- Tratto
dal ventiseiesimo capitolo:
- Tornai
in camera, non appena mi sedetti, aprì gli occhi, erano
rossi,
- mi
spaventai:
- <<
Oh Edward tesoro! Ho parlato con Lys al telefono,
- sta
arrivando il dottor Varner.>>
- <<
Chi è?>>
- <<
Esperto di terapia del dolore.>>.
- <<
Cosa?>>, sgranò gli occhi.
- <<
Edward domani Lys ti dirà meglio tutto quanto, adesso
dobbiamo affrontare
l’emergenza, devi collaborare.>>
- Mi
guardava spaurito, gli passai la mano sulla fronte imperlata di sudore,
gliela
baciai.
- <<
Aiutami.>>
- Lo
feci distendere, sembrò averne beneficio.
- ****
- Si
era chiuso a riccio tra il dolore fisico e l’agitazione
dovuta a questa novità.
- Mi
misi accanto al letto, provai a prendergli la mano, me la porse ma come
se non
sentisse nulla, non reagiva, comunque l’avvicinai alle mie
labbra e cominciai a
baciargliela.
- In
tutto questo, anch’io avevo la mia parte di
difficoltà e avevo bisogno di
sentirlo vicino, di sentire il suo calore.
- I
minuti passavano ma lui continuava a stringere gli occhi, trattenendosi
dal
gemere, vedevo i suoi occhi riempirsi di lacrime, che faceva cadere,
scrollando
la testa, volevo aiutarlo in qualche modo, ma non riuscivo a capire
come.
- Mi
chiese di aiutarlo a spostarsi, sperava forse che cambiando posizione,
il
dolore si alleviasse, si mise una mano sul petto, l’altra
mano sugli occhi a
celare quel pianto silenzioso, che non riusciva a fermare.
- Ero
veramente disperata.
- <<
Amore ascoltami, oggi pomeriggio ho scaricato e corretto le foto di New
York,
vorresti vederle?>>.
- Il
suo sguardo si animò, gli asciugai le lacrime, mi sedetti
per terra accanto a
lui, il notebook aperto dinanzi a lui, si era stretto entrambe le mani
al
petto, ancora qualche lacrima sfuggiva al suo controllo, ma sembrava si
stesse
calmando.
- Feci
partire la presentazione, erano una quantità spropositata,
via via che
scorrevano le immagini, aggiungevo dei commenti simpatici, dei ricordi,
delle
impressioni che le foto mi suscitavano, lui mi ascoltava, attento, ogni
tanto
mi chiedeva di fermarmi, respirava piano, cercando di controllare il
dolore che
ancora non lo aveva abbandonato e
- poi riprendevamo a guardare.
- Era
mezzanotte quando terminammo, il farmaco aveva cominciato a fare
effetto e lui
era più sereno, ma i suoi occhi arrossati, mi facevano stare
così male, allungò
la mano e mi avvicinai alla sua bocca:
- <<
Ti amo, sei… sei sempre la mia salvezza.>>, si
schiarì la voce rauca, gli
misi un dito sulla bocca, lui scosse la testa, abbassò il
tono e continuò,
- <<
sono stato anche… anche stavolta uno stupido, ho valutato
male, ti… ti prego… aiutami,
non sono lucido e continuo a… a fare errori, che…
che mi fanno stare
peggio.>>
- <<
D’ora in avanti staremo più
attenti.>>, mi
appoggiai sul letto.
- <<
Ti faccio paura così?>>, sollevò la
mano con il catetere,
- <<
ti… ti ricordo Jacob?>>.
- Non
volevo mentirgli:
- <<
Non paura… dispiacere. Certo risentire parlare di terapia
del dolore, è stata
dura, ma sono consapevole che la tua situazione è diversa,
temporanea,
reversibile, quindi non posso permettere ai ricordi di offuscare la mia
razionalità. Devo concentrami su di te, su come aiutarti ad
affrontare ogni
complicazione, anche con piccole cose, come ho fatto prima con le
foto.>>
- Prese
il pc:
- “
Mi chiedo se dimenticheremo
mai tutto questo
- o
se ne saremo sommersi.”
- <<
Sommersi? Non pensarlo mai, ne uscirai sulle tue gambe e sarai
l’uomo più
temprato che io conosca.>>
- “
E tu la ragazza spremuta
dalla malattia del fidanzato?”
- <<
Edward non credere neanche per un istante che questo possa spegnermi.
- Sto
vivendo una storia d’amore così unica, speciale,
l’amore che provo per te, mi
dà forza, determinazione, tu mi dai forza, non mi esaurisci.
So che supereremo
insieme tutte le difficoltà e continueremo ad
- avere
una relazione perfetta.>>
- <<
Perfetta… sì amore mio, tu sei perfetta per
me… sei la mia… dolce, granitica
Bella!>>, sorrise, avvicinandosi alle mie labbra, mi
baciò, sussurrando,
<< io ce la farò… ce la devo fare.
Ti amo. >>
-
Capitolo 27
-
Ricominciare
- Casa
Cullen era
tutta addobbata per il Natale, Mark e Liv attendevano sulla porta,
- Non
appena la
pedana toccò terra, si avvicinarono a Edward e lo strinsero,
lui ricambiò con
un sorriso quel gesto d’affetto, Bella spinse dentro la
carrozzina fino alla
stanza.
- Carlisle
si chinò
verso di lui, il ragazzo gli passò il braccio sulle spalle,
lo prese di peso e lo
depositò delicatamente sul letto. Era diventato
così magro da essere spostato
quasi senza fatica, al contatto con il letto si contrasse per il dolore.
- <<
Edward.>>,
disse dispiaciuto.
- <<
E’ solo
una fitta ora passa, non preoccuparti papà.>>
- Rimase
immobile e il
dottore uscì.
- Non
appena riprese
il controllo, disse sorridendo:
- <<
Finalmente a casa, sembra sia passato un sacco di tempo, mi mancava
tutto di
qui, gli ambienti, gli odori, il calore e la mia stanza, il mio letto.
- Sai
qual è l’unico
aspetto che rimpiangerò del ricovero in
ospedale?>>.
- <<
Non
riesco proprio a immaginare cosa potrebbe mancarti.>>
- <<
Averti
accanto a me la notte.>>
- <<
Oh
amore!>>.
- <<
So che
non rimarrai più a dormire con me, ora che saremo qui, ma
forse è meglio così,
hai bisogno di riprendere la tua vita e proprio il capitolo dormire
sarà
importante, devi recuperare l’enorme fatica che hai fatto in
questi giorni e
poi ricominciare a studiare.>>
- <<
Ti
resterò ancora vicino, quanto più possibile, ne
ho bisogno quanto te.
- Per
studiare c’è
tempo, posso prendermi ancora qualche giorno di vacanza, non sono poi così
stanca come credi tu e non
ho bisogno di dormire.>>
- <<
Oh scusa
avevo dimenticato di essere il fidanzato di Wonder
woman!>>, rispose
ironico.
- <<
Dico sul
serio, sto bene.>>
- <<
Spero che
questo non diventerà motivo di scontro tra noi
Bella.>>
- <<
Tu non
pensarci e fidati di me.>>
- La
ragazza sia
avvicinò alle sue labbra, iniziò a stuzzicarlo,
Edward prese ad ansimare eccitato,
lei a quel punto si staccò un attimo e sussurrò:
- <<
Dovremmo
fermarci adesso o non riusciremo più a
trattenerci.>>
- <<
Perché
mai dovremmo farlo?>>.
- <<
Ti sembra
forse il caso? Sei appena rientrato dall’ospedale,
c’è la tua famiglia in
salotto, possiamo rimandare a un altro momento? Magari nel frattempo
pensiamo a
qualcosa che sia adatto alla situazione.>>
- <<
Dovremo
essere creativi, visto le condizioni in cui sono.>>
- <<
Sono
certa che ci troveremo una soluzione. Ci vediamo dopo pranzo, i miei mi
richiedono.>>
- <<
Ne hanno
tutte le ragioni, ci vediamo più tardi tesoro
mio.>>
- BELLA
- <<
Per la
cena della vigilia, Rosalie ha organizzato una serata.>>,
dissi a mia
madre, << ma ha lasciato a Edward la scelta di cosa fare
e chi invitare.
- Può
darsi che
domani non si senta di far nulla, potrebbe non lasciare neanche la sua
stanza,
oppure saremo solo noi, la sua famiglia e voi o può darsi
che darà carta bianca
a Rosalie e allora sarà un festa in piena
regola.>>
- <<
Adesso
che è tornato come ti organizzerai?>>
- <<
Cercherò
di stargli vicino il più possibile almeno fino a quando non
riprenderà
l’università, domani verrà il
terapista, poi dobbiamo vedere come reagisce a
farmaci ordinari per il controllo del dolore, ci sono tante cose a cui
dovremo
pensare.>>
- <<
Posso
fare la mamma apprensiva per trenta secondi, hai bisogno di staccare,
sei molto
stanca tesoro, devi ritemprarti, se crolli, come farà
Edward?>>
- <<
Lo so ma
mi viene difficile restargli lontano, valuterò di giorno in
giorno, se la
situazione migliora, mi comporterò di conseguenza.
>>
- Casa
Cullen era
immersa nel silenzio, entrai piano in camera, sembrava dormisse, mi
sedetti
vicino a letto ad aspettare.
- Allungò
la mano e
mi attirò verso di lui, mi misi in ginocchio e mi tuffai in
quegli occhi verdi:
- <<
Riprendiamo da dove ci siamo interrotti prima?>>, disse.
