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Autore: Ce_    10/09/2012    8 recensioni
Sequel di “Ricomincio da Te’’
Questa è la storia della nuova generazione, la storia di un Hogwarts diversa da come ce la ricordiamo, un mondo magico diverso da quello che conosciamo.
Una storia che non si ripete: la storia di una generazione che vive al di fuori della guerra, ma non della sofferenza....una sofferenza diversa, forse più giuista, forse più ''normale'', ma non per questo meno forte.
Quindi, preparatevi ad andare incontro ai pregiudizi, al peso che un cognome, inevitabilmente, si porta dietro, ai fantasmi del passato che tornano, prepotenti, alla paura di non essere all'altezza, di non essere abbastanza bravi.....all'adolescenza.
Ma non ci sarà solo questo.. troverete anche felicità, speranza, amore, gioia di vivere, rivalsa e una grande forza per andare avanti, nonostante tutto e tutti.
Questa è la storia della nuova generazione, ma anche della vecchia, una storia piena di speranza che difficilmente scompare, perchè tutti noi non finiamo mai di sperare.
Spero di avervi incuriosito,
Ce_
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Louis Weasley, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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 Il mio futuro è al di la del rendimento scolastico
 

 
Roxanne Weasley era la degna erede di suo padre e di suo zio.
 
Roxanne Weasley amava gli scherzi, amava inventarli, metterli in atto e, perché no, anche subirli. Amava ogni tipo di scherzo, da quelli più banali a quelli più pesanti, erano decisamente il suo passatempo preferito.
L'esempio da seguire per lei, era suo padre, era il suo eroe personale, passava con lui ore e ore a progettare marchingegni per il negozio e non si stancavano mai, aveva un rapporto del tutto speciale con quell'uomo, erano complici, tant'è che, spesso, anzi, quasi sempre, lo chiamava George e non "papà" come a sottolineare il fatto che per lei fosse più un amico  che un padre.
 
Roxanne Weasley non credeva nella scuola e nell'istruzione, o meglio, credeva che bisognasse studiare solamente le nozioni di base, il resto gliel'avrebbe insegnato la vita.
Proprio per questo motivo Roxanne non studiava mai, si accontentava benissimo di un "Accettabile", senza fare troppe storie, anzi, se i suoi genitori glielo avessero permesso, avrebbe sicuramente lasciato la scuola prima del tempo e si sarebbe dedicata a cose che lei riteneva sicuramente più utili.
Insomma, l'importante per lei era che sapesse applicare le nozioni principali di magia per preparare i suoi scherzi, poi li avrebbe sviluppati da sola, senza alcun problema.
Roxanne Weasley sognava di diventare la nuova proprietaria de " I Tiri Vispi Weasley".
 
Roxanne Weasley era unica nel suo genere, probabilmente la prima Weasley con capelli corvini e con la carnagione scura, completamente pazza e sopra le righe.
Roxanne Weasley amava dire le cose come stavano, era uno dei suoi pregi.
Senza giri di parole, lei andava dritta al punto, dicendo sempre la verità, anche se magari questa poteva ferire la persona con cui stava parlando.
Odiava nascondere le cose alle persone care, anche le più banali.
 
Roxanne Weasley temeva i sentimenti, qualsiasi tipo di sentimento: amicizia, amore, odio. Aveva maledettamente paura di tutte quelle cose, aveva paura di affezionarsi e poi ritrovarsi da sola, aveva paura di innamorarsi e non essere ricambiata, per questo tendeva a negare sempre i suoi sentimenti.
Anche se ciò che provava era talmente palese da non esserci dubbi, lei negava, sempre, la cosa peggiore, però, era che non solo mentiva ai suoi amici, ma anche a se stessa e questo non faceva che creargli confusione in testa.
Quando si trattava delle sue emozioni, preferiva, per una volta, evitare di dire la verità.
Roxanne Weasley, la terza gemella.

