Capitolo 1
Punto di vista di Edward
22/05/2013
Accidenti! Sono in ritardo! Devo andare a lavorare! Ma perché non mi sono alzato prima?! Guardo la sveglia. Sono le 8.30! Dovevo essere lì dalle 08.00. un attimo,ma perché Bella non mi è venuta a prendere? Mi alzo velocemente dal letto e mi metto un maglioncino,dei jeans e delle scarpe da ginnastica. Vado in bagno a lavarmi i denti e sistemarmi i capelli e infilo gli occhiali da vista da miope. Li odio! Non li sopporto! Dovrei dire a mamma di comprarmene un paio che non mi stringano le orecchie. Scendo velocemente le scale e vedo come al solito mio padre che beve una tazza di caffè e legge il giornale che il postino mette sempre nella cassetta delle lettere. Mia madre è ai fornelli come ogni mattina che prepara la colazione.
«Ciao mamma! Ciao papà!Ciao Nonna!»Dico mentre corro verso il tavolo e prendo una fetta biscottata con la marmellata.«Devo andare. Sono in ritardo!»
« Finisci di mangiare,Edward!»Grida mia nonna per fermarmi.
«Non posso! Devo andare a lavorare! Mi vogliono sbattere fuori!»Dico e do un bacio sulla guancia e mamma,papà e nonna Vanessa.
Esco da casa velocemente e vedo che la Smart di Bella non è davanti casa,era già andata via. Prendo la mia fedele bicicletta e pedalo velocemente verso il super mercato. Vivo nel quartiere di Los Angeles,in una villetta con il giardino come le altre vicino e davanti a me dall’altra parte della strada.
Entro all’ingresso del super mercato dove lavoro e vado al muretto dove ci sono i biglietti da timbrare per gli orari di quando arrivo al lavoro. Accidenti! Il mio capo mi licenzierà quando vedrà sul biglietto timbrato a che ora sono arrivato! Quarantacinque minuti di ritardo,cazzarola!
Cerco il mio biglietto,lo trovo.
«Il mio è già timbrato?»
Mi chiedo e subito mi viene in mente una persona che ha potuto timbrarlo al posto mio. Bella.
Punto di vista di Bella
Ti pareva. Edward è ancora in ritardo. Lo sapevo! Ero venuta a prenderlo sta mattina,ma la nonna-così chiamo sua nonna da quando ero piccolina,è come se fosse la mia vera nonna,mi tratta come se fossi sua nipote- ha detto di andare a lavorare e che mi avrebbe raggiunta lui. Non volevo che il nostro capo lo licenziasse,quindi ho timbrato il suo biglietto al posto suo,perché se no rimane traccia del fatto che è arrivato-di nuovo-in ritardo.
Sono alla reception,a prenotare della merce per il super mercato. Il telefono squilla.«Salve,super mercato di Los Angeles,di cosa ha bisogno?»
«Salve,vorrei farmi arrivare la spesa a domicilio,è possibile?»chiede il cliente.
«Certo,quando gliela possiamo mandare?»
«Per stasera. Vorrei due confezioni di latte di capra,un cestino di coca-cola,del prosciutto crudo,del cacao in polvere e del pomodoro in bottiglia.» mi dice. Mi segno tutto sul block notes giallo e mi faccio dare l’indirizzo di casa sua per la consegna.
«Grazie,signore,un mio collega porterà la consegna all’orario giusto»Avviso e chiudo la comunicazione.
Prendo la mia agenda e guardo il disegnino che ho fatto con i cuori e il nome di Edward al centro del cuore grande con una freccia. Sono innamorata di Edward,ma non gliel’ho mai detto. Ci conosciamo da quando siamo nati. Lui è più grande di me. È nato il 20 giugno e io il 13 settembre. Abitiamo vicini da sempre. I nostri genitori andavano al liceo insieme e abitano in quelle due villette da anni. La fortuna di vivere nella casa vicino a quella del tuo migliore amico. Abbiamo 17 anni e frequentiamo in liceo di Los Angeles e lavoriamo insieme in questo super mercato nel tempo libero.
Drinnnn
Prendo il telefono e rispondo.«Salve,super mercato di Los Angeles,cosa desidera?»
«Vorrei avere dei gelati a domicilio.»Dice.
«Certo,che gusti? » Rispondo.
«Oki,dovrei prendere la fragola,pompelmo,banana e menta »
«Ma certo. La stracciatella è in offerta,che ne dice?»
