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Autore: goldfish    24/03/2007    11 recensioni
Era passato qualche anno da quando lui le aveva spezzato il cuore, condannando ogni sua nuova relazione a finire inesorabilmente. Ma adesso, Hermione aveva deciso: era ufficialmente diventata uno schianto, e si salvi chi può. Peccato che il destino talvolta ami accanirsi contro le persone... E se si aggiungono scoperte scioccanti sul proprio migliore amico e l'ultima persona che avrebbe mai pensato di ritrovarsi come collega... niente è impossibile!
R/He post-Hogwarts, le mie preferite!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Pansy, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10. MISSION: IMPOSSIBLE!

(In cui i nostri eroi sperimentano sulla propria pelle come le cose che si desiderano bisogna sudarsele…)

…E Ron e Hermione si baciarono, come se non fossero realmente circondati da altre persone, come se tutto il resto perdesse di consistenza.

Ma diciamocela tutta, non era esattamente come se Ron e Hermione avessero ancora l’età per passare un pomeriggio a sbaciucchiarsi su una pista da pattinaggio. Certo, la situazione era molto romantica, il contesto quasi surreale e la dolcezza tra di loro sembrava essere tornata quella dei due adolescenti che non riuscivano a dichiararsi i sentimenti reciproci, ma non bisognava dimenticare che adolescenti non lo erano più da un pezzo; entrambi avevano le proprie esperienze alle spalle e, soprattutto, avevano ammesso come quello che li univa una volta non era mai andato perso, in quegli anni. Messo da parte, magari. Forzatamente ignorato e creduto finito. Ma c’era, e si stava facendo di nuovo sentire.

E la voglia di baciarsi aumentava ogni secondo di più, di pari passo con il desiderio frenetico di privarsi di quegli odiosi e superflui vestiti. Persino Hermione, che amava notoriamente andarci piano in fatto di sesso troppo frettoloso, aveva deciso di mandare al diavolo tutte le sue manie: tra di loro era differente, e lo desiderava troppo per permettere alla sua razionalità di sciupare tutto.

E poi lui è Ron, non uno qualunque conosciuto da qualche ora e di cui sono giusto al corrente dei gusti musicali.

Sapeva tutto di lui, e viceversa. Pregi e difetti. Atteggiamenti che la irritavano e altri che la facevano letteralmente sciogliere. Era consapevole di quanto fosse diverso da lei eppure, forse proprio per quello, così perfetto.

"Herm… ione…" mormorò tra un bacio sul collo e un morso ad un lobo della ragazza. "…E’ stato piuttosto sfacciato da parte tua smaterializzarci direttamente in camera tua…" e intanto si prodigò a slacciarle i primi bottoni della camicetta affondando il viso nella scollatura, ancora in piedi in mezzo alla stanza.

"Ti dispiace?" chiese con finta innocenza allontanandosi leggermente, quanto bastava a sfilargli il maglione.

Lui rise. "Affatto…"

I due sprofondarono sul materasso riempiendo la stanza silenziosa solo dei loro sospiri. Finché una voce femminile al di là del muro pronunciò una frase con un tono di circa un’ottava sopra la norma, seguita a ruota da un risolino ammiccante

"Questo da te non me l’aspettavo. È scorretto…"

I due ragazzi si fermarono un attimo, si guardarono e poi risero leggermente; apparentemente, anche Jennifer aveva di che divertirsi. Stavano per riprendere da questa interruzione quando vennero di nuovo disturbati.

"Sei un ragazzo molto cattivo…" - risolino convulso - "…e opportunista."

Ron si rialzò di nuovo dal corpo della ragazza. "Hermione, ma quanto cavolo sono sottili le pareti di casa tua?"

Lei strinse gli occhi, consapevole. "Parecchio. Però, visto che non abbiamo modo di schermarli dall’esterno…" rise di nuovo e lo attirò verso di sé per il colletto, "…dovremo ignorarli."

"Tenterò…" ammiccò Ron. E cercarono sul serio di ignorarli, ma non era affare da poco considerando che quei due non sembravano voler smettere di far risuonare in tutta la casa le loro voci decisamente squillanti; e se il buongiorno si vedeva dal mattino, chissà come sarebbe degenerata la cosa andando avanti con il piacevole ‘intrattenimento’.

"Su, Jen, non fare la difficile…" - duetto di risolini - "non sei credibile…"

"Uff… tutte le volte la stessa storia…"

Ron era un po’ deconcentrato. "Ma non senti una voce familiare?"

"E’ Jennifer."

"No, io dico lui…" spiegò.

"…Jen, lo sai che mi fai impazzire quando fai così, vero?!"

