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Autore: Letterenascoste    09/09/2012    4 recensioni
"Ma se tredici volte buongiorno mi dirai, tu sgarbato non sarai. Un buongiorno mi dirai e una lumachina avrai"
"Non le dirò tredici volte buongiorno e non voglio quella stramaledettissima lumachina... cioè, voglio dire, lumaca cornuta"
"Se una lumaca non vorrai... tu da solo rimarrai"
Così Severus Piton ancora confuso da quel gioco di parole, guardò la nuova docente girargli le spalle e andarsene con il suo cestino pieno di lumache, mezza sporca di muco... un po' ovunque.
"Buongiorno!" le urlò da lontano.
"Un Buongiorno tu mi hai detto" gli urlò contro Johanna "Te ne mancano dodici, bel culetto!"
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Cuor di Burro.

Capitolo quarto:


Con il passare del primo mese, Johanna cominciò ad abituarsi di nuovo ad Hogwarst.
Certo, le sembrava strano stare al di qua della cattedra, e doveva ancora capire come far entrare qualcosa nella testa di Paciock.
Inoltre il tempo cominciava a scorrere più velocemente ora che le sere, sempre più autunnali, erano riscaldate dal torneo di scopa a cui partecipavano Albus, Minerva, Sibilla e Johanna, per l'appunto.

"Davvero carino questo gioco che hanno inventato i babbani" affermava Albus tutto compiaciuto.

"Anche se..." si intromise la McGranitt lanciando un due d'oro "Credo che bisognerebbe cambiargli il nome! Dovrebbe avere un nome più consono a delle signore beneducate che si dilettano nel gioco delle carte"

"Scopa!" disse la Cooman con tanta euforia "L'avevo predetto che avrei vinto, sono una veggente con i fiocchi"

"Regola numero uno" disse Johanna perdendo la pazienza "Ti ho già detto che anche se fai una scopa non vinci, non è mica come prendere il boccino d'oro!"

"Credo di avere il sett'oro" disse Albus sventolando la sua carta in aria "Ho vinto?" chiese poi con sguardo incerto.

"No!" rispose Johanna perdendo le staffe "Vince solo chi fa più punti"

"Come devo fare con voi?" disse poi esasperata bevendo il suo ultimo sorso di thè.

"Oh, oh" disse subito euforica Sibilla "Vuoi che te lo legga? Vuoi che ti legga il fondo del tuo thè? Vuoi? Eh? Eh?"

Johanna essendo assonata acconsentì e porse la tazza a Sibilla.

"Io vedo..." sussurrò Sibilla stringendo i suoi occhietti da dietro i due fondi di bottiglia e gesticolando ampiamente "Io vedo... un uomo!"

"Che culo!" affermò sorridente Johanna beccandosi poi uno sguardo severo da parte della McGranitt "Ehm... volevo dire: Perbacco!"

"Un uomo" continuò Sibilla "Insulterà il tuo gatto e poi lo mangerà"

"Povero Tremor" affermò Johanna con due lacrimoni agli occhi.

"Suvvia, non crucciarti mia cara! Le profezie delle nostra Sibilla si avverano solo una volta su un milione" disse gaudente Albus porgendole delle cioccorane e facendo risentire la professoressa di Divinazione.


Il mattino seguente la professoressa Richardson era molto turbata per il suo Tremor.

"Non lascerò che qualcuno ti mangi, tranquillo!"

Così con i vari pensieri sul suo Tremor che gli ronzavano per la testa (come, per esempio, a chi avrebbe dato tutto quel cibo per gatti che aveva comprato in offerta speciale), quella mattina Johanna entrò in aula di malumore, che peggiorò nel vedere Draco Malfoy e Harry Potter che si azzuffavano a suon di pugni.

"Per Merlino" disse Johanna agitando la bacchetta e arrestando i corpi (e i colpi) dei due giovani "Se proprio volete azzuffarvi, fatelo con la magia... Almeno avreste modo di imparare qualcosa"

Poi guardò bene i due ragazzi pieni di ematomi "Andate da Madame Chips, piccoli troll! E sappiate che per il vostro comportamento da vandali, che sicuramente Minerva non approverebbe, toglierò cinquanta punti alle vostre casate!"

"Ma..." farfugliarono i due ragazzi.

"Niente ma, fannulloni! Ora andate, prima che decida di interrogarvi e farvi ripete l'anno"

Così i due ragazzi, in fretta e furia, decisero di svignarsela.

"Paciock, interrogato!" affermò Johanna prima di chiudere sonoramente la porta dell'aula.


Erano le sei di pomeriggio, le lezioni erano finite e Johanna, dopo una giornata stressante, decise di prepararsi una bella pozione che le calmasse i nervi.

Toc Toc.

Johanna guardò la porta da lontano, di certo non poteva allontanarsi dalla pozione... o questa sarebbe scoppiata.

"Se sei un maniaco" gridò quindi la donna "Sappi che ho la bacchetta in mano e non ho paura di usarla"

"Severus Piton" si sentì da dietro la porta.

"Oh, e che intenzioni hai? Da maniaco?"

"Per Salazar, no di certo!"

"Bene" affermò sorridente la professoressa "Allora può entrare, la porta è aperta!"

Severus Piton alzò gli occhi al cielo e poi abbassò la maniglia.
Entrò nello studio e non vide nessuno.

"Son qui!" disse Johanna attirando l'attenzione del professore.

Così Severus entrò nell'adiacente camera da letto.

"Con permesso" disse Severus notando il disordine della camera.

"Ormai è entrato" notò Johanna "Troppo tardi per i convenevoli"

"Sono venuto perchè ho notato..."

