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Autore: LH2    11/09/2012    5 recensioni
Lo guardavo estasiata mentre camminavamo nel vicolo di Becmead Avenue, non solo perche' fosse tremendamente bello ma perche' per quanto non volesse darlo a vedere era protettivo, fin troppo geloso e inaspettatamente intelligente. Si giro' di scatto e si accorse che lo stavo fissando, sorrise mostrando i denti bianchissimi ma non disse nulla. Continuava a fumare l'ennesima sigaretta senza battere ciglio, guardando davanti a se', incurante della sua stessa bellezza.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiusi gli occhi sperando che quella voce fosse tutto un sogno, e che non appartenesse all'ultima persona che volevo vedere o anche solamente sentire nell'arco della giornata. -Zayn ero occupata, ti avrei richiamato- risposi sbuffando, staccando dal muffin un frutto di bosco e avvicinandolo alla mia bocca. -quanto sei bugiarda- lo udii sussurrare, sentendomi addosso il suo sguardo contrariato, neanche ce lo avessi davanti. -che vuoi Zayn?- chiesi scocciata. Non avevo voglia di sentirlo, di sapere come stava Sam e di quanto fosse felice del suo ritorno. Non avevo voglia di condividere i suoi occhi scuri, la sua risata contagiosa o perfino l'incazzatura facile con lei; e il suono della sua voce me lo faceva solo che ricordare di piu'. -come stai?- chiese vago, cercando di sviare la domanda appena postagli. -cosa c'e' Zayn?- ripetei indispettita. Come sto? Sto uno schifo brutto cretino che non sei altro, che prima per poco non mi baci e neanche due secondi dopo mi eclissi davanti alla stangona / super fica "glidounapistaallemodelle" Sam. -ti va se ci vediamo stasera?- mi sembro' quasi vederlo torturarsi le mani, in attesa di una mia risposta. -stasera non ci sono- finsi cercando di pensare il piu' velocemente possibile alla prossima scusa da inventare. -che devi fare?- chiese secco; ok, probabilmente non ci sta credendo. -vado al cinema- esclamai di getto, leggendo il titolo di un film sul giornale poggiato sul tavolo. -e ci vai da sola?!- -e' un interrogatorio Malik?- ribatto buttando giu' un sorso di cappuccino tanto per schiarirmi la gola secca. -Maryanne non devi andare a vedere un bel niente, smettila di prendermi per il culo- sentii la sua alterazione salire gradualmente. Dovevo smetterla di fare la bambina, piu' volevo che smettesse di vedermi cosi' e piu' non facevo che confermarglielo. -vedro' di disdire- risposi affranta, reggendo ancora il gioco che era ormai fallito miseramente. -ti passo a prendere alle dieci- esclamo' scocciato prima che mi ripassasse Louis. -scusa ma avevano preso il mio telefono in ostaggio!- rispose lui ridendo. -tranquillo- dissi sorridendo forzatamente -che state facendo?- chiesi curiosa addentando finalmente il muffin sotto ai miei occhi. -stiamo studiando a casa mia- -cos'e' questa voce esitante? non ci credo neanche se lo vedo Lou..- sogghignai divertita. -d'accordo Zayn sta giocando alla play con Liam mentre io affondo le mie preoccupazioni scolastiche nel cibo. Se vuoi unirti a noi sei la benvenuta- -grazie ma questa volta passo- risposi valutando mentalmente la possibilita' di vederli, e vedere soprattutto Liam. -ti saluta Liam comunque- aggiunse Lou proprio in quel momento. Mi morsi il labbro imbarazzata -salutamelo tanto anche tu- sentii un grande chiasso e poi, improvvisamente, un innaturale silenzio. -Lou ci sei ancora?