Stammi
vicino
“Sora, sei pronto?!”
“Sì, io ci sono. Devo
solo trovare le scarpe. Tu?”
“Io mi sono vestito e
profumato un’ora fa. Stiamo aspettando tutti te!”
“Mi dispiace, sto
arrivando!”
“Axel ci ammazza se
facciamo tardi. E Larxene ci tira dietro una delle
panche della chiesa”
“Lo so, lo so. Kairi è già arrivata?”
“Sono
qui!”
“Ok, eccomi. Vado bene?”
“Togliti la maglietta dalle
mutande, Sora”
“Ops”
“Ecco, ora può quasi andare
bene. Forza, sbrighiamoci, o quei due ci decapitano”
“Ma guarda chi si rivede! I gemelli Key! Quanto tempo!”
“Ciao Luxord. Siamo arrivati con
un po’ di ritardo ma ci siamo” lo salutò Roxas.
L’uomo rise.
“Non vi preoccupate, il ritardo è l’ultimo dei nostri
problemi” rispose.
“In che senso?”
chiese il biondo, senza capire.
“La sposa ha qualche… chiamiamolo problema tecnico,
va’”
“Del
genere?”
“Ansia da prestazione. Sta facendo la respirazione
rilassante con Axel al piano di sopra ma è piuttosto
preoccupata”
“Sono certo che si
tranquillizzerà presto” affermò Sora.
Nel frattempo….
“Non ci
vado”
“Ci
risiamo”
“Se sbaglio qualcosa? Se
lui non è quello giusto e mi lascia dopo un anno da oggi perché non mi
sopporta?”
“State insieme da secoli, se
non ti ha ancora lasciata non ti lascia più”
“E se cado e rovino il
vestito?”
“Poco male, non lo metterai
mai più”
“Se mi dimentico la
promessa?”
“Improvvisi. Ti riesce tanto
bene”
“Ho voglia di
vomitare”
“Il bagno è fuori dalla
stanza, subito a dritto”
“Però ho anche
fame”
“Al massimo posso darti una
banana”
“Non sei divertente, Axel”
“A me ha fatto
ridere”
Larxene si sedette accanto a lui, poi si alzò, poi si
sedette ancora e si rialzò di nuovo.
“Mi stai facendo venire il
mal di testa, tesoro” le disse.
“Ho paura” ammise
lei, guardandolo con gli occhi grandi.
“E’
normale. Stai
per sposarti, in fin dei conti! Però devi superare la paura. Forza! Ci stanno aspettando tutti al piano di sotto” la spronò.
“Se inciampo nel
vestito?”
“Dato che ti porterò io
all’altare, ti prometto che non cadrai” le
assicurò.
“Ma se cadi anche
tu?”
“Allora rideremo insieme e
andremo verso Demyx. Forza, fiorellino. Dobbiamo andare” le disse
ancora. Si alzò e le tese
il braccio, ma Larxene non lo
prese.
“Ti scongiuro, stammi
vicino”
“Fino in fondo”
promise.
Le note della marcia nuziale di Wagner partirono un
attimo prima che le porte della chiesa si spalancassero, lasciando entrare la
sposa e il suo testimone. Dato che i genitori di lei non c’erano più, Axel aveva accettato con piacere di scortarla fino
all’altare per darla in sposa a Demyx, che era teso
come una corda di violino. Stava in piedi, dritto come un palo della luce, fermo
immobile.
“C’è chi è più nervoso di
te, vedi?” sussurrò il rosso all’amica in un
orecchio.
“Forse non vuole più
sposarmi” rispose lei, terrorizzata.
“Se così fosse, ti giuro che
lo prendo e lo infilo nel forno a diecimila gradi” le
assicurò.
Quando arrivarono dallo sposo, l’uomo lascò andare
Larxene e lo guardò male.
“Te la cedo, ma prenditene
cura” lo minacciò. Lui sorrise e annuì.
“Ora e per
sempre” promise.
Sora e Kairi volteggiavano
leggiadri sulla pista da ballo, mentre gli sposi erano a sedere al tavolo
centrale sotto agli occhi di tutti. Accanto a loro stavano i testimoni e i
compagni dei testimoni, tutti piuttosto allegri.
“Ma il brindisi non
dovrebbe essere fatto prima delle danze?” chiese Roxas, un po’ confuso.
