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Autore: The Cactus Incident    10/09/2012    3 recensioni
Il mio spettacolo era arrivato al termine, il sipario si abbassava e le luci si spegnevano, tingendosi di un applauso rosso scarlatto.
[...]
L’ascia si sollevò, pronta a calare senza esitazioni, ma il sibilo della lama che vibrava nell’aria fu interrotto, quando un verso infernale squarciò l’innaturale silenzio che per quella giornata aveva riempito Asgard.
[Daenerys Targaryen -Il torno di Spade]
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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dany chapter 1

Era ormai buio quando arrivammo in una foresta ben lontana dalla splendente Asgard, ma sempre sullo stesso mondo, e il drago mi lasciò cadere su un mantello erboso che attutì un volo di almeno tre metri abbondanti.
Dolorante per la caduta, per i graffi dei suoi artigli sul torace e per le ferite infertemi precedentemente, voltarsi di schiena e guardare il cielo, non fu facile.
Dopo diversi sforzi però ci riuscii. Non ero nemmeno riuscito a fermare la caduta con la magia, visto che avevo ancora i polsi bloccati in quella sorta di bracciali magici.
Tutto sommato c’era almeno una buona notizia: era buio e la mia testa era ancora attaccata al mio corpo.
Certo, per poco, ma almeno avrei visto le stelle un’ultima volta. La mia cella non aveva nemmeno una finestra, quasi a volermi privare anche del cielo.
Avevo sempre adorato la geografia astronomica, prima che la mia vita fosse completamente sconvolta, passavo ore, nottate a osservare il cielo, a riscontrarne costellazioni, pianeti, sistemi e satelliti.
Poi tutto era andato a gambe all’aria e la mia abitudine, come tante altre, si era persa nelle pieghe del tempo e della distruzione, della vendetta e dell’odio.
Con fatica mi alzai a vedere e sorprendentemente trovai il drago che si abbeverava a un lago poco distante da me, ignorandomi completamente.
Perché ancora non mi aveva ingoiato? Solo la sua testa era grande quanto il mio torace compreso di testa, gli sarebbe bastato un solo scatto della mascella per decapitarmi e maciullarmi eppure si abbeverava come se non temesse che scappassi.
In effetti non si sbagliava di certo.
Se avessi provato ad allontanarmi, senza magia, ferito e debilitato avrebbe impiegato una manciata di secondi a recuperarmi.
Se anche, miracolato fra i miracolati, fossi riuscito ad allontanarmi, i guerrieri di Asgard mi avrebbero trovato e decapitato.
Il mio destino era uno solo: la morte e quasi sicuramente sarebbe avvenuta per mano di una grossa creatura alata e squamosa. Morte più epica di quella per pena capitale, dovevo ammetterlo.
Rimanere seduti era sofferenza pura, ma almeno avevo l’onore di osservare il mio leggendario carnefice.
Erano molti secoli che i draghi si erano estinti, com’era possibile che l’unico ancora in vita, volesse uccidermi? E soprattutto corresse il pericolo di avvicinarsi tanto a una città e farsi catturare?
Solo a quel punto, mi resi conto che qualcosa non quadrava.
I draghi non sono creature libere, in passato, quando non erano estinti, era pressappoco impossibile trovarne di liberi e soprattutto si tenevano a debita distanza dalle città.
Ogni drago ha un cavaliere e di certo quello non sono io. Io sono un mago, una divinità, un ingannatore….
Diverse persone e popoli mi hanno chiamato in diversi modi, ma di certo non sono il cavaliere di un drago che, fra l’altro, non ho mai visto in vita mia, questo è poco ma sicuro.
Il drago alzò la testa e mi scrutò, accigliato. Era straordinaria l’espressività che potevano avere i suoi lineamenti spigolosi e ricoperti di scaglie.
Aveva possenti corna rosse e ampie ali dello stesso colore che striava il suo corpo nero e massiccio.
Guardandomi ringhiò e sobbalzai istintivamente. Lui emise una sorta di grugnito e tornò a bere.
Era assodato, il drago non voleva uccidermi, ma perché? Non potevo di certo chiederlo a lui.
