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Autore: ellynami    10/09/2012    3 recensioni
Maghi e Streghe affermavano con convinzione che Harry Potter morì il 7 Maggio 1998. Come li si poteva biasimare? Era trascritto ovunque: nei libri di Storia della Magia, addirittura dietro alla sua figurina nelle Cioccorane.
Eppure, se leggevi una piccola scritta, così microscopica da esser quasi invisibile al di sotto di quella data, scoprivi una cosa assai curiosa.
Il suo corpo non è stato ancora ritrovato.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Mangiamorte | Coppie: Draco/Harry
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Titolo Fan fiction = Oltre Ogni Previsione


Come sempre...

BUONA LETTURA!




Capitolo 2="Piton, il professore vampiro!"



Draco aprì lentamente gli occhi.


La luce del mattino per poco non lo accecò e dovette pararsi flebilmente gli occhi con un braccio. Per un attimo lo invase l'incredulità: sentiva delle coperte avvolgerlo, sentiva la morbidezza di un cuscino sotto la sua nuca. Possibile che… La battaglia non ci fosse mai stata?


Si alzò di soprassalto, con uno scatto improvviso di energia scostò il morbido lenzuolo e si mise in piedi. La testa gli girò vorticosamente e dovette risedersi immediatamente, la testa tra le mani. Mise per bene a fuoco la stanza: non era Malfoy Manor.


Sospirò pesantemente, ricadendo pesantemente sul morbido letto matrimoniale. Osservò il baldacchino nero, inconfondibile, e comprese immediatamente dov'era. Era la casa del suo padrino.


Udì la porta aprirsi cigolando spostò a malapena la testa su un lato, per riuscire a intravedere sbiecamente chi fosse entrato. Solo un uomo poteva avere quel passo guardingo e felino.


"Sei il mio angelo custode." Bisbigliò Draco mentre sentì le molle del letto lamentarsi appena. Severus si era seduto su un lato del letto, sospirando.


"E' il mio secondo lavoro a quanto pare." Sospirò pesantemente lui. Draco si alzò faticosamente sui gomiti per fissarlo.


"Perché tutta questa amarezza?" bisbigliò il ragazzo in risposta.


Severus dapprima non rispose poi ironicamente disse: "Perché mi sono ritrovato ad accudire due marmocchi, ieri sera."


"Come due?..." ripensò brevemente alla notte precedente. Al bambino che aveva voluto disperatamente salvare, non volendo più essere complice silenzioso di una morte innocente. Infine si riscosse.


"Ah… Il bambino. Come sta?" Severus gli sorrise appena. Era il massimo che riusciva a fare, o che gli aveva mai visto fare.


"Sta bene. Vivo e vegeto. Un'altra piccola trasfusione di sangue e starà benone." Per un attimo si bloccò e riflettè, a voce alta:"La prossima volta devo ricordarmi di non usare in improprio i miei incantesimi."


Si massaggiò lentamente le tempie, stanco. Sospirò pesantemente.


Costrinse brevemente Draco a rimettersi a riposo e poi uscì dalla camera, chiudendosi la porta alle spalle. Rimase quindi lì, steso tra le lenzuola, a contemplare vagamente il soffitto.


Finchè non optò l'idea di dare un'occhiata al piccoletto.




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Sbattè più volte le palpebre, tentando di riabituarsi alla luce che filtrava dalla finestra aperta.


Non riconobbe quel luogo come la stanza in cui solitamente dormiva. Quella dove si trovava era spoglia ma lussuosa nonostante il poco arredamento. Un armadio in mogano era situato in un angolo della camera, il letto dove si trovava era a baldacchino e le morbide coltri di seta lo avvolgevano completamente. Dedusse che fosse seta dalla morbidezza e da quella sensazione, mentre si faceva scivolare tra le dita un lembo della stoffa calda, di benessere e leggerezza.


Si puntellò sui gomiti, alzandosi a sedere e guardandosi curiosamente attorno. Fu allora che notò, seduto al suo fianco, un giovane dalla pelle diafana e i capelli di un biondo così chiaro da virare sul bianco. Le ciocche candide ricadevano sul volto angelico, disteso in un' espressione rilassata e serena. La testa ciondolava da un lato, inerme.


Il bambino studiò il ragazzo con rinnovato interesse.
Sembrava proprio un principe. Uno di quelli bellissimi, buoni e coraggiosi, di cui gli scrittori narravano nelle favole che lui era riuscito a carpire dai racconti di sua zia.


