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Autore: TheCristopher94    10/09/2012    5 recensioni
Ispirato dal gioco Prototype, ma segue un trama leggermente diversa e riadattata:
"La città era completamente in rovina, macchine distrutte sparpagliate da tutte le parti, cadaveri dappertutto, ma non solo. Anche un innaturale silenzio, in quella che una volta era la città che non dormiva mai.
Un ragazzo con dei jeans e una felpa con cappuccio, che celava il suo viso, si trovava su un grattacielo, mentre vedeva passare sotto di sé molte persone armate, che altro non facevano che cercare lui. Ma non l’avrebbero trovato mai! Lui era troppo furbo per loro."
Per scoprire come andrà a finire cominciate a leggerla. . .
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Naruto Uzumaki, Orochimaru, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Prototype Special Naruto -La serie-'
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Memoria perduta: Inizia il caos

Era la prima volta che assorbiva quattro menti, e Naruto era visibilmente preoccupato per i suoi Flash. “Che assorbire così tante persone in una volta possa bloccarmi la memoria. . .?” non finì di elaborare questo pensiero che cadde a terra. Konohamaru, spaventato, si avvicinò a lui, cercando di risvegliarlo. 
Nel frattempo nella mente del biondo ci furono quattro Flash simultanei. Il dolore che provava in quel momento era orribile, era come se qualcuno gli stesse scrivendo con una penna, il cui inchiostro era lava. Il biondo, sofferente, si contorceva da tale dolore mentale, perché troppo intenso. 
Lo stesso Konohamaru si spaventò, e tutto questo durò un’ora, un’orribile e intensa ora. Il piccolo non sapeva che fare, finché non fu Prototype a calmarlo, dicendogli che era tutto a posto.

Intanto alla base si era venuto a sapere che la spedizione era stato conclusa con successo, ma che si erano perse le tracce dei quattro, di cui scoprirono la morte solo poche ore più tardi. La Taka in silenzio dalla base assisteva, aspettando che gli Akatsuki potessero diventare pochi in modo di arrestarli e sperare di persuadere Naruto dall’ucciderli, e intanto in silenzio guardavano Madara diventare molto preoccupato.
-E diventato più aggressivo!- 
Ciò non sfuggi a tutta la Taka, che guardò il filmato insieme all’uomo, e ciò che videro li spaventò a morte: il biondo in quel momento era la rappresentazione della furia in persona, e il modo in cui aveva ucciso quei quattro era stato veramente sadico e crudele, nessuno poteva credere a quanto era potuto diventare! Erano stati veramente fortunati che con loro avesse solo parlato.
-Ragazzi, la situazione sta diventando piuttosto pericolosa, perciò voglio farvi una domanda! Rispondete tranquillamente e non preoccupatevi di ciò che io possa volere!- disse il generale, prima di porre la sua domanda. –Chi vuole continuare la missione alzi la mano!- esclamò l’uomo. 
Tutti nessuno escluso alzarono la mano, poi Tsunade fece un passo avanti e parlando per tutti disse: -Jiraiya, io credo di parlare a nome di tutti quando dico che non abbandoneremo questa missione perché sono affezionata a Naruto: Ino lo ama e non potrebbe mai andarsene, Sasuke è il suo migliore amico e così via. . .Nessuno di noi abbandonerà questa missione per quanto pericolosa possa diventare! Noi non abbandoneremo né te, né Naruto!- sentendo ciò, Jiraiya si sentì più sollevato.
-Allora ragazzi ho un piano, ma dobbiamo andarci coi piedi pesanti! Non possiamo commettere errori o siamo morti!- 

Nel frattempo Madara parlava con Orochimaru, il quale diceva di riprovare a rifare l’esperimento in un altro luogo.
-Sì, ma come facciamo con New York?- domandò Madara. 
L’uomo mostrò un telecomando e disse al soldato: -Con una scusa scappiamo e usiamo l’ordigno nucleare nascosto sul suolo dell’edificio facendo scomparire tutto!- 
L’uomo ghignò e annuì, prendendo una radio dicendo a un suo soldato di preparare un elicottero. 
Intanto una figura li stava spiando di nascosto e si diresse subito in magazzino dove prese una Jeep e andò via.

