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Autore: Daughter of the Lake    11/09/2012    2 recensioni
Susan, derelitta, sola, ma determinata a sopravvivere, deve adesso fare i conti con la perdita di tutta la sua famiglia. Che cosa ha in serbo il destino per lei? Riuscirà a permettere al suo cuore di riaprirsi a nuove possibilità?
E in più, perché smise di credere in Narnia?
Lo scoprirete solo leggendo...
Dal Prologo
Doveva provarci, doveva riuscire a tornare indietro.
Fece qualche passo, fino a ritrovarsi di fronte ad esso, quel portale per un altro mondo.
Ci entrò, stando attenta a non chiudersi a chiave. Con lo sguardo fisso sulle porte, indietreggiò, come, ricordò, aveva fatto Lucy la prima volta.
Sbatté contro la parete di fondo.
Ci sbatté di nuovo.
E di nuovo.
Poi si girò e ci ribatté ancora, con la fronte.
Poi la prese a pugni.
Picchiò, picchiò e picchiò, ma la parete era sempre lì.
Infine si lasciò cadere a terra, sul pavimento dell'armadio, con la testa appoggiata alla maledetta parete che non voleva sparire. Sentì qualcosa scivolarle da sotto il pullover, che ancora non si era tolta da quando erano tornati indietro, tutte quelle ore fa.
[...] facendo luce sul foglietto di carta che le era caduto per terra.
[...] Sembrava pergamena di Narnia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Susan Pevensie
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

 

Il drago e il cavaliere

o

La battaglia

 

 

(La battaglia)

Mentre Susan veniva disarcionata, intorno a lei si creò il caos.

Dalla terra era uscito, non un “gruppetto” o una “piccola banda”, ma proprio un esercito di Nani Neri, che li avevano circondati.

Prima che qualcuno potesse anche solo sguainare la spada o incoccare una freccia, essi furono loro addosso.

La battaglia iniziò.

Edmund girò il cavallo e corse verso il centro della mischia; Peter, prima, spinse Lucy fra gli alberi, dove alcune creature del bosco la presero in custodia, nonostante le sue proteste - poi seguì il fratello minore.

Tra orde di piccoli uomini che disarcionavano, facevano roteare le asce e inneggiavano alla Regina Jadis di Narnia, i Narniani si ritrovarono in svantaggio, colti di sorpresa e in mancanza di organizzazione o disciplina.(Tutto come previsto dai Nani.) Nonostante riuscirono a rispondere all'attacco, sembravano destinati a perdere.

Ma a un tratto, nello stessto momento in cui il grido "Per Narnia! Per Aslan!" veniva profferito dai loro Re, rincuorando parzialmente gli animi, qualcos'altro accadde.

Sembrò calare la notte, per far capire quanto fosse enorme l'ombra che calò su di loro.

(Il drago e il cavaliere)

Per degli interminabili attimi, il campo di battaglia rimase immobile, mentre tutti i presenti, amici o nemici, uomini, creature o animali, guardavano in alto.

Un drago gigantesco veniva nella loro direzione.

Sputò fuoco e tutti, nessuno escluso, pensarono che li avrebbe uccisi tutti, nessuno escluso.

E invece no.

Con la fiamma creò un cerchio intorno a loro, cosa che non era molto rassicurante, dapprima, ma pensandoci un attimo, ci si rese conto che in quel modo aveva chiuso i passaggi sotterranei da cui erano usciti i Nani, impedendo loro, quindi, sia di continuare ad uscirne, che di scapparne attraverso.

Era dalla loro - di Narnia - parte, quindi?

Resosi conto di ciò, i Nani cominciarono ad agitarsi e a guardarsi intorno, l'un l'altro, smarriti. Questo non l'avevano previsto.

E non era finita lì.

Dal drago scese un cavaliere, tutto coperto da un armatura nera, che, non appena ebbe messo piede a terra, afferrò il primo Nano che incontrò e lo infilzò con la sua spada lunga e, a giudicare da come scintillava al sole, molto affilata.

A questo alcuni esultarono.