"Sei un maiale, signor Neville Paciock…"

I due scattarono sull’attenti, lanciandosi sguardi sconcertati. Il timido Neville che se la faceva con la vicina di casa mentalmente squilibrata di Hermione?! Quello era davvero troppo! I due si misero di nuovo a ridere e fecero per ricominciare da dove si erano interrotti, ma si rivelò più difficile del previsto. Ora la voce familiare aveva anche un volto, dando il via libera alla produzione di una specifica immagine mentale decisamente poco eccitante.

"Hermione" disse risoluto Ron, "secondo me Harry non è a casa."

Lei lo guardò seria. "Direi che vale la pena fare un tentativo."

E si smaterializzarono.

--- --- ---

Intanto, a casa Parkinson, due ragazzi battibeccavano da un periodo di tempo imprecisato.

"Botter, questo infuso dod serve a diente. Sei il solito idcapace" bofonchiò la ragazza inerme sul divano. Harry la guardava divertito e solo leggermente offeso: dopotutto era malata. Rise anche immaginando la faccia che avrebbe fatto tempo addietro, se qualcuno gli avesse detto che avrebbe presto passato un pomeriggio del genere con Pansy Parkinson.

"Beh, non è colpa mia se in casa non hai un cavolo per preparare una pozione antinfluenzale decente. Dovevo arrangiarmi!"

"Ba io dod mi abbalo mai…" spiegò con stizza Pansy. Poi lo scrutò un po’ da dietro la mano che si teneva poggiata sulla fronte. "Berò… ecco, devo abbettere che sei stado gentile. Inutile, ba gentile."

Lui inarcò un sopracciglio. "Lo prendo come un complimento?"

"Prendilo cobe ti pare, Botter!" disse spiccia la ragazza. Tra una cosa e l’altra, Harry si rese conto che si era quasi fatta l’ora di cena. Va bene lasciare soli i suoi amici, ma la casa era anche la sua.

"Se facciamo un salto da me te ne preparo uno decente, dovrei avere tutto il necessario. Sai, Ron si ammala un giorno sì e uno pure…"

Pansy non faticò a credergli, considerata la poco saggia abitudine del rosso di starsene a crogiolare in mutande nel bel mezzo dell’inverno. E fu così che, anche se non avrebbe mai voluto, il suo stato di malata incurabile ebbe il sopravvento sul suo orgoglio, costringendola a cedere.

--- --- ---

"Che belle le case vuote…" ammiccò Hermione afferrandolo per la nuca e facendo aderire il proprio corpo al suo.

"Meravigliose…" ne convenne Ron. In un lasso di tempo estremamente breve, i due erano di nuovo avvinghiati sul letto del ragazzo, che per sicurezza si era già privato del maglione facendo altrettanto con lei. E di nuovo le sbottonava con avida lentezza la camicetta, bottone dopo bottone, senza capacitarsi di come avesse fatto a stare tutto quel tempo senza di lei, senza carezzare quella pelle e fare il pieno del suo profumo. Ad accontentarsi di surrogati lontanissimi dall’originale.

Il groviglio di braccia e di gambe era sempre più aggrovigliato, il trasporto sempre maggiore e le zip dei pantaloni già abbassate, quando i due sentirono un rumore.

"Ron…" mormorò la voce un po’ strozzata della ragazza. "Hai sentito anche tu?"

"Cosa?" borbottò lui infossato sul suo collo.

"Mi è sembrato che bussassero…"

Lui le insinuò una mano sotto la schiena (la camicia era ormai spalancata, ahimé) alla ricerca della chiusura del reggiseno. "Non mi pare…" sussurrò ridacchiando. Insomma, tutta quella storia delle interruzioni stava prendendo una piega quantomeno ridicola!

"Rooooon?! Haaaarry? Non c’è nessuno? …Vabbè, meno male che Fred e George mi hanno detto la parola d’ordine."

I due si bloccarono. Adesso era tutto chiaro, orrendamente chiaro.

"MIA MADRE!"

"TUA MADRE!"

I due scattarono sull’attenti, urlando all’unisono il fatto che la Signora Weasley aveva avuto la brillante idea di piombare a casa del figlio senza preavviso. Panico. D’accordo che con tutta probabilità anche la buona Molly era tristemente consapevole che il suo bambino fosse cresciuto, ma farsi trovare in simile situazione… era troppo per chiunque!

"E adesso?!" disse sconcertato Ron, le cui orecchie sembravano sul punto di esplodere. Anche se pure le guance di Hermione non erano da meno.

"Calmati, Ron. Tu bloccala prima che le venga la malsana idea di riordinarti la stanza; io mi smaterializzo!"

