutta la serata- continuò lei con la sua filippica,- con un’ospite qui con noi!- finì indicandomi.
Io alzai le mani tentando di calmarla.- Ma no, non c’è nessun problem…-
-Ok, hai ragione!Ma quella lì è peggio di una cozza!Oggi è venuta a casa e per provocarmi si è fatta anche la doccia da me e andava in giro solo con un asciugamano…-
Matt scoppiò a ridere all’improvviso ed effettivamente Tai era uno spasso.
Anche Mimi sembrò sciogliersi davanti a quel tono da cane bastonato che aveva assunto e infatti sbuffò ravviandosi i capelli.
E quindi non avevo interrotto niente quel pomeriggio?Di certo lui non si era fatto problemi ad andarsene in giro solo in mutande.
Mi guardò ed io gli sorrisi scuotendo il capo.
Solo allora Matt porse a Mimi quello che doveva essere il suo cappotto e senza una parola le indicò l’uscita.
Lei non disse niente ma afferrò il cappotto con uno strattone e si voltò nella mia direzione.- Noi andiamo. Domani ho lezione e il signorino qui deve essere in studio di registrazione alle otto. Ci scambiano i numeri? Così se sei libera magari domani pranziamo insieme-.
Dopo esserci scambiate i numeri e dopo un abbraccio stritolatore di Mimi ed un cenno del capo divertito di Matt, anche io e Tai ci avviammo verso l’uscita.
Eravamo stranamente silenziosi, ma a differenza del silenzio con Yamato, questo sembrava pieno di cose non dette.
Lui sembrava in difficoltà, ma sinceramente non capivo per cosa. Era imbarazzato per avermi lasciata in balia dei suoi amici?