 
Guardava annoiata la sua migliore amica finire il compito di divinazione, era stesa sul letto, il corpo interamente sul materasso e la testa e le braccia a penzoloni a toccare il pavimento, il sangue stava lentamente andando verso il suo cervello e questo certamente non la rendeva più paziente, ma quella era l'unica posizione che poteva considerare comoda, quindi, il suo piccolo cervellino doveva soffrire in silenzio.
<< Hai finito? Sono più di due ore che siamo qui >> pazienza, si, forse dovevano rivolgersi a qualcun altro per sperare di trovarla, da lei scarseggiava.
<< Non ti annoieresti se facessi anche tu il compito >> le rispose Margaret con fare ovvio, lei la guardò alzando un sopracciglio, l'amica scoppiò a ridere a più non posso, in effetti, in quella posizione, doveva essere uscita una smorfia bella e buona, Roxanne la seguì a ruota e stettero per un tempo indefinito incapaci di fare qualunque cosa che non fosse ridere a crepapelle.
Quando smisero, Margaret si sedette sul letto e lei si tirò su per poter parlare più civilmente.
<< Hai parlato con Johnatan? >> Johnatan Baston, Grifondoro del sesto anno, portiere della squadra di Grifondoro, figlio di Oliver Baston e Katie Bell, appena una settimana prima, aveva confessato a Roxanne di essere innamorato di lui e lei, dopo una veloce spiegazione, si era chiusa a riccio come suo solito.
<< Gli ho detto che non sono sicura di ciò che provo. Fine della storia. >> lei non era mai sicura di ciò che provava, non era una novità, ma quando uno ti confessa i suoi sentimenti ti mette ancora più confusione in testa, no?
<< Stupida >> commentò Margaret
<< Sta zitta, Serpe che non sei altro >> ebbene si, Margaret Jordan-Finningan,  figlia adottiva di Seamus e Lee, di origini russe,  con grande sorpresa di tutti, era andata a finire in Serpeverde e, cosa ancor più strana, si era dimostrata una perfetta Serpeverde, ma, nonostante le case diverse e rivali, la loro amicizia era rimasta intatta. Infatti, Margaret era tranquillamente andata a studiare nel dormitorio dei Grifondoro.
<< Invece tu, quando parlerai con Fred? >> continuò Roxanne, riprendendo la posizione di prima, con la testa all'ingiù e le braccia a penzoloni.
Si stava da Dio in quella posizione, davvero.
<< Non ho nulla da dirgli >> fece Margaret con il tono di chi vuole chiudere li il discorso.
<< Nulla a parte il fatto che sei innamorata di lui da sempre e che i  ragazzi che hai avuto sono stati solo passeggeri? Ah, senza togliere il fatto che anche lui è palesemente interessato a te >> fece Roxanne, la voce ridotta ad un soffio.
<< Questo non è affatto vero, fammi un po' di spazio, sciagurata >> entrambe sapevano che, invece,  le parole della Weasley  non erano mai state più vere.
Margaret era innamorata di Fred da appena nata, praticamente, e piano piano anche lui si stava interessando a lei, ma, come al solito, sembrava che gli unici a non accorgersene, fossero proprio loro due.
Roxanne  si tirò verso il bordo del letto così che la bionda si poté stendere accanto a lei a pancia in sù, braccia a penzoloni e testa che guardava il muro di fronte, esattamente come la sua migliore amica.
Oh, si, si stava da Dio!
 