Oppure un angelo, uno di quegli angeli che i pittori raffigurano nelle loro opere, stupendi, dall' aria così onesta...
Solo quella benda spessa e bianca sulla sua fronte, macchiata di un rosso cremisi, non s'addiceva alla sua figura fiabesca.


Ma quello che non sapeva era che Draco Malfoy aveva ben poco di angelico.


Carezzò i capelli morbidi e di quel biondo splendente, mentre quest' ultimi gli scivolavano tra le dita come acqua, pensando che erano ancora più setosi delle coperte che gli lambivano le gambe.
Il fantomatico biondino aprì lentamente gli occhi sentendo quelle dita leggere sulla pelle.
Il verde smeraldo si perse completamente nell' argento fuso che costituivano gli occhi del Principe.


Il giovane si stiracchiò pigramente, stringendo gli occhi fino a formare due piccole fessure da cui ancora era visibile quella sfavillante luce argentea.


" Ti sei svegliato." sorrise il ragazzo, guardando il bambino.
Il bimbo ricambiò allegramente quel sorriso smagliante.


"Come stai?" chiese ancora il biondo, sedendosi sul bordo del letto.


"Si benissimo... perché?" domandò il bruno curioso.


Possibile che non ricordi? si chiese scioccato Draco. Eppure deve essere traumatizzante ciò che è successo, soprattutto per un bambino piccolo... Oppure c' è lo zampino di Severus in questa storia?
Gli occhioni verdi del bimbo erano spalancati per l' interesse e la totale assenza di conoscenza degli avvenimenti del giorno prima.
Il biondo venne colpito da quel verde profondo.


Solo una persona ha quegli occhi... Ma non era possibile.


Per un attimo si rese conto del fatto che non faceva altro che cadere addormentato. Doveva essere davvero debole. Ma scacciò quel pensiero e lo catalogò come secondario.


"Ah, non importa." Sorrise apparentemente noncurante, mentre dentro sé si appuntava di parlare con Severus.
In quel momento la porta si aprì, facendo entrare la figura nera e impenetrabile di Severus Piton.


"Il marmocchio infine si svegliò." esclamò sorridendo appena, ma nonostante l'aria amichevole, la figura alta e imponente del professore e l'espressione neutra dipinta sul suo volto, atterrì e intimorì il bambino, che si protese timoroso verso il suo Principe, sfiorando lievemente un suo braccio ma non osando toccarlo.
Draco sussultò a quel tocco inaspettato e subito il bimbo ritirò la mano e la rintanò sotto le calde coltri.


"Non preoccuparti, Severus è bravo, è stato lui a curarti." disse dolcemente e con voce carezzevole, sfiorando con mano inesperta la guancia morbida e calda del piccolo, rassicurandolo quasi immediatamente.


"Severus? Che nome buffo!" ridacchiò, pensando che il tipo aveva un nome che rispecchiava pienamente il carattere spigoloso del pozionista.


"Vedremo se il tuo nome non è buffo... Sentiamolo." fece Severus con fare fintamente minaccioso, ma inclinando leggermente le labbra in un' ombra di un sorriso.
Il bimbo balbettò qualcosa di indistinto, spingendosi sempre più vicino al biondo, che aggrottò interrogativo le sopracciglia. Il bruno rispose con un agitato diniego, strizzando gli occhi con forza.


"Non vuoi dirmi il tuo nome?" chiese sconcertato Piton, osservando il bambino che affondava disperato la testa tra le mani, stringendo convulsamente nelle nocche alcune ciocche corvine.
Draco era altrettanto allibito dal cambiamento repentino d' umore del piccolo, come se non volesse rivelare la sua identità o qualcosa glielo impedisse...


O ancora peggio...


" Io... Io non ricordo!"


Fantastico. Proprio come immaginava. Perché il suo io interiore non stava mai zitto?!


"…Ma quella ragazza è identica alla mia mamma."


Col dito teso, indicò una piccola cornice appesa alla parete, che Draco non aveva per nulla notato. In quella fotografia era ritratta una donna dai capelli rossi e fluenti, che ondeggiavano nell'aria, gli occhi di un verde abbacinante e un sorriso dolce e allegro era stampato sul suo giovane viso.
Piton s'irrigidì, il volto duro e contratto in una posa gelida.


Detto questo sembrò tornare al suo tentativo di rammentare il suo passato, come constatò Draco dall'improvvisa veemenza col quale cominciò a premere forte la mani sul visino, come per costringere i suoi ricordi a uscire... Ma non era possibile e questo il signorino Malfoy lo sapeva, come lo sapeva il pozionista.