- Lo
baciai, mi
prese il viso e mi tenne incollata alle sue labbra. Sentimmo bussare,
mi
scostai leggermente, era il dottore, poggiò una scatola sul
comò.
- <<
Allora ti
medico e ti cambio le bende, c’è qualche traccia
di sangue, tutto il movimento
fatto per tornare a casa può aver fatto sanguinare un
po’ le ferite, Bella
scusa la domanda ma sei capace di fare delle
sottocutanee?>>.
- <<
Sì
dottore.>>, risposi.
- <<
Papà
posso farle da solo, non condizionare Bella anche a
quest’impegno.>>.
- <<
Sono quì
ad un passo e posso farlo tutte le volte che ci sarà la
necessità.>>
- Restai
inginocchiata vicino a lui che aveva chiuso gli occhi, aspettando che
iniziasse
la medicazione, infilai le dita tra i suoi riccioli, poi quando
cominciò a
stringere il lenzuolo, mi avvicinai e sottovoce gli dissi:
- <<
Apri gli
occhi, guardami, concentrati su di me, ascoltami, respira piano tesoro,
sta
passando Edward … amore.>>
- <<
Baciami
ancora.>>
- Mi
avvicinai e
cominciai a depositargli dei piccoli baci sulle labbra,
rilassò i tratti del
volto, rispose ai miei baci e allentò la presa sul lenzuolo.
- <<
Ho
finito.>>. disse Carlisle.
- <<
Vorrei
distendermi sulla schiena, ho male al fianco.>>
- <<
Fammi
dare un’occhiata. È un po’ arrossato,
devi evitare per qualche tempo di
dormirci sopra, Bella puoi pensarci tu a mettergli sopra un
po’ di questa
pomata, si è fatto un po’ tardi e con il traffico
prenatalizio rischio di
arrivare molto in ritardo in ospedale, poi sarò in ferie per
tutta la
settimana.
- Ci
vedremo
domattina. Riposati e chiamate per qualsiasi evenienza.>>
- Non
appena uscì
suo padre, gli scoprii il fianco e gli misi la pomata:
- <<
È
l’anticamera di una piaga, lo sai vero?>>
- <<
Non è
nulla, è solo un arrossamento che passerà in un
paio di giorni, niente film Edward.>>
- <<
Sicuro, non
dobbiamo pensare che la mia malattia abbia le stesse caratteristiche di
una a
lunga degenza, ho gli stessi arrossamenti in corrispondenza del busto,
la
circolazione sanguigna è pessima e vista
l’immobilità a cui sono costretto, se
continuerò così, presto gli arrossamenti si
trasformeranno in piaghe. E’ non è
finita qui! Lys dice che se il tramadolo non è efficace o ha
effetti
collaterali fastidiosi, passeremo alla morfina.>>
- <<
Se… se… Edward
per favore, possiamo preoccuparci solo quando e queste
possibilità diventeranno
certezze, ora che riprenderai a muoverti un po’ di
più, starai meglio e risolveremo
tutto senza drammi.>>
- Rimase
a fissare
il pavimento, gli sollevai il mento e lo guardai, mi sorrise, mi
baciò e disse:
- <<
Ok mia
anima positiva, vieni qui abbracciami, voglio fare il pieno del tuo
odore.>>, e si mise a ridere.
- Verso
le sei
arrivò il fisioterapista che gli fece un’ora di
mobilizzazione, mangiammo
insieme nella sua stanza, poi vinto dalla stanchezza e dalla fatica, si
addormentò presto.
- Rimasi
a fissarlo
nella penombra, era magro, pallido, gli zigomi prominenti, le mani e le
braccia
piene di lividi bluastri per le flebo e i prelievi.
- Mi
resi conto che
riuscivo a nascondere bene la preoccupazione quando stavo con lui, ma
ora mi
sentivo male solo a guardarlo.
- Mi
avviai a casa,
con la testa piena di pensieri, ma con la speranza che nella calma
della
propria casa, accudito amorevolmente da tutti noi, potesse riprendersi
rapidamente.
- EDWARD
- La
stanchezza
accumulata in dieci giorni ed essere tornato nel mio rifugio, la mia
stanza,
ebbero l’effetto di farmi dormire di sasso.
- Al
mio risveglio, la
vidi seduta accovacciata sulla poltrona, libro in mano, sorridente e
distesa,
bellissima.
- <<
Buongiorno.>>, mi disse e si apprestò a
baciarmi.
- <<
Buongiorno anche a te. E tanto che sei lì?>>.
- <<
Da un
pò.>>
- <<
Che ore
sono?>>.
- <<
Le dieci
e mezzo, il terapista arriverà tra mezz’ora, dico
a Liv di portarti
un’abbondante colazione?>>.
- Storsi
la bocca.
- <<
L’ho
posta come una domanda? Oh scusa ho sbagliato, doveva essere
un’affermazione, devi
fare colazione, dobbiamo riprendere qualche chilo amore mio, quindi
niente
ma.>>
- Uscì,
passarono
cinque minuti e la vidi rientrare insieme e Rosalie che reggeva un
enorme
vassoio.
- <<
Buongiorno principe, ben svegliato.>>, mi disse.
- Bella
si avvicinò
e senza dire nulla mi cinse la schiena con le braccia e piano mi
aiutò a
sollevarmi, Rosalie sistemò i cuscini e mi poggiò
sul letto il vassoio.
- <<
Servizio
completo signore.>>, disse ancora mia sorella.
- Si
sedettero sui
due bordi del letto e capii di non avere scampo e cominciai a mangiare.
- <<
Sapevo
che la vostra alleanza sarebbe stata per me un vero disastro, ma non
pensavo
fino a questo punto.>>
- <<
E quante
storie per una colazione.>>, esclamò Bella,
<< su mangia e finisci
tutto.>>
- <<
Tesoro
mio è vero che sono una maga
nell’organizzare.>>, disse Rosalie,
<<
ma si dà il caso che oggi sia il ventiquattro dicembre e la
bacchetta magica l’ho
dimenticata in Florida. Non vorrei metterti pressione, ma hai deciso
qualcosa…
tesoro rispondimi!>
- <<
Posso
inghiottire il boccone o vuoi che mi strozzi.>>
- <<
Dettagli.>>
- Un
sorriso. Ripresi:
- <<
Puoi
invitare chi vuoi, pongo un’unica condizione, niente cena
seduti, voglio
potermi muovere e defilarmi nella mia stanza, se è il caso,
senza che nessuno
se ne accorga.>>
- <<
Benissimo…
tutto quello che desideri.>>, era scattata in piedi,
<< ok vado a
dopo.>>
- Era
giunta alla
porta poi tornò indietro sorridendo, mi baciò e
aggiunse:
- <<
Grazie Edward.>>
- <<
Grazie e
di che? Sei davvero un tesoro.>>
- Uscì
dalla stanza,
Bella sorrideva:
- <<
L’hai
fatta davvero felice.>>
- <<
So quanto
ci tenesse e ha ragione lei dobbiamo festeggiare, dobbiamo ricordarlo
questo
Natale e sarà indimenticabile, ci sei tu adesso accanto a me
e lei, finalmente
in famiglia, poi non so quanti anni sono passati dall’ultima
festa organizzata
in questa casa, sarà divertente vedere cosa
riuscirà a mettere in piedi in così
poco tempo.>>
- <<
Tu non
sai chi ha coinvolto per darle una mano.>>
- <<
Alice?>>
- <<
Chi
altro. L’ha messa in pre allarme, dicendole però
che bisognava aspettava una
tua decisione, ma saranno già adesso al telefono e credo che
non passerà molto
tempo e il ciclone arriverà qui.>>
- Scostai
il
vassoio, asciugandomi la bocca:
- <<
Basta
sono sazio, non riesco più a mandar giù nulla.
- <<
Edward è
ancora troppo poco, hai bisogno di più mangiare di
più.>>
- <<
Poco alla
volta Bella, te lo prometto, ma se adesso tentassi di mettere altro
nello
stomaco, mi sentirei solo male.>>
- Mi
guardò
sconsolata, ma tra il periodo della preparazione agli esami, in cui
mangiavo in
maniera disordinata e in quantità minime e la degenza in
ospedale, il mio
stomaco non era più abituato a ricevere cibo in
quantità normali.
- Bussarono
alla
porta, entrò il terapista, Bella si affrettò a
portare via il vassoio e rimase
sulla porta, lui mi aiutò a distendermi, mi mise il tutore e
iniziò a lavorare.
- Quand’ebbe
finito,
Bella si avvicinò e gli chiese:
- <<
Crede che
potrei fare io qualcosa in questi due giorni di festa in cui lei non
verrà o
rischio di far guai?>>.
- <<
Bella non
occorre.>>
- <<
No signor
Cullen, sarebbe invece molto utile, come vede i movimenti da far fare
sono
piuttosto semplici, non può arrecare alcun
danno.>>
- <<
Bene
allora ci proverò.>>
- Clayton
salutò ed
uscì.
- <<
Non
voglio che faccia anche questo.>>, dissi deciso.
- <<
Cosa c’è
di male?>>
- <<
Ti
stancheresti, le mie gambe sono quasi un peso morto ed io non ho la
forza di
collaborare quasi per niente, non voglio che tu ti affatichi
così
tanto.>>
- <<
Sciocchezze! Smettila vedrai sarò bravissima>>
- Prese
un
fazzoletto dal mio comodino e mi asciugò la fronte, poi mi
baciò, scostai
involontariamente la testa:
- <<
Ehi Cullen
che succede?>>, disse sollevandosi.
