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Autore: ieazabel    10/09/2012    4 recensioni
Questa storia è indirizzata a chi avrebbe tante cose da dire e non le dice, per paura, vergogna, per non compromettere i propri sentimenti. Se avete qualcosa da dire a qualcuno, ditegliela, perché poi potrebbe essere troppo tardi: siamo troppo giovani per vivere col rimpianto di cose non dette, o di azioni mai compiute. E, un'ultima cosa: anche quando non credete in voi stessi, quando non credete di lasciare un segno nelle persone, fidatevi: rimarreste sorpresi nel sapere a quante persone avete, in realtà, lasciato una vostra traccia nei loro cuori. Solo che non ve lo dicono.
Enjoy!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Riesci a leggere la mia mente?

Il rumore sordo di un addio




"Quando le cose accadono, accadono e basta;
ma ora non puoi negare di essere stato tu".

 


21 marzo 2012

 

Mia madre mi sveglia alle 9.00 di mattina, accarezzandomi i capelli. Ieri siamo tornati alle 2.00 di notte a causa di un terribile incidente tra una moto e un camion in autostrada. Fortunatamente è domenica, altrimenti non so con quale faccia mi sarei presentata a scuola, visto che non riesco neppure ad aprire gli occhi. Mia madre spalanca le persiane e vorrei avere la forza di urlarle contro, ma la stanchezza ha la meglio persino sulle mie parole.
"Dai, Isa, svegliati!". Mi stiracchio rumorosamente e mia madre mi porge una busta fra le mani.
"Buongiorno, amore", mi dice sorridendo. Mi strofino gli occhi e mi tiro su, seduta, appoggiando la schiena al muro.
"Buongiorno, mamma. Che cos'è?".
"Leggi ed apri", mi dice fremendo. Sembra molto eccitata.

- Per: Sig.na Palmer Isabella
  Da: Theatre, Music and Movie Academy of London 

Mi passo una mano sul viso, incredula. Guardo mia madre, che si sta mordendo il labbro inferiore mentre le trema una gamba. Apro la lettera con cautela, trattenendo il respiro.
"Allora, cosa dice?", mi chiede ticchettando le dita sul letto. Inizio a leggere.
"Cara Signorina Palmer, la informiamo con grande piacere che è stata ammessa nella nostra Accade..". Smetto di leggere ad alta voce e continuo bofonchiando qualche parola qua e là. Stringo la lettera più forte che posso e fisso mia madre con gli occhi spalancati e la bocca aperta. Lei inizia a battere le mani e mi abbraccia con tutta la gioia che prova, poi si porta le mani alla bocca e sospira piano.
"Amore mio.. Sono così felice..". Ancora non ci credo: avevo mandato la domanda di ammissione a Natale e non avendo ancora ricevuto una risposta, avevo perso le speranze. Cazzo. L'Accademia di Teatro che sogno da tre anni a questa parte ha accettato me. ME. E' un sogno.
"Chiama papà!", mi esorta mamma, passandomi il telefono di casa. Compongo il numero.
"Pronto?".
"Papà?".
"Isa! E' successo qualcosa?".
"Beh, sì..".
"".
"Sono stata presa all'Accademia!".
"Che cosa?! Amore mio, ma è fantastico! Allora ecco cosa voleva la lettera! Tesoro di papà, sono felicissimo per te.. Te lo meriti. Stasera si festeggia!". Cavolo, è strepitoso. Rileggo la lettera attentamente, cercando di metabolizzare che ogni parola stampata lì sopra sia riferita a me. Ma la mia attenzione si focalizza su una frase specifica: "Se la sua media è al di sopra di A-, L'Accademia di Teatro, Musica e Cinema di Londra le permetterà di studiare le discipline in un'altra città europea in cui sia presente la suddetta accademia, pagando vitto e alloggio per i primi 3 mesi di studio". La mia media è A, quindi potrei studiare all'estero. L'idea di andare via è allettante, ma sarà dura convincere mio padre. Voglio dire, mia mamma sì, si dispiacerebbe, ma mi lascerebbe andare. Mio padre, invece, non vorrebbe vedere la sua bambina volare via a chilometri e chilometri da lui. E poi.. Harry. Cavolo, oggi devo vederlo, devo parlarci, devo condividere tutto questo con lui. Lo provo a chiamare, ma non risponde. Forse starà dormendo. Gli mando un sms:

- Ehi, sono tornata. Vorrei vederti per chiarire le cose. Fammi sapere. 

