Gli altri di cui Taichi parlava erano quattro ragazzi –compreso il
biondo rubacuori ancora sul palco a strimpellare-, e una ragazza dall’aria
annoiata in un elegante vestito sui toni del rosa cipria.
Quando ci avvicinammo
sentii un leggero senso di nausea salirmi su per lo stomaco, dovuto al fatto
che da lì a poco mi sarei dovuta presentare e dalla consapevolezza che spesso
la prima impressione che fai alla gente è quella che manterranno per il resto
della conoscenza futura.
Inspirai e stavo quasi per schioccarmi
le dita di entrambe le mani quando notai che Taichi -mi precedeva di qualche
passo-, aveva ancora la mia mano stretta dentro la sua in una presa ferrea.
Involontariamente sorrisi,
abbassando il capo.
Quel ragazzo tentava di
farmi sentire a mio agio a tutti i costi – o almeno così mi sembrò-. Non
faticai a collegare quest’altro aspetto del carattere alla sua popolarità.
-Ragazzi miei,- esordì a
gran voce una volta giunti di fronte a loro. Mi lasciò la mano per indicarmi
con fare teatrale.- Vi presento la mia nuova coinquilina, Sora Takenouchi!-
Mi guardavano tutti con
fare cordiale.
Con un piccolo, goffo
inchino mi presentai e a turno loro fecero lo stesso.
Un ragazzo più basso degli
altri di nome Izzy fu il primo: mi sorrise cordiale mentre mi stringeva la mano
e m’invitava ad accomodarmi con loro.
Poi Joe, un tipo
allampanato con dei grossi occhiali da vista sul naso mi chiese se avessi già
preso da bere e alla mia risposta negativa si adoperò pratico per trovare un
cameriere.
TK, o almeno così mi chiese
di chiamarlo dopo essersi presentato con il nome Takeru, mi sembrava la copia
in miniatura di quel Yamato sul palco. Aveva però un’aria completamente diversa
da quella da bohemièn tormentato del chitarrista, infatti sfoggiava un enorme
sorriso nella mia direzione e dopo essersi presentato continuò a chiacchierare
con Izzy lasciandomi il tempo di riprendere fiato.
In tutto questo presentarsi
durato si e no una manciata di minuti, l’unica che non aveva spiaccicato parola
era proprio l’unica ragazza, seduta di fronte a me con un bicchiere tra le
mani, impegnata a far roteare l’oliva all’interno con una cannuccia fluo.
Incrociai il suo sguardo e
m’indicò una sedia vuota vicino a lei.
Un po’ perplessa voltai il
capo nella direzione di Tai –non per un motivo particolare, forse fu puro
istinto-, ma vedendolo impegnato in una discussione con Joe mi avvicinai.
Aveva le punte dei capelli
tinte di rosa e le unghie curatissime in una fresca manicure.
In confronto, io sembravo
l’ultimo dei maschiacci.
-Tai ci ha parlato di te-
esordì, dimostrando un timbro di voce chiaro e un po’ più alto del normale.-
Come hai fatto ad accettare la proposta di vivere con un ragazzo?Già immagino
il bagno…- lasciò la frase in sospeso mimando un’espressione disgustata.
Le sorrisi.
Stranamente quelle sue
poche battute avevano un po’ alleggerito l’imbarazzo iniziale dovuto alle sue
occhiate silenziose.- Ci hai preso, sul bagno. Stamattina era in uno stato
pietoso.-
Lei mi guardò con fare
sornione.- Tipico. Speravo che almeno in vista del tuo arrivo avrebbe dato una
ripulita, quel capellone!Il solito sprovveduto.-
Due pensieri mi frullarono
in testa. Il primo, che effettivamente quello del bagno era il male minore in
confronto alla teatrale apertura della porta d’ingresso; secondo, forse anche
questa ragazza era una habitué di quella casa. Della camera di Taichi per la
precisione.
