Storie originali > Drammatico
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Autore: squirmingdog    09/09/2012    0 recensioni
«Facciamo una cosa»
«Cosa?»
«La prima che muore, avrà la garanzia che l'altra scriverà una storia su di lei, non per forza un libro, una storia».
Genere: Avventura, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno seguente mi svegliai con l'aspettativa di chiedere a Valerie di uscire, usando come scusa il fatto che sia stata la prima ad avermi parlato, e che è stato molto gentile da parte sua il suo gesto di ieri, per cui dopo una leggera e soddisfacente colazione a base di pane, burro e marmellata, andai a scuola con il sorriso stampato in viso, non so cosa mi fosse successo, fui come stregata da quella ragazza, avete presente quando incontri qualcuno, che quando se ne va ti lascia un segno che ti fa impazzire dalla voglia di conoscerlo e diventare suo amico a qualsiasi costo? Ecco, mi sentivo esattamente in quel modo. Entrai in classe, erano già quasi tutti ai loro posti, io allungai il collo, sporgendolo verso l'alto in cerca di Valerie, mentre a passo lento mi avvicinavo verso lo stesso banco su cui ieri la professoressa aveva sbattuto le sue mani pallide e verdognole per le vene sporgenti, mi sedetti, aspettando con l'ansia in gola il suono della campanella, e quindi l'arrivo di chi stavo aspettando. Drin. Trillò a lungo, erano tutti seduti, mi girai velocemente per vedere se c'erano tutti o se era normale che mancasse qualcuno anche dopo la campana, ma erano tutti fermi e composti con lo sguardo puntato alla porta, aspettavano l'insegnante, erano tutti, ma il banco dietro di me era vuoto, e la la frittata si ribaltò. La mia aspettativa di giornata passò da ottima a mortalmente noiosa e asciutta, e infatti così fu. Però, scorsi un ombra di preoccupazione nello sguardo della prof quando entrò e vide il banco di Valerie, senza Valerie. Anzi che ascoltare la sua lezione, rimasi a fissarla, per farle sembrare che stessi ascoltando, che la osservassi con attenzione, ma in realtà ero da un'altra parte, i miei occhi erano persi, mi bombati di domande su questa rossa che era emersa nella mia vita solitaria, chi potesse essere, la sua infanzia, che lavoro potessero fare i suoi genitori, per quale motivo non venne a scuola, fino a che qualcosa non mi quadrò affatto. Passai dalla mente viaggiatrice a quella riflettrice, non mi tornò un accaduto del giorno precedente, com'era possibile che la prof Mureau sapesse già il nome di Valerie? Perché lei fu così disinvolta in quella scuola, quando mi accompagnò lungo il labirintico corridoio? Era come se la conoscesse già, come se ci fosse già stata ben più di una volta. Me ne tornai a casa stringendo la mia cartelletta contro al petto, con un'espressione delusa e confusa che mi corrugava il volto, rimasi tormentata da quella ragazza misteriosa per tutto il pomeriggio e l'intera sera, ebbi il timore di sognarla quando mi infilai sotto alle coperte, ma fortunatamente non successe, e chiudendo gli occhi caddi pochissimo dopo in un profondo sonno, visti gli sforzi mentali di quella giornata. 

  
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