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Autore: shelovesdraco    10/09/2012    4 recensioni
«Come ti chiami, bellezza?»
«America, tu?»
«Harry»
"Si avvicinò lentamente a me e allungò un braccio verso la mia guancia destra, la sua mana delicata carezzarò la mia pelle fredda e un brivido mi percorse la schiena."
Questa è 'Just one night.. or not' dal punto di vista di America. Così capirete cosa succede.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è 'Just one night.. or not' dal punto di vista di America.
Per chi non l'avesse letta, se volete capire meglio, leggete prima questa: 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1220069&i=1
Grazie mille.
 



 Mi svegliai presto, sul letto di Harry, coi raggi che filtravano dalla finestra socchiusa. Mi girai e trovai il suo viso rilassato al mio fianco, sembrava sorridere. Lo fissai in tutta la sua bellezza. Il ricci gli cadevano disordinati sugli occhi e le labbra socchiuse lasciavano intravedere i suoi bianchissimi denti. Sfiorai le sue morbide labbra e venni assalita dai ricordi della notte prima.
Sorrisi inconsapevolmente, possibile innamorarsi in una notte sola?
A quanto pare, a me era successo. Più lo fissavo, più il mio cuore scalpitava, lo sentivo rimbombare dentro la cassa toracica e non riuscivo a farlo fermare.
Poi ricordai tutto.
Era tutto sbagliato, io non avrei dovuto essere lì. Ne alla sua festa, ne con lui, ne a casa sua e tanto meno nel suo letto.
Mio padre me l’avrebbe fatta pagare. Scattai dal letto, e mi vestii il più velocemente possibile. Presi la mia borsa per cercare un pezzo di carta e una penna, magari per lasciargli un biglietto con delle spiegazioni, ma non trovai nulla. Sfigata.
Feci il giro dalla sua parte del letto, mi avvicinai a lui, toccai i suoi morbidi ricci e gli lasciai un bacio sulle labbra. Mormorò qualcosa di incomprensibile ma non si svegliò.
Uscii velocemente da casa Styles e corsi verso casa mia, non sapendo se lo avrei più rivisto.
Passarono giorni interi, avevo una pazzesca voglia di rivederlo; toccare i suoi ricci, sfiorare le sue labbra e guardare dentro i suoi occhi verdi.
Avrei voluto cercarlo, trovarlo, il mio cuore mi diceva di farlo ma mio padre me lo impediva.
La verità era che mio padre mi trattava sempre male, e quando era di mal umore mi impediva di uscire. Ogni qual volta sapeva di me e un ragazzo, mi teneva segregata in casa per intere settimane e io, ovviamente, non lo sopportavo. Piangevo per giorni interi.
Poi, la mancanza di mia madre si faceva sentire. L’avevo persa all’età di undici anni, e per i dieci anni seguenti ne avevo pianto serie conseguenze. Mio padre mi trattava come una schiava, e spesso e volentieri mi picchiava, chiunque alla luce del sole, avrebbe potuto notare i parecchi lividi che comparivano sul mio corpo dopo che mi picchiava con la sua solita violenza. Il suo comportamento era la conseguenza della perdita della donna di cui era innamorato.
Non lo odiavo però, o almeno credevo questo. Forse un po’, ma non per il fatto che mi picchiava, ma perché ‘grazie’ a lui non avrei potuto vedere il mio lui. Tutto si era praticamente complicato da quando lo avevo conosciuto. Il mio cuore ne aveva creato una specie di dipendenza, pensavo a lui ogni singolo istante della mia giornata e ogni mio singolo gesto era fatto pensando a lui. La notte spesso non dormivo per pensare a quell’angelo dagli occhi verdi. E l’idea di andare a cercarlo si faceva spazio nella mia mente, avevo bisogno di aiuto, di essere salvata da mio padre. Ma quella era solo una scusa per tornare da lui. Neppure lo conoscevo e probabilmente dopo di me aveva avuto tantissime ragazze. Sarebbe potuto essere un pessimo ragazzo, uno di quelli di cui non ti puoi fidare, che ti tradisce appena ne ha l’opportunità e non ti dedica mai attenzioni; ma io nel mio cuore sentivo che lui era il ragazzo adatto a me. Il ragazzo che avrebbe potuto completarmi, colui che mi avrebbe difesa e portata via dal pericolo che correvo in casa con mio padre. Sì, dovevo trovarlo.
Poi ebbi un flash. Il giorno dopo sarebbe stato il primo febbraio, il suo ventesimo compleanno e sicuramente ci sarebbe stata una festa.
La sera che lo avevo conosciuto mi ero imbucata alla festa grazie alla mia amica Abby, che diceva che una sua grande amica era invitata a quella festa e che eravamo libere di entrare. Quella sarebbe sicuramente stata invitata anche alla festa dei vent’anni quindi non esitai a comporre il numero di Abby che rispose dopo un paio di squilli. «Pronto, Amy?» chiamò con la sua voce squillante, «Ehi, Abs» risposi. Le dissi che avevo bisogno di sapere se il giorno dopo ci sarebbe stata una festa di compleanno per Harry; mi rispose che avrebbe immediatamente chiamato Hannah e le avrebbe chiesto qualcosa, riattaccò dicendomi che mi avrebbe richiamata.
Passai l’ora successiva a sistemare la casa per farmi concedere il permesso di uscire da mio padre. Quando sentii squillare il suo cellulare corse a rispondere notando con piacere che era Abby. «Abs!» trillai, «Ottime notizie, babe» urlò, «Domani, passo a prenderti alle sei e mezza. Ci imbuchiamo, come l’anno scorso. Wohooo» continuò, io risi e la ringraziai chiudendo la chiamata.
Il giorno dopo ero talmente agitata che non ero rimasta un secondo ferma. Avevo chiesto a mio padre il permesso, e dopo avergli promesso che avrei pulito tutto quanto, me lo aveva accordato. Non indossai nulla di speciale, in realtà, nemmeno mi importava. Abby passò a prendermi con qualche minuto di ritardo e arrivammo più tardi di Harry.