Mentre mi lavo i denti, ripenso a quando ho mandato il video e la domanda d'ammissione. Il video, poi, l'aveva girato Zayn: ha un grande talento per quanto riguarda la regia e il montaggio e devo dire che era riuscito a fare un gran bel lavoro. Forse dovrei dirglielo e ringraziarlo: in fondo, è anche grazie a lui se ho fatto una bella impressione. In ogni caso, è meglio non vederlo, una mail sarà sufficiente. A tal proposito, accendo il pc e accedo col mio account: 13 notifiche, 2 mail e 2 richieste d'amicizia. Accetto l'amicizia di Josh ed Andy, poi passo alle mail: la prima è una mail da parte dei miei compagni delle scuole elementari che vorrebbero fare una cena tutti insieme. La ignoro a priori, visto quello che mi hanno fatto passare quegli idioti quando ero piccola. I bambini sanno essere veramente cattivi e io non dimentico facilmente. La seconda mail è da parte di Liam.

- Ti va di andare a cena fuori stasera con me e Louis?

Mi piace questa storia che ormai mi considerano degna di far parte del loro duo. La verità è che io mi sono sempre trovata meglio a rapportarmi con i maschi, perché si fanno meno problemi di quanti non se ne facciano le femmine. L'unica ragazza con cui io abbia mai avuto un rapporto vero è duraturo è Hilary, anche se è difficile riuscire a farlo rimanere tale da quando è partita per la Corea.

- Non posso! Stasera festeggio.. E, a tal proposito, domani ci vediamo, ché festeggio anche con voi! Ciao omaccione ;)

Passo alle notifiche: varie tag nelle foto di questi due giorni. Scorro velocemente a vederle e ce ne sono un paio che ritraggono me ed Harry : mi sembra di essere tornata al giorno dopo la festa di Jenna, quando per la prima volta vidi una mia foto insieme ad Harry, quando tutto era in forse e ancora non ci appartenevamo. Mi domando se sia ancora così. Leggo alcuni commenti sotto le foto - la maggior parte sono stronzate scritte da Louis-, mi faccio un po' di affari altrui nella Home e mando la mail a Zayn:

- Ehi, mi hanno presa all'Accademia, alla fine. Volevo ringraziarti, perché se non ti fossi preso la briga di aiutarmi con il video, forse non mi avrebbero notata. Grazie.

Infine, entro nel sito dell'Accademia. E' splendido, è il posto adatto a me. Il mio telefono inizia a vibrare, corro a prenderlo: Harry mi sta chiamando. Il cuore batte all'impazzata. Non devo fare voci strane, calma e sangue freddo.
"Pront..", mi cade rovinosamente il telefono dalle mani. 
"MA GUARDA TE, CHE CAZZ.. Harry, ci sei ancora?!". Sento una lieve risata dall'altra parte della cornetta e divento completamente rossa dall'imbarazzo.
"Scusami.. Mi era scivolato il telefono..".
"Figurati. Senti, la mia macchina è dal meccanico, quindi..".
"Vengo io da te?". Azzardo. Lo sento sospirare e lo immagino mettersi una mano tra i capelli.
"Sì. Vieni alle 15". In questo momento urlerei dalla gioia, ma non posso fare un'altra figuraccia.
"Ok, a dopo".
"A dopo, ciao". Non posso fare altro che sperare per il meglio.

 