<< Salve, sono Roxanne Weasley e ho sempre pensato che il mio futuro sia al di la del rendimento scolastico* >>

***

 

 

La lezione di Antiche Rune andava avanti da più di un'ora, ma Rose sembrava non accorgersene, continuava a fare dei disegnini sulla pergamena, immersa nei suoi pensieri.
Sapeva che non doveva farlo, la professoressa Lorman era la più severa e intransigente di tutta Hogwarts, forse anche più della McGranitt, sapeva anche che fino ad un mesetto prima, lei sarebbe stata seduta al primo banco, intenta a prendere gli appunti, invece, ora era seduta all'ultima fila, le gambe allungate, la piuma che scriveva sulla pergamena, ma di certo non erano appunti quelli che stava scrivendo.
<< Weasley, ora mi hai davvero stancato! Se non vuoi seguire le mie lezioni non farlo. DALLA PRESIDE, ADESSO! >> si parlava di intransigenza? Eccola qui.
Rose si alzò svogliatamente, raccolse i suoi libri e uscì dall'aula senza neanche guardare la professoressa o degnare la classe di un minimo saluto.
Non riusciva più a riconoscersi, era diventata completamente un'altra persona, ben lontana dalla Rose del massimo dei voti ai GUFO, quella che sta sempre in biblioteca.
Arrivava sempre tardi alle lezioni, non studiava e i suoi voti ne stavano risentendo parecchio, stava spesso in punizione con Lysander, insomma, la sua vita era cambiata radicalmente, all'inizio si sentiva davvero meglio, in seguito, cominciava a pensare che forse ci servisse una via di mezzo; ma tornare la Rose di prima, MAI!
Quella parte da brava ragazza le stava troppo stretta, ma magari doveva darsi una calmata, Lys glielo ripeteva sempre, ma lei non voleva sentire.
In quel periodo stava studiando se stessa, invece delle materie di Hogwarts e lo trovava molto più utile, aveva capito cose che neanche poteva immaginarsi. Aveva capito che era stufa di quella maschera che gli altri le avevano messo addosso,  che era stufa di essere additata come la Weasley secchiona e sfigata. Era stufa, stufa di se stessa.
Ma non tanto per il giudizio degli altri, era lei ad essere stanca, non ce la faceva più a stare nei suoi panni.
Non si sentiva bene con se stessa, e quello, come le ripeteva sempre Lily, era la cosa più importante, per prima cosa doveva piacersi lei, poi venivano tutti gli altri.
Bhe, lei, negli ultimi tempi riusciva a sentirsi bene con se stessa ed era una grande conquista, gli altri non capivano i suoi bisogni, ne i suoi genitori, ne suo fratello, ne i cugini, solo Albus e Lys le stavano accanto.
Gli altri non riuscivano a capire che c'era un'altra Rose tutta da scoprire, che era stanca di essere quella del: "Sarebbe potuto accadere, ma non è successo", del "Troppo tardi", "Non più", "Addio".
 