- <<
Sono a
disagio… sono tutto sudato, non faccio una doccia per intero
da un bel po’,
tutto qui.>>
- Rifletté
un attimo
poi disse:
- <<
Ma se
coprissimo le ferite con cerotti impermeabili e ti aiutassi a fare una
doccia,
questo migliorerebbe il tuo umore?>>, mi fece
l’occhiolino.
- <<
Io non
sono di cattivo umore, non voglio che aggiungi fatica a fatica, ma devo
dire
che l’idea m’intriga molto come pensi di
fare?>>.
- <<
Nelle tue
condizioni il sedile presente nella doccia, non è sicuro,
metteremo nel box una
sedia che si possa bagnare e il gioco sarà
fatto.>>
- <<
Tu farai
la doccia insieme a me?>>
- <<
Ti
aiuterò.>>
- <<
Un progetto
sempre più interessante.>>, risposi malizioso.
- <<
Non farti
strane idee, la doccia è basta, almeno per il
momento.>>
- <<
Dammi il
telefono.>>, le dissi.
- Dopo
aver parlato
con mio padre, Bella prese dal suo studio degli enormi cerotti
trasparenti,
completamente impermeabili, li mise sopra le bende e mi
aiutò a raggiungere il
bagno.
- Ero
così
impaziente e solo per fare una doccia.
- Realizzai
con una
punta di amarezza, che i semplici gesti quotidiani erano diventati
tanto
importanti, quanto complessi da mettere in pratica, ma solo
l’estrema
creatività della mia Bella poteva trovare di volta in volta,
soluzioni
brillanti e quanto mai originali.
- Liv
mise una sedia
da giardino nella doccia e andò via, Mark aiutò
Bella a farmi sedere e ci
lasciò soli.
- Avevo
ancora
addosso il pigiama e mi sentivo ridicolo, ero imbarazzato e quasi
pentito di
questa mia richiesta, farmi vedere in questo stato era per me molto
penoso.
- Ma
lei ormai
esperta a leggermi nel pensiero, disse:
- <<
Non c’è
niente di male nel farsi vedere vulnerabili, Cullen la grandezza di un
uomo non
si vede nel sentirsi o nell’essere
invincibile.>>
- Chiuse
la porta
del bagno, entrò nella doccia e mi spogliò,
completamente, poi dopo aver
accuratamente posato tutto, lasciò cadere a terra i suoi
vestiti.
- Me
la ritrovai
dinanzi completamente nuda, bellissima, forse più del
solito, mi sorrideva
rassicurante.
- Miscelò
l’acqua e
mentre le gocce cominciavano a bagnarmi i capelli, prese la spugna e
lasciò
cadere il bagnoschiuma, una fragranza si liberò
nell’aria, chiusi gli occhi e
le presi i fianchi, cominciò a strusciarmi addosso la
spugna, con fare lento,
mentre l’acqua bagnava anche il suo corpo, il suo profumo di
diffondeva dentro
la doccia, era inconfondibile.
- Non
riuscii a
resistere che pochi secondi poi poggiai la bocca sul suo ventre e
cominciai a
baciarla e lei chiuse gli occhi, gettò indietro la testa e
sussurrò:
- <<
Oh Edward,
come mi sono mancate le mani.>>
- Sospirava
e teneva
le mani tra i miei capelli, era controllata, nei gesti forse per paura
di farmi
male, ma il suo corpo invece era completamente in mia balia. La sfiorai
appena
e si lasciò andare, poi iniziai a toccarla, la sua
intimità tra le mie mani, la
portai fino al limite.
- Era
sempre la mia Bella,
solo mia, nonostante tutto mia. Mi sentii scosso da un moto di
virilità.
- Pensai
che fosse
un miracolo averla ancora tra le mie braccia, , desiderarla ed essere
desiderato da lei, poterla possedere ancora, questa era senza alcun
dubbio la
mia ricompensa, per tutti i sacrifici che stavo affrontando.
- Le
chiesi di
fermarsi un attimo, mi guardò preoccupata:
- <<
No amore
mio tutto bene!>>, m’affrettai a dirle,
<< sei così bella, vitale,
mi fai sentire così uomo e poi ti desidero tanto, vorrei far
piano.>>
- <<
Tutto il
tempo che vuoi amore mio.>>
- Ripresi
poco dopo senza
controllo, raggiunsi il mio apice, sussurrando il suo nome, appoggiai
la testa
sul suo petto sospirando, poi sollevai il viso e sgranando gli occhi ed
esclamai:
- <<
Oh Bella!
La pillola! Tu non prendi più la pillola! … Oh
Dio come ho potuto dimenticarlo!
… Io … io non sono riuscito a trattenermi
… Bella.>>
- <<
Edward… È
andata … pazienza. Non preoccuparti non è poi una
cosa così tragica.>>
- <<
Che vuoi
dire?>>
- Si
drizzò e si
appoggiò contro il vetro della doccia, si passò
le mani sui capelli bagnati e
continuò:
- <<
Intanto
visti i miei problemi, non penso sia così semplice che io
rimanga incinta, ma
anche se dovesse capitare, non ne farei un dramma e tu?>>
- <<
Io… io…
un bimbo adesso! Oh certo non sarebbe certamente facile da gestire, in
questo
momento.>>
- <<
Cosa vuol
dire difficile da gestire!>>
- Colsi
una punta di
stizza nel suo tono:
- <<
Bella con
me in queste condizioni… una
gravidanza…>>
- Non
aggiunsi
altro, mi fissò qualche secondo in attesa, riaprì
l’acqua mi sciacquò i capelli
e il corpo, poi passò rapidamente anche lei sotto la doccia
e uscì, si asciugò
in fretta e si rivestì, mi porse un asciugamano che usai per
coprirmi e chiamò
Mark. Rimasi dentro seduto, consapevole e dispiaciuto per averla
ferita, quando
fui sul letto, la chiamai.
- <<
Dimmi.>>,
rimase vicino alla finestra.
- <<
Ti prego
vieni qui.>>
- Si
avvicinò
riluttante:
- <<
Ti chiedo
scusa… sono stato indelicato.>>
- <<
Concordo.
Ho così paura di non poter diventare madre, che mi dispiace
tu possa
considerare questa evenienza come un problema.>>
- <<
Non è
così… non ricordi che ho detto che vorrei un
figlio da te… io amo i bambini, ma
se ciò accadesse adesso, non potrei starti vicino, non
potrei nemmeno seguirti,
godermi appieno la gioia dell’attesa, non è
egoismo il mio, sarebbe solo
dispiacere per non poterti essere d’aiuto.
- Perdonami
amore…
non volevo farti star male…>>,
l’attirai a me, << se dovessi essere
incinta, sarebbe una scelta pienamente condivisa anche da me,
riusciremmo ad
organizzarci.>>
- <<
Non
pensiamoci più. È inutile costruire castelli su
un’ipotesi così remota.
- Adesso
ho bisogno
di andare a casa per un po’, tornerò dopo
pranzo.>>, mi diede un bacio e
uscì.
- Non
le dissi
nulla, avevo fatto proprio una cazz…ta, rimasi lì
disteso a fissare la scritta
“ti amo”, sul muro, sperando che mi perdonasse e
che dimenticasse in fretta le
mie parole.
- Chiusi
gli occhi e
tentai di far piazza pulita dei pensieri terribili che mi saettavano
nella
mente, mi lasciai andare e mi addormentai.
- <<
Pensi di
partecipare a questa cena che ho organizzato in tuo onore,
dormiglione?>>,
stropicciai gli occhi, Rosalie mi stava davanti, con le mani ai fianchi
e il
cipiglio serio.
- <<
Che ore
sono?>>
- <<
Le sette.
Tra mezz’ora cominceranno ad arrivare gli ospiti e tu sei
ancora da restaurare.
Forza che ti do una mano … ma Bella? …
L’ho vista dopo pranzo, tu dormivi ed è
andata via, è successo qualcosa Edward?>>
- <<
Abbiamo
avuto una discussione.>>
- <<
Niente di
grave spero?>>.
- <<
Mi auguro
di poter riparare alla stupidaggine che ho fatto.>>
- Anche
Mark dovette
aiutarmi per riuscire a vestirmi, ero a terra e meno collaborativo del
solito,
chiesi a Rosalie di mettere il busto sotto la camicia, non volevo si
notasse
più del dovuto.
- A
dire il vero
adesso, avrei voluto rintanarmi nella mia stanza e non vedere nessuno,
ma Rosalie
era lì accanto a me, mi accudiva con una tale sollecitudine,
non potevo darle
questo dispiacere.
- Mi
portò in
salotto, mio padre e mia madre erano seduti sul divano, stavano
sorseggiando un
bicchiere di vino, avevano il viso disteso, accoccolati una
all’altra.
- <<
Edward
hai riposato tanto.>>, disse mia madre.
- Le
sorrisi,
allungai la mano, lei si avvicinò:
- <<
Sono così
felice di averti a casa … di avervi … tu e
Rosalie.>>
- <<
Anch’io
mamma.>>
- Bussarono,
era Jasper
con i suoi genitori, poco dopo arrivarono Alice e Angela con le loro
famiglie,
rapidamente, mi ritrovai circondato dai miei amici e dai loro genitori,
ma
continuavo a guardare in direzione della porta, in attesa o forse nella
speranza che arrivasse, avevo tanta paura che avesse deciso di non
venire più. E
forse me lo sarei anche meritato.
- Quando
vidi
entrare anche Renèe e Charlie, mi mancò veramente
il respiro:
- <<
Renèe
dov’è Bella?>>, chiese Rosalie,
facendoli accomodare.