- tentennai. -ei sono Liam- la sua voce era riconoscibile tra mille, se fosse stato per me non ci sarebbe stato neanche il bisogno di dirlo. -scusa ma Louis e' appena entrato in modalita' omicida ed esigeva il mio joysyick- continuo' ridendo. -chissa' perche' l'avevo immaginato- ok, era palese che il mio atteggiamento del tutto garbato e delicato era cambiato al sentire della sua voce, ma questo lui non lo poteva sapere. -mi dispiace non averti salutato ieri, non so perche' ma sono crollato- sussurro' impacciato. -tranquillo, non volevo svegliarti. Dormivi cosi' beatamente- se avesse visto il mio volto in quel momento probabilmente mi sarei giocata per sempre l'indifferenza che volevo lasciar trasmettere. Non davo mai nessun tipo di sicurezza ai ragazzi, soprattutto a quelli che davvero mi piacevano; la sicurezza dava il 50% delle possibilita' in piu' di perdita. Sicurezza a volte significava sconfitta, ed io odiavo perdere. -ti avrei chiesto il numero di telefono se non avessi fatto la figura dell'idiota ad addormentarmi come un bradipo. Ora almeno non sarei costretto a parlarti da quello del mio migliore amico- continuo' lui, prendendo in mano la situazione. La mia sfacciataggine prese il sopravvento, ma non potei che esserne piu' felice -puoi farlo adesso- risposi, sedendomi comoda sulla poltrona con un sorriso da ebete sulla faccia. Sentii un lungo respiro provenire dall'altra parte della cornetta -mi dai il tuo numero Maryanne?- quelle parole, in quell'esatto istante, stavano equivalendo ad una richiesta di matrimonio per me. -si lo voglio- pronunciai ad alta voce senza accorgermene. -no cioe' intendevo si, si. Certo che si- tutta questa enfasi potevo risparmiarmela. Lo sentii ridere -perfetto- -perfetto- ripetei, battendomi una mano sulla fronte per aver appena fatto una delle mie piu' grandi figure di merda.
Riuscii a pronunciare correttamente tutte le cifre del mio numero telefonico prima che Louis ci interrompesse -il mio cellulare non e' un centralino!- grido' ironico. -dai tornate a studiare, anzi iniziate magari!- risi riferendomi a Liam che era rimasto in silenzio. -ok allora ci sentiamo..- esclamo' caloroso. Ma anche subito se vuoi, pensai dentro di me. -certo- mi limitai a rispondere, evitando altre gaffe. Attaccai riuscendo finalmente a sentire il battito del mio cuore tornare regolare; mi morsi un unghia per l'eccitazione e portai le mani sulle guance cercando di realizzare cio' che era appena successo. Sembravo una bambina euforicamente felice, ma la cosa divertente era che non me ne vergognavo affatto; era semplicemente la sensazione piu' bella al mondo. Morsi di nuovo il muffin senza riuscire a togliermi dalla faccia il sorriso sghembo. Eppure qualcosa non andava. Non fu difficile accorgersi dello sguardo interrogativo di Harry addosso per capire quale fosse il problema; Lo guardai mimando con le labbra un "che vuoi?" acido prima di alzarmi con il cappuccino e il muffin tra le mani e dirigermi verso la porta d'uscita. La pioggia non mi era mai sembrata piu' leggera e delicata.