Naruto, ripresosi da poco dalla sua memoria, stava piangendo per il rischio che avrebbe potuto far correre suoi amici, e alla sua Ino. Avrebbe dovuto pagare per questo, perché se pur avesse ripreso la memoria la sua sete di vendetta era più forte che mai, ora più di prima. Finché non si attivò un allarme posto dal biondo per ricoprire il suo perimetro. Subito si fiondò fuori, dicendo a Konohamaru di restare li buono, perché lui aveva un lavoro da fare. Salì sul tetto e come vide il mezzo gli saltò subito a dosso, ma come guardò il volto di colui che si era addentrato nel suo territorio si calmò e chiese: - È da un po’ che non ci vediamo. Dimmi, cosa posso fare per te, Pain?- 
Il ragazzo scese dalla Jeep e disse: -Orochimaru vuole fare saltare in aria New York con una bomba nucleare che c’è sotto l’edificio della fondazione! Sei in pericolo e anche quei ragazzi che sono tuoi. . .- 
-Pain! Vedi che ora mi ricordo!- 
L’uomo si voltò verso il ragazzo e felice gli disse: -E’ stupendo! Bene, facciamo così. Andiamo alla base e portiamo via tutti e ce ne andiamo prima che qui esploda!- 
Il biondo annuì e andò a prendere il piccolo Konohamaru, che affidò a Pain, per poi dirgli: -Ti affido a lui! Vai dai Taka e racconta tutto ciò che vorranno sapere di me! E digli che adesso ricordo! E se non ti credessero dai a Ino questo!- prese il suo ciondolo a forma di cuore e glielo consegnò. Poi prese un pezzo di carta per farsi prestare una penna da Pain, iniziando a scrivere. Non appena finì lo diede al ragazzo, dicendogli di darlo a Ino non appena sarebbe arrivato. 
Subito il ragazzo, dopo aver rimesso in moto la macchina, si diresse alla base, come fece il biondo, ma saltando di tetto in tetto, dove da lontano vide Orochimaru e Madara che stavano andando via. “Probabilmente hanno attivato il conto alla rovescia, ma se pensano di scappare si sbagliano di grosso!” pensò il biondo, aumentando il passo.

Intanto Pain, appena arrivato, chiamò Konan e gli disse di radunare i Taka, i quali chiesero cosa volesse il ragazzo-
-Sentite, il Capitano Madara e quel folle di Orochimaru hanno attivato un ordigno nucleare! Perciò sbrighiamoci! Prendiamo il vostro aereo e andiamo! Tra poco Naruto ci raggiungerà! Sapete, ha recuperato la memoria!- Nessuno credette a Pain, e allora il ragazzo tirò fuori il ciondolo che gli aveva dato Naruto, dicendo: -Ecco la prova che vi sto dicendo il vero!- dando il medaglione a Ino, che non potette credere a ciò che vedeva! Quello che aveva in mano il ragazzo di fronte a lei era il medaglione di Naruto e confermò ciò anche ai compagni, che cedettero al ragazzo e si apprestarono a salire sul tetto, dove sentirono un forte rumore, come se qualcosa fosse caduta su esso. Non appena salirono, videro Naruto che aveva legato Madara e Orochimaru ad un palo con una sbarra d’acciaio, chiedendo come si disinnescasse la bomba, ma nessuno dei due parlava.
-Non c’è altra scelta, prendete l’elicottero!- gridò Naruto agli altri. Nessuno si mosse finché Naruto non gridò: –E CHE CAZZO NONNO MUOVA QUEL CULO!- disse il biondo. –BAA-CHAN, DIGLIELO TU!- gridando a Tsunade. 
Non c’erano dubbi, il biondo aveva ripreso la memoria, e rivedendo la sua amata Ino stava per dire quanto l’amava e quanto si era pentito di non averla scelta, ma proprio in quel momento Madara disse: -Non ce la fareste mai! A quest’ora manca poco più di venti minuti e non sono sufficienti per scappare, morirete insieme a noi!- disse ridendo l’uomo. 
Naruto si girò verso Itachi. –Itachi, tu che sei un esperto di elicotteri con circa dieci minuti dove si può arrivare con questo aereo qui?- 
Il moro parve pensarci su. -Anche andando a massima velocità e ipotizzando che vada ad una velocità di 260km/h, ma considerando il tempo che si perde per accendere e prendere il volo. . .- fece due rapidi conti e rispose –Penso all’incirca 1200 o 1300 Km! Perché?- chiese questi curioso.
-Tu accendi l’elicottero e basta!- dicendo questo, il biondo corse via da lì senza dare spiegazioni a nessuno, e tornare dopo circa cinque minuti. Fortunatamente Itachi aveva accesso l’aereo aspettando proprio lui, che era tornato con la bomba attaccata addosso. La mise sull’aereo e disse al moro: -Vai!- 
Itachi fece come detto, e poi tramite radio tutti ansiosi pensavano a cosa volesse fare Naruto, perciò Jiraiya prese la radio di Madara per mettersi in contatto con loro e chiedere: -Naruto, che succede? Che vuoi fare?- chiese preoccupato.
-Butterò la bomba in acqua, nelle profondità dell’oceano!- 
-Sì, ma per far riuscire il tuo piano, la bomba deve essere piazzata quanto più in profondità possibile, lo sai? Non ce la farai mai!- 
-Certo che ce la farò! Voi vi salverete e anche il piccolo Konohamaru!- fece determinato il biondo, e a Jiraiya non sfuggi ciò che Naruto aveva detto.
-Cosa vuoi dire?- 
-Mi buttero insieme alla bomba, piazzandola il più in basso possibile!- concluse, chiudendo subito la trasmissione e buttandosi subito con la bomba.
Intanto Jiraiya diceva: -Naruto Uzumaki, ti ordino di venire subito qui!- L’uomo era in pena, la radio non dava segni di vita, finché non notò che si era ricollegata.
-Mi spiace comandate, ma si è buttato, io sto rientrando!- disse il l’Uchiha, il quale si sentiva molto male. Non era riuscito a convincere il biondo a saltare, chissà cosa adesso Jiraiya e Ino gli avrebbero detto o fatto. 