“Sì, ma tuo fratello non
stava nella pelle. Inoltre, di solito i primi ad aprire i
balli sono gli sposi, mentre stavolta sono stati tutti piuttosto anarchici e si
sono precipitati in pista. Che ci vuoi fare? I nostri amici
sono particolari” rispose Axel, ridendo.
“Se la metti così, allora
va bene”
Erano entrambi vestiti in smoking e cravatta, ma non
riuscivano più a sopportare il caldo di marzo. Avevano voglia di togliersi tutto
e mettersi in pigiama, almeno si sarebbero riposati.
Per stare dietro ai preparativi del matrimonio tutti
quanti avevano dormito molto poco nelle ultime
settimane, soprattutto perché ogni volta qualcosa non andava bene. Prima il
vestito, poi i fiori, poi la musica troppo noiosa, poi il prete incapace… alla
fine Axel aveva chiuso in casa Larxene e aveva finito i preparativi con l’aiuto degli
amici: Marluxia si era occupato delle decorazioni,
Demyx e Xigbar della musica,
Luxord aveva trovato il parroco, Roxas, Sora, Kairi e Xion si era impegnati a tenere occupata la sposa, Vexen e Xemnas avevano aggiustato
i posti al ristorante e gli altri avevano posizionato i regali in un angolo
della sala.
“Se fuggissimo di
qui?” propose il biondo, sussurrando.
“Non posso, sono il
testimone” gli ricordò il compagno, ridendo.
“Che palle” rispose
mettendo il broncio.
In quel momento Demyx e
Larxene si alzarono per ringraziare tutti gli ospiti e
fare un brindisi in loro onore, così iniziò la serie infinita delle persone che
andavano al microfono per proporre un brindisi agli sposi.
“Vai anche tu?”
chiese Roxas ad Axel.
“Credi che mi toglierei
questo divertimento?” ribatté lui, facendogli
l’occhiolino.
Prese il suo bicchiere di spumante e si avviò sul
palco, lanciando uno sguardo divertito verso i due amanti.
“Buonasera a tutti, io sono
Axel Flame, il
testimone.
Ma credo che tutti voi mi conosciate, giusto?” si presentò. Un applauso partì da fondo la sala e si sparse
ovunque.
“Grazie, mi fa piacere
vedere che sono amato anche qui. Oggi siamo tutti qui riuniti per questi
due ragazzi, Demyx e Larxene, e per fare loro le nostre felicitazioni. Ma vorrei farvi capire cosa non è stata la preparazione di questo
matrimonio” annunciò. Fece un cenno a un cameriere, che spense le luci, e
poi un proiettore si accese, mandando immagini fatte non si sa quando sulla
parete bianca.
“Le ultime cinque settimane
per me e per gli amici stretti di questi due sono state davvero da
suicidio. La
sposa ha cambiato idea mille volte su tutto –e vi assicuro che convincerla a non
cambiare la torta, già ordinata, solo perché la voleva rosa e aveva detto
celeste a due giorni dal matrimonio è stata un’impresa-, per non parlare della
crisi isterica avuta tra ieri sera e stamani. Tesoro, sapevo
che eri nevrotica, ma non credevo così tanto”
iniziò. Larxene lo fulminò con lo sguardo.
“Ma la sposa è scusata: ha
tante cose a cui pensare e tanti problemi a cui far fronte, per cui un po’ di
ansia si può anche comprendere. Ciò che ha fatto ridere me e tutti
quelli che sono stati dietro all’organizzazione di questa giornata così speciale
è stata la crisi di panico dello sposo manifestatasi lunedì. Io e Luxord stavamo finendo di parlare col parroco e abbiamo
visto Demyx iniziare a correre su e giù per tutta la
navata, gridando a squarciagola Ommioddio, mi devo sposare! Noooooooooooo”
raccontò. Tutti i presenti si
misero a ridere di gusto mentre il sopra citato tentava di scomparire sotto al
tavolo.
“Vi giuro che recuperarlo e
farlo calmare è stata un’impresa in cui ci siamo cimentati io e il fratello
della sposa, aiutati da Marluxia e Xigbar” concluse, ridendo con gli altri. Mentre
parlava le immagini si erano susseguite sulla parete, inquadrando Larxene, Demyx, il disastro fatto
con i fiori quando Axel ci era caduto sopra, chi
preparava la musica che faceva finta di suonare l’organo come un pazzoide e
tanti altri piccolissimi scorci di quei giorni così
surreali.
Alla fine, lui tornò serio.
