Lupo
Finalmente lontana
dalla scuola, lontana dall’abitacolo
della mia nuova auto, lontano dalla gente; a casa per interderci.
Charlie non c’era ancora, all’entrata trovai un suo
biglietto
“Ciao Bellz torno tardi, mangia anche se non ci sono e non
andare a letto troppo tardi, mi raccomando”
il suo tono di voce, potevo sentirlo anche attraverso quel
pezzetto di carta gialliccia, gentile e con una punta di vergogna
nell’esprimere qualsiasi sentimento; dopo aver rigirato un
paio di volte quel
foglietto fra le dita mi decisi a salire al piano di sopra.
Non avevo fame, come non l’avevo avuta a pranzo, ne la
sera prima, ma questo non era preoccupante, mi capitava più
che frequentemente.
Entrai in bagno e dopo essermi esaminata allo specchio per
dieci minuti buoni, i ricordi della mattinata tornarono improvvisamente
a farsi
sentire; chi diavolo era quel ragazzo alla mensa?E i Cullen?E
perchè avrei
dovuto essere loro sorella?E chi era la moretta dagli occhi di miele, che si era intrufolata
nella mia macchina, e
aveva parlato di leggere nel pensiero o cose simili?
Mi sciacquai più volte il viso e mi diressi verso la
camera senza nemmeno asciugarmi.
Accesi il computer sulla scrivania e il piccolo modem che
gli stava affianco; quando finalmente riuscii a connettermi a internet
controllai la posta:
5 messaggi non letti...mamma...mamma...mamma e ancora e
ancora
Qeusta volta si era data davvero da fare per tenermi sotto
controllo, risi fra me e me poi aprii l’ultimo messaggio,
diceva solamente:
“Bella perchè non mi rispondi?”
cliccai su rispondi e digitai sulla tastiera
“ciao, mi avevi mandato altri messaggi?Mi è
arrivato solo
questo e ti ho risposto appena ho potuto, forse ci sono stati dei
problemi di
linea, sai com’è con internet.Quì va
tutto bene, la scuola è iniziata oggi e il
tempo rimane invariabile.Baci Bella.” Invia
Lo so, forse non è simpatico rispondere solo
all’ultimo
messaggio della propria madre preoccupata, però non avevo
davvero voglia di
passare più di cinque minuti davanti a quello schermo
elettronico.
Cercai la coperta rosa della sera prima ma non la trovai
da nessuna parte, mi sdraiai comunque sul letto.
L’orologio segnava le 23:01, com’era
possibile?Rotto non
poteva essere, anche il cielo dava tutta l’idea che non fosse
più pomeriggio;
forse davanti ai computer il tempo vola davvero veloce come dicono, chi
lo sa...
Spensi la luce della lampada sul comodino e rimasi nel
buio più assoluto, solo i raggi della luna filtravano nella
stanza e si
adagiavano sul suolo.Non appena chiusi gli occhi un rumore
catturò la mia
attenzione,qualcosa era caduto per terra, e non da solo, sentivo
qualcuno
sibilare parole confuse; ci volle meno di un attimo a capire che i
rumori
provenivano da un angolo della stanza, vicino alla finestra,
l’unico angolo
soffusamente illuminato, un ombra umana si distingueva
ormai nitidamente, avanzava a passo costante
verso di me:
-incredibili...pf...voi...li...an
i passi dell’essere erano leggerissimi, quasi delle piume
che sfioravano il legno, non producevano nessuno scricchiolio, ma un
suono monotono,
ipnotico nella sua perfezione.
I suoi sibili erano cessati, o forse ero io a non farci
più caso, la stanza era rivestita da un silenzio quasi
percettibile, tagliente,
inumano; ma come si sa, la calma non nasce per durare in eterno,
l’essere tirò
un sospiro e balzò nel buio, per un momento non vidi
più niente, miriadi di
pensieri mi si affannavano in testa, poi, improvvisamente un ombra
confusa si
gettò su di me, bloccandomi braccia e gambe e poggiando il
viso sul mio:
-tu...come puoi...non sapere ciò che sei...bugiarda...stolta
bugiarda...so quello che vuoi farci...
era un ragazzo a parlare, i suoi occhi color nocciola
dapprima scintillanti come braci ardenti, erano andati via via mutando,
come
macchiati da un inchiostro nero ed indelebile; un sorriso sghembo
riempiva il
suo volto perfetto e i denti bianchi e dritti scintillavano
anch’essi
famelicamente. La pelle diafona e i capelli rossi lo rendevano
perfettamente
distinguibile dal resto delle tenebre anche se il suo sguardo omicida
sembrava
aver accettato un patto eterno con l’oscurità.