Quanto ci avrebbe messo il suo cavaliere ad arrivare? E cosa voleva? Che fosse al servizio di Thanos?
Questa consapevolezza mi raggelò. A questo punto avrei preferito la morte rapida e più o meno indolore del boia, piuttosto che l’eterno dolore che mi avrebbe inferto il titano.
I draghi comprendono la nostra lingua? Perché non mi ero mai informato su i draghi?
Perché si davano per estinti, giusto. Quindi perché studiare una creatura con cui non si avrebbe mai avuto a che fare? Come se mi fossi messo a studiare i modi di vivere su Midgard, un totale spreco di tempo, sottratto ad argomenti ben più interessati e utili.
Avrei dovuto provare? O mi avrebbe incenerito?
Quel drago non aveva esattamente l’aria amichevole, anzi. Mi aveva già abbondantemente maltrattato durante il volo, non mi sarei sorpreso se piuttosto che uccidermi si sarebbe accontentato di un braccio o una gamba, cosa alquanto spiacevole.
Era snervate essere lì, immobilizzato, e non avere la più pallida idea di cosa mi sarebbe successo.
In breve, decisi che aspettando avrei almeno potuto bere, così mi avvicinai al lago e con la mano a coppa mi abbeverai a qualche metro dal drago. Dopo poco, con entrambe le mani mi stavo lavando il viso e il collo, ignorando i dolori diffusi in ogni anfratto del mio corpo a ogni movimento.
Era troppo bella la carezza dell’acqua sulla pelle, il desiderio di buttarmi era forte, ma dolorante com’ero, probabilmente non ne sarei mai uscito.
“Scampato alla legge di Asgard e a un drago, affoga in un lago”
Sarebbe stato tremendo, sul serio.
Mi stavo passano le mani bagnate fra i capelli neri, quando un rumore alle mie spalle mi fece voltare, anche se con una certa lentezza.
Erano dei passi rapidi e leggeri, nella foresta. Il drago voltò la testa, ma non si scomodò più di tanto, quasi annoiato. Mi spostai sulle ginocchia e mi rimisi in piedi, mezzo piegato e ansimante per il dolore.
Era come se la morte scampata –almeno per il momento- mi avesse scaricato addosso tutti gli acciacchi dei mesi fra torture e immobilità e ricordiamo sempre il tocco poco gentile della bestia lì di fianco.
Sentivo il petto e la schiena bruciare, come minimo mi aveva artigliato, ma non avevo nemmeno la forza di togliere la casacca leggera che indossavo, tant’era l’impressione che le braccia si sarebbero staccate e cadute al suolo.
Ero una preda talmente facile che chiunque avrebbe potuto farmi a pezzi in quel momento, figurarsi il cavaliere di un drago.
Già me lo vedevo, grosso quanto Thor con la sua armatura nera e rossa per richiamare il manto del suo leggendario destriero. Magari con i capelli lunghi e le cicatrici della battaglia sul volto.
Talmente veloce da avere un passo del genere anche pesando una tonnellata e indossando un’armatura.
Magari sarebbe stato tanto gentile da farmi fuori rompendomi il collo, vedendomi in queste condizioni. Oppure mi avrebbe straziato sperando di farsi implorare dal principe rinnegato. Povero illuso, non avevo concesso questo piacere nemmeno al re di Asgard, figurarsi a un banale cavaliere.
Non avevo mai implorato in tutta la mia vita e di certo non avrei cominciato a morte assicurata.
Con l’avvicinarsi dei passi, la mia mente aveva idealizzato meglio del cavaliere, diventando sempre più nitido e ricco di particolari, come la spada sul fianco o un mantello rosso purpureo come le ali del suo drago.
Fu anche per questo che rimasi profondamente scioccato quando alla figura nella mia mente, si sovrappose quella reale.
Una donna, altezza medio bassa, carnagione ambrata e capelli chiarissimi che rilucevano leggermente alla luce degli astri e satelliti di Asgard anche se tenuti ordinatamente in una lunga treccia.
