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Autore: Luna_R    25/03/2007    0 recensioni
Silvia. Silvia č pazzesca. Silvia fa ridere, č dolce, ha la freschezza della sua etŕ.
Silvia vive da sola, č giovane, ha un lavoro, ma č insoddisfatta. Piů che insoddisfatta, non crede piů. Nell’amore.
Claudio č maturo. Troppo. Claudio veste bene, vive nella Roma bene, ha amici per bene.
Claudio č quadrato. Ed ha un figlio di diciassette anni.
Quando le cose non succedono mai per caso, quando a volte si ricomincia a sperare e a credere in qualcosa, ecco mondi che si fondono, punti di vista che si abbracciano, dapprima scogli insormontabili ma poi, naturalezza infinita.
Quando si dice, il passato č passato.
Quando si dice, vivi come se dovessi morire domani. Lascia indietro il superfluo.
“Perché abbandonarsi agli altri č la sfida piů difficile.”
“La tua sfida, l’hai vinta in partenza.”
Quando si dice, “Leave to me.”
*Dopo sei anni riprendo in mano le redini di questa storia.
Che ho amato tanto e non ho mai concluso.
Spero piaccia anche a voi.
Lunadreamy.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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šťźLeave to me źťš

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Ringrazio di cuore Amantha per la curiosa recensione che mi ha lasciato.

Ha fatto uno strano effetto anche a me leggerla! ^^

Bacio,

Luana.

 

 

Chap n. Ž

 

 

“Oh, forte questo pezzo!”

 

Una ragazza con una tutina rosa aderente, comincia a sculettare a destra e sinistra, su un pezzo di Robbie Williams; č felice, almeno sembra, mentre arrotola un asciugamano e lo tira sul sedere dell’amica.

 

Paola! Ma sei fuori?!

“No baby, sono semplicemente felice.”

“Beata te…”

 

Silvia pensa per un istante, a quanto tempo č passato dall’ultima volta che si č sentita davvero felice. Tanto, troppo tempo.

Cosě tanto, che non lo ricorda piů.

 

What am i supposed to do
to keep from goin under?
now you're making holes in my heart …

 

Cosa cerco di fare, trattenendomi dallo sprofondare?!

 

Non lo so signor Williams, me lo domando anche io, da tempo immemorabile.

 

Adesso tu … mi stai trafiggendo il cuore.

 

Trafiggere, ecco, la parola piů azzeccata.

Chi lo sa se Matteo andandosene, si č reso conto di avermelo spappolato questo povero cuore di pezza.

Cuore di pezza. Sono un fenomeno, ma dove li vado a pescare questi sinonimi?!

Non lo so Silvia, ma tu intanto ci stai ancora ripensando. Fanculo!

 

“Oh!”

 

La ragazza con la tuta, molla a Silvia un’altra pacca sul sedere.

 

“Eh! Che c’č?! Ho una chiappa atrofizzata, la finisci con quel coso?!

“Senti, allora ci vieni da Martolina?!

Martolina … ma non avete niente di meglio da fare che darvi questi soprannomi tu e la tua amica?! Comunque no, non ne ho voglia.”

“Su non fare la musona.”

“Sul serio , non ne ho voglia.”

“Ma che stai pensando a Matteo?!

“No.”

“Sě invece, quando pensi a lui diventi musona.

“Oddio Paola, spostati non ho tempo di sostenere questa conversazione infantile con te!”

 

E si fa spazio, schizzando via.

Si spazzola i capelli dinnanzi un grosso specchio e pensa quanto vorrebbe non pensare piů a lui.

Ma il vetro s’appanna, fa troppo caldo lě dentro. E s’appanna pure la certezza che non smetterŕ di pensarlo tanto presto.

 

“Guarda che stasera lŕ č pieno di fighi!”

“Ah sě?! Ecco perché sei cosě contenta!”

Stronza! Io lo dico per te! Fattene un altro! Anzi fattene piů di uno!!!

 

Alcune ragazze lě vicino, ridono divertite.

Paola allora gonfia il petto, soffiandosi sulle unghie.

Ma Silvia la guarda disgustata, con un sopracciglio inarcato.

 

Hai finito?!

“Veramente … devo ancora cominciare!”

“Oddio, sei un disastro! Il tuo appetito sessuale č una cosa scandalosa!”

“Non si puň dire lo stesso del tuo eh Sě…”

Ok, ok. Fortuna che ho finito. Ci si vede eh! Ciao!”