Appena entrata nel locale la musica mi travolse e lo cercai immediatamente con gli occhi, lo vidi con un paio di amici. Sorrideva, aveva i suoi soliti meravigliosi ricci e gli occhi luminosi come sempre. Non ebbi il coraggio di andare da lui. La mia amica vide i miei occhi illuminarsi, mi strinse la mano e si allontanò velocemente, perdendosi tra la folla.
Mi avvicinai al bancone, chiesi una birra e andai a sedermi su un divanetto poco distante dalla folla. Sorseggiai la birra osservandolo da lontano. Ballava, scherzava, si divertiva. Ogni tanto lo vedevo distrarsi e alzare la testa per guardare tutto il locale, magari cercava qualcuno, e puntualmente io abbassavo la testa.
A metà serata il migliore amico di Harry, Louis, richiamò il silenzio e disse che era arrivato il momento della tanto attesa sorpresa per l’amico. Vidi il riccio accomodarsi su una sedia non molto lontana dalla postazione del DJ, sorrideva impaziente. Uscirono delle spogliarelliste che non persero tempo e andarono a stuzzicare Harry, coprirono completamente la mia visuale, diventai terribilmente nervosa, triste e arrabbiata contemporaneamente. Mi alzai e cercai un posto dove poter fumare una sigaretta. Non potevo definirmi una fumatrice, fumavo una sigaretta solo quando avevo bisogno di distrarmi. Andai nella camera dove avevamo lasciato i cappotti e le borse. Presi solamente una sigaretta e l’accendino dalla mia pochette e tornai in sala. Trovai un piccolo terrazzino con un tavolino e un paio di sedie. Appena uscita, l’aria fredda mi travolse e sentii il bisogno di coprirmi, ma non mi andava di tornare dentro quindi accesi la sigaretta e mi appoggiai alla fredda ringhiera di ferro, facendo qualche tiro.
Qualche minuto dopo, sentii dei passi alle mie spalle, voltai piano la testa, in fondo non mi importava sapere chi era. Almeno non fin quando vidi due meravigliosi pozzi verdi fissarmi. Mantenni il suo sguardo. Sentivo i suoi occhi penetrarmi anche l’anima. La voglia di gettargli le braccia al collo e baciarlo mi assalì, ma mi contenni. Non sapevo neppure se mi aveva riconosciuta.
Si avvicinò lentamente a me e allungò un braccio verso la mia guancia destra, la sua mano delicata carezzò la mia pelle fredda e un brivido mi percorse la schiena. Si avvicinò ulteriormente, sapevo cosa stava per succedere e se nel giro di un paio di secondi le sue labbra non si fossero poggiate sulle mie, sarei stata io a completare quella maledetta distanza. Mi erano mancate. Quel bacio pieno di passione fece risvegliare i ricordi dell’anno prima.
Mi poggiò una mano sulla guancia e una sul fianco, per mantenermi vicina a lui. Tremavamo. Non so esattamente per cosa. Lui si staccò dalle mie labbra e sorrise prendendomi per mano. Mi trascinò dentro, e il calore del locale mi avvolse leggermente. Si guardò in giro per qualche secondo, e poi mi portò verso i gabinetti. Squallido, no? Ma non mi importava. Avevo bisogno di stare con lui il più possibile. Entrammo insieme nel bagno dei disabili, chiuse la porta a chiave e si avvicinò a me con lo sguardo malizioso. Mi spinse leggermente contro la parete alle mie spalle e fece aderire la mia schiena al muro freddo e il suo petto al mio. Continuammo a baciarci, ancora, ancora e ancora. Il sapore delle sue labbra era meraviglioso, indefinibile, ma meraviglioso. Una volta provate, non riesci più a farne a meno. Volevamo tutti e due di più. Mi prese in braccio e mi poggiò sul lavandino, cominciai a sbottonargli la camicia mentre lui mi toglieva la maglietta e mi baciava ovunque. Ero la persona più felice del mondo in quel momento, il mio posto era fra le sue braccia. Ci liberammo velocemente del resto dei vestiti e dal quel momento mi abbandonai completamente a lui, perdendo il senso del tempo e dello spazio. Oh Harry. Arrivati al culmine, avevo voglia di buttarmi a terra e rimanere fra le sue braccia per il resto della mia esistenza. Mi lasciai cullare dalle sue forti braccia. Lo osservai, aveva la fronte imperlata di sudore e i ricci gli ricadevano disordinati davanti agli occhi, glieli spostai e gli sorrisi. Improvvisamente il suo viso s’illuminò e senza esitare mi chiese «Perché sei sparita così, America?», rimasi in silenzio qualche secondo, indecisa se dirgli tutta la verità su mio padre, lì e in quel momento. Dicendogli tutta la verità avrei messo in pericolo anche lui. No, non poteva succedere. «Noi non possiamo stare insieme Harry. Mi sono innamorata di te sin da subito, ma noi non possiamo stare insieme» dissi cercando di cacciare indietro le lacrime, mi scostai dal suo petto, raccolsi i miei vestiti e cominciai a vestirmi; mi imitò, non sapendo che fare. «Perché no, tesoro mio? Ti ho cercata per un anno intero e adesso che ti ho trovata non voglio lasciarti scappare di nuovo» disse, sfiorandomi una guancia e notando la prima lacrima scesa sul mio viso. Evitai il suo sguardo e finii di sistemarmi, prendendo il bigliettino bianco dalla mia tasca, lo guardai scuotendo la testa, velocemente gli lasciai un bacio sulle labbra rosee e gli infilai il biglietto in tasca, consapevole che non si fosse accorto di nulla. Poi, corsi fuori dal bagno.
Non perse tempo e mi venne dietro, cercai di confondermi tra la folla e ci riuscii anche perché i suoi amici gli erano saltati addosso. Trovai Abby e le chiesi di accompagnarmi a casa e dopo aver recuperato i cappotti e le pochette uscimmo dal locale.
Ero sicura che avrebbe visto quel biglietto e mi avrebbe richiamata, ne ero sicura.
O quantomeno era la speranza a farmelo credere.
Tanto, per lui avrei aspettato anche un’eternità.