Draco afferrò i polsi del bruno di scatto, allontanandoli con forza dal suo viso, scoprendo il volto sconvolto e contratto per la concentrazione.


"Basta." sussurrò con forza, tanto che riuscì a placare i futili tentativi del ragazzino di liberarsi della sua morsa. "Basta."


Draco si allontanò, il respiro leggermente affannato e sguardo fermo, mentre il bruno pareva perso nella contemplazione del biondo.


"Te lo darò io un nome... Vediamo..." cercò il nome adatto... Quegli occhioni verdi gli ricordavano... Andiamo, no! Draco, ti sei ridotto a questo?...


"Perché non Henry?" Draco sussultò a quel nome. Cavolo, terribilmente simile... Ma non identico... poteva andare.
Udendo la voce fredda di Severus, il piccolo Henry aveva ricominciato ad avvicinarsi al ragazzo.


"Può andare." Concesse Malfoy con una scrollata di spalle, mentre dentro di sè la morsa all' altezza del petto sembrava non volersi allentare.


"Bene, Henry. Non dovrai muoverti assolutamente dal tuo letto, se lo fai sarà tua la responsabilità. Anche se questo è un motivo che già dovrebbe tenerti lontano da porte chiuse o altro, in più c' è il fatto che non ti sei ancora ripreso. Sei convalescente, perciò faresti davvero bene a non muoverti. Sono stato abbastanza chiaro, Henry?"


Il suo nuovo nome, sibilato da quelle labbra pallide, da quella figura imperturbabile, era davvero spaventoso, non c' era altro termine più adatto... Henry impallidì, anche se la voce di Piton aveva una leggera nota melliflua, ciò non toglieva che la minaccia leggera presente nella sua voce sarebbe bastata a far morire di paura chiunque, perciò annuì con vigore, concentrandosi sulle pieghe delle coltri che lo ricoprivano.


Draco sbuffò sonoramente. Severus non poteva essere definito un tipo paziente.




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Il funerale venne celebrato a Godric's Hollow. Erano certi, gli amici di Harry, che quello fosse il luogo dove lui avrebbe dovuto e voluto riposare, lì dove tutto era cominciato, lì dove la vita di un bambino era stata messa a repentaglio.
Tutto il villaggio giunse nel cimitero per rendere l' estremo omaggio a quel ragazzo che aveva sacrificato la sua adolescenza, la sua infanzia, per tentare di salvarli, mentre spesso era stato ripagato con calunnie e ingiustizie. Quanto ingrati erano stati...


Gli amici di Harry erano stretti gli uni agli altri, come per darsi forza. Ginny, da quando aveva pronunciato quelle fatidiche parole di morte, non riusciva nemmeno a biascicare una sillaba, cosa piuttosto preoccupante e allarmante. Il MediMago aveva semplicemente affermato che quello era l' effetto dello shock, evidentemente molto forte. Forse non avrebbe più parlato, ma c' erano buone probabilità che la ragazza tornasse quella di un tempo. Ma purtroppo, certezze non ne avevano.


Hermione singhiozzava sulla spalla di Ron, stringendo la camicia del suo ragazzo con forza, ma quest' ultimo non diede segni di insofferenza, anzi, in risposta cinse debolmente la vita della giovane. Anche lui risentiva della mancanza di Harry, le occhiaie nere sotto gli occhi gonfi, l' aria ancor più trasandata del solito e stravolta erano segni inequivocabili.


Videro la tomba candida sparire nel buco creato appositamente per lei e con lei sparire le loro speranze.


Harry era morto. Era morto il prescelto, l'amico, l'Eletto, il confidente, il ragazzo, l'adolescente...


Non poteva essere più nulla come un tempo. Nulla.


"Addio Harry" sussurrò Hermione, girandosi di spalle così come fecero i suoi amici.


Ma in qualche modo, loro sarebbero andati avanti, per lui, per tutti coloro che avevano perso miseramente la vita.


Nessuna motivazione, nessun ideale, è valido abbastanza da giustificare la morte di un giovane, chiunque esso sia.
Questo pensò Hermione mentre si incamminavano abbracciati fuori dal cimitero




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Quando mai lui aveva fatto come gli veniva detto?


Era inutile, purtroppo era nella sua natura: se gli vietavi qualcosa, qualunque cosa, lui veniva attirato, come un ape attratta dal miele, dall' oggetto del divieto. Non poteva farci niente. O almeno era quello che pensava mentre un leggero ghigno birichino gli stirava le labbra.


