Anime & Manga > Full Metal Alchemist
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Autore: Fuuma    28/03/2007    5 recensioni
Nuove piste per la pietra filosofale.
Una nuova storia tenuta nascosta ed ora venuta a galla.
Un passato che non vuole cancellarsi e brucia come acido nella memoria di un colonnello.
Un ragazzo di latta che ha perso la propria umanità.
E la colpa di essere peccatori in una terra abbandonata a sè stessa.
[seguito di Step by Step]
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Envy, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Titolo: Because of you
Serie: FullMetal Alchemist
Capitolo: 2 di ?
Rating: Angst, NC-14
Pairing: //
Note: Uhm... ok, sto scrivendo il quinto capitolo di questa fic, quindi posso concedermi lo sforzo (ma che XD??) di pubblicare il secondo e sperare che nel frattempo mi giunga abbastanza ispirazione da continuarla e, incrociamo tutti le dita, da portarla anche a termine^^""".

In questo capitolo c'è un flashback moooolto inventato del passato di un certo Taisa ed i mei progetti sul "rendiamo la vita un'inferno a Roy-san" stanno prendendo piede*O*.

A differenza del primo capitolo questo è più lungo, anche gli altri penso avranno più o meno questa lunghezza^^, spero di non aver fatto errori di battitura perchè ancora una volta la mia pigrizia mi impone di non rileggere nuovamente il capitolo*_*""".

 

File#02
.†.Insomnia.†.
°part.2.°

Roy aveva lasciato degli abiti puliti davanti alla porta del bagno e ora, nella propria stanza, era alla ricerca di una camicia per sè.
Quando trovò una semplice camicia bianca optò per quella, infilandola velocemente per tornare in salotto.
Sbadigliò quando lo sguardo corvino scorse distrattamente l'orario all'orologio a muro appeso sopra la parete, tra due quadri che non aveva nemmeno appeso lui. Erano stati compresi quando aveva comprato quell'appartamento, anni prima, ma li aveva trovati di buon gusto perciò aveva deciso di tenerli.
Un altro sbadiglio e si era portato accanto ad un vecchio grammofono, lo aveva acceso e aveva girato la manovella.
Non passò molto che le note di musica classica si sparsero per la sala e oltre, invadendo anche la camera da letto, la piccola cucinotta abitabile in cui raramente metteva piede per cucinare ed il bagno dove la porta si spalancò del tutto ed una figura minuta fece la sua comparsa.
Era minuscolo.
Quando Roy lo guardò ebbe la netta sensazione che quel ragazzino si fosse ristretto e trattenne a stento un sorriso che, sicuramente, l'altro avrebbe frainteso.
Un'enorme camicia azzurrina con due strisce grigie ai polsini delle maniche copriva il corpo del FullMetal Alchemist, le maniche superavano di un paio di spanne le mani ed ogni volta era obbligato ad arrotolarle. Non solo era lunghissima -basti pensare che gli copriva le cosce e nascondeva completamente i boxer, unica cosa che non aveva voluto togliersi- ma anche esageratamente larga.
Nulla di cui stupirsi. Era una camicia del colonnello ed era naturale gli calzasse tre taglie in più.
Eppure con quell'affare addosso Edward si sentì più piccolo di quanto già in effetti non fosse.
Accidenti, infondo aveva *ben* quindici anni lui!
Impegnò tutto sè stesso per evitare di sbraitare contro il colonnello sulla scelta dell'abito che gli aveva rifilato, era logico pensare che sarebbe andata a finire così per tutto quello che gli avrebbe potuto dare per cui decise di soprassedere e venne attirato invece dalla musica.
- Non pensavo le piacesse questo tipo di musica. - affermò camminando verso il divano dove Roy aveva già preso posto.
- Ci sono molte cose che non sai di me, FullMetal. -
Sorrise nel dirlo ed Edward ebbe il pessimo presentimento che *molte di quelle cose* non gli sarebbero piaciute per niente.
- Ha detto che mi avrebbe raccontato quello che sapeva. - cambiò invece discorso.
Roy gli fece segno di sedersi e, quando il ragazzo scelse di accomodarsi sulla poltrona, il più lontano possibile da lui, si spostò più avanti col busto poggiando i gomiti sulle cosce e incrociando le mani.
- E' stato poco dopo la guerra che coinvolse Ishbal. - il suo tono si era fatto serio, perfino nostalgico.
Ricordava con tristezza gli avvenimenti riguardanti quella rivolta trasformata in guerra e, in realtà, detestava tornare indietro con la memoria a quei giorni.
Preferiva dimenticare.
Ma certe cose non si dimenticano.
Mai.
 