«Perfetto,prendo anche quella.»
«Possiamo portargliela adesso?» chiedo.
«Certo.»Mentre parlo,continuo il disegnino che stavo facendo.
«Buona gior..»
«Ciao Bella!» Grida qualcuno dietro di me e riconosco subito la voce. Edward.
«Oh,che paura! Ciao Edward» Dico nascondendo il disegnino.
«Grazie per aver timbrato al posto mio» Dice e mi prende il telefono di mano. «Scusa,mi dispiace,ma Bella merita una pausa,puoi attendere in linea? One,two,three,ciao bello!» E riattacca il telefono.
«Edward!» Lo rimprovero per aver sbattuto giù il telefono in faccia al cliente.
Mi fa alzare dalla sedia.«Dai forza,Bella,balla con me!» Dice e mi fa girare su me stessa. «Te amo,te amo She says to me I hear the pain in her voice » Comincia a cantare la canzone di Rihanna-Te amo.
Io mi tolgo dalla sua stretta e mi rimetto a sedere.
«Dai,Bella!» Si lamenta.
«Edward! Tu mi farai licenziare!» Lo ripresi. Si siede sulla scrivania e mi guarda.
«Ti prego,tu licenziata? Nà! Non deve accadere perché non avrai il minimo interesse a continuare a lavorare qui. »
Lo dice solo perché mi vuole bene. «Bugiardo,non dici sul serio »
Si alza dalla scrivania e mi da le spalle. «No,no è così,tu sei la mia migliore amica.»
Io per scherzare,prendo una matita e faccio finta di piantarmela nel cuore e faccio i versi doloranti. Quando si gira metto la matita a posto e sorrido.
« Ascolta,Bella,dimmi cosa ne pensi. Questa è la migliore idea che mi sia mai venuta,è un successo garantito,vedrai quanti soldi.» Dice contento. Cosa si è inventato stavolta?
Io appoggio il gomito sul tavolo e lo guardo.
« Formeremo un band!»
Questo è fuori!
«Oh,no! » mi lamento alzando gli occhi al cielo.
« Dai su,mi serve solo un altro piccolo anticipo sullo stipendio!» Dice sfregando le mani.
«Edward» Mi abbasso a prendere la camicetta dello staff del super mercato. «Invece di infastidire il capo con una delle tue trovate per arricchirti,perché non fai quello per cui sei veramente bravo? »Domando avvicinandomi a lui con la camicetta.
« E cioè?» Chiede.
«Cioè il tuo lavoro! » Gli infilo la camicetta. «Che per puro miracolo direi che ancora non hai perso! » Dico sarcastica e faccio una risatina. Lo spingo fuori dalla reception e lui si volta.
«Quasi dimenticavo.» Mi ferma e mi da un sacchettino. «Guarda che ho preso per te!»
Apro il sacchetto e sono felice. «Le mie ciambelline! Quelle cremose alla vaniglia?»
Lui annuisce. «Le tue preferite.»
Io apro il sacchetto con l’acquolina in bocca.
«hey,gioietta,ti sei distratta,cliente in linea!» Mi ricorda.
Io mi precipito alla reception e tiro su la cornetta.
«Mi scusi,signore,oggi è pieno pieno pieno »Mi scuso. Mi volto verso Edward. «Vattene!»Dico sottovoce. Lui ride e va a lavorare.
«Oki,non importa,vorrei anche delle fette biscottare in offerta.»Dice.
Io e Edward finiamo di lavorare e uscimmo dal super mercato alle 12.30.
«Andiamo a prendere una gelato.» Dico.
«Oki.» Andiamo a prendere un gelato al bar. Io vaniglia,fragola e amarena,Edward cioccolato e fior di latte con la panna.
«Che buono. Vuoi assaggiare?» Chiede.
«Certo.» Dico e mi passa il gelato.
(Veronika: Ragazze! Questo è Robert Pattinson nel film “The bad mothers” e poi non mi ricordo il titolo intero. Comunque,ovviamente,quella a destra non è Bella,è solo l’attrice del film)
Finiamo i gelati e andiamo in parcheggio.
Angolo dell’autrice:
questa storia è ispirata al film “Shark tale” del 2004,anche se è un cartone è bellissimo e lo guardo anche adesso. La storia l'ho già scritta TUTTA,quindi metterò un capitolo ogni due giorni. ciaoo
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