- <<
Era
chiusa nella sua stanza, si stava ancora preparando credo, ci ha detto
di
precederla.>>
- Abbassai
la testa,
mi sentii sconfitto. Spinsi la sedia fuori dal salotto, verso la
cucina,
contento che nessuno mi seguisse.
- Mi
versai un
bicchiere di vino e mi sistemai vicino alla finestra, dopo qualche
minuto,
sentii una mano sulla spalla:
- <<
Si dice
che chi beve da solo, ha qualcosa da dimenticare.>>
- Scrollai
le
spalle.
- <<
Dov’è Bella,
come mai non è con te?>>.
- <<
Le ho
detto delle cose stupide e gravi, che l’hanno ferita, se non
volesse vedermi
per un po’, potrei capirla.>>
- <<
Non è
possibile, non sarebbe da Bella.>>
- Sentimmo
il
campanello, Jasper si spostò, dinanzi alla porta, io mi
presi un altro
bicchiere di vino e restai a guardare fuori.
- <<
Professor
Long.>>, sentii dire a mia sorella, << mi
fa piacere che abbia
accettato il mio invito.>>
- Non
prestai orecchio
alla risposta, m’irrigidii.
- <<
Professore.>,
dissi entrando, << è un piacere averla
qui.>>
- <<
Il
piacere è mio, sarebbe stato veramente difficile e quanto
mai scortese
declinare il gentile invito di sua sorella.>>
- <<
Sì Rosalie
sa essere molto convincente, la ringrazio per essere venuto tante volte
in
ospedale per informarsi delle mie condizioni, ma non doveva disturbarsi
tanto.>>
- <<
Non è
stato un disturbo… Bella?>>
- <<
Non è
ancora arrivata.>>, si affrettò a dire
Rosalie, << prego
accomodatevi ho già servito gli aperitivi …
Edward.>>
- Mi
avvicinai al
tavolo presi un bicchiere di champagne e lo alzai:
- <<
A mia
sorella Rose, al piacere di averla qui questo Natale e ai tanti momenti
felici
che mi ha regalato, da quando ritornata in famiglia.>>
- <<
Oh Dio Edward.>>,
arrossii violentemente, mi baciò.
- Sentimmo
ancora il
campanello, Mark aprì, mi sporsi a guardare verso la porta,
era lì ferma, mi
mossi, ma lei svelta annullò la distanza tra di noi e mi
disse all’orecchio:
- <<
Scusa la
solita ritardataria. Perdonami.>>
- <<
L’unico
imperdonabile, stupido, insensibile sono stato io. Ti chiedo scusa,
sono così
felice che tu abbia deciso di venire. >>
- <<
Hai
pensato davvero che ti avrei lasciato solo?>>.
- Mi
baciò, poi
sospinse la sedia fino al salotto e si sedette accanto a me.
- Le
tenevo la mano,
come se avessi paura che andasse via, ma alla fine mi rilassai, ci
lasciammo
circondare da quell’atmosfera festosa, piena di entusiasmo.
- Mia
sorella
s’intratteneva in conversazione con il professar Long, ogni
tanto incrociavo il
suo sguardo e lui mi sfuggiva, decisi che gli avrei parlato
direttamente, lo
vidi vicino alla finestra e approfittando dell’assenza di
Bella, lo raggiunsi:
- <<
Si sta
divertendo?>>, sobbalzò.
- <<
Oh sì
grazie! I suoi amici e la sua famiglia sono veramente una compagnia
piacevole,
poi Rosalie…>>.
- <<
Lei è
eccezionale! Scusi la franchezza ma lei è interessato a mia
sorella>>
- <<
Sua
sorella… oh no!>> rispose confuso.
<< la trovo una bellissima donna
ma io … no non sono interessato.>>
- Sorrise.
- <<
Sa sono per
natura iperprotettivo e molto geloso delle donne della mia
famiglia.>>
- <<
Ne ha
tutte le ragioni ed è davvero un atteggiamento che condivido
molto.>>
- <<
Bene raggiungo
Bella, si diverta.>>, si sistemai meglio sulla sedia e
andai verso la mia
stanza.
- Mentre
parlavo con
Long, il dolore alla schiena si era intensificato in un lasso di tempo
molto
breve. A quel punto, mi resi conto che non avevo fatto
l’iniezione, raggiunsi
il letto e facendo forza sulle braccia, riuscii a trascinarmici sopra,
sentivo
delle fitte intense e prolungate e non riuscivo a trovare una posizione
che
attenuasse il male.
- Passarono
pochi
minuti e Bella entrò:
- <<
Amore.>>
- <<
Fa male Bella!
Fa male!>>.
- <<
Ha fatto
la dose pomeridiana?>>.
- <<
No!>>
- <<
Come
no.>>
- Preparò
in fretta
la siringa e me la fece, quindi mi sollevò la camicia e
piano cominciò a
carezzarmi la schiena, poi a massaggiarli delicatamente, chiudevo gli
occhi e
respiravo, cercando di controllare gli spasmi che sentivo, poco dopo
entrò mio
padre:
- <<
Cosa è
successo Edward?>>
- <<
Pomeriggio non ha fatto l’antidolorifico.>>,
rispose Bella.
- <<
Bella è
andata via a pranzo e mi sono addormentato, quando mi sono svegliato
non avevo
dolore, non ci ho più pensato, poco fa si è
scatenato in maniera così violenta
… papà non riesco a muovermi, fa troppo
male!>>
- <<
Chiamo Varner
vediamo cos’altro possiamo fare.>
- <<
Lascia
stare papà è la Vigilia di Natale…
aspettiamo, speriamo mi calmi, torna dagli
ospiti, trova una scusa, vedrò di raggiungervi, ma ti prego
non dire nulla alla
mamma.>>
- <<
D’accordo.>>
- Mi
stringevo le
braccia al petto e respiravo, Bella continuava a lisciarmi la schiena:
- <<
Parlami,
raccontami qualcosa ti prego.>>
- Si
avvicinò e
sottovoce cominciò a raccontare delle feste natalizie
trascorse a New York, con
Jacob e di come trascorrevano la vigilia, mi raccontò degli
Oneida e delle loro
strane usanze.
- La
sua voce mi
distendeva, la sua vicinanza era come sempre confortante, spostava la
mia
concentrazione dal dolore che provavo.
- Non
so quanto
tempo era passato ma il dolore si era attenuato.
- <<
Vuoi
provare a tornare di là?>>, chiese.
- <<
Sì ma ho
bisogno di stare disteso.>>
- <<
Non credo
proprio che qualcuno avrà obiezioni.>>
- Si
aprì la porta,
era Rosalie:
- <<
Tesoro …
cos’hai?>>.
- <<
È tutto passato,
aiutami a sedermi, voglio far onore a questa bellissima serata che hai
organizzato per me.>>
- Sulla
porta
sfoderai un gran sorriso, ero davvero contento di aver superato la
crisi e
potermi godere ancora la compagnia di tutti.
- Rosalie
e Bella mi
fecero distendere sul divano, non ero neanche troppo imbarazzato, in
fondo
avevo intorno tutte le persone che mi conoscevano e mi amavano, non
c’era
niente di male, scambiai uno sguardo con Long, mi sorrise e
restò in disparte.
- La
festa proseguì
con la cena, Bella continuava a scattare foto, che poi mi faceva
vedere, erano
bellissime, mi godetti le infinite attenzioni delle mie amiche,
giocammo a black-jack,
Emmett e Mike dettero fondo alle loro doti di intrattenitori e quindi
ci
godemmo l’alba sulla veranda sorseggiando un gustosissimo
punch caldo.
- Felice
e stretto
tra coloro che mi amavano, trascorsi un Natale davvero da ricordare.
- BELLA
- Seppur
molto
stanco continuava a parlare e scherzare con i ragazzi, io con la testa
sulla
sua spalla, giocherellavo con i suoi capelli, ascoltavo Jessica e
Alice,
stavano programmando una serata speciale per Natale, in un locale a Los
Angeles:
- <<
Alice non
sei ancora andata a casa a dormire e già pensi a
un’altra festa, ma dove la
prendi tutta quest’energia?>>, sbottai.
- <<
Vorrei
ricordarvi che il quattro gennaio ricomincia
l’università, a metà marzo ci
saranno le sessioni di esami invernali e ho promesso a mia madre di
restare in
regola con le materie.
- Quindi
ora voglio
divertirmi più che posso! Domani potremo provare a portarti
con noi.>>
- <<
Alice non
credo sia il caso.>>, dissi.
- <<
Vedremo…
può darsi che possa farcela, non spegniamo
l’entusiasmo del folletto sul
nascere.>>, rispose.
- <<
Ragazzi
direi che ora di togliere le tende.>>, disse Jasper,
<< altrimenti
rischiamo di addormentarci qui nel giardino e passare il pranzo di
Natale,
ancora in casa Cullen.>>
- <<
Jasper
scusami.>>, disse Bella, << potresti farmi
una foto! Ho
monopolizzato l’uso della macchina e non ne ho neanche una
con Edward.>>
- Mi
strinsi a lui e
lo baciai, Jasper ne fece una serie e mi riconsegnò la
macchina, li rivedemmo e
Edward sorrise.
- <<
Grazie
per lo splendido Natale, indimenticabile davvero.>>,
disse.
- <<
Che
stupido a ringraziarci.>>, disse Emmett, <<
ci siamo divertiti da
pazzi! Rosalie è una maga a organizzare, Alice ne hai da
fare di strada, per
raggiungere i suoi livelli, riuscire a metter su una serata simile in
così poco
tempo. Mitica!>>.