Arrivata davanti all'ufficio della preside, si fermò.
<< Biscotto al cioccolato >> il gorgoyle la fece passare, ormai sapeva anche la parola d'ordine dell'uffico della preside, se l'avesse saputo sua madre.. O forse, già lo sapeva.
<< Buongiorno >> si annunciò, la McGranitt si girò, probabilmente aveva l'ora libera
<< Venga, Signorina Weasley.. La professoressa Lorman mi ha avvertita e io non ho potuto fare a meno di chiamare i suoi genitori.. >> i suoi genitori? CAZZO! Tutto, ma non i suoi genitori, sarebbero impazziti, loro non dovevano saperne nulla. CAZZO!
Sbiancò del tutto e annuì impercettibilmente, giusto per dare un segno di vita.
<< Vuole un biscotto al cioccolato, mentre li aspettiamo? >> ecco perché quella parola d'ordine, biscotti al cioccolato... Ne prese uno, giusto per avere qualcosa da fare.
Ma l'attesa fu breve, dopo due o tre minuti le fiamme verdi illuminarono tutto l'ufficio e dal camino comparvero Ron e Hermione Weasley.
<< Buongiorno professoressa, Hug.. Rose? >> la guardarono come se avessero appena visto un alieno, molto probabilmente non erano stati avvertiti sul motivo e sulla persona, si aspettavano Hugo.. Rose era certa che la McGranitt l'avesse fatto apposta per godersi le loro facce in quel momento.
<< Mamma, papà >> li salutò come se nulla fosse.
<< Che ti è successo? Sei stata vittima di qualche scherzo? È stato Lysander, vero? >> era proprio questo che odiava della vecchia Rose, il fatto che a suo padre non fosse venuta neanche in mente la possibilità che fosse stata lei a fare qualcosa e non a subirla.. Il commento da padre geloso su Lys, poteva benissimo risparmiarselo.
Fece per rispondere, ma la preside prese la parola al suo posto.
<< No, Rose oggi è arrivata tardi a lezione di Antiche Rune e, peraltro, non stava seguendo la lezione >> lanciò uno sguardo eloquente a sua madre, come a dire: "non è da Rose" e invece, si, poteva essere da Rose.
<< Ok, ma non mi sembra una cosa per cui chiamare i genitori, no? >> Oh, qualcuno che dicesse la verità ci voleva proprio, in quel momento, sentiva di adorare suo padre.
<< Non è solo questo >> continuò la preside << vostra figlia, ultimamente, arriva sempre tardi alle lezioni, i suoi voti si sono notevolmente abbassati ed  è stata sorpresa piú volte in giro per il castello oltre il coprifuoco.. >> ora la McGranitt guardava suo padre, ma Rose non riusciva a capirne il motivo.
<< Possiamo parlare con nostra figlia in privato? >> chiese sua madre, la preside annuì, così, i tre andarono di sotto a discutere.
<< Che cos'è questa storia dei voti? >> eccola qui, Hermione Granger in persona, signori e signore, nella sua versione piú secchiona.
<< Mamma, sto studiando di meno, tutto qua >>
<< Tu non studi mai di meno >> non tanto la frase, ma fu il tono che usò sua madre che fece arrabbiare Rose, era il tono di chi ti dice "tu fai solo quello, tu vivi per quello", come se lei fosse fatta solo per studiare e non fosse una persona con un cuore e un carattere, quello ferì Rose come una lama di coltello.
<< NO, INVECE! >> urlò << studio di meno e sai che ti dico? Mi sento meglio, molto meglio! Forse dovresti provare anche tu a staccarti dai libri! Voi non capite, tu non capisci, io non sono come te, io non sono te! Mi dispiace che tu abbia dovuto recuperare il tuo settimo anno, mi dispiace se non hai avuto sempre i massimi voti e per te era importante, io non sono te, non imporre a me quelli che erano i tuoi obiettivi, a me non servono tutti "Eccellente", non saprei che farmene, voglio uscire con gli amici, con il mio ragazzo, voglio divertirmi, voglio ubriacarmi. Ho 16 anni, ho il diritto di farlo! >> non aveva urlato, ma sapeva che le sue parole avevano ferito sua madre più di qualsiasi altro urlo, erano come un lampo a ciel sereno, vide una lacrima solcare il volto di Hermione Granger, ma in quel momento non gliene importava un bel nulla.
La donna, molto dignitosamente, alzò la testa e voltò le spalle a sua figlia, senza degnarla di uno sguardo.
Fu allora che si accorse di aver sbagliato, ma era troppo tardi.
Sentì due braccia forti stringerla a se, era suo padre, amava suo padre e credeva, al contrario di ciò che dicevano tutti, fosse una persona molto sensibile, rispose all'abbraccio e si sciolse in un pianto liberatorio.
Gli dispiaceva per la lite, ma sua madre doveva capire che la vecchia Rose non era quella vera.
<< Tesoro, mi basta che non esci oltre il coprifuoco, è pericoloso, per il resto, puoi far ciò che vuoi >> lo sguardo di suo padre era maledettamente serio e non riusciva a capirne il motivo.. Pericoloso? Che mai le poteva succedere per i corridoi del castello?
Vide negli occhi del padre una specie di preghiera e da allora decise che non sarebbe più uscita di notte, si fidava di suo padre e se diceva di no, c'era un buon motivo.
<< Ti voglio bene, papà >> si strinse ancor di più a lui.
<< Ti voglio bene anche io, piccola e te ne vuole anche tua madre >> le sussurrò lui all'orecchio.