"Non puoi farlo se non ti guido! Stupide precauzioni anti-intrusione di quell’Auror paranoico di Harry!"

"Allora… mi inventerò qualcosa!" mormorò Hermione, viola all’idea dell’essere colta in flagrante dalla Signora Weasley.

"Giuro che compio un gemellicidio…" biascicò sistemandosi i pantaloni, prima che la ragazza lo spingesse fuori dalla porta. La donna era già in cucina, probabilmente a lasciare ai ragazzi del cibo, per la gioia di Ron (che si sgridò da solo per essersi chiesto quale manicaretto gli avesse preparato, come se in quel momento non avesse altro a cui pensare). Entrò e si prodigò in un sorrisone a trentadue denti che faceva molto ‘cucciolotto della mamma’.

"Ciao, ma’."

"Oh, Ronnie, allora ci sei! Sono venuta a portarti questa crostata… da quando vivi da solo sei terribilmente deperito. Ma perché non mi hai aperto, tesoro?"

"Ehm… ero… nella doccia."

Lei corrugò la fronte. "Oh, capisco… però mettiti un maglione se non vuoi prenderti un accidenti, non si sta in mezze maniche a febbraio!" dopodichè si incamminò verso la porta della cucina così velocemente e alla sprovvista, che lui non poté fermarla in tempo. Appena ne fu uscita, si bloccò stupita.

"Hermione?!"

La ragazza, che cercava di uscire di casa con una certa nonchalance, congelò sul posto come se l’avessero appena pietrificata. Fece appello alla sua faccina da brava ragazza e compose i lineamenti del viso in un sorriso innocente.

"Salve, Signora Weasley."

"Cosa ci fai qua?"

"Io…"

La donna guardò alternativamente lei e il figlio, e alla fine la interruppe, saltando su come un allarme. "Non me lo dire. VI SIETE RIMESSI ASSIEME! MA E’ MERAVIGLIOSO!" urlò con le lacrime agli occhi. "Io lo dicevo che sarebbe successo…" poi si voltò verso il figlio. "Aspetta che lo dica a tuo padre! Sai, ha tante cose da chiederle…" quindi si rivolse di nuovo a Hermione "…eri la sua fonte di informazioni prediletta! Ma è splendido, cara, splendido. Io lo sapevo, siete fatti l’uno per l’altra! E lo sai che ti voglio bene come a una figlia… questa sì che è una bella noti…"

"Mamma…" tentennò Ron.

"Signora… Signora Weasley…" disse la ragazza, infossata in un abbraccio stritolatore.

"Chiamami Molly, tesoro…" disse amorevolmente. "Nell’attesa di chiamarmi mamma…"

"MAMMA!" sbraitò Ron, terrorizzato. Chiamami mamma?!

"Io e Herm non…"

"Già, Molly…" disse Hermione, liberatasi dalla morsa della donna. "Noi due non…"

Non ne avevano ancora parlato, era quello il punto. Stavano per fare l’amore, d’accordo, ma la loro situazione come coppia era ancora in sospeso. Anche se in cuor loro sapevano perfettamente entrambi che cosa volessero.

"Non state assieme?" chiese un po’ delusa la donna. "Però vi siete riappacificati, insomma, tu eri a casa sua. E non ho ben capito che cosa ci facessi…" disse inarcando un sopracciglio, con falsa ingenuità.

Ron diventò di nuovo violaceo, cercando di fornire una spiegazione plausibile. "Sì, ci siamo riavvicinati e stavamo per uscire, ma…"

Sua madre sorrise. "E’ già qualcosa… e poi lo sappiamo come vanno queste cose, tra voi giovani" disse con uno sguardo che sembrava essere piuttosto (Oh – Grande - Merlino) malizioso.

"Deciso, stasera si cena assieme alla Tana! Come una volta. Mi sento così sola, ora che anche Ginny è andata a convivere con Zach."

Il suo tono era talmente fermo che i due non provarono neanche a obiettare. Si scambiarono uno sguardo incerto, un sorriso e una scrollatina di spalle. Dopotutto la Signora Weasley era una cuoca formidabile.

In quel momento la porta di casa si aprì di nuovo e fecero il loro ingresso Harry e Pansy.

"…Molly? …Ron? …Hermione?" chiese il ragazzo che, neanche a dirlo, non capiva un benemerito di quello che stava succedendo in casa sua, molto affollata.

"Harry! Che piacere rivederti!" trillò la donna. Poi guardò curiosa la ragazza con gli occhi gonfi e il naso rosso al suo fianco. "E chi sarebbe questa signorina?" domandò ammiccante.