+++

Aprì gli occhi sputando acqua sporca ma, per quanto tossisse, ne sentiva sempre i polmoni invasi e ogni volta che tentava di respirare veniva attraversato da una fitta al petto che lo obbligava a piegarsi in due.
Questa volta credeva sarebbe morto.
Questa volta ci era andato vicino.
Dannatamente vicino.
Eppure era vivo.
Cazzo.
Tossì ancora e liquido cremisi macchiò la mano con la quale aveva coperto la bocca.
Lo fissò come se non capisse di cosa trattasse.
- Cazzo. -
Non fu sicuro di averlo davvero detto ad alta voce, fu piuttosto un borbottio roco che uscì storpiato dalle sue labbra.
Cazzo.
Si alzò in piedi pulendosi la bocca con il dorso della mano.
Il mondo traballò tutto intorno, o forse era lui a traballare.
Non fece in tempo a trovare la stabilità sulle gambe che qualcosa lo sbattè violentemente a terra ed un calcio lo raggiunse al fianco.
Non urlò.
Il tacco di uno stivale premette contro la sua guancia costringendolo sdraiato, con il viso contro il terreno, ed un altro calcio lo colpì allo stomaco.
Nemmeno allora urlò.
A denti stretti gemette di dolore, ma nulla di più.
- Non ne hai ancora abbastanza, State Alchemist? Noi possiamo continuare ancora per un pò! - berciò quello che gli stava schiacciando la faccia.
Non rispose.
Il suo sguardo si mosse a fatica a cercare quello dell'uomo che aveva parlato e, quando lo incontrò, lo fissò dritto negli occhi.
Senza alcun timore.
Senza provare nulla.
Non c'era niente in quelle iridi.
Non più.
L'uomo fece una smorfia di puro disprezzo e sputò su di lui.
- Basta! Mi hai stancato! Uccidiamolo! -
Intorno al poveretto in terra le risate si sentirono forti mentre altri uomini urlavano il loro consenso, cinque o sei in tutto e tutti indossavano la divisa dell'esercito.
Tutti erano suoi compagni, più vecchi di qualche anno.
- Che ne dite se lo impicchiamo? - propose uno di loro mentre costringevano il più giovane ad alzarsi in piedi sollevandolo per i capelli.
- Perchè invece non gli diamo fuoco? - domandò con un sorriso sadico il primo che aveva parlato.
Sembrava il capo di quel gruppo di uomini.
Sembrava quello che più si divertiva a picchiare il loro compagno vedendolo rantolare nel fango dopo che gli avevano tenuto la testa sott'acqua infilandola nell'abbeveratoio dei maiali.
- Ahahah, sì, è perfetto Carl! Diamogli fuoco, infondo lui per primo ammazza la gente bruciandola! -
Si avvicinò alla loro vittima ghignando perfido.
- Ora che non hai i tuoi guanti non sei più così pericoloso, eh, Mustang? -
Roy Mustang alzò velocemente la gamba sinistra.
Diede un calcio all'uomo che gli stava davanti e lo guardò inginocchiarsi per il dolore e gracchiare qualche insulto.
I due che lo tenevano fermo per le braccia lo colpirono più volte, ingiuriando contro di lui, riempiendolo di calci e pugni finchè non furono sicuri che non si sarebbe più mosso.
Lo sbatterono contro il muro, costringendolo con la schiena alla parete.
- Figlio di puttana te ne dovevi stare calmo, adesso ci hai fatto proprio incazzare! -
L'uomo chiamato Carl si chinò a raccogliere una pietra.
Non ci volle molto perchè gliela tirasse in faccia.
Una ferita sottile si aprì alla guancia destra.
Altro sangue a macchiarlo ed il profumo ferruginoso che quasi lo intossicava.
Voltò il viso per fissare chi lo aveva colpito.
Carl indietreggiò mentre gli altri si fermarono per un istante.
Temevano quegli occhi.
Spenti. Morti.
Diabolici.
- Fanculo! Abbassa lo sguardo cane! -
Gli tirò un altra pietra che lo colpì alla fronte.
Il tempo di assestare il colpo che Roy era già tornato a fissarlo.
Occhi negli occhi.
- Ti ho detto di abbassare lo sguardo!!! -
Poi un sorriso sulle labbra del più giovane.
Le dita insanguinate che si muovevano piano sulla terra tracciando un disegno ben conosciuto, le particelle dell'ossigeno che sfrigolavano, il terrore sulle facce dei suoi compagni ed il fuoco. Ovunque.
Urlarono quando i vestiti bruciarono ustionando la pelle.
Scapparono berciando qualcosa contro di lui che perse molto del suo significato a causa delle grida di dolore.
E Roy rimase in terra accanto al cerchio di trasmutazione che aveva disegnato col sangue.
Con il sorriso sulle labbra.
Un sorriso vuoto.
Un sorriso spaventoso.

