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Autore: cecchino_2028    08/09/2012    2 recensioni
[Tratto dalla storia]
" [...] Il suo braccio impugnerà l’arco ed i suoi talloni sproneranno un nobile destriero! Sarà lei a decidere le sorti della storia, assieme ad altre due donne dal grande coraggio!”
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Franziska respira piano accanto al corpo del drago, socchiude gli occhi, poi –con un sospiro- fa leva sulle braccia e si alza, stagliandosi ferita al volto accanto all’animale immobile. Si passa una mano sullo zigomo e la ritira sporca di sangue, alza lo sguardo sull’arciere e riconosce Messalina che è in piedi sul muro bianco.
“Come stai?” domanda Glaphyra.
“Una spira mi ha ferito al volto!” risponde Franziska scavalcando la carcassa dell’animale.
“Tieni!” urla Messalina lanciando un fazzoletto nero alla germanica. Franz l’afferra al volo e si tampona la ferita, mentre la romana scende –con un balzo- dal muro ed atterra leggiadramente accanto a Glaphyra.
“Cosa facciamo ora?” chiede la greca.
“Dobbiamo continuare …” mormora l’allieva di Ermete.
“Direi di procedere insieme!” esclama convinta Franz. Glaphyra annuisce, Messalina sistema l’arco dietro alle spalle insieme alla faretra, poi prende a camminare davanti a loro, da sola, sorpassando il drago. La germanica alza gli occhi al cielo, poi corre dietro a Messalina, seguita da Glaphyra che tiene la lunga veste con le mani.
 
Ermete sospira e si getta a terra, sdraiandosi sul prato verde, sotto il sole cocente. Saffo lo guarda, gli cammina attorno, il peplo accarezza dolcemente l’erba, poi incrocia le braccia al petto e sorride. Johan li guarda corrugando la fronte, si siede atterra, accanto alla testa di Ermete, di fronte a Saffo, si passa una mano sul mento ed un pensiero gli passa veloce per la mente.
“Credete che ne usciranno vive?” domanda Johan.
“Lo spero …” risponde Ermete lapidario.
“E se non fosse così? Se le abbiamo condannate?” continua il germanico.
“Perché dovrebbe essere così?” chiede perplessa Saffo.
“Pensateci, quando abbiamo fatto la Scommessa eravamo in quattro, non in tre …” mormora Johan sbattendo gli occhi.
“Ne manca una …” dice Saffo sgranando gli occhi.
“La Prescelta di Rebecca!”esclama Ermete ricordando solo ora.
“Perché non è qui?” chiede Saffo passandosi una mano sul volto.
“Probabilmente le stirpi dei suoi figli stanno combattendo e lei non ha potuto allontanarsi!” dice ridendo il romano.
“Ermete!” esclama Saffo. Johan sorride e tuffa il volto tra le mani, per non farsi vedere dalla poetessa, poi alza di nuovo gli occhi e fissa i due amici.
 