Sono in autobus da dieci minuti per recarmi a casa di Harry. Sto per rivedere il mio (spero di nuovo) fidanzato, ho il mio amato iPod, sono stata ammessa all'Accademia, quindi cosa potrebbe andare storto? Nulla. E invece no. Ecco, di tutte le persone che avrei potuto incontrare, proprio lei. Eccola lì: l'unica ragione per cui mi dispiace essere bionda è appena entrata in autobus. Perrie. La guardo da lontano e provo solamente pena e disprezzo: da quando è entrata non ha fatto altro che starnazzare con le sue tre amiche oche riguardo una "mega festa troppo figa, cioè, figa al cubo" di un certo Rodrigo. Rodrigo? Ma che cazzo frequentano, il bunga bunga brasiliano? Effettivamente la cosa non mi stupirebbe affatto. Cazzo, mi ha vista. Anzi, mi ha vista e poi ho finto di non averlo fatto. Si sta avvicinando sempre di più, fingendo di essere indifferente e non appena si avvicina sufficientemente inizia a parlare ad alta voce.
"Ah, ragazze, ma lo sapete chi ho risentito poco tempo fa? Zayn!". Ma quanto è stupida?
"Ma come, non è più fidanzato?", le chiede la sua amica, interpretando la parte come un'attricetta di film di serie B.
"No, Isabella l'ha lasciato. Cioè, anche io l'avrei lasciato se mi avesse messo le corna con una troppo più bella di me". Mi lascio sfuggire una risatina. Perrie si volta a guardarmi, fingendo una faccia sorpresa.
"O dio, ma guarda chi c'è! Isa, ciao! Da quanto tempo!", urla sorridendo. La prenderei a calci in culo. Tolgo le cuffie delle orecchie.
"Ciao, Perrie". Mi alzo, visto che alla prossima fermata devo scendere. Perrie mi squadra dalla testa ai piedi.
"Mmm, Isa.. Ti sei lasciata un po' andare, non credi? Quanto avrai preso, almeno 4 chili?". Chiudo gli occhi come se dovessi meditare, poi li riapro e m'incammino verso le porte. Prima, però, mi fermo davanti a Perrie.
"Sai, Perrie, io avrò messo anche 4 chili, ma sono amata da molte più persone di quante tu potrai mai sognarti in una vita intera. E lo sai perché? Perché tu sei un sommelier di cazzi, mentre io no". Noto la sua bocca spalancarsi e sento delle risate da parte di due ragazzi seduti lì vicino. Sommelier di cazzi! Come mi è venuto questo insulto?! Ma soprattutto, Perrie lo sa cos'è un sommelier? In ogni caso, la sua faccia è impagabile ed io posso scendere dall'autobus soddisfatta. Cammino per altri cinque minuti ed eccomi a casa di Harry. Un altro ostacolo da superare. Busso ripetutamente ed Harry viene ad aprirmi. Indossa una maglietta di cotone bianca con lo scollo a V e le maniche corte, jeans scuri stretti e felpa verde militare. E' scalzo ed è bellissimo.
"Entra".
"Grazie". Poso la borsa vicino al divano e rimango in piedi, guardandomi intorno, come se non conoscessi a memoria quella casa.
"Vuoi qualcosa da bere?". Mi chiede lui dalla cucina.
"Un bicchiere di Coca, grazie". Harry mi porta la Coca Cola e mi sorride.
"Andiamo in camera mia".
"Non ci sono i tuoi?".
"No, tornano domani. Sono partiti per un matrimonio".
"E tua sorella?".
"E' con loro".
"E perché tu non sei andato?".
"Perché non mi andava. E poi.. Speravo di vederti". Sorrido non facendomi vedere mentre saliamo le scale. La camera di Harry è piuttosto disordinata, come al solito. Lui si stende sul letto, mentre io mi siedo accanto a lui. Nessuno dei due parla, ma non c'è alcun imbarazzo. Questo mi fa capire molte cose. Voglio dire, quando due persone riescono a rimanere in silenzio senza che ci sia imbarazzo, vuol dire che c'è una profonda conoscenza reciproca.
"Allora? Ci hai pensato?", mi chiede lui.
"A noi due, intendi?". 
"No, al perché i campi di Holly e Benji siano così lunghi. Isa, a noi!". Capitan Ovvio è fra noi.
"Devo essere sincera?".
"Pretendo che tu lo sia. Tu ancora non ti rendi conto quanto sia difficile capire quello che pensi, visto che non ti esprimi mai chiaramente..".
"Ok..", deglutisco. "Sono stata presa all'Accademia". Harry corruga la fronte.
"Quale Accademia?". Mi bagno le labbra con la lingua.
"Non te ne ho mai parlato, perché pensavo che non mi avrebbero presa. Si tratta dell'Accademia di Teatro, Musica e Cinema di Londra..".
"Wow, Isa, non contento. Ma cosa c'entra?", mi domanda, giustamente.
"Beh, c'è la possibilità che io possa partire per studiare in un'altra città europea. Le opzioni sono: Parigi, San Pietroburgo, Barcellona, Lione, Roma oppure Londra". Harry si gratta l'occhio sinistro con la mano destra.
"E tu che hai intenzione di fare?".
"Devo ancora parlarne con mio padre, ma se mi lascerà partire, allora me ne andrò". Abbasso lo sguardo mentre Harry si morde il labbro inferiore. .
"Quando partiresti?".
"Subito dopo il diploma". Si scrocchia il collo, agitato.
"Vedi, Harry, io non ho mai conosciuto una persona come te. Sai, tu sei strano forte, anche se non lo sembri. Anzi, a primo impatto sei proprio un tipo stereotipato: un ragazzo sexy che sa l'effetto che fa alle persone. Ma in realtà tu sei molto di più, sei anche una persona molto insicura e se prima ero dubbiosa al riguardo, dopo che mi hai lasciata ne ho avuto la conferma". Harry sembra confuso.
"Isa, ti prego, dove vuoi arrivare?".
"Harry, il punto è: vuoi dirmi addio adesso, precludendoti i prossimi due mesi insieme, oppure vuoi viverli con me, facendo i conti con tutto quello che verrà dopo?". Sospira e deglutisce, non riesce a star fermo con le gambe.
"Se io passassi con te questi due mesi, cosa ne sarà di me dopo? Vivrei con l'angoscia di te con sei accanto a me. Io non sono abituato, non so gestirle queste cose". Mi guarda spaurito.
"Guarda che l'amore non è arcobaleni e fiorellini rosa, l'amore è per lo più venire a patti con i difetti, cercare dei compromessi, accettare l'altra persona senza fare di tutto di cambiarla".
"Quindi immagino che se anche io ti chiedessi di non partire, tu lo faresti comunque". Lo fisso.
"Se tu mi chiedessi di non partire, vorrebbe dire che non mi ami". Si alza di scatto, arrabbiato.
"E invece tu che parti lasciandomi qui, mi ami?! Ah no, è vero, tu non mi ami: tu sei innamorata di me e basta. Ma vaffanculo, Isabella!". 
"Harry, porca puttana, io sono venuta qui per chiarire! E se tu sei troppo immaturo per capire il mio discorso, allora vaffanculo tu! Io sto cercando di dirti che pur di stare con te, accetterei anche di soffrire a causa della lontananza! Sei veramente un deficiente!". Siamo in piedi entrambi e ci guardiamo in cagnesco.
"Come mi hai chiamato?!", mi urla contro.
"D E F I C I E N T E!". 
"Esci da casa mia", mi intima.
"Volentieri". Esco sbattendo la porta e corro giù per le scale velocemente, prendo la borsa ed apro la porta d'ingresso, ma Harry mi blocca il braccio, mi volta verso di sé e mi bacia. Dopo qualche minuti siamo stesi a terra a fare l'amore. Di nuovo. Ci dimeniamo per più di un'ora ed è un piacere infinito, infernale e una lacrima riga il mio viso. Harry è ancora dentro di me, ma si ferma.
"Cosa ti succede?", mi chiede preoccupato. Le mie lacrime sono sempre più violente e fluenti.
"Ti amo, Harry". Tiro su col naso, Harry mi guarda sbalordito. Gli ho detto che lo amo. Gli ho dato la conferma che cercava e la soppressa coglie anche me. Lui bacia le mie lacrime, fino ad arrivare alla mia bocca. Il dolore di una semplice fine non sarà mai forte quanto quello di una fine preannunciata.