Viso delicato e fronte corrucciata, mentre mi scrutava. Pantaloni di pelle con stivali uguali, e alcuni anfratti di armatura sul suo corpo.
Quando mi vide si portò la mano a pugno sul cuore, e chinò la testa per poi alzarla di nuovo esibendosi nel saluto formale, noto in tutti i nove regni. Perdonatemi, otto, Midgard è un luogo di ignoranti.
“Principe Loki, dovrebbe seguirmi, al più presto anche” Aggrottai le sopracciglia. Davvero si aspettava che la seguissi? Di mia spontanea volontà, per giunta.
“Chi sei” era più un ordine che una domanda.
“Il mio nome è Daenerys Targaryen da Muspell” disse con decisione, guardandomi con fierezza negli occhi. Muspell?
“Il regno dei giganti di fuoco? Un po’ minuta, oserei dire” la beffeggiai.
“Non molti differente da lei come gigante di ghiaccio, principe” Sciocca e impudente. Avrebbe pagato con la vita questo affronto, mi sarebbe bastato liberarmi anche di uno solo dei bracciali, e sarebbe morta prima di riuscire a pronunciare il suo nome.
“Modera i termini, mocciosa, non sai con chi hai a che fare”
“Certo che si, è per questo che sono qui. Adesso, se non le dispiace…” Ricordava quella vulvetta lamentosa midgardiana.
“Mi dispiace eccome, invece” Daenerys alzò gli occhi al cielo e poi ricevetti un colpo alla testa che mi fece perdere i sensi, cadendo al suolo.
Ti avrei ucciso con le mie mani Targaryen, è una promessa.

Quando ripresi conoscenza, mi ritrovai in una grossa caverna rocciosa ed era….. il tramonto? Avevo dormito un giorno intero?
Un fuoco era acceso davanti a me ed ero avvolto in alcune coperte, nudo e medicato, alcune ferite superficiali pulite e in via di guarigione. Il mio torace era completamente fasciato e la mia pelle era stata completamente tersa e ripulita da tutto il lerciume che la invadeva, lasciando spazio a una piacevole sensazione di fresco e una qualche fragranza di fiori o unguenti naturali che conoscevo anche io come medicamentosi.
Mi sentivo decisamente meglio della notte precedente, quando non riuscivo nemmeno a mettermi in piedi. A atterrirmi leggermente furono i due bracciali ancora saldamente ancorati ad entrambi i miei polsi.
Mi tirai sopra a sedere, senza difficoltà a mi guardai intorno alla ricerca dei miei vestiti, che non trovai. Stavo per alzarmi ugualmente avvolgendomi nelle coperte, quando un ringhio sommesso e due occhi di brace dal fondo della caverna, mi avvertirono che non ero solo e che probabilmente non potevo muovermi.
Perfetto, ci mancava ancora lui.
“Drogon non ci provare, sai bene che non devi fargli del male” una voce cristallina arrivò da fuori dalla caverna e poco dopo, apparì la donna, Daenerys, sull’entrata, con diverse piante e radici in mano che conoscevo, tutte commestibili e di comune uso gastronomico.
“Quindi è così che si chiama” dissi guardandolo, poi voltai la testa di scatto verso la donna.
“Che ne hai fatto dei miei vestiti?”
“Vestiti? Non erano più descrivibili come tali erano fatti a brandelli o talmente lerci da impossibilitarne la completa pulizia. Qui ci sono dei vestiti che dovrebbero andarle bene, principe, le sarei grata se si vestisse”
“Non mi pare ti sia fatta tanti problemi a spogliarmi” dissi secco, la mascella serrata. L’ultima cosa di cui avevo bisogno era una ragazzina vogliosa e indisponente.
“Avrebbe preferito rimanere lercio e infetto? La prossima volta vedrò di non sbagliare, allora”
“Beh, Thanos mi vuole in salute per vedermi soffrire dall’inizio, immagino”
“Chi?”
“Credi davvero che sia un idiota? E’ ovvio che ti ha mandato Thanos, vuole essere lui ad uccidermi, vero?”