Il viaggio in moto fu relativamente tranquillo, escludendo una brusca frenata per evitare di passare con il rosso e un sorpasso ad un passo dal suicidio.
Avevo deciso di non aggrapparmi a lui –un po’ per orgoglio, un po’ perché il clima era un po’ freddo in tutti i sensi-, ma dopo il sorpasso e il mio conseguente mini urlo era stato inevitabile.
Una volta in garage gli porsi il casco e lui abbozzò un sorriso.
-Si d’accordo, mi sono fatta sotto quando hai passato quel camion- ammisi alzando le mani e ridacchiò mentre chiudeva la porta grigia con doppia mandata.
-L’avevo intuito sai?Forse da come stringevi il mio cappott..ahia!-
Gli tirai un pizzico sul braccio, ero famosa per questa mia arma.
Lui si finse offeso mentre all’improvviso poi cambiò espressione ed abbassò lo sguardo.- Senti Sora, mi spiace di averti lasciata sola con agli stasera. Non avrei dovuto lo so, ma Yuuki a volte è davvero appiccicosa e…-
-Ehi,- lo richiamai toccandogli per qualche attimo il braccio in modo da fargli alzare gli occhi nei miei.- Non devi scusarti, questa è la tua vita ed io sono appena arrivata. Non eri in dovere di fare niente stasera- conclusi, con un tono di voce dolce che mi usciva solo con i miei amici.
-Davvero?- lo vidi spalancare gli occhi in modo innocente.
Sorrisi vedendolo così. Che ragazzo strano.
-Massì!E poi sono stata benissimo!- esclamai e lui sospirò.- Ho visto la vostra performance sul palco. Mimi non ti lascerà per un secondo, finalmente adesso ha trovato una ragazza nel nostro gruppo!-
Risi alle sue parole, in cuor mio contenta e speranzosa di aver trovato un’amica.
La casa era calda e per la seconda volta non mi stupii di trovarla accogliente.
Chissà se era stato Taichi a dipingere le pareti di quei colori.
Me lo stavo chiedendo tra me e me ed invece lo sentii rispondermi.
-Si sono stato io. Il padrone di casa doveva ridipingere e mi ha lasciato carta bianca sulla scelta dei colori, visto che i miei hanno intenzione di acquistarla un giorno e lui già lo sa-.
Lo fissai stupita.- Dici sul serio?Beh complimenti per la scelta allora, e mi riferisco soprattutto ai colori.-
-Ti piacciono i colori?- mi chiese mentre lo sentivo cambiarsi nella sua stanza.
Alzai un po’ la voce per farmi sentire, visto che avevo socchiuso la mia porta per fare altrettanto.- Si. Non so se lo ricordi ma mia madre dirige un’accademia di ikebana*. Sono cresciuta in mezzo ai fiori, quindi sento la necessità di avere colori intorno a me-.
M’infilai il pigiama- uno semplice composto da maglia e pantaloni lunghi a pois-, e quando uscii lo trovai poggiato alla parete davanti alla mia camera. Indossava una tshirt nera con un enorme pallone intento a sonnecchiare su un letto a forma di campo da calcio e dei pantaloni larghi appena sopra le ginocchia. I capelli erano in uno stato assurdo, ma non riuscii a non vederlo come…bello. Non di quella bellezza di Yamato che colpiva al primo impatto ma di una da scoprire poco alla volta.
Si picchiettava l’indice sul mento.- Mhh, si ricordo che casa tua era sempre anche molto profumata. Poi se non sbaglio tua madre regalava alla mia composizioni di ogni tipo e poi lei proibiva categoricamente a me e Kari di toccarle-.
Annuii immaginando la signora Kamiya dire una cosa del genere.
Alla fine avevo mandato un sms a Kari poco prima di salire in moto, promettendole una chiamata il giorno dopo.
-Andiamo a letto?-
Sarà stato il fatto di non essere abituata a sentire una frase del genere da un ragazzo in pigiama ma arrossii.
Fortunatamente mi dava le spalle quando lo disse. Si stava stiracchiando e vidi la maglietta nera che si piegava assecondando i movimenti delle sue braccia.
Rimasi un attimo incantata da quell’immagine fin quando lui non si voltò stropicciandosi gli occhi.
-S..si. Domani mattina dovrò svegliarmi presto per andare in segreteria- affermai.
Lui annuì, sbadigliando.- Se vuoi facciamo la strada insieme, anche io ho lezione presto.-
Ci accordammo così, e dopo esserci augurati la buonanotte scivolammo ognuno nelle proprie camere.
La mia prima notte in una nuova casa.
Chissà se sarei riuscita a dormire, di solito non ci riuscivo.
Ripensai alla serata e a tutte quelle persone nuove che, già lo sapevo o almeno lo speravo, sarebbero entrate a far parte della mia quotidianità.
Senza accorgermene sorrisi e poco dopo entrai nel mondo dei sogni guidata da un placido Morfeo.
















SPAZIO AUTRICE:

*ikebana=La traduzione letterale della parola Ikebana è "fiori viventi"[1], ma l'arte dei fiori può essere anche indicata come Kadō, cioè "via dei fiori", intendendo cammino di elevazione spirituale secondo i principi dello Zen. (fonte Wikipedia, cosi anche la notizia che la madre di Sora effettivamente sia a capo di una scuola del genere)

Rieccoci qui con un aggiornamento a tempo di record, almeno per i miei standard.
Probabilmente vi aspettavate qualcosa di più e non solo il racconto della serata che era appena iniziata e vi dirò che inizialmente il mio progetto era proprio quello.
Ma la storia vien scrivendo e quindi, sperando di non aver deluso nessuna aspettativa, ciò che avevo pensato d’inserire in questo capitolo lo troverete nel terzo.
Il prossimo aggiornamento temo non sarà rapido come questo, gli esami si avvicinano ed io non posso, ahimè, passare le mie giornate solamente a scrivere. Conto di pubblicarlo entro martedì della prossima settimana; poi chi lo sa, magari l’ispirazione bussa prima.
Ringrazio ancora una volta chi ha recensito lo scorso capitolo e vi aspetto a questo!
Buon weekend a tutti voi,
Sabrina

   
 
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