+++
 
Edward Elric si era addossato completamente contro lo schienale della poltrona e stancamente teneva gli occhi fissi sul colonnello.
Attendeva che continuasse il suo racconto ma quello sembrava come perso in un mondo tutto suo e non aveva più parlato.
- Colonnello? - lo chiamò riscuotendolo dai suoi pensieri.
Roy scosse il capo.
Chiuse gli occhi per un attimo.
E immagini di vecchi ricordi mai davvero dimenticati tornarono a fargli compagnia.
Non poteva certo dire che gli mancassero.
Riaprì gli occhi, puntandoli su un punto a caso del parquet.
- Se non ricordo male allora Charles Lengminton era il Tenente di un'unità speciale chiamata "Babylon". Dopo la sparizione del dottor Marcoh abbandonarono i tentativi di completare le sue ricerche per... - si concesse una pausa passando distrattamente la mancina tra i capelli.
Sospirò.
E riprese.
- ...per un altro tipo di ricerche. -
- Ovvero? - domandò Edward reclinando il capo, curioso e timoroso al tempo stesso di sapere di più.
Roy fece spallucce.
- Non lo so. Giravano delle voci ma nulla di certo. -
- E le voci cosa dicevano? -
L'uomo alzò lo sguardo su di lui.
Non capiva perchè diamine non potesse accontentarsi una buona volta di quello che gli veniva detto. Invece faceva domande, cercava risposte, pretendeva di sapere ogni cosa.
Ancora non aveva capito come funzionavano le cose.
- Si diceva che Lengminton avesse trovato un modo per annullare la mente delle persone e potesse aumentare l'efficacia delle armi usate nella guerra di Ishbal. -
- Armi...? Ma io sapevo che per quella guerra vennero usati gli state alchemist... - riflettè Edward, pensieroso.
- Appunto. Erano gli State Alchemist le armi dell'esercito. -
Esseri umani che perdevano la loro stessa umanità, privati di sentimenti ed emozioni, con un unico scopo che ronzava imperterrito nella testa.
Persone diventate armi.
Edward strabuzzò gli occhi a quella notizia.
Si era illuso che il signor Charles fosse un uomo buono e lo fosse stato sempre nella sua vita... si era illuso che almeno lui non avesse avuto scheletri nascosti nell'armadio.
- E poi? -
Roy fece nuovamente spallucce.
- E poi è sparito anche lui, il resto lo conosci. -
- Cos..? No, aspetti, non può essere tutto qua! -
Si era alzato di scatto.
- Dice forse dell'altro in quel diario? -
- Eh? -
- Lo hai letto prima di aver deciso di venire qui, immagino. -
- Sì... bè... -
Non apparve molto sicuro ma certamente aveva letto il diario, più di una volta, per essere sicuro di aver capito bene le poche notizie nuove riportate su quei plichi.
E ancora una volta non era cambiato nulla per davvero.
Sembrava essere di nuovo al punto di partenza, tanto più che l'unico che avrebbe potuto sbrogliare la matassa di quella storia riposava cinque piedi sotto terra.
- Lei non mi ha raccontato tutto. - insistette.
Roy posò una mano davanti alla faccia, esausto.
- Invece sì. -
- No invece! Perchè il suo nome compare in quel diario? Che ha avuto a che fare lei con Charles Lengminton?! -
- Ci siamo visti una volta soltanto e questa è quanto. -
- Lei mi sta mentendo!!! -
Moccioso petulante!
Anche Roy si alzò, per fronteggiare meglio il ragazzo in piedi innanzi a sè, troppo piccolo perchè con la sua mole potesse essere di una qualche minaccia.
Ma era pur sempre il FullMetal Alchemist ed un motivo c'era se lo era diventato a soli dodici anni.
- Quello che so è che lui usava i nostri compagni come cavie da laboratorio, ma il perchè lo facesse o che cosa ne fosse in seguito di loro io proprio non lo... -
Si fermò all'improvviso quando un flash bianco attraversò la sua testa.
Immagini.
Suoni.
Odori.
Pensieri.
Tutti concentrati in un solo unico bagliore bianco.
Scappa! Scappa! Devi scappare!
Poi tutto scemò.
- Non... - ripetè cercando di capire cosa gli fosse appena successo.
Prese un grosso respiro scuotendo il capo.
Conscio del fatto che non si sarebbe mai liberato del FullMetal senza dargli ciò che voleva.
- Domani ti dirò dove puoi trovare altre notizie a riguardo. -
- Ma -
- Niente ma, prendere o lasciare, FullMetal. -
Accidenti a lui!
Accidenti a Roy Mustang!
- Sto aspettando, FullMetal. -
Edward digrignò i denti.
Non gli restava molto da fare.
- D'accordo. - affermò sostenendo lo sguardo corvino del colonnello che gli regalò un sorriso compiaciuto.
- Bene. - fece l'uomo dandogli le spalle - Quello è il divano. Buona notte, FullMetal. -
E si diresse senza aggiungere altro verso la propria stanza.
Così.
Lasciando all'alchimista quella semplice frase.
Lasciandolo perplesso.
Che cos'era la sua? Gentilezza o cosa?
Non capiva.
- Ma... ma... Ma chi cazzo ti ha detto che voglio stare qui a dormire colonnello maledetto?!? - urlò il ragazzo pestando più volte i piedi in terra livido di rabbia.
E che si arrabbiasse pure, tanto le sue lamentele non sarebbero nemmeno giunte alle orecchie di Roy che, per quel tipo di noie iniziava a diventar sordo.