- <<
Ci
sentiamo più tardi.>>, disse Jasper,
<< fammi sapere come stai e se
dobbiamo venirvi a prendere.>>
- Andammo
direttamente nella sua stanza, mi guardava soddisfatto:
- <<
Torni a
casa?>>.
- <<
Dovrei.>>
- <<
Però mi
avevi fatto una promessa.>>
- <<
Edward
sono le sei e mezza, mettiti comodo, ho un regalo per
te.>>
- <<
Un
regalo.>>
- <<
Dopo
esser data andata via, ho preso l’auto, ho fatto un giro, per
schiarirmi le
idee e alla fine ho capito che non tu non c’entravi, avevi
detto una cosa
saggia, sono io che vivo con questa paura che mi annebbia anche la
capacità di
razionalizzare.
- Poi
ho pensato che
avere te sempre accanto, essere così serena, forse
farà cambiare la situazione,
mi sono rilassata e mentre girovagavo ti ho preso un piccolo
regalo.>>
- Aprii
la borsetta
e gli porsi un sacchettino di velluto blu, lo aprì e prese
un braccialetto era
in caucciù e aveva una placchetta d’oro su cui
avevo fatto incidere “ti amo”,
sul retro avevo fatto scrivere “chi sa soffrire, tutto
può osare”, la lesse, glielo
misi, l’accolsi tra le mie braccia.
- <<
Io non ti
ho preso nulla, accidenti il nostro primo Natale insieme e non ho
pensato a
regalarti qualcosa.>>
- <<
Io l’ho
già avuto il mio regalo, è talmente prezioso e mi
ha reso così felice che
nessuna cosa materiale può reggere il
paragone.>>
- <<
Buon
Natale amore mio.>>
- <<
Buon
Natale anche a te, ti amo mio dolcissimo, coraggioso
Edward.>>
- Non
ebbi il
coraggio di lasciarlo, stava stretto a me con uno sguardo sognante, mi
tolsi il
vestito, indossai una sua t-shirt e tornai accanto a lui.
- <<
Grazie
amore mio.>>
- <<
Ti prego
non farlo, smettila di ringraziarmi, sono felice e basta
così.>>, dissi e
lo baciai.
style="font-size: 16pt; line-height: 115%; font-family: "Baskerville Old Face","serif";" lang="EN-US">- Ci
svegliammo solo
pomeriggio inoltrato, mi rivestii in fretta ed entrai nel salotto con
gli occhi
bassi, imbarazzata, i Cullen erano tutti seduti. Edward era raggiante,
guardava
sua madre, sua sorella, mi carezzava, mostrando tutta la sua
soddisfazione.
- Corsi
a casa a
cambiarmi, declinammo l’invito di Alice, Rosalie
uscì con i suoi amici e noi
cenammo tutti insieme.
- La
serata in
famiglia, trascorse piacevolmente, accanto a lui, abbracciati sul
divano
semplicemente guardando un film.
- Era
stato uno dei
più bei Natale che avessi mai vissuto.
- I
giorni a seguire
furono molto intensi, Edward e Rosalie passavano tanto tempo insieme, a
parlare
ore e ore, raccontarsi miriadi di episodi, nel calore familiare, che a
entrambi
era mancato; io dedicavo una parte della mia giornata ai miei genitori,
in giro con mamma
per negozi e con papà, che
sarebbe partito per affari tra qualche giorno, abbracciati sul divano,
a farci
le coccole.
- A
volte stentavo a
credere che mio padre fosse tanto cambiato in un lasso di tempo
così breve, era
più aperto, più coinvolto da ciò che
mi accadeva, preso ed attento a tutto ciò
che mi riguardava. Adoravo questo suo cambiamento, mi faceva sentire
finalmente
rientrata nel suo mondo inferiore, di nuovo meritevole del suo affetto
e della
sua considerazione.
- EDWARD
- Qualche
giorno
dopo Natale, papà chiese al dottor Lys di venirmi a visitare:
- <<
I punti
sono quasi tutti cicatrizzati, ma preferisco toglierli la prossima
settimana,
quando verrai in ospedale. Come procede la
riabilitazione?>>
- <<
Bene,
abbiamo interrotto solo il giorno di Natale e il ventisei, è
piuttosto
faticosa, ma riesco a reggerla.>>
- <<
Devi
cominciare a fare qualche passo, le ferite sono suturate e
l’assetto posturale
deve tornare normale e cominciare riprendere un po’ di tono,
sempre e solo con
il tutore.>>
- <<
Mi sta
facendo dei segni in corrispondenza delle ossa del bacino avanti e
dietro e
sulla spalle, che posso fare?>>, chiesi.
- <<
Il tutore
è fondamentale adesso ti sostiene e protegge le zone
operate, non mette sotto
stress gli impianti, che devono ancora assestarsi, facilita la
guarigione delle
fibre tendinee e muscolari che sono stati recise durante
l’intervento, è
indispensabile.>>
- <<
Ho
capito!>>, risposi irritato, << ma se
vengono fuori le piaghe che
devo fare?>>.
- <<
Metti uno
spray e delle pomate, te le prescrivo, Edward sono gli ultimi
disagi.>>
- <<
Si certo
solo che in questo momento ogni novità porta con
sè solo fastidi.>>
- <<
La
prossima settimana vorrei spiegarti come procederemo per la
timectomia.>>
- <<
Di già?>>
- <<
Controlleremo innanzitutto con una radiografia come procede la
stabilizzazione
della colonna, ma dobbiamo cominciare a pensare di risolvere la
miastenia. Non
potrai essere operato prima di un mese, ti descriverò la
tecnica toracoscopia
che intendiamo utilizzare, ma ne riparleremo più avanti.
Scappo in ospedale, ci
vedremo il tre gennaio per i punti, passa un buon Capodanno e salutami
la tua
ragazza.>>
- Mi
riappoggiai sui
cuscini, le mani dietro la testa a fissare il soffitto, poco dopo
entrò Bella,
si fermò sulla porta e sorrise, mi guardò:
- <<
Vieni.>>,
allungai le braccia.
- <<
La
visita? Come è andata?>>.
- <<
Tutto
come da programma. Lo scienziato dice che devo iniziare a camminare,
come se
fosse semplice, dimentica che per me mai nulla è semplice,
sono Edward Cullen
una complicazione continua.>>, risi.
- <<
Che
succede… amore, qualcosa ti ha turbato?>>.
- <<
No il
solito malumore post-Lys.>>
- <<
Oggi
posso richiedere qualche attenzione in più? Ho bisogno di
coccole.>>
- La
guardai
preoccupato, si distese accanto a me, le cinsi le spalle:
- <<
Dovrei
essere felice per quello che sto per dirti, ma non ci riesco
completamente.>>
- <<
Bella mi
sta venendo l’ansia.>
- <<
Ho il
ciclo, mi è venuto stamattina.>>
- <<
Davvero!
Ma dai Bella.>>
- <<
Certo
erano cinque anni che aspettavo questo momento, ma adesso…
lo so è pazzesco… ma
adesso io avrei voluto … oh Dio Edward sto vaneggiando! Non
farci caso.>>
- <<
Ho capito
Bella… ma un passo alla volta tesoro! Se ti è
ritornato il ciclo significa che
tutto sta tornando normale, il tuo medico aveva ragione nel dire che
era solo
un problema psicologico e quindi quando vorrai un bambino potrai
averlo.>>
- <<
Quando
vorremo...>>
- <<
Certo
amore quando vorremo un bambino… lo avremo.>>
- Era
riuscita superare
un blocco psicologico così grave, un episodio che aveva
segnato tutta la sua
vita sessuale.
- Potevo
dire grazie
a me? Grazie al mio modo di amarla, di farla sentire donna?
- Ero
veramente
tanto felice, dimenticai tutte le mie stupide inquietudini e la tenni
stretta.
- Entrò
il
terapista. Mi disse che aveva parlato con il dottor Lys e aveva
ricevuto
indicazioni di iniziare a farmi camminare. Mi fece un po’ di
mobilizzazione e
poi mi aiutò a spostare le gambe fuori dal letto, poggiai i
piedi per terra, mi
porse le braccia e mi alzai sorretto da lui, non stavo in piedi da
quindici
giorni e stentavo a reggermi:
- <<
Come si
sente?>>, chiese il terapista.
- <<
Strano,
ho delle forti fitte alla schiena e le gambe non riescono proprio a
muoversi,
ma devo pur provare a camminare.
- Si
pose al mio
fianco e provai a muovere un passo, ne feci qualcun altro, ma il dolore
s’intensificava e la mia concentrazione andava a farsi
benedire, gli chiesi di
riaccompagnarmi a letto.
- <<
Signor Cullen,
vedrà sarà ogni giorno più facile, il
busto le sarà molto utile, le darà
sostegno e non sovraccaricherà la schiena. >>
- Non
appena fu
uscito, Bella si avvicinò:
- <<
E’ bello
rivederti in piedi.>>
- <<
Già ma è
ancora troppo poco, la schiena mi sta dando il tormento.>>
- Guardò
l’orologio:
- <<
È presto
per fare l’analgesico, posso accorciare i tempi, ma solo dopo
pranzo.>>
- <<
Non ce la
faccio a mangiare adesso!>>
- <<
Niente
capricci, mi faccio dare da Liv qualcosa e ti faccio pranzare
qui.>>
- <<
Bella.>>.
- <<
Vado e
torno, t’imbocco se vuoi?>>, sorrise.
- <<
Non è
trattandomi come un bambino che mi si aprirà
l’appetito?>>.