Si capirà che, fin dalla comparsa del drago, gli animi dei Narniani andavano mano a mano scaldandosi, rincuorandosi, quindi, a quel punto, riacquistata la speranza e il vigore, attaccarono i loro nemici con nuovo slancio e determinazione.

Da quel momento in poi, tutti cominciò ad andare a rotoli, per i Nani.

Aiutati dal misterioso cavaliere e dal suo drago, in poco tempo i Narniani riuscirono a vincere la battaglia.

(Confusione)

Susan era rimasta a terra, svenuta, a poca distanza dal cerchio di fuoco creato dal drago, per tutto il tempo.

Il fumo, a un certo punto, la fece tossire e lei rinvenne.

Per un attimo pensò quasi di essere ancora sott'acqua, all'alba, a nuotare con le sirene, perchè tutto intorno a lei sembrava sfocato e non riusciva a percepire rumori o suoni in modo distinto, le arrivava solo una specie di baraonda.

Ma si rese conto che non poteva essere vero, perchè le sembrava di ricordare di esserne uscita, dall'acqua, e anche di essere andata poi ad una battuta di caccia insieme ai suoi fratelli e a tutta la corte...e in più era quasi del tutto certa di essere sdraiata su qualcosa di asciutto e duro, anche...la battuta di caccia! Sì, c'era stata, erano stati via per tre giorni! Le sembrava di ricordare che fossero arrivati al Grande Bosco dell'Ovest...

Ma dopo di questo tutto era confuso, quasi un buco nero...c'erano state delle grida, forse? Era possibile?

Provò a girare appena il capo, ma la testa cominciò a girarle; intravide, però, confusamente, un bagliore alla sua destra e le ci volle qualche istante per rendersi conto che era dovuto a delle fiamme. E si accorse tutt'a un tratto che, in effetti, la circondava un calore quasi insoppostabile. Iniziò a tossire e dovette portare una mano dietro la nuca per riparare il punto da cui sentiva provenire un dolore accecante e dove, notò, si era formato un bernoccolo. Come se l'era fatto?

Cercò di alzarsi, ma non ci riuscì.

Si sentiva debole, oltre che molto confusa, e cercare di riportare alla memoria che cosa era successo non faceva che aumentare il suo mal di testa.

Era anche molto spossata, quasi fosse stanca, e tutto quello che voleva era richiudere gli occhi e riposarsi un pò...ma quel caldo e quel fumo glielo impedivano...

Era quasi sul punto di soffocare e svenire di nuovo, che il fuoco scomparve.

(Il salvataggio)

Buffo come opera il destino, a volte.

Il fuoco stava per ucciderla, ma la sua mancanza provocò quasi lo stesso effetto.

Si era nelle ultime fasi dello scontro, mentre Susan si risvegliava e lottava contro il dolore, la debolezza e il fumo: si costringevano alla resa gli ultimi Nani che ancora opponevano resistenza.

Il drago era atterrato oltre il cerchio di fuoco e il cavaliere, per raggiungerlo, alzò con un gesto deciso la mano destra e lo fece sparire.

A quel punto non si potè impedire cosa accadde.

Alcuni Nani, che erano riusciti a nascondersi dietro a dei cespugli, approfittando della ritrovata via di fuga, si diressero furtivamente verso la direzione in cui si trovava Susan, ormai quasi sull'orlo dell'oblio, l'afferrarono per le braccia e cominciarono a trascinarla verso i loro buchi sotterranei.

Susan sentì delle fitte indicibili alla testa mentre ciò avviva: questo, più la debolezza e la confusione, non potevano permetterle di ribellarsi o di almeno urlare. Era quasi come trasportare una bambola.

Quasi nessuno si accorse di ciò che avveniva, nel caos del dopo-battaglia. Quasi.

Lucy usciva dal bosco proprio in quel momento, mandata a chiamare per usare il suo cordiale sui feriti, notò che la sorella veniva portata via e si mise a gridare:

<< PETER! AIUTO! SUSAN! >>

Tutti si girarono verso di lei e poi verso la direzone dove stava indicando.