-Fatto sta che ammiro il
tuo coraggio, davvero- continuò lei.- Io ho espressamente chiesto ai miei di
vivere da sola altrimenti sarei rimasta a casa mia.-
-Non sei di Osaka?-
-Sono nata a Tokyo in
realtà, proprio come te, Tai, Matt e TK. Ma per esigenze lavorative di mio
padre ci siamo trasferiti qui da che ne ho memoria. I miei abitano dall’altro
lato della città rispetto alla zona universitaria, perciò mi hanno affittato un
piccolo appartamentino a pochi isolati dalla facoltà.-
Decisamente la disponibilità economica non le manca, pensai facendo mente locale sui costi esorbitanti
degli affitti.
Poi mi venne in mente
un’altra domanda, forse la prima che avrei dovuto porgerle, ma nel mio campo
visivo entrò la mano di Joe che mi tendeva un cocktail colorato.- Beh, sono
andato sul sicuro visto che non conoscevo i tuoi gusti. Tai mi ha detto che ti
piace il succo dalla pesca.-
Mi piace il succo alla
pesca?E quando l’ha scoper..
Ah si, ricordai. Il
brindisi improvvisato di quel pomeriggio. Evidentemente la mia foga di bere era
stata scambiata solamente per avidità del gusto e non per temporeggiamento.
O forse era stato fatto
apposta?
Accettai il cocktail con un
sorriso e lo vidi tornare da Taichi poggiato al bancone poco distante, che alzò
il suo bicchiere a mo di cin cin a distanza.
Lo imitai alzando le
sopracciglia.
Aveva appena portato il suo
bicchiere alle labbra quando alle sue spalle apparve lei, la ragazza asciugamano.
Lo abbracciò cingendogli le
spalle e lui si voltò a guardarla. Lei era raggiante e stretta in un vestito
che lasciava decisamente poco spazio all’immaginazione.
Distolsi lo sguardo
sentendomi di troppo e trovai la ragazza in rosa scrutarmi.
Mi sembrava quasi lo stesso
sguardo di Taichi quando mi aveva indicato Yamato.
-Yuuki, gallinella da
quattro soldi senza il minimo gusto per l’abbigliamento. Non capisco perché la
frequenti ancora- sbottò, ma sembrava più arrabbiata che triste.
Così senza che me ne
rendessi conto le spiattellai l’incidente della mattina.
Lei mi guardò per un
secondo con la bocca semiaperta e poi scoppiò a ridere tenendosi la pancia.
Gli altri seduti al nostro
tavolo si voltarono a guardarci ed Izzy scosse il capo vedendo la sua amica
sbellicarsi, con l’espressione di chi conosceva bene quegli scatti l’ilarità.
Poi mi rivolse un’occhiata divertita.
-Che bell’accoglienza che
hai avuto!Tai è proprio un’idiota a volte. Non ci fare caso Sora, ti ci
abituerai al suo carattere imprevedibile.-
Mi chiamò per nome per la
prima volta e qualcosa scattò in me- Ma non ti ho ancora chiesto come ti
chiami!- esclamai tra l’imbarazzato e il comico.
Lei si aprì in un sorriso
spontaneo e mi tese la mano. –Mimi Tachikawa!Sono contenta finalmente di non
essere più l’unica ragazza della compagnia!-
L’avevo conquistata.
Non avevo la più pallida
idea di come avessi fatto, ma dopo quell’affermazione cominciammo a
chiacchierare, e alla nostra conversazione poco a poco si aggiunsero anche gli
altri tre ragazzi.
Scoprii che Mimi ed Izzy
erano di un anno più piccoli di me e Tai e che frequentavano il primo anno di
Università: la prima iscritta alla facoltà di Moda- non me ne stupii affatto- e
il secondo studiava Informatica.
-Credimi, non so chi sia
più secchione tra lui e Joe!- esclamò divertita Mimi, beccandosi due occhiate
risentite di rimando.
Ridacchiai.- E tu cosa
studi?- domandai allora rivolta a Joe, ma la ragazza lo precedette.- Studia
Medicina, lui!E’ già al terzo anno ed è in regola con tutti gli esami-, e poi
finse di ficcarsi due dita in gola per vomitare.