 

***
 
 

Tornarono a casa verso le 17:30, Hermione era distrutta, la lite con Rose l'aveva sfinita.
Aveva paura, il suo comportamento le aveva fatto paura, non era la solita Rose, quella che aveva cresciuto negli anni precedenti, quella li era una sconosciuta con le sembianze di sua figlia, quella era la cosa che le aveva fatto più paura, il fatto di non averla riconosciuta, o almeno, non caratterialmente.
Ron se ne stava zitto, sembrava più arrabbiato con la moglie che con la figlia, ma la riccia non sapeva spiegarsi il perché, lei provava così tanta rabbia verso Rose, invece l'uomo sembrava più preoccupato del fatto che uscisse dopo il coprifuoco, come se loro due non l'avessero mai fatto.
<< Sei contento adesso? >> lo aggredì, la sua rabbia era talmente tanta che aveva bisogno di sfogarla su qualcuno.
<< Cosa ho fatto io? >> Fece Ron sulla difensiva
<< Sei tu che le hai messo in testa di non studiare, ne sono sicura! Bhe, ora non sta studiando, sarai contento no? >>
<< Cosa? Hermione qua non parliamo di studiare o no, qua parliamo di nostra figlia, di ciò che LEI vuole, di ciò per cui LEI si sente pronta e all'altezza. La verità è che l'hai caricata di troppe aspettative e lei è scoppiata, non ce l'ha fatta più. L'hai guardata negli occhi per un attimo, hai visto che sembra un'altra persona? Sembra stare meglio davvero. Se studiare meno la fa stare meglio, se è quello che lei vuole, bhe, allora io sto con lei. >> non aveva mai visto Ron così teso, sembrava che qualcosa lo preoccupasse, ma non erano certo le sue stesse preoccupazioni
<< Ronald, ragiona per un attimo. Non è questo che lei vuole. >>
<< E tu cosa ne sai di ciò che vuole tua figlia, quando si tratta di Rose riesci a vedere solo ciò che vorresti tu >> quella fu la goccia che fece traboccare il vaso
<< IO, RONALD, IO? Tu non ti rendi conto di ciò che dici? Quella li non è Rose! Invece di rimproverare me, perché non ti fai un esame di coscienza? Sei suo padre eppure l'unica cosa di cui ti preoccupi è il fatto che lei esca di notte in giro per il castello, quante volte lo abbiamo fatto noi? Non mi sembrava una tragedia no? Invece per te è più importante quello del fatto che tua figlia sia cambiata completamente.  Il solito maturo, Ronald. >> le parole vennero fuori da sole, ma non poteva di certo negare che era tutto ciò che pensava in quel momento.
<< È UN ADOLESCENTE, GLI ADOLESCENTI  CAMBIANO,HERMIONE. MA VISTO CHE TU SEI LA MAMMA PERFETTA CHE VUOLE SOLO PROTEGGERE SUA FIGLIA, PERCHÉ NON HAI PENSATO CHE IL FATTO CHE ROSE ESCA DI NOTTE SIA LA COSA PIÚ IMPORTANTE? C'è un assassino li fuori, o forse più di uno, un assassino che da più di due settimane, prova ad entrare di notte nella scuola dove, TUA FIGLIA, gironzola senza alcuna protezione. Sai che tua figlia ha i capelli rossi, Hermione? Ci hai pensato a questo, Hermione? O sono più importanti i voti? Hai pensato che tua figlia possa essere in grave pericolo, invece di pensare ai suoi obiettivi scolastici? >> il tono di voce di Ron si era abbassato, ma le sue parole furono comunque un pugno allo stomaco, gli attacchi ad Hogwarts da parte della banda di stupratori, la sicurezza aumentata, Ron gliene aveva parlato, eppure non sembrava una cosa così seria, oppure aveva ragione suo marito, la preoccupazione per lo studio di sua figlia l'aveva distratta dalla cosa più importante.
Sua figlia aveva i capelli rossi, perciò, era una possibile vittima.
Quella volta Ron aveva ragione, la sua mente da Auror gli aveva permesso di non dare retta ai dettagli e di andare dritto al punto.
Rimase in silenzio a fissare il vuoto per un tempo imprecisato, sentì Ron alzarsi e dirigersi verso la porta.
<< Devo parlare con Harry, non so a che ora torno >> uscì ed Hermione rimase sola con il suo senso di colpa.