 

#Writer corner
Holaaaaaaaaaaaaaaa. Ieri sera mi sentivo ispirata e ho scritto questa... 'cosa'.
E' tardi, devo andare a fare la donna di casa, lol.
Spero vi facciate vivi con una recensione.  Mi importa veramente tanto sapere il vostro parere, critica che sia.
COMUNQUE, AVVISI IMPORTANTI.

1. Ho cambiato nick; prima ero 'ZaynssWife' adesso, come vedete sono 'xjawaadsvoice'.
2. Ho cambiato il titolo della fanfiction, da 'That day hasn't changed only your life a 'E dopo la tempesta esce sempre l'arcobaleno'. Se ve lo chiedete l'ho fatto perchè la storia ha preso una piega diversa da come l'avevo pensata all'inizio.
3. Ho cambiato anche  il tipo di carattere, ma questo non è importante.
4. La cosa più importante secondo me è invece questa: ho deciso di cambiare il 'tempo' della fanfiction, quando ero ancora agli inizi pensavo che scrivendo la storia al presente sarebbe stata meglio, ma rileggendola non mi piace più. E scrivendo l'ultimo capitolo ho notato che spesso mi confondo, dato che ultimamente ho usato solo tempi al passato. Quindi, in sostanza, ho deciso che cambierò tutti i 'tempi' dei capitoli, portandoli al passato.

Spero apprezziate questa cosa.
Ok , credo di non aver più nulla da dire.
Ma aspè, avete visto i ragazzi ai VMA's? Io stavo per morire.
Ok, basta, mi sto dilungando troppo. Ciaaaaaaaaaaaaao.
Love u.

  
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