-Lo dici come se fosse una
cosa di cui vergognarsi!- osservò indignato il diretto interessato,
aggiustandosi gli occhiali.
Mimi rispose con una
linguaccia.
Mi stava già simpatica. Mi
ricordava una mia cara amica di Odaiba, Asako, sempre molto spontanea. Sentivo
che saremo andate d’accordo ed un’amica avrebbe decisamente reso migliore la
mia permanenza.
TK, il biondo, invece era
più piccolo di tutti noi e frequentava l’ultimo anno di liceo all’indirizzo
scientifico.
Quelle ultime informazioni
mi fecero tornare alla mente un’altra persona.- Kari!- esclamai di getto,
colpendomi la fronte con una mano. Non l’avevo ancora chiamata.
TK mi osservò.- La sorella
di Tai?-
Lo fissai di rimando un po’
sorpresa.- Si, la conosci?-
Lui annuì energico.- Certo,
eravamo vicini di casa da bambini. E poi viene spesso a trovare Tai qui ad
Osaka.-
Vicini di casa?Mimi mi
aveva detto che anche lui e un altro ragazzo erano di Tokyo, ma non avevo
immaginato che già si conoscessero.
-Quindi siete amici di
vecchia data?- domandai, ma fui interrotta dall’arrivo di un sudato Yamato che
circondò con un braccio le spalle di TK. Facendoci caso, la musica aggressiva
delle chitarre era stata sostituita da un sottofondo di omogeneo pop rock.
-Ho una sete, scusa
fratellino- esordì togliendo il cocktail dalle mani di TK e scolandoselo tutto
ad un fiato.
Ecco svelato l’arcano.
Quindi il Matt di cui aveva accennato Mimi altri non era che Yamato e fratello
di TK.
-Finito di far sgolare
quelle povere ragazzine sotto il palco?- chiese Izzy sornione.
Lui rispose con un’alzata
di spalle. Poi mi notò, inchiodandomi al mio posto.
Effettivamente, forse anche
merito dei suoi occhi chiari, aveva uno sguardo penetrante.
Non mi stupii affatto di
quello che mi aveva detto Taichi.
Taichi…chissà che fine
aveva fatto.
-Tu devi essere la nuova
coinquilina di Tai- osservò,- io sono Matt-.
-Sora, piacere mio- risposi
educata mentre lui mi stringeva la mano. Subito dopo annunciò che sarebbe
andato a cambiarsi e che ci avrebbe raggiunto dopo.
-Ciao anche a te-, disse
prima di sparire rivolto a Mimi che non si degnò nemmeno di guardare nella sua
direzione.
-Idiota-, disse stizzita
lei una volta che si fu allontanato.
-Avete litigato di nuovo-
non era una domanda, ma un’affermazione quella di Izzy.
TK scosse il capo,
sospirando.
-Maschi idioti!- sbottò
Mimi, ma gli altri risero di gusto.
Ridacchiai anche io.
Sembrava una bambina di
cinque anni alla quale hanno appena rubato il leccalecca.
In quel momento, se fosse
stata una mia amica di vecchia data, l’avrei abbracciata di slancio.
Qualche minuto dopo sia Joe
che TK annunciarono che sarebbero andati via, entrambi per via dell’orario
della sveglia puntato pericolosamente presto.
Mi salutarono entrambi
cordiali, facendomi promettere di non sparire.
Fui sincera quando risposi
che non avevo intenzione di farlo.
Izzy, dopo aver individuato
un suo collega di facoltà ci lasciò sole, dicendo di non voler fare da terzo
incomodo alle nostre chiacchiere da
femmine.
Nemmeno cinque minuti e
qualche sbuffo di Mimi dopo, lo speaker della serata annunciò che era aperto il
karaoke.
Mi raggelai.
Ero stonata come una
campana.
A Mimi però non parve
importare granché mentre mi trascinava sul palco.