+++
 

Notte senza stelle.
Profumo di pioggia.
Nenia infinita di gocce che si infrangono sul terreno.
Si alzò andando alla finestra dimenticata aperta. Una delle ante continuavano a sbattere fastidiosa, rumoreggiando.
Scosto la tenda bianca per chiuderla.
Spalancò gli occhi.
Aprì la bocca per urlare.
La voce morta in gola.
Lacrime di sangue da occhi verde smeraldo ed il volto sfigurato di una donna che protendeva una mano verso di lui, colando pezzi di carne, sciogliendosi in un acido invisibile.
"Perchè...?" mormorò la bocca storta della donna "Perchè... Edo-chan..."
Pietrificato.
"Perchè... mi hai fatto questo...?"
- AHAAA!!! -
Un tonfo sordo ed Edward Elric si svegliò di colpo trovandosi in terra, caduto da un divano su cui aveva dimenticato di essersi addormentato.
Per un attimo il suo cuore sembrò scoppiare per quanto pompasse frenetico ed il corpo non smetteva di tremare.
- Era... era un sogno.... solo... un sogno... - si disse cercando di convincersene.
Stupido.
Lo sapeva bene che ciò che aveva visto non poteva essere considerato tale.
Era successo realmente.
Con la manica della camicia si asciugò il sudore dalla fronte alzandosi in piedi.
Lo sguardo dorato andò timoroso a ricercare la finestra, la stessa che aveva visto nel suo sogno.
Era chiusa.
Le tende coprivano il vetro.
Deglutì avvicinandosi.
Alzò il braccio con l'auto-mail sfiorando una delle tende e la scostò piano, fissando davanti a sè, pronto a qualunque cosa.
Nulla.
Non vide nulla che non fosse il cielo nero, la strada grigia e gli edifici di fronte.
Si diede mentalmente dello stupido per essersi fatto tanto suggestionare da un sogno e, cercando di fare il meno rumore possibile scivolò in bagno dove ricordava di aver lasciato i propri vestiti. Li trovò ancora umidi, ma erano sempre meglio di quell'affare enorme che indossava.
Si rivestì e, sulle punte dei piedi, uscì dall'appartamento del colonnello Mustang, scivolando nella notte per tornare a casa dove sarebbe dovuto essere.
Chissà che cavolo gli era venuto in testa di crollarsene addormentato in casa del colonnello, dimenticandosi di suo fratello Alphonse che lo aspettava.
Aveva perso troppo tempo a causa di quell'uomo.
Corse sotto la pioggia coprendosi il capo con le braccia, rifugiandosi di volta in volta sotto i balconi delle abitazioni e poi di nuovo in strada sempre un pò più vicino a casa.
Quando entrò Alphonse lo aspettava già davanti alla porta.
Chiunque altro si sarebbe spaventato a vedersi innanzi quell'imponente armatura che fissava il mondo attraverso piccoli bagliori bianchi nelle orbite cave.
Ma non Edward.
- Nii-san! Sei tornato! - fece la vocetta del fratello minore - Ero preoccupato per te, non sapevo se venire a cercarti! -
Edward gli sorrise poggiandogli una mano sulla spalla.
- Tranquillo Al, ora sono a casa. -
Alphonse lo guardò sfilare avanti a sè, trascinandosi dietro l'odore intenso di pioggia e spogliarsi velocemente dei vestiti nuovamente bagnati.
Se avesse potuto avrebbe sorriso.
Ma il pensiero di non poterlo fare ne affievolì la volontà di farlo.
Non sorrise.
Tanto non ci sarebbe riuscito.
Le armature di ferro non sorridono.
La sua faccia fittizia non sarebbe mai mutata di espressione.
- Nii-san il colonnello ti ha...? - iniziò timidamente facendosi più vicino al fratello.
Edward lo guardò distrattamente mentre si spogliava della giubba nera gettandola in terra.
- Mi ha raccontato un pò di cose ma domani lo obbligherò a finire ciò che ha cominciato! - alzò il viso a cercare gli occhi di Alphonse, che occhi non erano, e lo guardò con serietà e fiducia - Vedrai, lo obbligherò a raccontarmi tutto quello che sa! -
L'armatura annuì.
Sapeva che l'avrebbe fatto.
- Ora però andiamo a dormire, è tardi. -
- Ma nii-san se non ti asciughi bene i capelli ti prenderai un raffreddore! - esclamò Alphonse correndo in bagno a recuperare un asciugamano che gli posò delicatamente sulla testolina cercando di asciugare i biondissimi capelli.
Edward non disse nulla.
Sentì le mani grandi del fratello che premevano sulla sua nuca.
La sua vocetta che, come quella della mamma, lo rimproverava dolcemente.
Non gli diede fastidio come quando invece lo aveva fatto il colonnello.
Perchè lui era Alphonse.
Perchè Alphonse era suo fratello.
E perchè suo fratello poteva fare tutto.
Tutto quanto.
Abbassò tristemente lo sguardo poggiando con la fronte sulla fredda superficie del corpo di Alphonse, all'altezza del petto, socchiudendo gli occhi.
Non c'era un cuore che battesse in quel petto, non c'era calore che infondesse quel metallo bigio.
- Questa volta... ci riusciremo. -
Non dirlo.
Non dirlo piccolo alchimista, non nutrire false speranze, non regalare altre illusioni a tuo fratello.
Gli hai già fatto del male, perchè aggiungere altro dolore?
Perchè credere nuovamente nei sogni?
I miracoli non esistono.
Non esistono.
Alphonse liberò la testolina del biondino riponendo l'asciugamano in bagno, raggiungendolo in silenzio.
Edward lo guardò.
- Al...? - chiamò perplesso.
Il fratello si voltò.
L'ennesimo tentativo fallito di fare un sorriso.
- Sì nii-san, ci riusciremo. -
Eppure non c'era fiducia nelle sue parole.
Era stanco di provare.
Stanco anche di credere.
Stanco di specchiarsi la mattina e non vedersi riflesso, vedere invece un'armatura cava che parlava tramite la sua voce.
Forse avrebbero dovuto smettere di tentare.
- Buona notte Al. -
Si sedette in terra, la schiena contro il muro, mentre suo fratello si infilava a letto e gli regalava uno di quei sorrisi che riserbava solo per lui. Si chiamava affetto quello che vi vedeva scivolare dolcemente sulle labbra?
- Notte nii-san. -
Ed il buio li inghiottì ancora una volta.

