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Autore: gallavich    11/09/2012    4 recensioni
-Gli ho dato un pugno.- sussurrò.
-Che cosa?!-
Improvvisamente mi voltai verso di lui con un movimento repentino.
-Gli ho dato un pugno. Gli ho spaccato il labbro.-
-Niall, perché?-
Niall Horan aveva picchiato il suo migliore amico per una stupida frase.
-Lui non può trattare le persone in questo modo. Fa sempre così e con te non poteva farlo. Doveva pagare. Ho parlato con Daisy e… mi ha parlato di quello che è successo l’ultima volta.-
Chiusi gli occhi lentamente. Mi sentivo così in imbarazzo.
-No, Niall, è tutto passato.-
-Grace, sei caduta in depressione. Avevi cominciato a tagliarti i polsi, non volevo che succedesse di nuovo.-
Mi prese le mani e me le strinse. Gli stavo mostrando il mio lato debole e stranamente non me ne pentivo.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Said I’m sorry for all the pain that I ever brung to you,
said I’m sorry for everything that I ever done to you.

 
 
 
 
 
Quando uscii dal bagno, avevo ancora Niall che mi cingeva le spalle con un braccio.
Le parole che avevo detto a Zayn mi riempivano la testa, più vere che mai. Inutile dire che mi sentivo davvero potente, perché l’adrenalina non smetteva di circolarmi nelle vene.
Non ero più arrabbiata con Zayn, tutto quello che provavo per lui ormai era pena.
Mi dispiaceva che non capisse che quello non era il modo giusto di comportarsi.
Non sapevo nemmeno il motivo per il quale faceva così, né perché voleva sempre dominare su tutto e tutti.
Ma poi pensai che era come nei film: non c’era una ragione precisa e con un senso. Lo faceva solo per sentirsi potente, forte, un po’ come mi sentivo io mentre camminavo per i corridoi e mi dirigevo verso il portone della scuola.
In parte lo capivo. Era una bella sensazione.
Mentre camminavamo, suonò la campanella e io mi sentii di nuovo a disagio.
Il mio sguardo cominciò a vagare su tutti i volti degli studenti che uscivano dalle aule, che scendevano le scale e con rammarico e paura notai che almeno due su tre avevano visto la mia umiliazione pubblica di qualche ora prima.
Alcuni mi lanciavano qualche sguardo, ma non mi parlavano, né rimanevano a fissarmi tanto a lungo.
Istintivamente mi strinsi di più a Niall e passai il braccio sinistro dietro la sua schiena.
Lui fu sorpreso dal quel gesto. Per tutta la giornata era stato lui ad esortarmi a toccarlo, ad entrare a scuola, a farmi smettere di piangere.
Quel giorno mi ero sentita al sicuro con lui, anche se ancora non avevo capito perché mi era stato accanto, mi era venuto a cercare e aveva spaccato il labbro a Zayn e in seguito gli aveva probabilmente rotto il naso.
Girai la testa verso di lui.
Era più alto di me, io gli arrivavo alla spalla quindi dovetti torcere il mio collo per guardarlo meglio.
Visto che eravamo usciti da scuola, il sole gli illuminava il viso ed era davvero bellissimo.
Lui si voltò verso di me e mi sorrise schiudendo leggermente le labbra.
Anche sul mio viso nacque un timido sorriso e poi incontrai i suoi occhi. Erano così blu.
Dietro di lui si stendeva il cielo azzurro e i suoi occhi erano decisamente più profondi e più belli, come se non avessero una fine, come se fossero più grandi ed estesi di qualsiasi mare e qualsiasi cielo.
Mi vennero le lacrime agli occhi quando realizzai che quel giorno l’avevo superato grazie a lui.
Lo abbracciai forte.
Fu un istante.
L’avevo preso alla sprovvista, tanto che quando nascosi il mio viso nell’incavo della sua spalla rimanendo in punta dei piedi non mi strinse subito di rimando. Prima di abbracciarmi pienamente sorrise con un leggero sbuffo che mi scompigliò i capelli leggermente.
Non me ne importava se eravamo circondati da studenti, volevo solo che sapesse quanto era stato fondamentale per me quel giorno e che speravo che ci sarebbe stato anche negli altri momenti, dove avrei avuto bisogno di un amico.
-Grazie.- sussurrai.
Non avevo altre parole da dire, non ce n’erano. Nel mio “grazie” c’era tutto quello che volevo dirgli e lui capì perfettamente, perché le sue braccia quasi mi stritolarono.
-Possiamo parlare?-
Non credevo che quella voce si stesse riferendo a me con così poco accenno di rabbia.
Pensavo che voleva scambiare qualche parola con Niall, ma non ne trovavo il motivo.