-Dai andiamo, è la tua
prima serata ad Osaka e tanto non ti conosce nessuno oltre noi!-
-Appunto!Così facendo
sarete gli unici che forse oseranno ancora avvicinarsi a me!- urlai per farmi
sentire ma lei ridendo e saltellando non mi prestò attenzione.
Una volta in fila per il
nostro turno, mi chiese cosa preferivo cantare.
Sconsolata, le risposi che
una canzone valeva l’altra a quel punto.
Così scelse una in voga
quel momento, prima di chiedermi se la conoscessi o meno e al mio assenso batté
le mani entusiasta.- Andremo d’accordo, già lo so!-
Il suo entusiasmo però era
contagioso. Così, non so nemmeno spiegarmi come sia stato possibile, una volta
sul palco mi lasciai andare.
Cantammo a squarciagola
mentre molti ragazzi fischiavano a mo di apprezzamento e noi ci guardavamo
divertite.
Tra la folla poi,
abbastanza distante dal palco, intercettai lo sguardo di Taichi.
Mi fissava con
un’espressione stranamente seria in volto. Poi, una volta accortosi del mio
sguardo scoppiò a ridere e con una mano si sbracciava nella nostra direzione.
Imitai quel gesto, quando
poi notai che Yuuki richiedeva la sua attenzione.
Scocciato – o almeno così
mi sembrò-, si voltò dandoci le spalle.
Quando la canzone finì
eravamo entrambe su di giri. Stavamo tornando al tavolo quando Mimi fu fermata
da una ragazzetta bassa e mi disse di andare avanti.
Ritornai al nostro tavolo
appartato e ordinai una birra. Avevo ancora un sorriso enorme in faccia quando
notai Matt seduto due sedie più in là.
Il sorriso mi si spense
quasi all’istante nonostante anche lui sembrasse divertito.
-Mimi è fatta così. Bella
esibizione-.
Telegrafico.
Fu questo il primo
aggettivo che mi venne in mente.
-Sembra una ragazza molto
solare-, gli risposi mentre afferravo al volo la mia ordinazione.
Lui annuì.- Oh, lo è
eccome-.
Alzai le spalle come per
concordare e per la seconda volta intercettai Taichi, questa volta impegnato a
salutare una Yuuki con già il cappotto addosso.
Non volevo assistere ad una
scena idilliaca di saluto, quindi voltai il capo quasi indispettita.
Stavano insieme o erano
solo…come dire..
Il pensiero mi morì in
mente quando notai lo sguardo sornione di Matt e capii che non si era perso un
secondo del mio teatrino personale.
Si portò la birra alle
labbra e ne bevve un lungo sorso prima di parlare.
-Non stanno più insieme.
Taichi è solo troppo impacciato e perché no, anche stupido a dirle una volta
per tutte che hanno chiuso-.
Mi fermai un attimo ad
osservarlo con la fronte aggrottata.- Ma io non te l’ho chiesto!- sbottai punta
nel vivo.
Sperai che con quelle luci
basse il calore diffuso sulle mie guance passasse inosservato.
Per la prima volta lo vidi
sorridere divertito.- Non ad alta voce!-
Ero combattuta tra il
ridere e il soffiare indispettita come un gatto.
Alla fine emisi uno sbuffo
che era una via di mezzo.
Rimanemmo in silenzio, ma
non era un silenzio imbarazzato. Capii che Matt era un ragazzo di poche parole
ma incisivo.
O almeno incisivo era stato
con me poco prima.
Quando tornò Mimi l’aria si
fece abbastanza elettrica e per fortuna Taichi arrivò in quel momento a
salvarmi.
Matt lo fulminò con lo
sguardo e lui abbassava il capo mesto. Mimi non fu così discreta.
-Yuuki?Ma che diavolo ti
dice la testa?Sempre se sia rimasta un po’ di materia grigia sotto quei
capelli!- e gli tirò uno scappellotto non tanto leggero.
-Mimi!Ho capito, ho capito,
ma non picchiarmi!- si lamentò lui coprendosi la testa con entrambe le braccia.
-E poi sei sparito per
tutta la serata- continuò lei con la sua filippica,- con un’ospite qui con
noi!- finì indicandomi.