 

+++


Non voleva smettere di piovere.
Tempo balordo.
Non amava particolarmente la pioggia, anzi, si poteva dire che la odiava con tutto sè stesso ma non perchè gli piacessero le giornate soleggiate, oh no, il motivo era ben diverso.
La pioggia era la sua nemica naturale.
La sua fastidiosissima nemesi.
Ovvio.
Acqua batte fuoco.
E lui che era il Flame Alchemist risultava miseramente inutile in una giornata di pioggia.
- Uffa... - si lagnò a denti stretti aprendo la porta del proprio ufficio.
- Alla buon ora. -
Non fu sicuro di aver sentito bene quando udì quella voce arrivargli alle orecchie, ma poi vide la figura minuta di Edward Elric accompagnato dal solito immancabile Alphonse e allora comprese che il caffè aveva effettivamente iniziato a fare effetto e non stava ancora dormendo.
- Che sorpresa, FullMetal. - affermò con un sorrisino impudente che l'altro registrò come presa per i fondelli.
- Poche ciance colonnello, lei sa perchè sono qui! -
Roy si carezzò il mento con le dita affusolate parendo pensieroso.
- Perchè non puoi stare senza il tuo adorato colonnello? - domandò candidamente.
- Cos..?!? -
Per poco la saliva non gli andò di traverso.
- Non inizi a sparare le sue solite cazzate!!! -
- Oh, ma non era mia intenzione, davvero. -
Mostrò la faccia più innocente di cui poteva disporre Roy Mustang e, dire che sembrasse davvero un angioletto sarebbe stato restrittivo, ma dire che non sembrasse anche un lupo travestito da agnello sarebbe una grave mancanza.
- Certo però che non avrei mai pensato avessi di queste tendenze FullMetal. -
Edward si irrigidì.
A che cosa si stava riferendo quel dannato?
Alphonse spostò lo sguardo interrogativo prima sul fratello e poi sul colonnello che carezzava sardonico il mento, ghignando come una volpe.
- Prima mi spii in bagno e poi mi tendi gli agguati. Allora è vero che ti piaccio! -
- Ma cosa... COSA DIAMINE SI METTE A DIRE CRETINO D'UN COLONNELLO?!? - urlò pronto a saltare addosso all'uomo e picchiarlo selvaggiamente, ma Alphonse lo precedette e lo tenne forte per le braccia impedendogli di compiere l'insano gesto.
- Io la trasmuto in una scimmia e poi la vendo allo zoo!!! -
Scalciava.
Si agitava.
Come un puledro impazzito.
E Roy nascose una risata dietro la mancina, portandosi alla scrivania e sedendosi alla poltrona di pelle nera. Incrociò le mani sotto al mento con i gomiti sul tavolo e tornò serio, gli occhi fissi in quelli del ragazzino che si calmò di colpo e parve perfino arrossire.
- Allora... - iniziò con voce pacata.
Edward rimase in silenzio.
- Che ne dici se riprendiamo il discorso di ieri? -
L'altro annuì soltanto.
Alphonse lo mise giù ed entrambi si disposero davanti alla scrivania del superiore, impazienti di sapere.
- Dunque se non sbaglio... - fece una pausa - ...mi stavi spiegando perchè ti sei messo a spiarmi mentre ero in bagno, appena uscito dalla doccia! -
Lo aveva detto con una faccia talmente tranquilla che Edward ci mise del tempo ad assorbire l'informazione.
Ma poi comprese.
Quell'uomo doveva tenere proprio poco alla propria vita perchè ci provava gusto a prenderlo in giro!
- Ma allora vuole davvero morire stupido colonnello!!! Io non la stavo spiando! Ho solo tirato ad indovinare! Se lei è un narcisista che non sa pensare altro che alla sua faccia non è colpa mia!!! -
E, com'era giusto pensare, il biondo alchimista ricominciò ad urlare come un ossesso ed Alphonse fu nuovamente costretto a trattenerlo con la forza.
Colonnello masochista, chissà perchè si divertiva tanto a stuzzicarlo, riflettè l'armatura alzando le luminescenze bianche al soffitto.
Gli adulti erano tutti così strani ed incomprensibili.
Eppure a guardarlo meglio il colonnello sembrava stanco...