Un tuono scuote i muri bianchi, Glaphyra guarda in alto, le nubi nere affollano il cielo che fino a poco prima era di un azzurro terso. Messalina si blocca, mentre invece Franz continua a camminare, incurante della pioggia che prenderà a scendere da un momento all’altro. Glaphyra sospira e si sfrega le braccia, come se avesse freddo, Messalina la guarda perplessa, alza un sopracciglio e riprende a camminare, seguendo Franziska.
“Cosa stai aspettando?” chiede Franz rivolgendosi alla greca ancora ferma.
“Che piova, ad Athenai accade di rado …” risponde Glaphyra.
“Quindi … Ci stiamo fermando perché tu vuoi vedere la pioggia?” domanda alzando un sopracciglio Messalina.
“Sì!” esclama la greca. Messalina alza gli occhi al cielo mentre un secondo tuono scuote il muro, Franz fissa con timore i fulmini che si abbattono nel cielo.
“Sono un buon bersaglio per i fulmini …” mormora Franz.
“Perché?” chiede Messalina.
“Perché le sue armi sono di ferro!” dice, come se fosse scontato, Glaphyra. D’un tratto un fulmine si abbatte a poca distanza da loro e distrugge il muro, bloccando la strada, la greca urla, Messalina trattiene il fiato e Franz si passa una mano sul volto, pensando. La pioggia cade copiosa, bagnando  le tre ragazze.
“Cosa facciamo?” domanda Messalina. Nessuno risponde, ma tutte cercano di trovare una soluzione. Franz si avvicina alle macerie e si mette a spostare le pietre, ma ad ogni masso spostato, una fila si ricrea in cima al mucchio. La romana si avvicina a Franz e l’afferra per i fianchi, per poi trascinarla lontano dalla pila di sassi, mentre la germanica urla infuriata. Glaphyra le guarda, un tuono romba nel cielo ed un nuovo fulmine si abbatte su di loro, infilandosi tra le rocce, rendendole dorate e per un attimo luminosissime.
“Messalina …” rantola Glaphyra indicando le pietre. La romana si volta e fissa con stupore il mucchio, Franz stringe i denti e sembra ringhiare contro i sassi, che si spostano ad ogni occhiata della germanica, ricreando il muro che c’era in origine. Un terzo fulmine si abbatte sulla terra, colpendo Franziska che si libra in aria, per poi cadere sul muro, adagiandosi con forza su di esso, rimanendo a testa in giù, ad occhi spalancati. La ferita della germanica riprende a sanguinare, ma soprattutto a dolere, e lei cade nell’incoscienza, in uno stato comatoso, solo l’alzarsi ed abbassarsi ritmico dello sterno tranquillizza Glaphyra e Messalina. Il sangue defluisce dalla ferita, fino a cadere sotto la palpebra sinistra, scomparendo nell’occhio, trasformando quel che era un pozzo azzurro e limpido, in un’iride scarlatta.
“Che cosa … ?” domanda perplessa Messalina.
“Non lo so … Cosa dobbiamo fare ora?” replica Glaphyra deglutendo a fatica.
“Continuiamo?” chiede la romana.
“Senza di lei?” tenta l’allieva di Saffo. Messalina sospira e inizia a camminare, sorpassando il corpo di Franz ed il luogo in cui fino a poco prima c’era un ammasso di pietre. Glaphyra con le lacrime agli occhi, afferra il peplo e corre dietro alla romana, non senza gettare un’ultima occhiata al cadavere di Franziska.
 
Johan trema e le lacrime gli bagnano gli occhi, un forte vento gelido gli percorre le membra, si guarda attorno, Saffo ed Ermete sono tranquilli, ad occhi chiuso sotto il sole caldo. Si alza e rantola, capendo che sta accadendo qualcosa a Franziska, il vento lo scuote di nuovo e lui cade a terra, in ginocchio, una lacrima lascia gli occhi e solca il volto.
“Nipote mia …” rantola giungendo le mani in preghiera. Né Saffo, né Ermete si voltano, anzi, rimangono stesi a terra, come se nulla fosse. In quel momento Johan comprende che è come se stesse vivendo una realtà parallela, una bolla nel quale è solo e in cui nessuno lo sente. Geme senza sosta il nome della nipote, mentre le lacrime scendono copiose sul suo viso ed il vento lo scuote sempre di più. Gli occhi azzurri dell’uomo si fanno sempre più chiari, come se il pianto cancellasse il colore, fin quando l’iride stessa diviene bianca, e l’uomo –urlando – si porta le mani al volto, cancellando il segno del pianto, ma non il timore per l’amata nipote.









Angolo autrice:
Sono sommersa dai compiti che avevo deciso di non fare.
Sì, mi sto dando colpi in testa da sola, dovevo farli prima, ma ovviamente non ho seguito il mio stesso consiglio!
Quindi ci metterò un po' a pubblicare, vi chiedo perdono già da ora!
Spero che il capitolo vi piaccia! ^^
   
 
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