Io alzai le mani tentando
di calmarla.- Ma no, non c’è nessun problem…-
-Ok, hai ragione!Ma quella
lì è peggio di una cozza!Oggi è venuta a casa e per provocarmi si è fatta anche
la doccia da me e andava in giro solo con un asciugamano…-
Matt scoppiò a ridere
all’improvviso ed effettivamente Tai era uno spasso.
Anche Mimi sembrò
sciogliersi davanti a quel tono da cane bastonato che aveva assunto e infatti
sbuffò ravviandosi i capelli.
E quindi non avevo
interrotto niente quel pomeriggio?Di certo lui non si era fatto problemi ad
andarsene in giro solo in mutande.
Mi guardò ed io gli sorrisi
scuotendo il capo.
Solo allora Matt porse a
Mimi quello che doveva essere il suo cappotto e senza una parola le indicò
l’uscita.
Lei non disse niente ma
afferrò il cappotto con uno strattone e si voltò nella mia direzione.- Noi
andiamo. Domani ho lezione e il signorino qui deve essere in studio di
registrazione alle otto. Ci scambiano i numeri? Così se sei libera magari
domani pranziamo insieme-.
Dopo esserci scambiate i
numeri e dopo un abbraccio stritolatore di Mimi ed un cenno del capo divertito
di Matt, anche io e Tai ci avviammo verso l’uscita.
Eravamo stranamente
silenziosi, ma a differenza del silenzio con Yamato, questo sembrava pieno di
cose non dette.
Lui sembrava in difficoltà,
ma sinceramente non capivo per cosa. Era imbarazzato per avermi lasciata in
balia dei suoi amici?
Il viaggio in moto fu
relativamente tranquillo, escludendo una brusca frenata per evitare di passare
con il rosso e un sorpasso ad un passo dal suicidio.
Avevo deciso di non
aggrapparmi a lui –un po’ per orgoglio, un po’ perché il clima era un po’
freddo in tutti i sensi-, ma dopo il sorpasso e il mio conseguente mini urlo
era stato inevitabile.
Una volta in garage gli
porsi il casco e lui abbozzò un sorriso.
-Si d’accordo, mi sono
fatta sotto quando hai passato quel camion- ammisi alzando le mani e ridacchiò
mentre chiudeva la porta grigia con doppia mandata.
-L’avevo intuito sai?Forse
da come stringevi il mio cappott..ahia!-
Gli tirai un pizzico sul
braccio, ero famosa per questa mia arma.
Lui si finse offeso mentre
all’improvviso poi cambiò espressione ed abbassò lo sguardo.- Senti Sora, mi
spiace di averti lasciata sola con agli stasera. Non avrei dovuto lo so, ma
Yuuki a volte è davvero appiccicosa e…-
-Ehi,- lo richiamai
toccandogli per qualche attimo il braccio in modo da fargli alzare gli occhi
nei miei.- Non devi scusarti, questa è la tua vita ed io sono appena arrivata.
Non eri in dovere di fare niente stasera- conclusi, con un tono di voce dolce
che mi usciva solo con i miei amici.
-Davvero?- lo vidi
spalancare gli occhi in modo innocente.
Sorrisi vedendolo così. Che
ragazzo strano.
-Massì!E poi sono stata
benissimo!- esclamai e lui sospirò.- Ho visto la vostra performance sul palco.
Mimi non ti lascerà per un secondo, finalmente adesso ha trovato una ragazza
nel nostro gruppo!-
Risi alle sue parole, in
cuor mio contenta e speranzosa di aver trovato un’amica.
La casa era calda e per la
seconda volta non mi stupii di trovarla accogliente.
Chissà se era stato Taichi
a dipingere le pareti di quei colori.
Me lo stavo chiedendo tra
me e me ed invece lo sentii rispondermi.
-Si sono stato io. Il
padrone di casa doveva ridipingere e mi ha lasciato carta bianca sulla scelta
dei colori, visto che i miei hanno intenzione di acquistarla un giorno e lui già
lo sa-.