- <<
Vedremo.>>
- Dopo
poco rientrò:
- <<
Ho
portato rinforzi.>>, dietro di lei c’era Angela.
- <<
Ciao
tesoro come stai?>>
- <<
Un fiore…
ma non so di quale bruttissima pianta.>>
- <<
Sei
favoloso come sempre.>>, mi carezzò il viso e
si sedette.
- <<
Sei sola?>>
- <<
Sì Lee è
a Pasadena da parenti tornerà per Capodanno.
- Ehi
Cullen vedi di
riprenderti, Alice, Emmett e tua sorella hanno idee bellicose per la
notte del
trentuno.>>
- <<
Come no…
credo proprio che dovranno recedere da ogni proposito, sto proprio da
schifo.>>
- <<
Ma dai Edward.>>,
disse Bella, incrociando lo sguardo con Angela.
- Mi
passò una
compressa di gastroprotettore e poi iniziò a tagliare la
bistecca:
- <<
Davvero
non ce la faccio a mangiare.>>
- <<
Sforzati
o non potrò neanche farti
l’analgesico.>>
- Aprii
la bocca e
ingurgitai ciò che lei porgeva controvoglia, allora
abbozzò un sorriso.
- Angela
descrisse i
programmi del gruppo per il Capodanno, Rosalie pensava di organizzare
una festa
in una villa a Malibù e Alice, che ci aveva preso gusto, la
stava aiutando.
- <<
Oh no Angela!>>,
disse Bella, << Non credo di voler passare il mio primo
Capodanno con Edward
in mezzo a una bolgia di persone che neanche conosco, Alice
riuscirà ad
invitare mezza Los Angeles e per Rosalie è il primo
Capodanno a casa dopo tanto
tempo è giusto che si circondi di tutti i suoi
amici.>>
- <<
Non credo
proprio che sarà una bolgia, vedrai sarà una
festa super organizzata e ci
saremo noi, staremo insieme, ci divertiremo, non avremo certo la
necessità di
fare public relations, potremmo starcene per conto
nostro!>>.
- <<
Edward
non mi guardare in quel modo, so che stai pensando che lo faccio solo
per te …
non è così, almeno non completamente, la
verità è che non sono in forma, sono
stanca, non credo di potercela fare.>>
- <<
Se
stai male non
insisto.>>, dissi,
<< ma se possiamo pensarci su un giorno o due prima di
dare una risposta,
vediamo come ti senti, io potrei anche reggere.>>
- Era
confusa,
scambiò uno sguardo con Angela e disse:
- <<
Ascolta Angela
in un altro momento avrei detto di sì senza pensarci due
volte, sai che se vedo
Edward così deciso, lo seguo a ruota, ma ora come ora, non
so, datemi qualche
giorno, vedrò come mi sento e vi farò
sapere.>>
- <<
Ok dirò
ad Alice di lasciarvi in pace e aspettare la vostra risposta. Tesoro ti
lascio
ci risentiamo domani un bacio.>>
- <<
Cosa ti
fa male?>>, le chiesi appena fummo soli.
- <<
Tutta la
parte bassa della pancia, ma è normale e poi mi sento a
terra.>>
- <<
Ne parlo
a mio padre?>>.
- <<
Ho già
preso un appuntamento con il ginecologo per domattina.>>
- <<
Tieni sotto
controllo la situazione, per favore.>>
- <<
Tranquillo
non mi dissanguerò, né lascerò che
questa cosa mi sfugga di mano, So di essere
molto preziosa.>>,
- <<
Sei molto
di più che preziosa, sei il mio amore… devi aver
cura di te, come ne hai di me.>>,
la baciai, mi soffiò sulle labbra, << amore
mio devo parlarti e non mi
viene facile per niente affrontare questo argomento, dopo andato via Clayton, ho
riflettuto sul fatto
che il Contramal non basta più a farmi star bene, o meglio
non è sufficiente a
farmi fare tutto quello di cui ho bisogno, ossia mettermi in piedi,
riprovare a
camminare, prepararmi all’altro intervento e per la
rieducazione.>>
- <<
Dove vuoi
arrivare?>>.
- <<
Voglio
chiedere a Lys se posso passare alla morfina.>>
- <<
Come?>>.
- <<
Al punto
in cui sono, ritengo sia meglio affrontare di petto la situazione, con
una
compressa da dieci milligrammi di morfina sarei coperto quatto ore, con
il
livello analgesico superiore, non avrei il fastidio delle iniezioni, ma
soprattutto potrei fare fisioterapia, alzarmi e muovere qualche passo,
senza
dolore, riprenderei a dormire …>>
- <<
Perché
non ci riesci?>>
- <<
Non dormo
una notte intera da cinque giorni, esclusa la notte della vigilia. Mi
sveglio
per le fitte e non riesco a riaddormentarmi, diventa un vero
strazio.>>
- <<
Perché
non me l’hai detto?>>
- <<
Cosa
avresti fatto, ti saresti trasferita da me e avresti ricominciato la
vita fatta
in ospedale? No grazie, preferisco che riposi tranquilla, nel tuo
letto, a casa
tua.>>
- <<
Non pensi
agli effetti collaterali?>>.
- <<
Non
sarebbero diversi o più gravi di quelli che ho avuto
già, prenderei i
cosiddetti farmaci adiuvanti.>>, mi stavo
innervosendo,<< mi farei
controllare spesso, non rischierei certo di più di adesso.
- Sto
cercando di
superare in fretta il disagio e le preoccupazioni che a questa cosa mi
provoca,
ma non ho scelta, non posso continuare a lungo in queste condizioni,
devo
tirarmi su e in fretta, ho troppo da perdere e non posso
permettermelo.>>
- Mi
guardava, fisso
e aveva i lucciconi, le presi la mano e la strinsi:
- <<
Ti prego Bella
appoggiami anche stavolta, ormai non posso più tornare
indietro e devo fare
tutto il necessario per raggiungere il miglior risultato
possibile.>>
- Chiamai
Lys mi
ascoltò attentamente, disse che avrebbe incontrato mio padre
in reparto e gli
avrebbe spiegato tutto e che avrebbe dato a lui le indicazioni
terapeutiche.
- Mi
rilassai almeno
mentalmente, andammo in salotto e trascorremmo il pomeriggio a giocare
a carte
con Rosalie e mia madre, nell’attesa che rientrasse mio padre.
- Sapevo
già che
avrei dovuto affrontare l’argomento con tutta la famiglia e
che non sarebbe
stato facile.
- BELLA
- Quando
vidi
l’espressione del viso del dottor Cullen, sulla porta, lessi
tutta
l’apprensione che lo affliggeva, lui non aveva certamente
preso bene le
intenzioni di Edward.
- Andò
a cambiarsi e
ci raggiunse in salotto:
- <<
Giornata
pesante amore?>>, chiese Esme, mentre lo guardava
versarsi da bere.
- <<
Abbastanza.>>
- Si
sedette accanto
a sua moglie e sorseggiò il suo drink, lo guardai
preoccupata.
- <<
Hai
parlato con Lys?>>, esordì Edward.
- <<
Sì.>>,
rispose lui secco.
- <<
Che ne
pensi?>>.
- <<
Sono
molto preoccupato.>>
- <<
Che
succede?>>, chiese Rosalie.
- <<
Ho
chiesto al dottore di passare alla morfina.>>, rispose
Edward.
- <<
Cosa!>>,
esclamò Esme.
- <<
Il
Contramal non è efficace a tenere sotto controllo il dolore,
soffro troppo nel
fare la rieducazione, non riesco a riprendere a camminare e poi non
riposo
bene, mi sveglio tante volte e la mattina sono troppo stanco, sono come
un cane
che si morde la coda.>>
- <<
Forse hai
bisogno solo di un po’ di tempo in più per
riprenderti.>>, disse ancora sua
madre.
- <<
Sono
passati quindici giorni dall’intervento non ho avuto grandi
miglioramenti.>>
- Il
dottore posò il
bicchiere e disse:
- <<
Varner mi
ha dato il protocollo terapeutico, mi ha anche indicato i farmaci che
devi
associare per evitare gli effetti collaterali, ha detto che
dovrò farti un
emogas ogni tre giorni e tenerlo aggiornato, ma ha acconsentito alla
tua
richiesta.>>
- <<
Non
capisco Carlisle, trovo assurdo che Trevor sia d’accordo
… lo so anch’io cosa
rischia con la miastenia. La morfina mi sembra una scelta
eccessiva!>>
- <<
Eccessiva
mamma, su che base la giudichi eccessiva? Non puoi sapere quanto dolore
sento,
durante la giornata … solo io posso decidere di cosa ho
bisogno! In questi mesi
non mi sono mai lamentato? Se sono arrivato a questa scelta e
perché non riesco
più a sopportare.
- Reggere
la
riabilitazione, che è diventata più intensa e
riprendere un minimo di tono
muscolare delle mie gambe, per iniziare a reggermi, prima
dell’altro
intervento, sono fondamentali e in queste condizioni non ci
riesco.>>
- <<
Bella.>>,
riprese sua madre, << tu eri al corrente di questa sua
decisione?>>.
- <<
Me ne ha
parlato dopo pranzo.>>
- <<
E cosa ne
pensi … sei d’accordo con lui? Rispondimi
Bella!>>.
- <<
Ma perché
ti stai rivolgendo a lei in questo modo mamma!>>,
gridò Edward.
- <<
Voglio
capire se almeno lei può indurti a ragionare o se anche lei
non si rende conto
della gravità della cosa.>>
- <<
Signora Esme,
Edward ha riflettuto prima di fare questa sua scelta, ne ha parlato con
il suo
medico, io cosa potrei dirgli?