 

Prima di andare via da casa di Harry, lo guardo mentre si sistema i capelli.
"Lo sai che non potrà essere sempre così, vero?". Lui si volta verso di me.
"Così come?".
"Che ogni volta che litighiamo, poi facciamo sesso. Non è come ho intenzione di affrontare le cose". Lui si avvicina a me.
"Non succederà più". Il tono della sua voce non mi sembra incoraggiante.
"Che vuoi dire?".
"Che io e te non stiamo insieme. Questo era un addio". Non dico nulla, non ci provo neanche. E' stato tutto inutile. Apro la porta ed esco. La delusione, la tristezza e l'amore non vanno d'accordo. Harry si è accaparrato i miei sentimenti e mi li ha ridati come se niente fosse.
"Ciao, Harry". Harry cerca di sfuggire al mio sguardo, ma non ci riesce. Io non ho la forza di guardarlo ulteriormente.
"Ciao".
M'incammino verso l'autobus a testa bassa. Metto le cuffie dell'iPod ed inizi ad ascoltare Strawberry Swing dei Coldplay. Allora è così che va. Oggi sono passata ufficialmente dall'età adolescenziale a quella adulta: il passaggio in cui ti accorgi che per quanto cerchi di cambiare le cose, c'è un destino già scritto. Il mio destino, evidentemente, non comprendeva Harry come co-protagonista, ma solamente come comparsa. Sento il mio cuore sgretolarsi lentamente e non vedo l'ora di andare via.

 

 

Angolo autrice:

Un bel calcio in culo all'happy-end.
Questo capitolo ha amareggiato anche me che l'ho scritto, figuriamoci (fatta eccezione per Perrie eheh)!

Allora, cosa ne pensate? Fatemi sapere.
Oggi voglio ringraziarvi tutte voi che mi seguite/recensite/preferite, senza di voi mi sarei scoraggiata.
GRAZIE!
I.

Ps. Questo è ufficialmente uno degli ultimi capitoli, care. Sono un po' triste!

  
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