 

***


Probabilmente era la prima volta in tutta la sua carriera scolastica che si ritrovava seduto su quella sedia, in quella stanza, di fronte a quella scrivania, senza che i suoi timpani chiedessero pietà per le urla della donna che, in quel momento, lo stava guardando sorpresa e anche un pochino perplessa.
<< Mi dica, signor Potter... Posso far qualcosa per lei? >> aveva quel tono che si ha quando si parla con uno sconosciuto, gli stava parlando come se non l'avesse visto crescere, come se non lo conoscesse, come se negli ultimi sette anni fossero stati due perfetti sconosciuti, come se la sua presenza in quell'ufficio fosse la più grande novità di sempre, ma entrambe sapevano che non era così.
<< In effetti, professoressa, volevo chiederle un grande favore... >> anche James cercava di mantenere un tono formale, ma non era una cosa che gli riusciva facile, continuò, sperando di sembrare tranquillo << non è che potrebbe firmare tre permessi per stare una giornata fuori dalla scuola il 9 dicembre? >> lo disse lentamente, scandendo bene ogni parola, evitando, così, di ripeterlo due volte.
<< Non ne capisco il motivo >> la McGranitt era perplessa, ma stava riprendendo la sua solita aria severa e questo, stranamente, aiutò James ad andare avanti.
<< Lily, mia sorella, ha un provino per la Royal Ballet School quel giorno e... Insomma, è quello che ha sempre sognato, deve andarci. >> l'anziana professoressa lo guardò di nuovo, stranita, non era certo una cosa da tutti i giorni avere un'alunna che vuole diventare una ballerina.
<< Ci sono varie cose che non capisco.. Primo: perché non è venuta sua sorella a chiedermelo? Secondo: perché gliene servono tre? >> James non aveva detto a nessuno della sua idea di parlare con la McGranitt,  neanche a Louis, neanche a Dominique, neanche alla terza persona a cui serviva il permesso, doveva essere una cosa che dovevano scoprire all'ultimo minuto, altrimenti Lily avrebbe sicuramente rifiutato e il suo piano sarebbe andato in fumo, ma il fatto che la preside non dicesse ancora di no, fece tornare un pochino di speranza nell'animo del ragazzo.
<< Lily crede che lei non gli darà il permesso, non vuole neanche tentare e, comunque, pensavo di accompagnarla io e Scorpius Malfoy... >> disse la verità, pensò che questo avrebbe agevolato le cose, ma si sbagliava di grosso.
<< No, serve il permesso dei genitori. >> quel "no" non ammetteva repliche, a James venne da ridere, i  genitori? Suo padre gliel'avrebbe tirato in faccia quel permesso.
<< I miei genitori non devono saperlo, la prego, professoressa >> tentò il moro
<< No, non posso.. Mi dispiace, ora, per favore, vada via, signor Potter. >> James fece per alzarsi, ma si bloccò quando aveva la mano sulla maniglia della porta, si girò di nuovo verso la sua professoressa.
<< Prof, le ha mai avuto un sogno? >> cominciò James, interrompendo sul nascere la risposta della McGranitt << quando hai un sogno, un sogno di quelli a cui tieni davvero, hai solo voglia di inseguirlo, di rischiare il tutto per tutto per averlo, però, a volte, questa voglia è offuscata dalla paura, è questo che ferma Lily, la paura. Perché quel sogno è qualcosa di incredibile, di inafferrabile.. Aspetti per anni e anni il momento giusto, non sapendo se arriverà, allora Lily, pur di non ricevere una delusione, perché, alla fine, si riceve spesso una delusione, ha deciso di non rischiare, ma io sono suo fratello maggiore e  non posso permetterlo, questa è la sua occasione e non può perderla. Se si ha un sogno, professoressa, lo si deve proteggere, bisogna inseguirlo finche non lo si avrà tra le mani. Lily necessita solo di una spinta, ma, la prego, la lasci inseguire il suo sogno >> James ormai aveva le lacrime agli occhi, non sapeva da dove gli erano venute quelle parole, aveva parlato con il cuore, per una volta, senza maschere, solo lui e la speranza di vedere sua sorella finalmente felice, la McGranitt lo guardava come se lo vedesse per la prima volta.
<< Signor Potter, sua sorella è minorenne e anche il signor Malfoy, io non posso dare loro il permesso, sono sotto la mia responsabilità >> e James lo vide, vide che la preside voleva dirgli di si, ma non poteva perché glielo impediva la legge, così, ebbe uno dei suoi rari colpi di genio.
<< Firmo io, sono maggiorenne, firmerò io. >> lo disse con tutta la sicurezza che riuscì a dimostrare.
<< Non lo so, non credo sia possibile >>
<< La prego, professoressa.. >>
<< D'accordo, d'accordo >> James non credeva alle sue orecchie, pensò di sognare, ma capì che era tutto vero quando la preside gli diede tre permessi da firmare.
<< Usciranno prima loro e poi io >> spiegò James per far capire che sapeva ciò che stava facendo... Comunque, era vero, Lily non avrebbe saputo che c'era anche lui, anche perché non l'avrebbe permesso, vista la loro lite, ma lui non poteva perdersi uno dei momento più importanti della vita di sua sorella.
Firmò i permessi e li mise in tasca.
<< Presentateli a Mastro Gazza quando state per uscire e ora se ne vada, signor Potter, prima che cambi idea >> la McGranitt cercò di mantenere un cipiglio severo, ma il suo viso tradiva un sorriso e la sua voce un pizzico di orgoglio.
James uscì velocemente con una serie di "grazie", "arrivederci" e "non so come ringraziarla" e si avviò a parlare con l'ultima  persona a cui avrebbe mai pensato di chiedere qualcosa.
 