- Ha
ragione lui quando
dice che noi non possiamo capire cosa sente, quanto intenso sia il
dolore,
quanto sia stanco di sopportarlo.
- Da
quando lo
conosco hai fatto sempre le scelte giuste, quindi io credo sia
legittimo
appoggiarlo anche in questa.>>
- Mi
erano venuti
fuori dei lacrimoni incontrollati, mi dispiaceva che Edward mi vedesse
in
queste condizioni, ma non riuscivo proprio a trattenermi, mi asciugai
in fretta
gli occhi.
- Il
dottor Cullen
si alzò, prese alcune scatole di farmaci:
- <<
Ti ha
prescritto il Duramorph, è una compressa a rilascio
immediato, comincerai con
una da dieci milligrammi ogni quattro ore, è la dose minima,
vediamo se è
efficace altrimenti Varner tarerà la dose in base al livello
di dolore, questo
è il farmaco per tenere sotto controllo l’acidosi
respiratoria, è chiaramente
più forte del precedente, domani porteranno una bombola di
ossigeno, la voglio
in casa, per qualsiasi evenienza, questi sono per la nausea e il
vomito, li
prenderai al bisogno e questo è per la
stipsi.>>
- Sua
madre era
scattata in piedi ed era uscita di corsa dalla stanza, Rosalie
l’aveva seguita:
- <<
Potevi
spiegarmi tutto dopo, da soli, senza coinvolgere il resto della
famiglia o Bella!>>.
- Carlisle
ribattè:
- <<
Edward da
oggi in poi avrai tutti noi addosso, non ti lasceremo mai un minuto
solo, dovrò
controllarti regolarmente e sto pensando di prendere un infermiere che
ti segua
giornalmente.>>
- <<
Non
pensarci nemmeno, non ne ho bisogno!>>.
- <<
Edward
calmati.>>, gli dissi.
- <<
Non ho
bisogno di nessuno, posso badare a me stesso, poi considera che il
quattro
gennaio riprenderò l’università e
quindi dovrò gestire il mio tempo fuori da
qui, da solo.>>
- <<
Ma sei
impazzito!>> esclamò suo padre,
<< non sei in condizione di tornare
ai tuoi ritmi normali, è ancora troppo presto, non
è passato neanche un mese
dall’intervento. Stai facendo una scelta
affrettata!>>
- <<
Non credo
proprio, magari non seguirò tutte le materie previste, ne
sceglierò alcune, ma
non manderò la sessione in malora.>>
- Intervenni:
- <<
Cerchiamo
di ragionare con calma. Intanto avrai una settimana per testare la
terapia,
vediamo come reagisci, il tre gennaio hai la visita di controllo e
insieme a
Varner vedremo cosa dicono le analisi poi in base a come ti sentirai e
a quello
che ti diranno i dottori, prenderemo in esame la questione
dell’università,
senza forzare nulla. Sei d’accordo che la tua salute e
l’esito favorevole degli
interventi sono le tue priorità?>>.
- <<
Mi sembra
chiaro non sono incosciente!>>.
- <<
Bene
allora godiamoci questo periodo di vacanza, non creiamo motivi di
tensione o conflitto
e in questa settimana lascia che tuo padre ti controlli
strettamente.>>
- <<
Prenderai
la prima compressa alle otto, così da regolare gli orari di
somministrazione e
crearti il minor disagio possibile di notte.>> ed
uscì.
- <<
Chiama Jasper
e vedi se lui ed Alice vogliono andare fuori a cena, ho bisogno di
svagarmi ma
non di stare nella confusione.>>
- Rosalie
mi venne
incontro mentre stavo uscendo:
- <<
Vai a
casa? Posso accompagnarti?>>.
- Sulla
strada
disse:
- <<
Sta
facendo una pazzia?>>.
- <<
Non credo
e poi Lys e Varner non avrebbero dato il loro consenso, se i rischi
fossero
eccessivi.>>
- <<
Sta
davvero tanto male, per aver bisogno della morfina.>>
- <<
È bravo a
dissimulare, non vuole farci preoccupare, ma dev’essere
veramente dura.>>
- <<
Il suo
fisico così debole, potrà reggere a tutto
questo?>>, le tremava la voce.
- <<
Vuoi che
sia sincera? Non lo so, ora posso solo stargli accanto e
aiutarlo.>>
- <<
Io devo
ripartire il due mattina, devo rientrare in Florida, sono molto
indietro con il
lavoro, ma adesso non me la sento di lasciarlo.>>
- <
Io sarò
sempre con lui, tuo padre e Lys non lo molleranno un istante, ma tua
madre però
deve tranquillizzarsi, in questo modo rischia solo uno scontro ed
Edward
finirebbe solo col chiudersi di nuovo a riccio con lei.>>
- <<
Le ho
parlato e spero che papà farà il resto, ma siamo
stravolte, cerca di capirci.>>
- <<
Lo
immagino, ma allo stesso modo ho imparato a conoscere a mie spese le
reazioni
di tuo fratello e posso solo consigliarvi di stargli vicino e
sostenerlo, se
non volete che vi tagli fuori.>>
- <<
Ora
chiamo Alice e mi tiro fuori dall’organizzazione del
Capodanno, sarebbe meglio
forse fare qualcosa di meno stancante per lui, una cosa in
famiglia.>>
- <<
No
parlane con lui, invece potrebbe aver bisogno di distrarsi
totalmente:>>
- Rientrai
in casa a
passo spedito, arrivai in camera mi gettai sul letto, sentivo un gran
mal di
pancia e poi avevo trattenuto un pianto che, abbracciandomi al cuscino,
aveva
trovato il suo libero sfogo.
- Sentii
una mano
sulla testa, mia madre era arrivata silenziosamente come sempre a
consolarmi:
- <<
Se ti
serve parlamene, ma se ti fa star male anche solo ripensarci, posso
abbracciarti e lasciarti piangere, capirò.>>
- Rimasi
in
silenzio, singhiozzando, poi mi asciugò le lacrime, mi porse
un vestito e uscì
dalla stanza, sulla porta disse:
- <<
Metti un
buon strato di trucco o non fregherai Edward.>>
- <<
Ho sempre
la scusa del dolore mestruale volendo.>>
- <<
Insomma!
Quel ragazzo è troppo intuitivo, ti consiglio di celare
quegli occhi rossi!
Pensi di farcela domani per la visita dal ginecologo o
l’annullo?>>
- <<
Dai per
scontato che non dormirò in casa.>>
- <<
So che
avete bisogno di stare insieme, quindi decidi, potresti anche andare
con lui
domattina.>>
- <<
Non so,
ti farò sapere.>>
- Mi
preparai di
corsa, ero in ritardo come al solito, presi l’auto e
raggiunsi casa Cullen, mi
aspettava sul portico, era compiaciuto e bello da morire, Rosalie gli
aveva
portato un sacco di vestiti, aveva un jeans sbiadito, un maglione e una
giacca
fantastici e poi quel sorriso che gli illuminava il viso, era
sì magro e pallido,
ma stupendo.
- <<
La sua
carrozza principe.>>, gli dissi andandogli incontro.
- <<
Oh sì! E
che autista, sei bellissima amore!>>, mi avvicinai, mi
baciò, poi mise la
mia mano sul suo petto ed esclamò, << non
raccontarlo in giro che ma esci
con Ironman. Brava mia sorella vero?>>
- <<
Una
maga.>>
- <<
Sei così attraente.>>,
aggiunse Rosalie, << che nessuno si concentra su una
così insignificante
imperfezione, per giunta celata sapientemente da un abbigliamento super
trendy.>>
- <<
Certo…
certo la perfezione in carrozzella.>>, disse Edward,
<< andiamo
prima che Rosalie continui con le sue scemenze.>>
- Lo
sostenni appena
e lui si sollevò, poi Mark lo aiutò ad arrivare
al sedile e a sedersi
agevolmente, il suo viso non mostrò alcun segno di dolore,
ne fui contenta e
preoccupata insieme.
- Salutò
con la mano
e partimmo, subito dopo disse:
- <<
Rilassati
ho preso tutte le medicine, prima di uscire, ho dietro qualcosa se
dovessi aver
nausea.
- Riguardo
a mia
madre non ci siamo incrociati, capisco che non riesca ad accettarlo e
ho deciso
di darle un pò di tempo, lei è fatta
così e mi dispiace che sia così sconvolta,
voglio aspettare che se ne faccia una ragione.
- Soddisfatta,
adesso baciami e portami in giro su per le colline di Hollywood, prima
di
andare al ristorante, vorrei respirare un po’
d’aria, ti ricordo che sono
chiuso in casa da quindici giorni, mi merito un tour di Los Angeles by
night.>>
- Girammo
in auto
mezz’ora, salimmo sulle colline e ci fermammo a guardare la
veduta di Los
Angeles illuminata.
- Era
euforico e mi raccontava
delle storie del liceo, quando aveva iniziato ad uscire con i ragazzi,
poi
raggiungemmo Alice e Jasper, in un ristorantino ad Hollywood:
- <<
Che bello
vederti di nuovo in giro.>>, disse Alice.
- <<
Posso
muovermi abbastanza sia pure grazie a mille accorgimenti. Ascolta non
mi
stressare per il Capodanno, me ne hanno già parlato Rosalie
ed Angela, vi
faremo sapere come sempre all’ultimo secondo. Poi ho deciso
che riprenderò con
voi l’università, almeno in questo mese vorrei
frequentare e provare a non
compromettere la sessione.>>
- <<
Quando è
fissata l’altra operazione?>>
- <<
Forse a
fine mese, ma Lys dovrà valutare la situazione generale,
prima di procedere.