Mi staccai da lui e lasciai che mi rassicurasse con uno dei suoi sorrisi prima di voltarmi e trovare una testa bionda.
I suoi occhi non erano mai stati così dispiaciuti, non li avevo mai visti così.
Adrienne lanciò un’occhiata fugace a Niall che mi diede un colpetto sulla spalla e abbassandosi mi sussurrò all’orecchio: -Ti aspetto alla panchina.-
Capii esattamente di che panchina stava parlando. Quella alla quale si era avvicinato per mettermi una mano sulla schiena e farmi sobbalzare. Quella dove prima stavo piangendo e mi sentivo uno schifo.
Gli strinsi la mano che aveva poggiato sulla mia spalla e girai la testa leggermente per sorridergli. Lui fece lo stesso e stranamente sentii un flusso di calma invadermi il corpo.
Mi voltai completamente verso Adrienne che sembrava più imbarazzata di me.
Strofinava tra di loro le dita delle mani e sapevo con certezza che era un segno di nervosismo. Anche io lo facevo quando ero stressata, ma non serviva affatto.
-Grace, volevo solo dirti che mi dispiace per quello che è successo. Mi dispiace per Zayn, ma lui è così. L’unico modo per avvicinarlo è essere come lui, quindi ho dovuto comportarmi come lui. M-mi dispiace, Grace, davvero…-
-Ma perché lo fai? Perché vuoi stare con lui se ti tratta così male?-
-Perché lo amo, ok? E non so come smettere di provare questo per lui.-
Le nostre situazioni non erano identiche, ma era innamorata dello stesso ragazzo per il quale avevo pianto molte lacrime. Adesso anche lei le stava versando.
Entrambe avevamo capito com’era Zayn. Non sapevo esattamente se io avevo impiegato più tempo per capirlo e subito l’avevo affrontato, o lei l’aveva capito subito, ma aveva fatto finta di niente rimanendo in silenzio.
Forse entrambe le cose erano vere.
Lei scoppiò a piangere più forte. Avrei potuto giurare che non l’avevo mai vista così vulnerabile.
-Adrienne, io non so che dirti. Credo che dovresti parlargli. Dovrebbe capire che deve trattarti meglio e lo so che hai paura che lui non stia alle tue regole e che trovi un’altra con cui stare, ma devi correre il rischio. Se accetta starete insieme, se non lo fa invece… devi fartene una ragione. Starai molto meglio con questo Zayn che non ti sta accanto, fidati di me.-
Lei mi gettò le braccia al collo e mi pianse sulle spalle. Mi ritrovai ad interpretare Niall preso alla sprovvista, mentre lei interpretava me nella scena dell’abbraccio di prima.
La stretta durò solo un momento, la situazione era troppo strana per entrambe.
-I-io ci proverò. Ed ero solo venuta per scusarmi, spero che tu possa perdonarmi tutto.-
Furono le ultime parole che disse prima di salutarmi con un sorriso impacciato, timido che alla Adrienne che conoscevo io non si addiceva per niente, ma che per quella nuova forse sarebbe potuto essere un timbro, un modo per essere riconosciuta.
Tutto sommato ero contenta di aver parlato con lei.
Mi voltai e camminai sull’erba dirigendomi verso la panchina.
Sentivo delle risate ed era impossibile che Niall stesse sghignazzando da solo.
Feci qualche altro passo e scorsi Daisy e Niall che giocavano al gioco del metti-le-mani-sopra-le-mie-così-che-te-le-schiaffeggio.
Ci giocavo sempre con mio padre quando ero piccola. Vinceva sempre lui, era più veloce.
Non volevo disturbarli, ma Niall mi aspettava. Non volevo parlare con Daisy perché credevo mi odiasse ancora, ma infondo era stata lei a confessare tutta la mia vecchia situazione a Niall, quindi forse ci teneva ancora a me.
Mi schiarii la voce e feci girare entrambi verso di me.
-Grace.- disse Niall sorridendo.
In quel momento però, mi interessava solo la reazione di Daisy.
Si sarebbe alzata e sarebbe andata via?
Mi avrebbe guardato male?
Mi avrebbe detto qualcosa di brutto?
Se fosse successa una cosa qualsiasi tra quelle che pensavo mi sarei sentita orribilmente.
Ma non fu così.
Niall si alzò dalla panchina e mi fece cenno di sedermi.
Lui si allontanò un’altra volta, lasciandoci sole, nell’imbarazzo più totale.
Mi sentivo in colpa per lui perché se n’era dovuto andare due volte in meno di dieci minuti per farmi parlare con due persone con le quali credevo non avrei più parlato.
Cominciò lei: -Ciao.-
-Ciao.-
Non sapevo che dire. Per il nervosismo toccai il sotto della panchina e il mio dito divenne appiccicoso, segno che avevo beccato una chewin-gum in pieno.