Era come se un'ombra cupa si stagliasse dietro di lui e poco per volta si avvicinasse divorandolo sempre un pò di più.
- Io la uccido, la uccidooo!!! -
- Ahahah, non sarà certo un fagiolino come te a farmi fuori, Mame-chan! -
"Ma allora è proprio scemo!" Alphonse sbiancò terrorizzato dalla furia di Edward che crebbe a dismisura.
- A chi ha dato del fagiolo tanto piccolo che affogherebbe perfino in una minestra?!? -
- Non dire sciocchezze FullMetal, non ho mai detto quelle cose. -
"Ohooo, ma allora non è poi così scemo!" si rincuorò l'armatura sperando che il fratello si calmasse.
- Io ho detto che sei talmente piccolo da essere fuori misura perfino per i nani! -
"Come non detto, non solo è scemo ma pure deficiente!"
- Argh! E lei invece è un dannato colonnello che... -
- Che? -
- Che! -
- Continua. - lo incitò l'uomo con un sorriso, movendo la mancina per dargli la parola.
- E' un dannato colonnello che... Ohoooo, Al aiutami! -
- Nii-san, non pensi che dovremmo smetterla qui? -
- Ma che stai dicendo Al! Ha iniziato lui perciò è giusto che io gli risponda e gliene dica quattro a quel fallito, idiota, inutile e fannullone d'un colonnello narcisista!!! -
Roy storse il naso.
- Non sono narcisista. - si lagnò.
Edward lo fissò.
- Dovrebbe prendersela per tutte le altre cose che le ho detto, non per il *narcisista*!! -
Quel colonnello era proprio un caso disperato!
Il ragazzo si portò una mano alla fronte piegando il capo verso il basso, abbattuto dalla stupidità dell'uomo.
- Basta... mi ha fatto venire mal di testa. -
Roy parve dispiaciuto.
- Mi dispiace. -
Il FullMetal lo guardò sorpreso, scovando all'angolo destro della bocca maliziosa dell'uomo, ben nascosto, quella punta di menzogna che si intravedeva quando si dilettava a mentire al ragazzo.
- Bugiardo. -
- Oh, lo hai capito così in fretta? Stai diventando perspicace FullMetal. Vediamo se ora riesci a capire cosa sto pensando! -
Portò due dita alla fronte come se si stesse concentrando, socchiuse gli occhi e, con voce sottile sottile, iniziò a sussurrare: - Voglio che tu esca da quella porta, voglio che tu esca da quella porta, voglio che tu... -
- Ma vuole fare il serio per una volta?!? -
Roy alzò gli occhi su di lui.
- Voglio che tu esca da quella porta, voglio che tu esca da quella porta... -
No. A quanto pare non ne aveva alcuna intenzione.
- ORA BASTA!!! - urlò Edward esasperato - O mi dice ciò per cui sono venuto o io... -
Lo sguardo del Flame Alchemist si fece affilato.
Bastò un attimo perchè cambiasse espressione.
Un istante perchè la sensazione di un pericolo mai del tutto sopito traboccasse in iridi nere.
- Mi stai minacciando, FullMetal? - chiese gelidamente.
Eppure sorrideva.
E per questo faceva ancora più paura.
E per questo Edward si perse nel suo sguardo mefistofelico. Gelando. Tacendo. Desiderando di poter distogliere lo sguardo e salvare la propria anima che stava per esser risucchiata.
- Ricordati chi tra noi due da gli ordini e chi li deve eseguire. - un sussurro che sciovolò come spine di ghiaccio sulla faccia del ragazzo mentre l'uomo si alzava girando intorno alla scrivania e abbassandosi all'orecchio di Edward.
Il respiro caldo gli carezzò la guancia.
Rimase immobile.
- Se lo farai... -
La voce del colonnello penetrò nel suo orecchio insieme al fiato.
- io ti permetterò di continuare a guardarmi mentre mi faccio la doccia! -
Finì tutto con quella frase.
Il momento di serietà.
La paura che per un attimo aveva invaso la mente dei fratelli Elric.
Lo sguardo ferino e sinistro di Roy Mustang.
- Lei è l'uomo più idiota che conosca!!! -
Ed il Flame Alchemist si abbandonò ad una risata che continuò per molti dei minuti a venire.