- Comunque
te lo sto
dicendo, perché dovreste riprendere tutti voi, a dare una
mano ad Bella, altrimenti
comincerà a fare la trottola tra il suo dipartimento e il
mio, con il risultato
di ridursi ancor più magra, più stanca e
più stressata di oggi, niente commenti
Bella, non hai diritto di replica.>>
- <<
Nessun
problema.>>, rispose Jasper, << come
intendi organizzarti? Spero
non tutta la giornata, perché tu parli di Bella, ma ti sei
guardato allo
specchio?>>.
- <<
Viva la
franchezza! Penso di restare solo al mattino, sono più
riposato e reggo
sicuramente meglio.>>
- <<
Verrai
all’università con Bella e a turno ti riporteremo
a casa per il pranzo.>>
- <<
State
organizzando tutto come se io non ci fossi.>>, intervenni.
- <<
E’
proprio quello che intendevo fare.>>, disse,
<< tu mi spupazzi
tutto il resto della giornata, lascia che i miei amici godano anche
loro della
mia presenza, egoista.>>
- <<
Simpatico.>>, risposi.
- Iniziammo
a
cenare, conversando, di tanto in tanto incrociavo il suo sguardo, si
soffermava, mi sorrideva, era veramente sereno.
- Mi
accarezzava e
mi passava la mano sulla pancia, era così sensibile;
nonostante tutto quello
che aveva passato e stava tuttora affrontando, si preoccupava per me,
di come
mi sentissi.
- Non
ci accorgemmo
nemmeno che era molto tardi, così presi dal nostro parlare,
Edward, guardò
l’orologio, si mise la mano in tasca e tirò fuori
i due blister, prese le
pillole e riprese a parlare come se niente fosse accaduto,
sbocconcellando un
dolce, poi si rivolse ad Alice e disse:
- <<
Ascolta
in questi giorni ho la tendenza a prendere decisioni al momento,
caricandomi di
tutte le responsabilità.>>, mi fece
l’occhiolino.<< Facciamo che
organizzi anche per noi, ho il sospetto che sarò in piena
forma per Capodanno e
così anche la mia piccola, vero Bella?>>
- <<
Come vuoi
tu amore, in fondo voglio proprio vedere cosa sapete organizzare gente
della
costa ovest per Capodanno. Mi fa veramente specie non vedere neve, non
sentire
freddo, senza guanti, sciarpa e cappello e invece, passeggiare su una
spiaggia,
coperta appena da un giubbotto.>>
- <<
Potrai
indossare uno dei fantastici mini abiti che Rosalie ha portato per
te!>>,
disse lui sorridendo, << E io mi godrò quel
tuo corpicino mozzafiato,
semiscoperto.>>
- <<
Sei un
vero impertinente.>>
- <<
A chi
vuoi darla a bere.>>, s’intromise Alice,
<< viste le tue ultime
performance da Otello. Passerai tutta la notte con gli occhi addosso a
Bella,
attento se qualcuno si avvicinerà più del dovuto
o se le faranno delle avance e
magari dovremo sedare qualche rissa.>>
- <<
Che
esagerata. Mi dipingi come un macho attaccabrighe e invece sono
praticamente un
relitto.>>
- <<
Un relitto?…
Non fare la vittima… quando c’è di
mezzo Bella riusciresti ad affrontare anche
un bisonte.>>
- Abbassai
lo
sguardo compiaciuto.
- <<
Lei ti
annebbia la percezione, non ti chiedi neppure, se una cosa sia
fattibile o no,
non esistono più ostacoli impossibili, tu prendi di petto
tutto e
basta.>>
- <<
Alice.>>,
intervenne Jasper.
- Edward rispose:
- <<
No… no ha
ragione, accanto a lei niente mi sembra irrealizzabile, ma in una cosa
si
sbaglia di grosso, in quattro mesi non mi ha mai consigliato qualcosa
che non
fosse alla mia portata o che non avesse risvolti positivi per me!
>>
- Mi
baciò, ci
alzammo e ci avviammo verso la porta, Jasper si attardò,
capii al volo e
rallentai anch’io:
- <<
Com’è che
siamo tornati agli analgesici a compresse?>>.
- <<
Quella è
morfina a rilascio immediato.>>
- <<
Cosa
dici!>>.
- <<
Ha cominciato
oggi, quattro ore fa.>>
- <<
Non è
troppo?>>
- << Forse era il dolore a essere troppo Jasper, ecco perché, visti gli effetti collaterali della morfina, se dopo la visita di controllo, potrà riprendere l’università, non dovremo perderlo di vista neanche un attimo. >> << Organizzeremo tutto per bene, non deve correre rischi inutili e non devi vivere nell'angoscia continua. >>
- <
> - Presi
l’auto,
aiutammo Edward a entrare li salutammo:
- <<
Dove si
va mio principe?>>, gli chiesi.
- <<
A casa Bella,
hai notato che è un po’ tardi?>>.
- <<
Appunto
dove andiamo?>>.
- <<
Resterai
con me stanotte?>>.
- <<
Sì amore,
rimane da decidere, dove andare a dormire.>>
- <<
Cottage, ho
requisito il doppio mazzo di chiavi, ormai è il nostro nido,
nessuno può
entrare senza chiedermelo.>>
- <<
È troppo
freddo per te e quel letto non è comodo.>>
- <<
Con te
accanto potrei dormire bene anche in Alaska, in un sacco a pelo.
Andiamo.>>
- Dopo
aver resa più
calda la stanza, lo aiutai a togliersi vestiti e armatura, come la
chiamava
lui, ci distendemmo, aveva uno sguardo sognante, mi sembrava di
rivivere
momenti passati, prima dell’intervento, sbirciò
l’orologio e lo guardai anch’io
mi alzai e presi i farmaci, una bottiglietta d’acqua e glieli
porsi. Mi disse:
- <<
Amore
niente sguardo triste stanotte, sono veramente al top, tra le tue
braccia, sto
bene, ti desidero così tanto, facciamo l’amore,
posso farcela, basterà stare
attenti.>>
- Ci
lasciammo
andare a un rapporto morbido e dolce, era tanto tranquillo, il suo viso
mi
diceva che tutto andava bene, che non aveva male, mi sentii sospesa tra
una
gioia infinita per averlo accontentato e una preoccupazione che mi
attanagliava
lo stomaco, sapendo bene come avesse raggiunto questo benessere.
- Si
abbracciò al
mio petto, passarono davvero pochi minuti e si addormentò,
riconoscevo un altro
degli effetti con cui avrebbe dovuto convivere, la letargia improvvisa,
quanto
profonda.
- La
sua vita da
adesso sarebbe stata preda di tutta una serie di spiacevoli
inconvenienti, ma ero
cosciente che combattere il dolore era assolutamente necessario. Non
aveva
confessato a nessuno quando soffriva, era stato ancora una volta
attento e
preoccupato più per chi lo amava che per se stesso.
- Il
mio Edward,
ancora una volta stava facendo una scelta coraggiosa e azzardata.
Questo
pensiero m’invase la mente e allora non riuscii a trattenere
le lacrime.
- E
buon pomeriggio
- Come
state… rientrate nei ritmi di
lavoro…. Io sì scuola, casa, figli e due gattini
cuccioli che corrono per tutta
la casa.
- Ebbene
sì mio marito mi ha fatto
trovare al mio rientro dalle vacanze due piccoletti una miele e uno
nero a cui
ancora non abbiamo dato un nome (si accettano suggerimenti), certo il
mio Kobe
smarrito in Sicilia, mi manca tanto, ma questi due cuccioletti devo
dire mi
stanno conquistando giorno per giorno ed hanno soprattutto consolato un
pò i
miei due figli.
- Bene
dopo gli eventi accaduti in
casa Cloe (mi sento Linus di radio Deejay con casa
Linetti) passiamo
alla storia (che forse può interessarvi di più).
- Il
rientro in casa di Edward, così
desiderato, atteso, anche se siamo ben lontani dal riprendere i ritmi
di prima
dell’intervento e poi il Natale, la festa, la famiglia e gli
amici, un vero
toccasana per lui.
- La
necessità di riprendersi di
iniziare da subito a rendersi indipendente… e
ahimè il controllo del
dolore… passare alla morfina, un vero colpo.
- Che
mi dite del disegno un po’
spinto della nostra Lalayasha, gradite il lato b della nostra Bella, o
avreste
preferito il lato A di Edward…vedo le vostre facce vogliose!
- Ma
come non soffermarsi poi sulla
bellissima notizia,(passata forse un po’ sottotono, viste le
circostanze) della
ricomparsa del ciclo per la nostra piccola, forte Bella, era
prevedibile che
ciò accedesse? Sono stata forse un po’ troppo
scontata… il ginecologo aveva
ragione… superare il trauma con
serenità e io aggiungerei una relazione
sessuale così intensa, dolce, accattivante, da favola.
- Relazione
da favola sì, ma ancora in costruzione, la
reazione di Edward all'errore nella doccia e poi quella di Bella,
denotano come
ancora gli equilibri tra i due, su certi argomenti siano alquanto
fragili e
soprattutto come sia fragile l'animo del nostro protagonista che, con
tutte le
ragioni possibili, ha la tendenza ad andare in crisi molto facilmente.
- Un
bacio grandissimo a tutte voi, sono sempre attenta
alle vostre recensioni e ricevo sempre molto volentieri consigli e
suggerimenti
sull'impostazione della mia storia.
- A
presto
- Cloe
J