Lei mi odiava da quando si era sparso quel pettegolezzo a scuola e non mi aveva mai dato la possibilità di spiegare. Il fatto che lei aveva creduto agli altri e non a me mi aveva fatto soffrire molto.
-Stai bene? Com’è finita con Zayn?-
Lei aveva assistito a tutta la scena. Sapevo che mentre venivo derisa da lui, nel gruppo degli studenti attorno a noi c’era anche lei che guardava.
-Meglio di quanto immaginassi. Non è come pensavo.-
-Mi dispiace. Ricordo ne eri molto innamorata.-
Sì, ne ero. Ma le persone cambiano.
-Ti avevo detto di lui perché mi avevi scoperto a guardare le sue foto su Facebook a casa tua.-
Ridemmo per un istante, prima di renderci conto che non passavamo una giornata insieme felici da molto tempo.
-Mi manca tutto questo.- disse lei.
La guardai negli occhi e vidi sincerità. Lei non mentiva, non sapeva farlo e forse era passato abbastanza tempo da capire il suo errore.
-Mi dispiace, Grace. Per tutto. Non so perché non ti ho creduto. Ti ho incolpato, ho incolpato la mia migliore amica e ti ho lasciata sola. Non sai quanto mi sento male per quello che ho fatto. Mi sono accorta del mio errore pochi giorni dopo averlo fatto, perché tu non potevi aver fatto sesso con Justin. Non l’avresti mai fatto. Ma tu sai che sono orgogliosa, non sono riuscita a scusarmi e ad ammettere i miei errori. M-mi dispiace davvero tanto, spero che tu riesca a…-
-Ho dimenticato tutto. Mi manchi troppo per farti il broncio.- la interruppi.
Volevo solo stringerla tra le braccia un’altra volta, avendo la certezza che l’avrei potuto rifare ancora e ancora, quando ne avevo bisogno.
La strinsi forte e sospirammo nello stesso istante. I nostri capelli si spostarono leggermente.
Ancora con il mento sulla sua spalla dissi: -Ma tu e Niall che state combinando?-
Tra i due c’era sicuramente qualcosa.
-N-niente, c-che cosa ti è venuto in m-mente?-
-Balbetti sempre quando sei nervosa.-
La sua risata fu la conferma che avevo ragione.
Ci alzammo dalla panchina e camminammo verso il marciapiede, dove Niall ci aspettava  seduto sulla ringhiera dipinta di verde che recintava il giardino della scuola.
Fu felice di vedere me e Daisy insieme, anch’io lo ero, anche lei lo era.
-Forse è meglio andare a casa.- disse Niall.
Io ero d’accordo, ma avevo la sensazione di dimenticare qualcosa. La mia schiena non era appesantita abbastanza.
Il mio zaino!
L’avevo lasciato nell’aula di trigonometria quando ero uscita dalla scuola per piangere in giardino.
-Voi andate, rimanete un po’ da soli. Poi torno a casa tra un po’, non c’è problema.-
Entrambi erano scettici ad andarsene senza di me, ma se non fossi intervenuta non avrebbero mai passato del tempo soli insieme. Mi girai verso la scuola prima che potessero fermarmi.
La scuola non chiudeva mai prima delle cinque.
C’erano sempre corsi extracurricolari ai quali partecipavano si e no venti studenti, mentre altri rimanevano a studiare in biblioteca o altro.
Entrai a scuola spingendo il grande portone e mi diressi verso l’aula.
Quell’edificio era strano una volta sentita l’ultima campanella. Sembrava spento.
Così come l’aula del signor Sullivan. Forse perché gli studenti erano le uniche forme di vita presenti durante il girono.
Il professor Sullvian era escluso. Era più vecchio della somma dell’età di dieci alunni.
Non capivo perché non volesse ritirare la pensione e riposarsi a casa.
Afferrai il mio zaino poggiato a terra accanto al mio banco ed uscii dalla stanza. Il pavimento, come al solito era tutto impolverato.
Apprezzavo il fatto che i bidelli pulissero le aule una volta a settimana. Eccome.
Ero pronta ad andare, ma poi mi ricordai della chewin-gum che avevo toccato e decisi di entrare in bagno.
Lì era dove mezz’ora prima Zayn voleva farmi del male senza un motivo. Dove Adrienne aveva fatto un passo avanti e aveva riscoperto un po’ della sua forza e determinazione che avevo sempre creduto avesse.
Entrai, un po’ impaurita senza sapere perché e seduto sul piano di marmo del lavandino trovai un ragazzo dalla pelle olivastra, con la testa bassa.
Volevo uscire. Sembrava minaccioso, ma ormai mi aveva sentito aprire la porta, forse mi avrebbe rincorso.