"Ehm, Ehm..." lo interruppe Johanna.

"Stavo dicendo che sono venuto per...."

"Ehm, ehm" fece di nuovo Johanna.

"Cosa c'è?" chiese Severus spazientito.

"Vedo che non si ricorda più le buone materie, professore"

"Buongiorno!" disse poi irritato Severus.

"Buona sera" lo corresse Johanna " E' sera, quindi... Buona sera"

Severus la guardò con fare omicida e la donna si precipitò ad affermare "Ma apprezzo il gesto"

"Come le stavo dicendo, prima che lei mi interrompesse più e più volte per un futile motivo"

"Le buone maniere non sono mai un futile motivo" affermò Johanna "Me lo ripeteva sempre la mia cara nonnina... quella della zuppina che le dicevo l'altro giorno, si ricorda?"

"Dannazione!" ringhiò Severus "Taccia una buona volta e mi faccia parlare"

Johanna fece il segno di chiedersi la bocca come una zip e il professore potè finalmente parlare "Le stavo dicendo"  disse poi calmandosi "Che mi hanno riferito che lei, nella giornata di oggi, ha levato ecco... diciamo cinquanta punti alla mia casata, quindi me ne domandavo il motivo"

Johanna lo guardò silenziosa.

"Aspetto una risposta"  disse Severus ancora più spazientito.

"Ma se mi ha appena urlato di tacere"  controbattè la donna.

"Ora può parlare" annunciò Severus massaggiandosi le tempie.

"La ringrazio" disse sorridente Johanna "La risposta alla sua domanda è che ho trovato il signor Malfoy azzuffarsi con il signor Potter"

"Questo sarebbe il motivo?" chiese il professore con una faccia che Johanna avrebbe definito di c... ehm, da schiaffi.

"Esattevolmente"

"Esattevol..." riprese il professore scuotendo leggermente la testa "Non poteva affibbiargli una punizione, piuttosto?"

"Senta" disse Johanna alzando il mestolo con cui stava mescolando la pozione e puntandolo contro l'uomo di fronte a lei "Io non le vengo a dire come svolgere il suo mestiere, quindi la prego di rispettare la mia integrità di insegnate!"

Severus rimase alquanto sconcertato dalla reazione, a suo dire, esagerata della professoressa.

Ma in tutto il trambusto che si era creato in quella stanza nessuno dei due si accorse che Tremor si stava facendo le unghie sul calderone (che già era inclinato per un difetto di fabbricazione) e con una leggera spintarella rovesciò tutto il contenuto sugli indumenti di Severus.

"STUPIDO FELINO" urlò a quel punto il professore brandendo la bacchetta.

"Non osi parlare del mio gatto a quel modo" gli urlò dietro Johanna "Lei che è più naso che uomo!"

"Lei è squilibrata" annunciò Severus "E comunque si dice esattamente" le fece notare "E non" continuò poi facendole il verso "Esattevolmente" disse infine prima di sbattere nel modo più rumoso che gli riuscisse in quel momento la porta.


Passarono all'incirca due ore quando Johanna, dopo essersi calmata, decise di andare a cenare.
Entrando in Sala Grande, però la nostra protagonista si accorse che c'era qualcosa che non le quadrava...

"Dannazione" disse urlando istericamente fra se e se, il che fece rovesciare a Neville la sua zuppa.

Severus Piton aveva aggiunto ben cento punti alla casa dei Serpeverde e, ne era sicura, l'aveva fatto per ripicca.
Così,
dopo aver percorso i sotterranei come una furia, senza pensarci due volte forzò la porta dello studio del Professor Piton ed entrò successivamente in camera sua.

"
LEI MINA LA MIA DIGNITA' DI PROFESSORESSA E DI DONNA!"

"OMMIODDIO!" urlò poi la donna alla vista dell'uomo nudo grondante d'acqua ed evidentemente appena uscito dalla doccia.

"COSA DIAMINE CI FA QUI?!" chiese lui coprendosi il pezzo da novanta con un libro.

Johanna, imbarazzatissima, si mise le mani davanti agli occhi per poi toglierle e leggere il titolo del libro "Sette modi per rendere una lezione di pozioni divertente"

L'uomo guardò sbadatamente il libro e poi "Non è mio, me l'ha regalato il professor Silente, con la speranza che, lo scorso anno, potessi alleviare le lezioni degli alunni."

"Oh... Allora se non le serve, me lo presta?" chiese sbadatamente Johanna tendendo la mano verso il libro. Poi focalizzò di nuovo l'attenzione sui fatti. "Oh cavolo no, magari un'altra volta" portandosi poi una mano davanti alla bocca per poi ricominciare a fissare il libro.

L'uomo, evidentemente in imbarazzo, si schiarì la voce:

"Le sarei lieto se lasciasse la mia stanza, avrei la speranza di rivestirmi, se per lei va bene."

"Oh" disse la donna "Se deve proprio..."

Severus la guardò estrefatto e lei si rese conto della cavolata che aveva appena detto.

"Cioè certo che deve... le serve una mano?"

Altro errore.

"Ma lei si rende conto di ciò che dice?"

"No, in effetti no" ripose imbarazzata lei "Vabbè allora arrivederci." disse porgendo la mano all'uomo che per tutta risposta alzò un sopracciglio. "No, meglio di no"

La donna si voltò e ,con veramente poca grazia e sbattendo un po' ovunque, uscì dalla stanza.

L'uomo rimase solo, levò il libro e guardò il suo solitario amico del sud.

"Non ci pensare neanche, torna a riposo!"


   
 
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