Quando tornai a casa, il cielo gia' si era fatto piu' scuro, l'aria piu' pungente e il vento piu' gelido. Avevo praticamente camminato per tutta la mattinata, senza mete ne' obiettivi, giusto per il solo gusto di farlo. Non avevo preoccupazioni, tutto stava andando nel verso giusto e mi chiedevo per quanto sarebbe durata questa sensazione. Tutto cio' a cui riuscivo a pensare era di godermi il momento, senza farmi nessun piano prestabilito e vivere come se fosse l'ultimo giorno. Sembrava tanto una frase fatta, di quelle perle di saggezza citate all'infinito da piu' o meno meta' della popolazione mondiale, ma non mi sembrava che vera. Il telefono squillo' e mi fece tornare alla realta', quella in cui camminavo per il vicolo di casa mia con i piedi congelati e il cappuccio che quasi mi copriva la visuale. -Nialler- risposi spensierata al mio migliore amico. -Maryanne- ripete' lui con la stessa tonalita' di voce. Niall Horan, il mio migliore amico probabilmente da sempre, era la persona piu' divertente, esuberante, schietta e immatura del pianeta; ci conoscevamo da quando eravamo ancora nelle pance delle rispettive madri e non eravamo a conoscenza della nostra venuta al mondo. Non so bene come diventammo amici, lui c'era sempre stato, in ogni fotografia, in ogni momento della mia misera esistenza. C'era stato il giorno dei miei tre anni quando Susan Collins aveva spento le candeline al posto mio e mi aveva spinto sulla torta, rovinando il mio vestitino nuovo di zecca comprato da mio padre; oppure il primo giorno delle elementari quando ci divisero in due classi diverse e scoppiai in un pianto acuto, tanto da essere messa al primo banco per tutto l'anno in segno di punizione. La prima nota scolastica per aver picchiato Michael Felt dopo mesi di bullismo nei miei confronti, o quando mi ruppi il braccio dopo essermi arrampicata sull'albero di fronte casa per raggiungere il biondino (senza dubbi piu' agile di me). La prima cotta per Matt Lanter, due anni piu' grande e con zero considerazione verso di me, il primo bacio, la prima sbronza, la prima volta. C'era sempre stato, e sarebbe stato cosi' per sempre. -come va li a Mullingar?- chiesi mentre rovistato nella borsa per cercare le chiavi di casa. -benissimo, mi mancava casa- rispose sorridendo. -e io? io non ti manco?- risposi sfacciata. Niall era nato in Irlanda, Mullingar precisamente, ma si era trasferito a Roma con tutta la famiglia pochi mesi dopo essere nato. Sua madre lavorava alle Nazioni Unite come mia madre; si conobbero molto giovani e non fu quindi un caso che anche io e Niall avessimo la stessa alchimia che si era creata anni addietro tra loro. Quando potevano, durante le festivita' o i ponti scolastici, tornavano a Mullingar perche' era li' che Niall si sentiva davvero a casa, questo l'avevo sempre saputo. Mi aveva portato con se' molte volte, potevo dire di conoscerla come le mie tasche quella cittadina; il calore della gente e il cibo di Claire, la nonna di Niall, erano un'accoppiata perfetta. -l'unica cosa che manca qui sei tu credimi- sussurro' amaramente. -non siamo poi cosi' lontano se ci pensi- ridacchiai inchiavando. -c'e' solo un mare che ci divide!- continuai. Sarebbe rimasto per tutta l'estate li, nello stesso modo in cui io avrei fatto con Londra. Tre mesi lontani erano interminabili, sentire la sua voce non mi bastava; per me lui era come una droga, non potevo farne a meno, o sarei morta senza. Era la mia ancora, la mia meta', l'unica persona che mi conosceva meglio di quanto non lo facessi io. La verita' era che anche io conoscevo meglio lui di me stessa; era piu' semplice capire lui, per questo ho sempre creduto che non ci saremmo mai potuti dividere, era come perdere se stessi, eravamo l'uno l'equilibrio dell'altro. Piuttosto difficile da credere, ma ho sempre ritenuto che il mio vero amore fosse lui, amore non inteso come passione, ma come vita, felicita', realta'. Niall Horan la mia felicita'. -dovresti venire un po' qui sai?- esclamai autoritaria. -e' un ordine signorina Wilson?- -esattamente Horan. E' ora che anche tu veda la mia casa- -la conosco bene casa tua, forse addirittura meglio della mia!- rispose ironizzando. -scemo hai capito cosa intendo. Londra significa per me cio' che Mullingar e' per te- esclamai seria, fiondando la borsa sul letto. -verro'. Te lo prometto piccola- sorrisi maledicendo la distanza e il suo profumo cosi' lontano che sembrava quasi essersi impregnato nell'aria. -ti voglio bene- -io piu' di quanto non ne voglia a me stesso- sussurro' prima di riagganciare. Mi stesi sul letto con il "tu tu tu tu" intermittente del telefono e chiusi gli occhi; non volevo vedere Zayn, era capace di farmi passare il buon umore nell'arco di pochi secondi, ci avrebbe messo ancora meno di Liam e Niall che con una semplice risata mi avevano risollevato la giornata.

