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Autore: fedetenera    27/03/2007    4 recensioni
Ciao a tutti siamo Fedetenera e Ki@s91...
Questa FF è il seguito delle Cronache di Narnia: il leone, la strega e l'armadio.
Dall'ultima avventura dei 4 fratelli è passato un anno e ritorneranno a Narnia per affrontare le forze oscure, tornate sotto nuove sembianze. Chi sarà il nuovo nemico?
***AGGIORNATO IL SECONDO CHAP***
LEGGETE E RECENSITE!!!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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AMARO COMPLEANNO

Il tempo passa inesorabile, si cresce, ma i ricordi restano sempre impressi nella mente e nel cuore.
Era passato un anno da quando i fratelli Pevensie avevano lasciato il regno di Narnia per tornare alla realtà della guerra, ma da quel momento il portale non si era più attivato. 
Da allora vivevano nella dimora del professore, tra libri e noiose regole di galateo, mentre aspettavano l'attesissima fine della guerra.

- Lu abbassa la voce, così svegliamo Ed! - bisbigliò Peter
- Susan... ma quando possiamo accendere la luce, io sono stufa!! - sussurrò la piccola Lucy - Non lo possiamo svegliare noi? Ti prego.. -
- Aspetta!! - mormorò Susan
Edmund fece qualche verso e cominciò a rigirarsi nel letto.
- Mnnhmn... Che ccosa succedeee... - farfugliò assonnato
- Buon compleanno Edmund!!! - Lucy gli saltò addosso - Auguri fratellone!! Dai forza, muoviti, alzati!!! - Lucy non stava più nella pelle.
- Ma io ho sonno!! Non possiamo dormire ancora un pò?!! - domandò il piccolo figlio d'Adamo - Io non mi alzo!!-
- E dai Ed, non fare il pigrone - Peter levò le coperte dal letto del fratello ormai undicenne - Ora vieni con noi a fare colazione e poi festeggiamo. D'accordo?? - aggiunse.
- Ahah...mnnhmmn!!! - mugugnò scocciato.
Susan prese una ciotola e la riempì fino all'orlo di acqua
- Non provarci nemme... - si affrettò a dire Edmund, ma ormai era troppo tardi.
- SUSAN!!!!!!!! - urlò Edmund cercando di asciugarsi il volto.
- Ops.. Non l'ho fatto apposta, te lo giuro!!! - sghignazzò Susan. Edmund si alzò di scatto dal letto.
- Venite qui!! Se vi prendo.. - e cominciò a rincorrerli per tutta la casa.
- E’ inutile che correte, tanto vi prenderò ugualmente!! – gridò.
- Corri, corri fratellino!! – Peter scese per le scale e si fermò davanti alla porta in fondo al corridoio.
- Vi… siete.. decisi… allora – disse affaticato Ed.
- Apri la porta – lo incoraggiò Lucy.
Edmund la aprì e sgranò gli occhi
- Oh... Non so cosa dire.. - Era evidentemente sorpreso.

La cucina era colma di festoni e palloncini colorati, la tavola era imbandita di dolci a non finire e vicino al caminetto c'erano tre piccoli pacchetti. 
Edmund fece qualche passo, poi si voltò verso i fratelli.