“E’ davvero convinto di essere il centro dell’universo? Non conosco Thanos oltre che per alcune dicerie, ma sono abbastanza convinta che abbia di meglio da fare oltre che inseguire principi cadetti che sono stati sconfitti” la rabbia montò furente.
“Insulsa ragazzina, chi ti credi di essere? Sei solo un’insulsa servetta, la tirapiedi di un cavaliere. Piuttosto, dov’è il cavaliere del drago? A quanto pare sei troppo stupida per rispondere a delle semplici domande”
Una lama corta apparì pericolosamente vicina alla mai gola, Drogon cominciò a ringhiare furentemente.
“Si dà il caso che sia io la proprietaria del drago e che se non si azzittisce, le taglierò la gola al posto di suo padre, intesi? Adesso sarebbe pregato di vestirsi, altrimenti posso tranquillamente volare con lei nudo, un evirazione non è un compito così difficile, sa?” Mi guardò ancora a lungo negli occhi, cercando segni di cedimento o terrore che non trovò nel mio sguardo freddo e la mascella serrata.
“A posto, Drogon, falso allarme” detto questo il drago tornò al suo posto e Daenerys uscì dalla caverna portandosi dietro le radici e quant’altro.
La rabbia montava pericolosamente in me e la consapevolezza di non potere nulla contro quella sciocca ragazzina, mi rendeva nevrotico e voglioso di strangolarla.
Il mio scettro, darei l’anima di Thor per riavere il mio adorato scettro. A quel punto la sua insolenza potrebbe ben poco contro di me.
Osservai i vestiti che mi aveva indicato. Erano molto simili a quelli che indossava anche lei, ma ovviamente di taglia differente. I pantaloni di pelle marrone scuro erano aderenti e gli stivali straordinariamente simili a quelli che indossavo di solito. La casacca era morbida, color bianco sporco e con un profondo scollo.
Per niente nel mio stile, ma erano abiti puliti e non avevo di certo intenzione di andarmene in giro nudo.
Guardai il drago che aprì un occhio e mi scrutò.
“Adesso posso uscire?” voltò gli occhi al cielo e non rispose. Tale cavaliere, tale drago.
Ora che ci pensavo però, Daenerys non si era definita cavaliere, bensì padrona del drago.
Banale errore “grammaticale”? Sinceramente credo di no. Nessun cavaliere rinuncerebbe al suo titolo.
Uscii dalla caverna e mi guardai attorno. Foresta, in qualsiasi direzione guardassi.
“Dove siamo?” chiesi mentre stava pulendo alcuni tuberi selvatici.
“Ancora ad Asgard, ho passato la giornata a medicarla e pulirla, era ridotto malaccio” rispose senza voltarsi. L’avrei colpita, proprio adesso, se non avessi avuto la certezza che a una sola mossa sbagliata, il drago mi avrebbe incenerito.
“Sarebbe bastato liberarmi dai bracciali” Si voltò e mi guardò, asciugandosi la fronte col dorso della mano.
“Ok che l’ho guarita, ma non sono così stupida” Stava sistemando molte provviste nelle bisacce, segno che il viaggio non sarebbe stato breve. Il drago uscì dalla caverna e sparì nella foresta.
“Dove mi stai portando?”
“Non le è dato saperlo” disse secca e la rabbia ebbe il sopravvento.
“Io dico di si!” feci per tuffarmi su di lei e lei si voltò di scatto, la pelle era di un rosso intenso, solcata da linee spezzate, gli occhi completamente neri come le unghie, la punta della sua treccia emetteva leggere fiammelle pallide e dalle sue narici usciva denso fumo grigio che diffondeva nell’aria odore di carne bruciata.
Scattò in piedi, in posizione d’attacco, la testa piegata di alto come un rapace.
“Vediamo cosa succede se si scontrano un gigante di fuoco e uno di ghiaccio al momento senza poteri, uhm?”
“Sei scorretta, non si tratta di uno scontro ad armi pari” dissi divertito, la schiena completamente diritta. In verità ero affascinato, non avevo mai incontrato un gigante di fuoco e la mia vena da studioso pulsava interessata, ma non abbastanza da rendermi incauto come aveva fatto la rabbia.