Pansy Parkinson avvertì come un senso di nausea, oltre al naso tappato e il cerchio alla testa.

--- --- ---

A Ron era sempre sembrato più comodo, il letto della Tana, e in altre circostanze sarebbe stato felice di fermarsi a dormire lì, sicuro che la mattina seguente l’avrebbe atteso una colazione da reali. Ma quella sera avrebbe preferito che sua madre non avesse insistito così tanto e l'avesse lasciato libero di passare la notte in compagnia di una ragazza di sua conoscenza. Ragazza che lo aveva pure ammonito, a cena finita.

"Ron, dai retta a tua madre e resta a dormire qua, stanotte. Non vedi che le fa piacere?"

"Ma…"

Ma, non c’era stato ‘ma’ che tenesse. Così adesso era sdraiato a pensare a quello che non stava facendo, ma che avrebbe tanto desiderato fare con Hermione. Era un uomo, lui, aveva le sue esigenze!

Poi, una sottile lama di luce illuminò per un istante la stanza, facendolo voltare e arricciare gli occhi verso la figura che era entrata. Alcuni passi leggeri e il fruscio delle lenzuola alla sua sinistra. Quel profumo unico, e due dita leggerissime e scostargli i capelli dalla fronte.

Sorrise nel buio.

"Hermione, come…"

"Mi conosci abbastanza per sapere che io, Hermione Jane Granger, non mi arrendo alla prima difficoltà… e grazie al cielo i tuoi sono meno paranoici di Harry. Almeno con il camino" bisbigliò sottovoce la ragazza, carezzandogli la fronte con dolcezza.

Lui non rispose nulla, ma l’attirò verso di sé facendola scivolare sotto le coperte e abbracciandola. Per un attimo gli venne da fare una battuta, ripensando a quanto quella situazione gli ricordasse l’estate passata alla Tana dopo il diploma, ma ricacciò subito indietro quella risata fuori luogo.

Era tutto troppo perfetto per essere vero, quasi non se ne rendeva conto. Sovrastandola, sfregò leggermente la bocca e il naso su una guancia della ragazza, fino a rintracciarne le labbra che si schiusero in un lento, dolcissimo bacio. Poi si sollevò un po’ e la guardò nella penombra, carezzandole i capelli con una mano. Splendida.

"Quanto mi sei mancata…" le mormorò ad un orecchio.

"Anche tu, Ron."

Sfregando il naso contro il suo, afferrò la sua bacchetta e rapidamente il silenzio scese a proteggerli.

Come una volta, come quell’estate passata alla Tana dopo il diploma.

 

HOLA TODOS!

CHE VE NE PARE?! ALTRO CAPITOLO DECISAMENTE RIDICOLO, A PARER MIO. E INFATTI MI SONO DIVERITA TROPPO A SCRIVERLO, SOPRATTUTTO LA PARTE CON LA SIGNORA WEASLEY ‘IMPICCIONA – GUASTAFESTE – CHE LA SA LUNGA’! (CHE AVEVO IN TESTA DA UN BEL PO’, ORMAI! PERCHE’ ANCHE SE SCRIVO QUASI SEMPRE I CAPITOLI DI BOTTO, QUANDO MI CI METTO HO LE IDEE ABBASTANZA CHIARE…)

CERTO, POI C’è LA ZAMPATA FINALE MODERATAMENTE ZUCCHEROSA. CHE MI PIAAAAACEEEE *_* (TEMO CHE CI SARA’ ALTRO ZUCCHERO PROSSIMAMENTE. NON TROPPO, ECCO. IL GIUSTO).

UN SALUTO SPECIALE A: robby, karmygranger (la commedia natalizia ci sta tutta, ma tu mi citi autumn in new york, che è il film più deprimente della storia del cinema… -assieme a sweet november, qualsiasi film tratto dai libri di sparks e million dollar baby ;_;- spero ti sia piaciuto, anche questo. Ciao!), marycry, hermron, flyingstar16, merryluna (la pattinata è in parte autobiografica: cioè io e due mie amiche… e io sarei stata ron, ovviamente, sedere dolorante per terra e grande amicizia con la ringhiera -me impedita ^^’- ciao!), funnynurse, Alessandra (a volte crollo pure prima! Cmq, io mi sono laureata in lingue l’estate scorsa e adesso lavoro da un po’ di mesi in un ufficio commerciale… un bacio! PS: ti è piaciuto il capitolo?), herm90.

E UN BACIO A TUTTI!

Goldfish.

*PS: lo Zach che convive con Ginny è Zacharias Smith. Il primo nome atipico che mi è venuto in mente!

 

  
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