Mi sarebbe servito solo qualche secondo per lavarmi le mani e poi avrei fatto in modo di non vederci più per il resto dell’anno scolastico.
Avevo il presentimento che fosse in quella posizione da quando l’avevo aiutato ad alzarsi da terra.
Lui alzò il viso verso di me. I suoi occhi erano diversi, lucidi, sembravano liquidi.
Come se prima al loro posto ci fosse stata una tavoletta di cioccolato che ormai si era trasformata in cioccolata calda.
Nel suo labbro inferiore si vedeva ancora il segno che Niall gli aveva lasciato, mentre in corrispondenza del setto nasale c’era un cerchio rosso. Ciò che il pugno di Niall gli aveva fatto.
Io distolsi il mio sguardo dal suo viso solo dopo aver aperto l’acqua che uscii fredda dal rubinetto. Strofinai i polpastrelli gli uni contro gli altri.
Potevo giurare che il suo sguardo era fisso sul mio viso. O sulle mie mani.
Poi spensi il getto d’acqua e scrollai le mani facendo volare gocce fredde dappertutto.
Con un passo solcai il tragitto tra il lavandino e la porta e afferrai la maniglia con la mano destra, ancora umida.
Stavo per uscire, quando due parole mi fecero voltare di scatto.
-Mi dispiace.-
Era la terza volta che sentivo qualcuno che si scusava con me quel giorno. La quarta, contando Niall che si scusava per lui. Avevo accettato le scuse di tutti, per quanto incredula potesse sembrare la situazione, ma il suo “mi dispiace” forse significava qualcosa in più degli altri due.
-Dovresti dirlo alla tua fidanzata.- ribattei io e mi appoggiai con la schiena alla porta blu.
-Lo farò, ma volevo dirlo anche a te. Quindi mi dispiace.-
-Per cosa?-
Non stavo accettando le sue scuse, volevo solo fargli capire perché lo stava facendo, fargli capire che aveva sbagliato.
-Per averti ignorato mentre tu eri innamorata di me e io lo sapevo. Per averti resa ridicola davanti a tutta la scuola, per essermela presa con te anche se tu non hai fatto niente, per averti fatto male sbattendoti dappertutto in questo bagno, mi dispiace per tutto, dico davvero.-
Non sapevo se credergli o no, ma sembrava sincero.
-Volevo solo che tu ti scusassi, Zayn. Non era così difficile.-
Lui scosse la testa ridendo. Sì, era diverso da prima. Era cambiato qualcosa.
-Però dispiace anche a me per quello che ti ho detto. Ero arrabbiata perché ho passato dei brutti momenti a causa tua, quindi dispiace anche a me per le brutte parole che ti ho detto.-
Anche io dovevo scusarmi, era la cosa giusta da fare.
-Ma avevi totalmente ragione. Adrienne sta con me perché a quanto pare sono bravo a letto e quindi, sì, forse tu sei l’unica che si è innamorata di un coglione come me.-
Sentirlo parlare di lui e di Adrienne avrebbe dovuto ferirmi, ma non fu così. A quanto pare ero passata avanti in meno del previsto. Fortunatamente, visto che Adrienne aveva ammesso che lo amava e lui era sulla strada giusta per cambiare.
-Lei non vuole solo sesso, Zayn. A quanto pare non sono l’unica che si è innamorata di te. E credo anche che mi sbagliavo: se come lei ammetti che la ami sareste una coppia perfetta.-
Mi sorrise e forse era tutto quello che avevo sempre desiderato da lui.
Volevo sentirmi apprezzata almeno l’un percento di quanto io apprezzavo lui e quel giorno lo ero stata. Forse leggermente in ritardo, ma andava bene lo stesso.
-Grazie, Grace.- mi disse. E quelle parole mi riempirono il cuore.
-Spero di vederti con Adrienne mano nella mano domani.-
E con quelle parole, uscii dal bagno per continuare la mia vita che era stata completamente ribaltata nel giro di qualche ora.





Sono tornata.
Scusate il ritardo, ma sono partita, non ho avuto computer e quindi non ho potuto fare niente.
Ma sono tornata e anche se ieri sera avevo il blocco dello scrittore, sono riuscita a scrivere l'ultimo capitolo.
YAAAAAAY.
E pensare che questa storia era solo una OS e poi con nove recensioni mi avete detto di continuare...
AAAAAAAH.
Lo so che il capitolo è brutto, mi dispiace che la fine sia una merda, ma non sapevo che cosa scrivere.
Sono sicura che dopo averlo pubblicato mi dirò: "Oddio, ma potevo farla più bella!"
Eh, certo, io sono sfigata. c:
Adesso vado. Spero che recensiate per un'ultima volta con cose molto belle.
Grazie per tutte le altre recensioni degli altri capitoli. :)

Peace.

  
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