- Grazie... Non dovevate disturbarvi!! -
- E' pur sempre il tuo compleanno, o sbaglio.. - gli disse Susan - Allora, cosa aspettiamo a mangiare tutto questo ben di Dio... Non possiamo lasciarlo lì a muffire... – e si buttarono a capofitto sulle cibarie finendo anche le briciole.
- Forza Ed, ora i regali! - Peter finì l'ultimo sorso di thè al tamarindo.
- D'accordo, d'accordo. Quale apro per primo?? - domandò.
- Il mio, il mio, il mio!!! - urlò entusiasta la piccola Lucy dandogli il suo regalo fra le mani. Lo guardò più volte, ma alla fine decise di aprirlo.
- Una collana.. carina!!! - Edmund la esaminò accuratamente: il ciondolo era una chiave.
- Ti piace Edmund? Ho trovato quella piccola chiave per terra, poi l’ho legata ad un cordino e… vualà!! Ti ho fatto una bella collana – spiegò Lucy – Ti piace? Ti piace? Ti piace? Ti piace?... –
- Ho capito!! Si, mi piace. Contenta?!! –
- Meno male, se no non sapevo cosa regalarti. – Edmund abbracciò la sorellina.
- Ora il mio. Spero ti piaccia – disse Susan porgendogli il regalo.
- Un blocco di fogli e un calamaio…. Beeeeello! – Ed ringraziò la sorella.
- Così almeno potrai studiare anche qui! – gli disse sorridendo.
- Già, non desideravo altro… - le disse sarcastico
- Il mio regalo è l’ultimo – Peter diede il proprio regalo a suo fratello. Ed scartò l’ultimo pacchetto.
- Un portafoto, un po’ vecchio, ma è pur sempre un portafoto. – puntualizzò Peter – Ti piace? –
- Si, ma a cosa mi serve. Non abbiamo foto da mettere dentro. – disse Ed.
- Lo so, ma appena torneremo a casa potremo metterci dentro una foto di mamma e papà – spiegò.
- Grazie mille Peter!! – Quello era sicuramente il regalo più bello che Peter gli potesse fare.
- Che si fa ora? – chiese Susan
- Non saprei. Penso che dovrebbe decidere il festeggiato. – disse Peter.
- Giochiamo a nascondino! – propose Lucy.
- Ancora? Lucy, te lo abbiamo già detto – le disse Peter – non possiamo più infilarci nell’armadio. Quante volte te lo dobbiamo ripetere… ? –
- Ma perché. A me manca Narnia. Io voglio rivedere il signor Tumnus – disse triste – e salutare i castori. A voi non manca tutto questo?? – chiese.
- SI. – rispose Susan – Ma non possiamo fare nulla per cambiare le cose –
- Non siamo stati noi a decidere di non tornarci – Peter baciò affettuosamente la fronte della sorella.
- Ora però non rattristiamoci. È il mio compleanno! Che ne dite se andiamo a lavarci e vestirci? Decideremo più tardi sul da farsi – Edmund si alzò – Forza!! –

Corsero su per le scale quando sentirono le voci in fondo al corridoio del professore e della governante insolitamente preoccupate.

- Non possiamo farlo – disse Kirke
- Hanno il diritto di sapere! – ribattè
la Macready - Non possiamo nascondergli la verità
- Ma non sono in grado di regger una simile notizia, sono ancora dei bambini – disse lui titubante.
- Queste sono sciocchezze – inveì lei – lo sappiamo entrambi che non lo sono più: Peter e Susan hanno ormai quasi raggiunto la maggiore età e Lucy e Edmund stanno crescendo in fretta

Appena dietro la porta, la confusione cresceva e i ragazzi si agitavano sempre più.

- Insomma, che farai? – domandò la governante – Non puoi certo fare finta di niente –
- Lo so ma… -
- Niente ma, questa è una questione troppo importante! Non potremo proteggerli ancora per moltola Macready sospirò – Prima o poi verranno a chiederci notizie e noi saremo costretti a dargliele –
- Certo bisogna trovare una soluzione; ci troviamo in una situazione molto spiacevole, ma lo è  più per i ragazzi che per noi – disse il professore – Capisco benissimo che la realtà è questa – chiarì – ma finché abbiamo la possibilità di tenerli all’oscuro di tutto, ti prego, facciamolo! Dammi ascolto
- Mi spiace. Questa volta non posso proprio
la Macready fece una breve pausa e continuò – Se non dirai tutto ai ragazzi, sarò costretta a palargliene io
La governante fece per andarsene.
Ma qual è il problema se aspettiamo ancora qualche giorno – domandò Kirke alla Macready
- Aspettare non cambierà le cose. HANNO PERSO ENTRAMBI I GENITORI A CAUSA DI QUESTA MALEDETTA GUERRA, e questo non potrà mutare