 

Afferra la sua sacca, e in cinque secondi č fuori dallo spogliatoio, lasciandosi alle spalle la sua amica divertita dallo show e dalle risate delle altre ragazze ancora bagnate di doccia.

Paola č un caso disperato davvero, si va bene divertirsi, ma non posso trombarmi mezza Roma per dimenticarmi di Matteo.

Non ha logica!

O forse sě?! Avrŕ ragione lei?!

Decide di non pensarci, monta in sella al suo SH nero e mette in moto. Sicura e decisa.

Il motore fischietta un po’. Silvia non gli da peso.

Almeno fino a quando, con un ultima starnazzata, il suo moto mezzo si spegne inesorabilmente.

Oh cazzo, e mo che c’hai?!

Scende, fa il giro su stessa, cerca di capire.

L’olio c’č, la benza pure… perché non parte?!

Non demorde, gli da due leggere scossarelle, prima di rimontarvi in sella.

Gira la chiave speranzosa, ma il suo SH sbuffa prima di morire cosě.

Con le luci di posizione ancora accese e la speranza di una biondina di ritornare a casa presto.

E adesso che faccio, che mi invento?!

Lo porto a spinta fino a casa?!

Silvia stai a due isolati da qui, a meno che tu non voglia farti venire un ernia del disco,ti conviene lasciarlo qui.

Oddio no, ma io non l’ho mai lasciato solo il mio “motorello”. Solo, solo e al buio.

Sospira animatamente, prima d’allargare le braccia in segno di remissione; scende e prende la  catena dal bauletto.

Qualcuno passa di lě e le suona.

Il solito coglione. Guarda se si ferma e mi dice mezza parola lo picchio!

Ma quel clacson č insistente.

Si gira con fare piuttosto incazzato, intenzionata a prendere a catenate il simpaticone di turno, ma con immenso stupore e gioia si accorge che il simpaticone č proprio la sua amica Paola.

 

“Paola! Menomale che ci sei tu guarda!”

 

Saltella come una bambina, intorno alla macchina della sua amica.

Quest’ultima tira giů il finestrino, sorridendole maliziosa.

 

Mi porti a casa?! Questo coso non parte.”

 

Sbatte le sopracciglia proprio come un enfant prodige, sorridendo divertita.

Paola la squadra da cima a fondo, prima di lasciarsi andare in un sě.

 

“A casa eh?!

“Sě, sě. Tanto sai dove abito.”

 

E si stende lungo il sedile, a peso morto, esausta ma sollevata.

Guarda fuori dal finestrino, il centro si sta riempiendo di macchine; giovani e famiglie, usciti fuori dal letargo per godersi queste prime e fresche serate d’aprile.
Sorride. Lei no. Lei sta ancora in letargo.

 

Oh! Ma dove vai!? Dovevi girare all’angolo!”

“Eh lo so. Ma so anche che tu stasera non ti chiuderai in casa come una povera vedovella! Tu stasera vieni con me da Marta!”

 

Ride Paola, ride soddisfatta e compiaciuta, guardandola divertita; poi si sistema i capelli, ritornando con lo sguardo sulla strada.

 

“Maledetta! Mi hai fregata! Mi hai presa in castagna! Tu… Tu…”

“Tu. Tu. Tu. Occupato!”

“Cretina! Non ti sei regolata! Questa me la paghi! E poi guarda  come sono conciata! Un disastro!”

 

Paola inchioda. La guarda esterrefatta.

 

“Oh, rilassati eh, ti fai prendere un infarto! Dai, aspetta, ti sistemo un po’.”

 

E le salta addosso, quasi.

E’ forte Paola, č geniale, una vera canaglia, ma le voglio bene per questo.

Anche se adesso mi sta conciando come una battona, con tutto questo rossetto e sto bottone della camicetta che mi vuole tenere sbottonato a forza.

 

“E basta Paola, su! Sto bene, no?! Andiamo dai.. m’č presa una fame!”

“Oh sempre a mangiare pensi. Ma dove te la metti tutta quella roba?!

“E secondo te, che ci vengo a fare in palestra?!

“Io pensavo a rimorchiare… no eh?! Silvia! Tu mi preoccupi fattelo dire…”

 

E giů di risate. Ancora, tante, irripetibili.

Sfrecciando su una smart nera.

Nera come la notte.

Una notte fresca e libera. Frizzante.

A cuor leggero. Persino quello di Silvia!

  
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