Il pozionista si era ritrovato a sperare di trovarsi davanti ad un bambino bravo e che non gli avrebbe creato problemi. Ben presto comprese che la Fortuna non voleva proprio arridergli.


Henry si districò dalle coperte, con un leggero balzo fu completamente fuori, i piedi nudi a contatto col pavimento freddo. Muovendosi più cautamente possibile, camminò guardingo verso la porta chiusa, pregando che l' uomo cattivo non l' avesse chiusa a chiave. Quando questa cigolò al suo leggero tocco, Henry sghignazzò e la fece aprire lentamente, cercando di non fare tanto rumore da suscitare la curiosità del tipo unto.
Il bambino era giunto alla conclusione che, visto l' aspetto ben poco rassicurante, il colorito pallido e la perversa tendenza di utilizzare abiti neri, Severus Piton non fosse altri che un vampiro.


Un vampiro anche malvagio e davvero freddo, lo avrebbe scommesso.


E lui era pronto a scoprire la sua identità, a svelarla agli occhi del suo bellissimo biondo... E salvargli la vita come avrebbe fatto un cavaliere coraggioso!
Sorridendo sognante a tale pensiero, quasi non s' accorse di stare andando a sbattere contro un tavolino finché non sentì una fitta allo stomaco. Gemendo e parandosi con forza una mano davanti alla bocca per placare i lamenti, Henry si piegò in due, maledicendo quel maledetto untuoso perché gli era antipatico e per il suo gusto nell' arred...


" Che cosa vuoi?"


La voce forte e autoritaria del professore lo fece sobbalzare terrorizzato e si guardò febbrilmente intorno. La voce proveniva dal pian terreno ed Henry si concentrò con tutte le sue forze per capire con chi stesse parlando. Sentì il cigolare di una porta alquanto pesante… Forse Piton aveva visite.


"L'Oscuro voleva che ti comunicassi la lieta novella."


" Lieta novella?" Piton suonava scettico. Eppure c'era qualcosa nel suo tono che ad Henry suonò di falso. Ma evidentemente il nuovo arrivo non la pensò così.


" Harry Potter è morto. Nulla ostacolerà più il Nostro Signore dal regnare incontrastato nel Mondo Magico e Babbano. Nuovamente, il gelo calerà, e le tenebre inghiottiranno questa terra! Sangue verrà versato, e nuova carne sarà maciullata… Buona parte anche per me." Ghignò.


Il silenzio accolse quell' affermazione ed Henry si chiese il perché quel nome gli sembrasse così familiare… Come se l' avesse pronunciato innumerevoli volte. Ma non ricordava di averlo mai fatto.


" Credeva ti avrebbe fatto piacere sapere che quel Mezzosangue è morto..."


" Infatti mi fa piacere saperlo." Però ad Henry risultò la risposta piuttosto affrettata, come se volesse che il tipo uscisse al più presto.
Guardingo, cominciò a scendere la lunga scalinata per raggiungere il pian terreno.


" Dal tuo volto, così non pare."


"Devo dimostrartelo palesemente, perché tu possa comprendere ch'io sia contento?" fece annoiato.


" Beh sarebbe una reazione ovvia, visti i problemi che quel marmocchio ci ha causato..."


Henry si sporse un po' oltre il muro che celava alla vista i due uomini, sperando di non farsi notare.
Vide i due uomini, in piedi, nel salotto. Notò i capelli lunghissimi e crespi dell'interlocutore di Piton, la sua camicia logora e sudicia, i suoi pantaloni sgualciti. Dovette mettere bene a fuoco la schiena dell'uomo quando notò, con allarme, che le macchie non erano solo di muffa…


Gli occhi d' onice di Severus si posarono su di lui. Il bambino non potè fare a meno di tremare osservando quello sguardo furioso. Vedendo l' espressione irosa sul volto di Piton, anche l'altro Mangiamorte si voltò.


Henry tremò incontrollabile, afferrandosi saldamente al muro. Il volto contorto, i denti affilati che spuntavano dal labbro superiore e l'aspetto inumano spaventarono immensamente il bambino, che raggelò alla vista del ghigno che inclinò le labbra dell' "uomo".


" Bene, bene... Un piccolo spuntino prima di andare a dormire..."
Disse, facendosi avanti e osservando lascivo il collo candido e scoperto del bimbo, che rimase impietrito dall' orrore.
Il campo visivo di Henry venne occupato da un'oscillante mantello nero.




ELLYNAMI: spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto! Come sono poche le recensioni... Spero comunque che continuiate a seguirmi. Al prossimo capitolo!



  
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