La Macready pronunciò quelle parole con grande tristezza, ormai si era affezionata a quei ragazzi… sapeva che ci sarebbe voluto molto tempo prima che superassero una tale tragedia, lo sapeva bene.
Edmund a quella frase sbarrò gl’occhi, divenuti ad un tratto vuoti, e abbassò lo sguardo; allargò le dita e la cornice di Peter, che avrebbe dovuto ospitare i loro genitori, cadde e si frantumò in mille pezzi.
Prese a correre per il corridoio, non badò a nient’altro che a correre, correre e correre.
Si fermò davanti ad una porta di legno finemente intagliata che conosceva molto bene.
La aprì e si ritrovò davanti all’unico mobile nella stanza: un enorme armadio di quercia scura.
Edmund rimase lì a fissarlo mentre le lacrime cominciarono a rigargli le guance, a scorrergli sul viso, ma lui non le asciugò: non gli importava, non gli importava più di nulla ormai…
L’unica cosa che risuonava nella sua mente era la voce di sua madre quando cantava alla mattina, dal piano di sotto, per svegliarli dolcemente…
Come se il sogno appena finito riprendesse subito dopo aver aperto gl’occhi; l’unica cosa che riusciva a vedere era suo padre seduto sulla sua inconfondibile poltrona blu mentre leggeva il solito giornale, con quei soliti occhiali tondi buffi che facevano tanto ridere Lucy e gl’altri… e qualche volta, anche se più raramente, addirittura lui… così restio a sorridere, con quel carattere così chiuso e spesso cupo.
Ora le cose sarebbero cambiate: non ci sarebbero più state né parole gioiose cantate al mattino, né strani occhialetti buffi a far sorridere persino lui.
Ora vivevano solo ricordi ed immagini che cominciavano già a sfocare nella sua mente, ma non nel suo cuore, dove regnava un grande silenzio: un silenzio di dolore, di tristezza, di nostalgia, di rabbia, di inquietudine… un silenzio raccolto ma che nello stesso tempo urlava, scalpitava che non sapeva dov’era la sua fine.
Edmund avrebbe voluto rimanere lì per sempre, senza mangiare né bere, senza parlare, senza pensare.
Ma sapeva bene che presto sarebbero venuti a cercarlo e che avrebbe dovuto ricominciare a vivere, anche se sapeva della morte di mamma e papà; non c’erano più ed era colpa della guerra, di quella maledetta guerra, di quelle maledette bombe, di quei maledetti aerei che ogni sera sorvolavano la loro vecchia casa che ora non c’era più, che era solo un mucchio di macerie…
Ma non era quella la cosa che più gli bruciava, quello che gli faceva più male era il fatto che erano solo due innocenti.

- MAMMA E PAPA’ ERANO INNOCENTI!! – urlò con tutto il fiato che gli rimaneva – MAMMA E PAPA’ ERANO BUONI!!! – gridò di nuovo, stavolta fra i singhiozzi.
Devi essere forte, pensa a Lucy si ritrovò a pensare ... maledizione!!! Edmund si rannicchio con il viso fra le mani.

Lucy rimase come pietrificata, non riusciva a muovere un solo muscolo. 
Rimase davanti a quella porta socchiusa, il suo sorriso sparì, così come il suo sguardo si spense, l’allegria nei suoi occhi scomparve: ora tutto in lei denotava tristezza, la tristezza che, da quel momento, abitava nel suo cuore. 
Una lacrima cadde e le solcò il viso, seguita da un’altra e poi un’altra lacrima ancora. 
Si sentì abbracciare… riconobbe il caldo abbraccio di Peter, l’abbraccio di colui che stava patendo lo stesso suo dolore, lo stesso senso di abbandono e di sconforto che provava lei. Susan fissava il vuoto, strinse i pugni, le unghie affondavano nella sua pelle, non pianse, non subito… guardava sua sorella e suo fratello in quell’abbraccio malinconico.

 - Perché, perché, PERCHE’ – Susan urlò sempre più forte. Si lasciò cadere, gl’occhi annebbiati dalle lacrime.

La porta dello studio del professore si spalancò e i tre ragazzi si trovarono davanti la signora Macready con le lacrime agl’occhi

- Non avrei mai voluto che le veniste a sapere in questo modo. Sono immensamente addolorata della vostra perdita… -
- Non vi abbandoneremo – disse il professore che comparve alle spalle della Macready – non vi lasceremo soli in un momento così difficile –
Susan si alzò di botto cercando di asciugarsi invano le lacrime.
- Dov’è Edmund – singhiozzò e senza attendere risposta prese a correre lungo il corridoio nella speranza di ritrovare suo fratello.
- Susan, ASPETTA!!! – Peter, presa in braccio la sorella che ancora tremava, la rincorse senza voltarsi indietro.

 

 

Vorrei ringraziare tutti per le recensioni, in modo particolare fedy, sonaj, carlottina e Dubhe.
Ci scusiamo per il ritardo ma siamo stato molto impegnate con la scuola...
Il terzo capitolo è quasi pronto e lo pubblicheremo al più presto: con il prossimo capitolo torneremo tutti nella terra di Narnia!!! Non vi anticipo nient'altro per non rovinarvi la sorpresa, vi dico solo di aspettarvi di tutto perchè come avete letto nel primo capitolo la strega ha fatto un incantesimo.
Ciao e al prossimo capitolo
by Fedetenera e Ki@s91

P.S. dimenticavo!!! vi consiglio di leggere la ficcy della nostra socia SONAJ: è una storia su Harry Potter (NC17) che si intitola "A OGNI SERPE IL SUO GRIFONE" ed è una Draco/Hermione
  
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