Lo fissai stupita.- Dici
sul serio?Beh complimenti per la scelta allora, e mi riferisco soprattutto ai
colori.-
-Ti piacciono i colori?- mi
chiese mentre lo sentivo cambiarsi nella sua stanza.
Alzai un po’ la voce per
farmi sentire, visto che avevo socchiuso la mia porta per fare altrettanto.-
Si. Non so se lo ricordi ma mia madre dirige un’accademia di ikebana*. Sono cresciuta in mezzo ai fiori,
quindi sento la necessità di avere colori intorno a me-.
M’infilai il pigiama- uno
semplice composto da maglia e pantaloni lunghi a pois-, e quando uscii lo
trovai poggiato alla parete davanti alla mia camera. Indossava una tshirt nera
con un enorme pallone intento a sonnecchiare su un letto a forma di campo da
calcio e dei pantaloni larghi appena sopra le ginocchia. I capelli erano in uno
stato assurdo, ma non riuscii a non vederlo come…bello. Non di quella bellezza di Yamato che colpiva al primo
impatto ma di una da scoprire poco alla volta.
Si picchiettava l’indice
sul mento.- Mhh, si ricordo che casa tua era sempre anche molto profumata. Poi
se non sbaglio tua madre regalava alla mia composizioni di ogni tipo e poi lei proibiva
categoricamente a me e Kari di toccarle-.
Annuii immaginando la
signora Kamiya dire una cosa del genere.
Alla fine avevo mandato un
sms a Kari poco prima di salire in moto, promettendole una chiamata il giorno
dopo.
-Andiamo a letto?-
Sarà stato il fatto di non
essere abituata a sentire una frase del genere da un ragazzo in pigiama ma
arrossii.
Fortunatamente mi dava le
spalle quando lo disse. Si stava stiracchiando e vidi la maglietta nera che si
piegava assecondando i movimenti delle sue braccia.
Rimasi un attimo incantata
da quell’immagine fin quando lui non si voltò stropicciandosi gli occhi.
-S..si. Domani mattina
dovrò svegliarmi presto per andare in segreteria- affermai.
Lui annuì, sbadigliando.-
Se vuoi facciamo la strada insieme, anche io ho lezione presto.-
Ci accordammo così, e dopo
esserci augurati la buonanotte scivolammo ognuno nelle proprie camere.
La mia prima notte in una
nuova casa.
Chissà se sarei riuscita a
dormire, di solito non ci riuscivo.
Ripensai alla serata e a
tutte quelle persone nuove che, già lo sapevo o almeno lo speravo, sarebbero
entrate a far parte della mia quotidianità.
Senza accorgermene sorrisi
e poco dopo entrai nel mondo dei sogni guidata da un placido Morfeo.
SPAZIO AUTRICE:
*ikebana=La traduzione letterale della
parola Ikebana è "fiori viventi"[1], ma l'arte dei fiori può essere
anche indicata come Kadō, cioè "via dei fiori", intendendo cammino di
elevazione spirituale secondo i principi dello Zen. (fonte Wikipedia, cosi
anche la notizia che la madre di Sora effettivamente sia a capo di una scuola
del genere)
Rieccoci qui con un
aggiornamento a tempo di record, almeno per i miei standard.
Probabilmente vi
aspettavate qualcosa di più e non solo il racconto della serata che era appena
iniziata e vi dirò che inizialmente il mio progetto era proprio quello.
Ma la storia vien scrivendo
e quindi, sperando di non aver deluso nessuna aspettativa, ciò che avevo
pensato d’inserire in questo capitolo lo troverete nel terzo.
Il prossimo aggiornamento
temo non sarà rapido come questo, gli esami si avvicinano ed io non posso,
ahimè, passare le mie giornate solamente a scrivere. Conto di pubblicarlo entro
martedì della prossima settimana; poi chi lo sa, magari l’ispirazione bussa
prima.
Ringrazio ancora una volta
chi ha recensito lo scorso capitolo e vi aspetto a questo!
Buon weekend a tutti voi,
Sabrina