- Basta! Non ne posso più! Perchè non lo cacciano quel cretino dall'esercito?!? Non sa nemmeno fare il suo dovere, è solo una palla al piede e per di più non fa altro che prendermi per il culo!!! -
- Nii-san, non urlare così, potrebbe sentirti! -
- E che mi senta, tanto è la pura e semplice realtà!!! -
- Però... -
- Percò cosa?!? -
- Ah... Ehm.. no... cioè... volevo dire che... che il colonnello mi era sembrato un pò... -
Non ce la fece a continuare.
- No, ni-niente.... -
Lo sguardo assatanato di suo fratello era qualcosa che lo terrorizzava perciò scosse vigorosamente il capo, dimenticando quello che stava per dire, dimenticando la stanchezza che aveva letto nel bel viso del colonnello.
- Vedrai, prima o poi qualcuno comprenderà la sua incompetenza e allora lo manderanno via! -
- Non dire così nii-san... se se ne va chi ci aiuterà con le informazioni sulla pietra filosofale? -
Fu come un fulmine a ciel sereno.
Edward piantò gli scarponi in terra fermandosi di colpo.
Guardò suo fratello e spalancò la bocca.
- Quel... quel... quel brutto figlio di... non ci ha dato le informazioni che mi aveva promesso!!! -
Effettivamente i fratelli Elric se ne erano andati dall'ufficio di Mustang prima che questo potesse aggiungere altro ed il maggiore aveva urlato insulti per tutto il tempo.
Il biondo fece dietro front ma, prima che potesse compiere un altro passo un nauseante profumo sfilò alle sue narici.
Profumo di dopobarba.
Doveva essere di una marca costosa.
Ma era così intenso da dare il capogiro.
Vide appena un uomo superarlo con passo veloce e pesante, non era sgraziato nei movimenti ma non sarebbe stato in grado di definirlo una persona elegante.
Era strano.
- Quell'uomo... l'ho già visto da qualche parte... -
Indossava la divisa militare e le medaglie appuntate al petto superavano di numero e grado quelle del colonnello Mustang.
Dietro di lui altri uomini lo seguivano in silenzio e a testa bassa.
Si stupì nello scoprire i volti del Sottotenente Havoc e nell'Ufficiale Falman, preceduto dal Tenente Hawkeye.
Voleva seguirli, incuriosito da tante cerimonie, ma una mano forte trattenne la sua spalla e, quando ne andò a cercare il possessore, incontrò le azzurrissime iridi del Maggiore Luis Armstrong.
- Sarebbe meglio per voi rimanere qui. - affermò rivolgendogli qualcosa di simile ad un sorriso per poi sparire nell'ufficio di Mustang insieme agli altri militari.
Edward rimase interdetto.
- E' l'uomo che abbiamo salvato quella volta sul treno... - affermò ricordando - Ecco dove l'avevo già visto, è il generale Hakuro. -