-...io...ti invidio...e ti disprezzo...noi non abbiamo mai
fatto male a una mosca...noi vi abbiamo offerto il nostro aiuto e la
nostra
misericordia...voi come ci avete ripagato?...cacciandoci e dando false
credenze
su di noi...vi odio...
io non capivo...non capivo ed ero paralizzata dal terrore.I
miei occhi, ormai allo stato liquido vagavano persi in cerca di un
collegamento
a ciò che stavo udendo, e la mia mente si riempiva di
frammenti e di
pensieri...
occhi color nocciola...pelle diafona..sibilii nel buio...nervi
tirati...parlata veloce e interrotta
poi quelle frasi
-Come sai che mio padre è Charlie?
-solo perchè Ed l’ha letto nella mente di un
professore
la stessa ragazza che carezzava la mano dello studente che
mi fissava a mensa...lo studente che mi fissava a mensa...pelle
diafona....occhi
nocciola...solo due sillabe potevano ricollegare la ragione al mio corpo
-Ed...?-dissi a bassa voce, come un sospiro
-Tu sai come mi chiamo?-chiese il ragazzo, era più calmo
di qualche istante prima ma manteneva la presa salda su di me, gli
occhi
intensi a scrutarmi, le labbra sospiranti a qualche millimetro dalle mie
-un essere come te si spreca anche di conoscere le sue
vittime prima di cacciarle?
-Ed...-continuavo a ripetere
-Non sai dire altro?-sospirò spostando le labbra in
direzione del mio collo e annusando il mio odore-strana....per essere
ciò che
sei
-ed...tu...tu sai quello che sono?Quello che anche la
ragazza di oggi intendeva...quello che tu hai insinuato contro di me
saltando
sul mio letto e bloccandomi in questo modo...
sembrava veramente sorpreso
-tu veramente non sai...?Hai il privilegio di non sapere e
di non soffrire per ciò?-chiese rispostando le sue labbra
carnose sulle mie
gelide
-io non so...ma se ogni giorno quì a Forks continua come
oggi non credo che avrò il privilegio di non
soffrire...-spostai lo sguardo,
lui sorrise, per la prima volta non famelicamente, era stupito e pareva
quasi
felice della sua stessa sorpresa
-qual’è il tuo nome?
-Isabella...bella...
Gli occhi si pulirono nuovamente da ogni tenebra e fiamme
castane tornarono ad ardere nel suo animo e sul suo viso glaciale; mi
lasciò la
presa dal braccio destro e con velocità estrema e
delicatezza assieme mi scostò
una ciocca di capelli dal viso dicendo:
-Isabella...Bella...tu sei ciò che secondo le leggende di
Quileutes è chiamato lupo...tu sei...un licantropo...
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Mi piace un sacco
vedere i commenti! l'ho già detto?
grazie!E a chiunque abbia letto anche a chi ha fatto schifo ;)
Lore
Missleep
kikka_hachi
rosy61
principessa zucchina ( eheh ma chissà chi sei!)
yokuccia >>>> bhe Bella non
Elychan >>>>era esattamente un vampiro
black_angel >>> visto? ihih
com'è la
mia idea?
Scusate se il capitolo è corto ma ho notato che dalla mia
testa alla carta, anzi meglio dire allo schermo, ci sono stati un sacco
di impedimenti per esprimere come volevo far scoprire a bella la sua
natura...
p.s. Quileutes si scrive così giusto? L'ho cercato quattro
volte in twilight e ogni volta che trovavo la pagina perdevo il segno (
sgrunt )
poco male, al massimo lo rileggerò ;)
spero che abbiate apprezzato anche questo mio tentativo ^^