Aprii gli occhi confusa cercando di mettere a fuoco le immagini attorno a me. Possibile che non facevo altro che dormire e mangiare? dovevo assolutamente riesaminare le mie priorita'. Mi alzai barcollando verso la cucina per bere un bicchiere d'acqua, quando mi salto' all'occhio l'ora. Avevo esattamente venti minuti per mangiare, lavarmi e vestirmi prima che Zayn fosse arrivato a prendermi. Corsi verso il bagno e mi liberai dei vestiti il piu' velocemente possibile; cosi', mentre mi insaponavo pensai mentalmente a cosa avrei indossato, tanto per risparmiare tempo. Non capivo anche il motivo per cui il moro volesse vedermi, cosa c'era da chiarire? nulla, era stato tutto piuttosto chiaro dal momento in cui i suoi occhi avevano incrociato quelli di Sam. Io non esistevo piu', forse non lo ero mai stata; ma se voleva ricordarmelo nuovamente, che facesse pure tanto non sarei stata peggio di come stavo adesso. Voleva schiaffarmi in faccia la sua felicita'? avrei risposto con un finto sorriso e mentito che andasse tutto alla perfezione. Uscii dalla doccia e aprii l'armadio prendendo un jeans skinny blu scuro, una canotta di Zara piu' lunga dietro e piu' corta davanti e una giacchetta verde militare leggermente avvitata. Tornai davanti allo specchio e legai i capelli in uno chignon morbido e mi infilai un paio di orecchini grandi, che risaltavano con i capelli tirati su; il solito filo di matita nera sulla palpebra e il rimmel dello stesso colore. Ricontrollai l'ora e giudicai che non fosse conveniente cucinare qualcosa quando rimanevano sette minuti scarsi per potersi finire di preparare, cosi' passai correttamente il rossetto rosso fuoco sulle labbra prima di scegliere il paio giusto di scarpe. Optai per delle converse nere, semplici, comode ma sempre efficaci, perfette con qualsiasi vestito. Il telefono squillo' nell'istante in cui mi allacciai l'ultima scarpa, gli attaccai per fargli capire che avevo sentito e mi arrotolai intorno al collo una sciarpa; il caldo aumentava di giorno in giorno ma non era ancora momento per camminare con le maniche corte e i shorts di jeans. Presi la borsa e scesi velocemente senza che sbuffasse per averlo fatto aspettare troppo, quando di solito il piu' ritardatario era lui. Entrai in macchina, chiudendo la portiera agitata -ei- sussurrai togliendomi la sciarpa. Si sporse e mi diede un bacio sulla guancia. -come stai?- chiese tranquillo mettendo in moto. -tutto bene tu?- risposi fredda, tamburellando con le dita sull'anta dell'auto. -bene- se non aveva tutta questa voglia di parlare perche' aveva tanto insistito per vederci? Non chiesi nulla per il semplice fatto che non avevo voglia di litigare, o meglio la forza. -andiamo al luna park ok?- -come vuoi- la freddezza si stava trasformando in acidita', e per quanto volessi fingere meglio e sopprimere tutti gli insulti possibili che gli avrei volentieri urlato, non riuscii a fare meglio di cosi'. -che cosa c'e' Maryanne? c'e' qualcosa che vuoi dirmi?- la sua voce si era fatta piu' dura e percepivo l'agitazione dal movimento delle sue mani. -va tutto bene Zayn- mentii senza voltarmi verso di lui. -te piuttosto? tutta questa fretta di vedermi..- continuai sincera. L'adrenalina saliva in corpo e improvvisamente mi sentii piu' carica e meno vulnerabile. -dobbiamo parlare- esordi' distaccato. -cosa vuoi dirmi?