 

†INSOMNIA part.2 END†

 

-Thanks to-

Fede: Thank you e... Ehm... Se sarà una RoyxEdo XD? Err... noooooo *sta mentendo* Ceeerto che nooo *sta spodoratamente mentendo*.

Sango97: Detto fatto, ho aggiornato*.*v

Setsuka: Texoooraaa*___*/! Mwahahahah, povero colonnello che parla come uno scaricatore di porto invece di limitarsi a fare il super-sexy-bomb XD! Guarda ora che me lo hai detto prenderò SERIAMENTE in cosinderazione di far diventare Roy-san la Mamma di Edo XD!! Mwahahah, già immagino lo spasso, Roy con il grembiulino rosa shoking con i cuoricini e la scritta "I mum" (con *solo* il grembiulino rosa shoking) mentre gli prepara la colazione e canticchia qualche filastrocca per bambini ed Edo che vomita alla sua vista >XD

Kei_Saiyu: La frase da scaricatore di porto*_*"""... L'ho dovuta cambiare tre volte ma vabbè XD!

Jacky_Dragon: Grazie mille X3! In realtà però Edo non lo stava spiando, poverino, lui era appena arrivato quando Roy era uscito dalla doccia XD, ha solo fatto due più due e *casualmente* ci ha azzeccato, ma tanto Roy non gli crederà mai XD!!!

Tao: Grazie mille, sarà che anche io sono una persona schifosamente egocentrica*_*""" quindi trovo anche divertente giocare con l'ego del bel colonnello >XD

   
 
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