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Autore: Mrs C    10/09/2012    8 recensioni
Lo sapevo John, dice Greg, lui non era... così. Aveva te. Io lo sapevo. Perdonami, perdonami, John.
John vorrebbe dirgli che non ha nulla di cui chiedere perdono ma non riesce a parlare, perché c'è qualcosa che gli fa male, cos'è?, non lo sa che cos'è, ma si stringe a Greg un po' più forte. Ma lui non c'è, Greg. Lo dice piano, John, affondando il viso fra il collo e la spalla dell'amico. Lui non c'è e io sono ancora qui. Greg lo stringe così tanto che John ha paura di soffocare. Solo che non puoi farlo, se hai smesso di respirare. E John non respira più da un po'. Lui non c'è.
[Pre-slash]
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, John Watson , Lestrade , Mycroft Holmes , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Vivere è la cosa più rara del mondo. La maggior parte della gente esiste, ecco tutto.
Oscar Wilde




E' come quando apri gli occhi dopo un incubo, con il respiro affannoso e le iridi appannate. Per i primi tre secondi non sai distinguere se quello che hai davanti - l'intimità della tua stanza, la persona che ti sta accanto, il suono familiare della sveglia - siano reali, o riproduzioni fedeli del tuo cervello. Poi c'è quel particolare profumo - pino, pungente e aspro - che semplicemente ti fa capire che sei lì. Per davvero.
John passa le varie fasi di questo risveglio completamente a occhi sbarrati, seduto nella terrazza del suo palazzo con di fronte a sé quell'uomo che l'ha fatto vivere e morire più di quanto avesse mai fatto l'Afghanistan. Sorpassa i sto sognando, schiva più rapido i devo essere impazzito e poi si blocca al questo non è un addio. John si chiede se sia fisicamente e chimicamente possibile morire all'interno del proprio corpo, rimanendo ancora vigile. I suoi muscoli non si muovono, non batte le palpebre, non respira quasi. Forse anche il suo stesso cuore ha smesso di battere, gemello dei neurotrasmettitori che ormai non danno più impulsi motori. Sherlock è bello. Un pensiero come un altro che gli fa provare piccoli brividi lungo le braccia. Bello nel suo pallore troppo visibile, bello nella sua magrezza troppo accennata, bello nel suo dolore e nel suo implorante perdono.
- Cos'è, questo? Cosa siamo... noi?
E' bello quando John si avvicina cauto e lui non si allontana, è bello quando invade il suo spazio e rabbrividisce. E' bello - bellissimo - quando il suo odore gli entra dentro, lenisce le sue ferite e le cura come un bravo medico farebbe con un suo paziente. Pino, pungente e aspro, e John è davvero lì.
- Non possiamo essere quello che eravamo prima, John?
Il tono freddo che si scioglie nei suoi occhi di fuoco ha il potere d'incendiare John dall'interno. Tutto sembra vorticare veloce intorno a lui e il ruggito che gli nasce nel petto non è di sollievo né di rabbia ma di semplice e puro terrore. Tutto si espande, diventa più luminoso e, santo Dio, ogni cosa ritorna a vivere nella sua pienezza, com'è già successo e succederà, solo quando gli occhi di Sherlock ci si posano sopra. Tutto ha un senso, la sua vita e lui come persona, hanno un senso. Per questo, John scaccia via la paura e si costringe a parlare. Lo deve a se stesso e a tutto ciò che si è promesso ma specialmente lo deve a quello che potrebbe essere.
- Non sono sicuro che mi basti più, Sherlock.
Se non gli occhi della disperazione, John non sa davvero come definirli. Forse quello che potrebbe essere non sarà mai, pensa John, e i suoi occhi parlano. Parlano a Sherlock come se stesse urlando, un fiume in piena di dolore e sentimento che non è sicuro di riuscire a calmare e controllare. Qual è l'unica cosa che può fare? Cosa può essere detto più di quanto non lo sia già stato? E' tutto lì, sul palmo della mano, e afferrarlo o perderlo è come un soffio di pioggia su un giglio appassito; perché è troppo tardi per poter germogliare di nuovo, ma se c'è una speranza forse ne vale la pena.
- Sono andato via proprio perché ho te, John. E per lo stesso motivo sarei tornato a qualunque costo [1]. Vorrei chiederti di capire e perdonare la mia colpa ma non ne ho il diritto perché adesso non posso darti quello che vuoi. C'è ancora troppo da fare, e non siamo ancora al sicuro.
Le sue dita tiepide gli sfiorano la fronte in una timida carezza, scostando ciocche di capelli chiari dai suoi occhi azzurri, vividi e sinceri. Le sue labbra secche, su cui Sherlock passa il pollice, sentono il sapore acre di uomo, endorfine e elementi chimici. E John potrebbe decidere di chiedere un miracolo: cristallizzare il momento, nell'attimo in cui l'altra mano di quella persona straordinaria, scivola sulla sua nuca, appena dietro il collo, sotto la camicia. Ed è tutto così perfetto che non si ricorda neanche quand'è stata l'ultima volta che ha pregato di poter morire.
- Tenerti vivo è l'unica priorità di cui m'importa e su questo non intendo trattare, Dottore.
John annuisce piano, poggiando il volto sul palmo aperto di Sherlock, e avvicinandosi un poco di più al calore del suo corpo, e a quell'odore di pino che sembra volerlo rassicurare: non stai sognando, e lui è qui. Non ti basta questo, John? Sì. Mi basta. E' un bacio leggero, quello che John gli posa sulla bocca, un bacio che sa di rimpianto e calore, con la forza di tutti quelli che non gli ha mai dato [2]. Tocca ogni parte del suo viso, s'infiltra piano nella sua bocca e sfiora i suoi denti perfetti. Vorrebbe piangere, John, e dirgli che aspettare va bene, che passerà la sua vita ad aspettarlo se sarà necessario. Ma non dice nulla, e Sherlock capisce lo stesso, avvolgendolo con le braccia e con gli occhi, e con quel suo odore di pino che ha svegliato John dal buio. Forse il loro è stato un addio, anzi, di sicuro un tempo lo è stato. Ma non lo è oggi, e sicuramente non lo so sarà domani.




Ps. I'm a Serial Addicted

E questo è quanto, anche questo piccolo esperimento è finito. Sarò sincera, sono abbastanza soddisfatta di questo capitolo, e non m'interessa se Sherlock risulta OOC. Ho amato renderlo più umano, e questo fluff un po' sopra le righe (spero non troppo sdolcinato) è esattamente quello che mi serviva per stare un po' meglio. Un paio di precisazioni:

[1] (ho deciso di usare i numeri perché a forza di mettere **** finisce che risulta fastidioso XD) Ennesima citazione di The Gentlemen Alleance Cross, amo quel manga.
[2] Citazione della meravigliosa Back to Afghanistan di Ermete che mi sono riletta stanotte. Di nuovo.

Per un attimo ho considerato l'idea di mettere un pezzo con Harry e Mycroft che si rincontrano ma mi piaceva troppo la chiusura che ho dato, e ho pensato che avrebbe rovinato tutto. Magari ci farò uno spin-off... Vi amo immensamente, voi lo sapete. Spero vi sia piaciuto, almeno un po' e alla prossima!

Ps. Avevo detto Bromance... ma ne è uscita una pre-slash. God.

Jess
   
 
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