- incrociai le braccia indisponente. -adesso basta- sussurro' prima di accostare sul ciglio della strada e spegnere la macchina di botto. Rimasi stupita da quel gesto del tutto inaspettato -mi sono rotto di fingere che tutto vada bene. L'altra sera e' stato- si blocco' cercando le parole adatte -strano, strano e imbarazzante- risposi interrompendolo. -volevo dire cercato ma fa lo stesso- sussurro' gelido. Sgranai gli occhi non riuscendo a credere alle mie orecchie, dovevo prendere io la situazione in mano o ci saremmo fatti troppo male. Chiusi gli occhi e deglutii -ok l'avrei voluto, avrei voluto che succedesse ma non ero lucida e non lo eri neanche te. Non ci potra' mai essere nulla tra noi Zayn, e' qualcosa di assolutamente irrealizzabile e odio dirlo, ma Sam e' la ragazza giusta per te. E' perfetta, non c'e' niente che non vada in lei, o nella vostra relazione. Adesso e' tornata e non potrebbe essere piu' perfetto di cosi'. Noi, non c'e' un noi e non ci sara' mai. L'altra sera stavamo per commettere un errore ma non e' successo niente, quindi non vedo di che preoccuparsi. Se e' questo di cui volevi parlarmi abbiamo chiarito adesso no? si chiude il capitolo e si va avanti- -non si e' mai aperto il capitolo- mi interruppe accendendosi una sigaretta. -appunto quindi inutile parlarne ancora- appoggiai la testa sul sedile, distrutta dalle mie stesse parole. Ma avevo fatto la cosa giusta, doveva vedermi forte e decisa ed ero riuscita a mostrarglielo alla perfezione. Non so se in quel momento stessi convincendo piu' lui o me stessa, ma sentii che avevano centrato il suo cuore, o perlomeno il suo cervello. Mi voltai in attesa di una risposta, ma Zayn consumava la sua inutile sigaretta come se niente fosse, come se neanche io ci fossi. -non dici niente?!- esclamai sorpresa. Niente, neanche a questa domanda ci fu una risposta. Indispettita e stanca gli strappai la sigaretta dalla bocca e la buttai dal finestrino; gli presi con le dita le guance e lo feci voltare verso di me, facendo in modo che i nostri occhi penetrassero gli uni negli altri. -Zayn..- sussurrai sfiduciata. -che vuoi che ti dica? e' la verita'. Tutto quello che hai detto ha senso. Non puo' andare diversamente tra noi e per quanto riguarda Sam, la amo e non permettero' a niente e nessuno di portarmela via di nuovo- esclamo' sprezzante. -prometto che non mi mettero' in mezzo- esclamai decisa. -non mi preoccupo per te infatti- sussurro' mostrandomi un accenno di sorriso.








Finalmente ho postato! Cavolo, prometto che non faro' piu' passare tutto questo tempo, il fatto e' che l'ispirazione si era andata a far fottere e aspettavo che tornasse ahah comunque anche Niall e' stato introdotto, vedremo adesso come le vite dei personaggi inizieranno ad incrociarsi tra loro. Per fare il punto della situazione..Maryanne e' decisa a mettere un punto alla sua attrazione (chiamiamola cosi') fisica e mentale verso Zayn visto che e' impossibile che tra i due nasca qualcosa di serio. Poi c'e' Liam, a cui Maryanne e' decisamente interessata e che a mio avviso sarebbe la medicina migliore a tutte le sue frustrazioni amorose ;) poi c'e' Harry che per ora si limita a flirtare con lei ma che assumera' un posto importante nella sua vita. Niall verra' a trovarla lo prometto, non posso fare a meno di lui ahah non posso fare a meno di nessuno in verita'. Li infilo sempre dappertutto :P comunque ora vado che sto morendo di sonno! Grazie per le recensioni che avete lasciato, continuate a farlo che a me non puo' che fare piacere. Se avete consigli, critiche o richieste non esitate a dirlo :)
notte a tutte,

love you all.
ps: vi lascio il mio twitter:
https://twitter.com/ludovicaparisi
   
 
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