Ero stato stupido a scattare così.
A quanto avevo potuto capire, almeno per il momento non ero ancora destinato a morire e di certo non avrei sfidato il destino istigando una gigantessa di fuoco.
“Mentre invece attaccare alle spalle è più che corretto” disse tirandosi su diritta, mentre la pelle si schiariva.
“Vorrei solo sapere dove mi stai portando”
“E io vorrei solo che la smettesse di fare le stesse domande a cui non posso rispondere. Ci sono troppe orecchie in ascolto, il bosco e pieno di spie e non appena Drogon tornerà dalla caccia, partiremo” disse secca tornando nella grotta e recuperando le coperte e alcuni unguenti.
“Cosa ti assicura che non proverò a ucciderti?”
“Non è così stupido e di certo ha capito che con me non morirà. Se mi uccide in breve verrà trovato dagli Asgardiani e la giustizieranno. Per caso sbaglio, principe?” incrociai le braccia al petto.
“Sfortunatamente no” mi sedetti su una roccia e lei mi piazzò in mano qualcosa da mangiare, diverse bacche, pane, tuberi e dell’acqua.
Avevo da poco finito di mangiare quando il drago arrivò. Sembrava abbastanza soddisfatto del suo pasto. Daenerys legò sulla sua groppa una strana cavalcatura e vi fissò le bisacce. Dopodiché girò davanti alla testa e cominciò a carezzargli l’ampia fronte dura, poggiandovi la sua. Il dragò socchiuse gli occhi, in silenzio, godendo di quel contatto come un cane.
“Hai fatto come ti ho detto, uhm?” Drogon emise uno strano verso basso e Daenerys sorrise.
“Bravo, forza, adesso dobbiamo andare e vedi di fare il bravo, lo so che ti sta antipatico, ma una promessa è una promessa” il drago sbuffò, ma non sembrò obbiettare ulteriormente.
“Forza principe, è giunto il momento” Drogon si abbassò e gli montai in groppa, Daenerys si sedette davanti a me.
Il drago si issò sui quattro potenti arti e la sua lunga coda, il cui finale sembrava una mazza chiodata, squarciò l’aria davanti al suo viso, creando un portale nel quale s’infilò e che si richiuse con un ulteriore schioppo della coda.
Ci trovammo a solcare il cielo vuoto, avvolti da un’aura rosso scarlatto mentre l’animale sbatteva ritmicamente le ali.
Era una sensazione fantastica, mai avevo viaggiato in questo modo per l’universo. Il Bifrost, il mio scettro, niente era paragonabile a quello che stavo provando.
“Adesso puoi dirmi dove stiamo andando?” chiesi a Daenerys, il tono autoritario non abbandonava la mia voce.
“In un luogo sicuro”
“Ovvero?” insistei.
“Alfheimr” Il regno degli elfi chiari? Della luce?
“Perché?”
“Preferiva Jotunheim?” Odio che mi si risponda con una domanda, anche se è mia consueta abitudine. Ogni secondo che passava, questa donna mi dava motivi su motivi per ucciderla lentamente, dolorosamente e godere della sua agonia.
Chissà quanto avrebbe riso una volta liberatomi dai bracciali.
“Certo che no” risposi. Al momento ero debole, ma stavo già architettando la mia vendetta. Nessuno sarebbe stato risparmiato e questa volta non ci sarebbe stato Midgardiano geneticamente modificato che avrebbe potuto contro Loki.
“E allora le converrebbe non lamentarsi degli elfi chiari, principe” e dopo quella frase non parlò ulteriormente, il battito delle ali di Drogon era l’unico suono che riempiva il silenzio dell’universo.



Salve :D
Non ho granché da dire, tranne che ha fatto la sua comparsa che Daenerys e che Drogon è il più sarcastico dei tre
Un grazie speciale a Efy che ha recensito il prologo ;)
Che ne dite di lasciarmi un commento? Ne avrei davvero bisogno, visto che sto provando a destreggiarmi con questi due, ma non ci sono abituata, per niente.
Alla prossima :D
The Cactus Incident
  
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