“Ma, nonostante tutti, oggi
siamo davvero qui a celebrare questo matrimonio
assurdo. E
sono felice di aver assistito a tutto, sia le cose belle che quelle brutte,
aiutando quando necessario. Sono felice perché adesso posso brindare a questa
meravigliosa coppia e dire con orgoglio che io c’ero quando è nata e ci sarò
sempre, qualsiasi cosa accada, per aiutarla. E voglio che tutti e due sappiate
che vi starò vicino anche quando non sembrerà, perché vi voglio bene.
Soprattutto a te, Larxene. Sei la mia migliore amica
e, anche ora che sei sposata, lo rimarrai per sempre. Quindi
un brindisi per la vostra felicità!” esclamò
alzando la coppa. La
ragazza era commossa e mimò con le labbra un “Grazie” nella direzione dell’amico, che le fece
l’occhiolino.
“Bel discorso” si
complimentò Roxas quando Axel tornò a tavola.
“Grazie” rispose lui,
sorridendo.
“Rimanete qui a
dormire?” chiese il rosso quella sera ai fratelli Key, Kairi, Luxord e Xion.
“Sì, penso che sia
meglio. Rientrare in queste condizioni sarebbe un’impresa” rispose il biondo, guardando Sora mezzo addormentato
e Xion completamente
ubriaca.
“Ok, tanto ormai conoscete
questa casa, quindi non vi devo nemmeno dire niente” ragionò l’uomo,
togliendosi la cravatta.
Gli ospiti si dispersero, ognuno chiudendosi in
camera: le ragazze in una, i ragazzi in
un’altra.
“Io vengo con te”
annunciò Roxas, seguendolo nella sua
stanza.
“Mi dispiace, sono troppo
stanco per quello” si scusò Axel, buttandosi
sul letto.
“Come sei
malvagio!
Non dormo con te solo per il sesso” s’incupì il ragazzo, sedendosi accanto a
lui.
“Ah,
no? Pensavo di sì” lo prese in giro il
rosso, ridendo.
Si misero entrambi in pigiama e si stesero sotto alle
lenzuola.
“Senti, posso… posso farti
una domanda?” chiese il biondo, imbarazzato. L’altro lo guardò,
appoggiando la testa su una mano e girandosi su un fianco.
“Dimmi
pure”
“Ecco, tu prima hai detto
tante belle cose. Che nonostante le difficoltà è stato
bello stare vicino a Larxene e Demyx, e che sei felice di questo. E mi
chiedevo… se un giorno dovesse… dovesse succedere a te di trovarti al posto
degli sposi… saresti felice comunque di tutti i problemi?” balbettò. Axel ci
pensò.
“Certo”
rispose.
“Perché?”
“Perché è dalle difficoltà
che si vede l’unione della coppia. Insomma, se fosse tutto facile, non si
potrebbe dire quanto davvero i due tengano l’uno all’altro. Ma
se anche attraverso le difficoltà riescono a rimanere uniti, allora saremmo
sicuri che non si lasceranno più”
spiegò.
“Capisco” disse
Roxas. L’uomo attese che continuasse, aveva capito che
voleva chiedere qualcos’altro, ma il ragazzino rimase
zitto.
“Devi dirmi
altro?”
“No… beh, una curiosità ce
l’ho, in realtà”
“Spara”
“Ok. Tu ci hai mai pensato
al matrimonio? In generale, intendo. Insomma, essendo gay non puoi sposarti, per
cui mi chiedevo se…”
“Se desiderassi comunque
unirmi ufficialmente a te, un giorno?” lo aiutò. Il biondo
arrossì.
“Non per forza a me,
ecco” lo corresse. Axel lo
abbracciò.
“Ma è te che voglio, per
cui, se mai ci penserò, sarà solo con te” chiarì. Lui sprofondo nel suo
petto, lasciandosi cullare dal suo calore e dalle sue braccia
muscolose.
“Quindi ci hai mai
pensato?”
“No, in verità
no. Mi basta
averti così, per cui non voglio complicarmi la vita con inutili domande. E a te basta così?”
s’informò. Roxas annuì sorridendo.
“Tu mi sei sempre
bastato” rispose.
“Ciò che importa è
quello” sorrise Axel.
Lo tenne stretto finché non sentì il suo respiro
tranquillizzarsi e comprese che si era addormentato. Lasciò un bacio sulla sua
testa.
“Buonanotte, piccolo Roxy”