<< Malfoy, posso parlarti? >> stava davanti al tavolo della biblioteca e guardava Scorpius e suo fratello Albus chiacchierare, forse erano andati la solo per trovare un posto tranquillo, visto che era sera e, ovviamente, non stavano studiando; non era riuscito a mantenere un tono gentile, era una cosa più forte di lui
<< No >> la risposta arrivò chiara e netta alle sue orecchie, era un rifiuto bello e buono, vide Al alzarsi e lasciarli soli, si sedette di fronte al biondo, raccogliendo tutta la pazienza che aveva.
<< Malfoy devo chiederti una cosa e, ti giuro, neanche io ne sono particolarmente contento, ma è una questione di vita e di morte. >> Scorpius si alzò dal tavolino con un sorrisetto come per dire "se muori mi togli un sacco di problemi", fece per andarsene, ma James lo bloccò prima che riuscisse a fare un passo
<< È per Lily >>
<< Lily, che è successo? Sta bene? >> James vide negli occhi del Serpeverde una punta di preoccupazione che non gli aveva mai visto, in quel momento capì che Scorpius teneva davvero a sua sorella, dal modo in cui si era bloccato quando aveva pronunciato il suo nome, dallo scatto che aveva fatto quando si era reso conto che c'era un problema, da quella strana luce nei suoi occhi, James aveva capito in un attimo che Malfoy era davvero innamorato di Lily e lui, come sempre, era stato un deficiente a dubitare del giudizio di sua sorella.
<< Sta bene, per adesso, ma se non mi aiuti a fare questa cosa, vivrà tutta la sua vita con un grosso rimorso e la colpa sarà tua.. >> era stato maledettamente subdolo, ma avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di ottenere l'appoggio del biondo.
<< Sentiamo.. >> Scorpius si sedette, forse spinto dalla paura del senso di colpa che si sarebbe dovuto portare per il resto della vita, James ne approfittò e raccontò del provino, del suo colloquio con la McGranitt, delle paure di Lily, dei permessi e del suo piano...
<< Ci sto, se riuscirò a convincere Lily ad andare, ci sto, anche se significa allearmi con te >> lo guardò con aria schifata, ma James sapeva che ormai era fatta.
<< No, è questo il punto, Lily non deve sapere nulla fino a quel giorno, altrimenti si rifiuterebbe, portala fuori scuola con una scusa e non dirgli nulla di me, io non ti ho mai dato quei permessi, li hai chiesti tu alla preside >> spiegò il moro velocemente, sua sorella non doveva venire a sapere che aveva fatto quella cosa.
<< Tu non verrai? Perché vuoi che Lily non lo sappia? >> chiese Scorpius, davvero interessato alla strana psicologia del maggiore dei Potter.
<< Non credo che verrò. E non voglio che Lily mi perdoni perché ho fatto questo, deve capire che accetto davvero la vostra relazione, quindi, anche dopo il provino, tieni la bocca chiusa >> non voleva che sapesse nulla, anche se era cosciente del fatto che se l'avessero presa,  non sarebbe riuscito a trattenersi dal fargli i complimenti, da abbracciarla fino a stritolarla e farle sentire quanto fosse orgoglioso di lei << e volevo scusarmi anche per averti schiantato, ero fuori di me.. >>  alla fine, riflettendoci, Malfoy non era così male, ma non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce.
Scorpius alzò le spalle, così James lasciò il tavolo, ma prima che se ne fosse andato si girò nuovamente verso il biondo con un sorrisetto folle dipinto sul volto
<< Ah, Malfoy, spezzale il cuore e io ti spezzo il collo* >>