In quel momento Naruto con la bomba in mano scendeva rapidamente, grazie alla trasformazioni degli arti in martello. Non appena arrivato in fondo, vide una voragine che si distendeva per almeno altri cento metri di profondità. “Dai Naruto devi farlo per le persone che ami!” così si caricò la bomba addosso e si buttò di sotto. 
Non appena arrivo guardò il Timer, mancavano solo 30 secondi, così riprovò a salire, ma il Timer continuava inesorabile la sua corsa, aveva risalito solo dieci metri dei cento della voragine, e già il Timer era arrivato a 20 secondi, allora Naruto disperato provò a correre sulle pareti come faceva in città, e anche se con fatica ci riuscì. Però non appena mise il naso fuori, per la bomba mancavano solo 5. . .4. . . 3. . . Naruto stava iniziando ora a riemergere, 2. . .1. . . 
La bomba esplose.

Dal palazzo dove vi si trovavano i Taka arrivò solo l’acqua a forma di pioggia, mentre Naruto era riuscito a salvarli, ma a che prezzo! Ino cadde a terra, fino a poco fa lo aveva davanti e non aveva nemmeno avuto la possibilità di parlargli. Pain intanto si ricordò che Naruto gli aveva chiesto di consegnare degli oggetti a Ino.
-Scusami, tu devi essere Ino.- La bionda si girò con gli occhi in lacrime. –Mi spiace per la tua perdita, Naruto mi ha detto di consegnarti questo!- dando alla ragazza una scatola e una lettera, che subito iniziò a leggere.
Cara Ino, se leggi questa lettera, vuol dire che per me non ci sono più speranze, volevo chiederti scusa per non essere rimasto con te quel giorno! Sicuramente avrei vissuto dei bei momenti con te. Ma a causa della mia testardaggine, ciò non è stato reso possibile! Volevo dirti che io ti amo dal profondo del mio cuore, e potrò definirmi felice se tu provassi lo stesso per me, ma ciò non lo saprò mai. Detto questo, apri la scatola e dimmi se ti piace.

Ino fermò la lettura per guardare cosa ci fosse dentro, e lo vide, un bellissimo anello di color azzurro, come gli i suoi occhi.

Spero ti piaccia, non appena l’ho visto ho subito pensato che fosse fatto apposta per te! Lo avevo comprato esattamente otto anni fa, stavo cercando di trovare le parole per dirtelo, ma alla fine non ci sono riuscito, anche se con rammarico so che non potrò mai più averti al mio fianco. Concludo chiedendoti un solo e ultimo favore, prenditi cura per me di Konohamaru, so che non è figlio del nostro amore, ma l’importante è potere dire che prima di sparire non ti ho lasciata completamente sola. Mi spiace ancora di come sono andate le cose.
Tuo per sempre. Naruto. . . 

Dopo averla letta Ino scoppiò a piangere, aveva perso Naruto e nulla gliel’avrebbe potuto portare indietro.
-Ino, anche io soffro! Non come te, ma sto soffrendo, ma farti forza! Naruto non vorrebbe che ti piangessi addosso! E ora andiamo!- s’intromise Sasuke.
Pain radunò tutti i soldati per fare evacuare da lì le persone non infette, e ordinandogli di andarsene pure loro, dopo aver rotto tutti i sistemi di comunicazione ai due colpevoli di ciò.
-Madara, Orochimaru, la vostra punizione la sconterete restando qua! Addio- disse Jiraiya, salendo sull’elicottero e partendo via da quel posto, il quale venne dichiarato inabitabile e lasciato ormai a marcire ai mutanti.
I due condannati si guardarono con astio e dissero: -Brutto idiota! Ma perché dovevi chiamare la Taka, eh? Sei solo un. . .- non finì di parlare che si sentì dell’alito caldo sul collo, pian piano e si girò e vide un Goliath abbastanza arrabbiato che li fissava. I due si spaventarono da morire non appena videro il mostro, e tanta era la paura che rimasero immobili sperando che non si accorgesse di loro e che se ne andasse, ma purtroppo per lui, il mostro aveva caricato il suo pugno per ucciderli, ma prima di colpirli videro il mostro cadere, e l’enorme testa arrivare vicino alloro, per poi chiedersi chi fosse stato, ma una voce li risvegliò dal loro ragionamento.
-Ciao ragazzi, vi sono mancato?- un ragazzo biondo stava di fronte a loro, e trasformò il suo braccio in una spada dicendo: –Adesso me la pagherete!-

   
 
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