EPILOGO
VOLTERRA
“This is the end, my only
friend, the end.
It hurts to set you free”
(The Doors, This is
the end)
Renesmee.
Da
una settimana mi trovavo rinchiusa nella dimora dei Volturi, in Italia.
Non
mi ero ancora abituata all’assenza della mia famiglia. Gli
abbracci di mia
madre, la voce saggia di mio padre, i baci di Jacob, lo sguardo caldo
di
Nahuel, Dana e la sua dolcezza, Alice e la sua mania per lo shopping,
Jasper e
la sua totale dedizione per la moglie, il suo viso costantemente
tormentato,
Esme e il suo sorriso rassicurante, materno, Carlisle, la sua calma, la
sua
capacità di avere tutto sotto controllo, le battute di
Emmett, le carezze di
Rosalie... mi mancavano. Ed ero sicura che non sarei mai riuscita a non
pensare
a loro, a quello che mi ero lasciata alle spalle, quando avevo deciso
di
consegnarmi spontaneamente ad Aro.
Ma
io dovevo farlo. Non avevo scelta. Non potevo permettere che scoppiasse
una
guerra per colpa mia. Non potevo permettere che qualcuno morisse per
mano dei
Volturi, solo perché io avevo parlato dei nostri segreti con
un’umana. Se c’era
qualcuno che andava punito, quel qualcuno ero io. E l’unica
punizione possibile
era soddisfare uno dei più grandi desideri di Aro: seguirlo.
Far parte della
sua grande famiglia. Di quel gruppo di vampiri talentuosi ed
invincibili.
Prima
che giungessimo sul campo di battaglia, mi ero messa in testa che avrei
dovuto
convincere i mie genitori del fatto che non li volessi con me. Avrei
dovuto
convincerli del fatto che intendevo seguire Aro a tutti i costi ed
intendevo
farlo da sola. Avrei dovuto apparire sicura e coraggiosa.
Ce
l’avevo fatta.
Adesso
ero lì, nelle loro mani.
Olympia
era lontana. La mia famiglia era lontana. La Push e Jacob erano
lontani. Nahuel
era lontano.
La
mia vita era lontana.
Intorno
a me, i muri scuri del castello dei Volturi. Altre mura, quelle che
circondavano la città.
Prima
di andarmene, avevo avuto il tempo di dire un’ultima cosa a
Bella, un’ultima
frase appena sussurrata: Ti prego, non
fare nulla di insensato.
L’avevo
vista trasalire. L’avevo vista trasformarsi in una pietra.
Immobile. Ghiacciata
da quelle parole.
Mi
si era spezzato il cuore. Ma era l’unico modo...
Mi
alzai e andai alla finestra della grande biblioteca dei Volturi. Non
vedevo
niente. Niente, se non una prigione. Fissai allora il mio stesso
riflesso nel
vetro. Il mio volto. I capelli rossicci che mi ricadevano
disordinatamente
sulla fronte. Gli occhi color cioccolato. Io, Renesmee Cullen. Un vero
disastro, se consideravo tutto ciò che aveva combinato fino
a quel momento.
Sospirai.
Ti prego, mamma. Non fare nulla di insensato.
****
Ebbene sì. "Fallen Star" finisce qui. Forse molti si aspettavano l'happy ending, ma non c'è e molte domande sono rimaste senza risposta. Vi voglio comunque rassicurare: ci sarà un seguito. Ha già un titolo provvisorio (Guiding Star). Non so quando inizierò a postare perché l'ho appena cominciato e devo organizzare bene le idee, ma ci sarà.
Intanto, vi ringrazio per averla letta fino alla fine. Spero di ritrovarvi in qualche altra mia storia, oppure nel futuro seguito di Fallen Star. :-)