 
* Questa frase la dicono Fred e George nel film L'ordine della fenice
* È una battuta di Fast AND Fourious, ma non ricordo di quale, probabilmente del primo.
 
NDA
Salve, gente!
Ecco qui il nuovo capitolo, di lunedì, come al solito.
Cosa ne pensate di Roxanne, quella li è pazza, pazza davvero! E, giusto per dirvelo, lei e Margaret frequentano il quinto anno, quindi hanno 15 anni.
Per quanto riguarda Rose, invece, la situazione si è chiarita, no? È solamente stufa di essere la persona che tutti si aspettano.
In questo caso, Ron non è stato immaturo, anzi, è stato molto più maturo della moglie, vedremo come si risolveranno le cose tra loro due...
E James? È così carino il mio James! Ha fatto tutto per la sua sorellina, ma non vuole dirgli nulla per non farsi perdonare solamente per quel motivo...
Voi che ne pensate del suo comportamento?
Ok, credo di aver finito.
Ringrazio immensamente chi ha messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate, chi legge solamente e le splendide ragazze che recensiscono, ovvero:
-GiulyHermy99 (Anche detta, signorina-io-lascio-le-recensioni-belle-della-storia)
-Wekesa(*_*)
-MartyViola91 (*.*)
-RoseBlack98
-fall_4 (*.*)
-Razorbladekisses
-AleJackson (<3)
-scarlett90 ( :* )
-LolaMalfoy
-_LenadAvena_
-danyazzurra (*_*)
Continuate a seguirmi e a farmi sapere cosa ne pensate.
Un bacione,
Ce_
       

   
 
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