A Peter ed Edmund saltò il cuore in gola nel momento videro ciò che stava accadendo: non avevano potuto aiutare la sorella quando era stata disarcionata, e, in seguito, impegnati nello scontro, si erano quasi dimenticati di lei.

Spada in pugno, si diressero, correndo, verso di lei.

Ma anche stavolta, fu il cavaliere a salvare la situazione.

All'urlo di Lucy era salito immediatamente in groppa al drago e in due veloci sbattiti di ali fu sopra la scena: dall'alto, colpì uno dei Nani con la spada, mentre l'altro cadde sotto un colpo di coda della bestia.

Susan era per la metà superiore del corpo all'interno dell'entrata sotterranea; quando i suoi rapitori furono uccisi, senza più sostegno, stava per cadere all'interno.

Il cavaliere con un agile balzò le fu accanto, l'afferrò per la vita e la tirò fuori. Delicatamente, dalle sue braccia, la depositò a terra.

Susan era cosciente, anche se a malapena; prima che il buio la inghiottisse di nuovo, guardò il suo salvatore, che si era nel frattempo tolto l'elmo (<< Mia signora, state bene? >> sentì che le diceva, ma le sue parole le arrivarono come da un altro mondo) e mai dimenticò quel momento.

(L'inizio di tutto-Ripresa)

In seguito alcuni furono dubbiosi se davvero desiderare di non aver prolungato quella battuta di caccia.

Le vittime non ebbero la possibilità di esprimere la propria opinione; molti, i feriti e chi aveva perso dei cari, sicuramente, l'avrebbe preferito di gran lunga, visto come andò a finire; altri, gli illesi, alla fin fine, dissero che non gli importava granché, visto che per loro era andato tutto bene; alcuni, Peter, Edmund e Lucy, furono, nonostante tutto, lieti di ciò che aveva portato, il cavaliere; infine qualcun altro, Susan, potrebbe considerare quel giorno come l'inizio di tutto.

(Il Cavaliere del Drago)

Non c'è bisogno di raccontare nei dettagli quello che seguì dopo la battaglia.

Dopo che fu mandata una sguadra di esploratori all'interno delle gallerie create dai Nani, dove i primi si occuparono degli ultimi ribelli superstiti, dopo che furono seppellite le vittime dei Narniani (quelle dei Nani furono invece bruciate dal drago) secondo tutto le cerimonie del regno, e dopo che Lucy ebbe usato il suo cordiale su tutti i feriti, inclusa Susan, la quale non si svegliò, ma fu affidata alle cure del fidato dottore del Re Lune (<< Non c'è nessun dubbio sul fidarsi del mio lord Ber, mi ha in cura da una vita e in più ha anche fatto nascere i miei figli... >> aveva assicurato quest'ultimo), si decise che ci si sarebbe accampati per la notte all'interno nel Bosco - dove sarebbero stati più al sicuro, protetti dalle creature di quel luogo - e che si sarebbe ripartiti di buon ora il mattino dopo.

I tre sovrani di Narnia, una volta che tutto fu sistemato e si furono assicurati di una futura guarigione della sorella, si diressero, l'uno a fianco dell'altro, dal cavaliere.

Il suo drago non era potuto entrare all'interno della foresta, quindi egli – il cavaliere - si trovava solo, in disparte, appoggiato contro il tronco di un albero, liberato dal peso della sua armatura.

Sembrava in attesa di qualcosa; si guardava, quasi nervosamente, intorno, e adocchiava, mezzo divertito, mezzo incuriosito, gli spiriti degli alberi che gli danzavano intorno.

Ciò fece confermare ai tre i loro dubbi sul suo conto.

Peter, Edmund e Lucy gli si avvicinarono.

Lui li vide quando non erano che a pochi metri di distanza, si raddrizzò e riprese un'aria seria; sembrò stesse per dire qualcosa, ma prima che potesse farlo, loro – i re e la regina - lo ringraziarono, sentitamente, per tutto.

<< A nome mio, il Re Supremo Peter, di mio fratello, Re Edmund, di mia sorella, la Regina Lucy, di nostra sorella che voi avete salvato, la Regina Susan, e di tutta Narnia, vi ringrazio. >>

L'uomo a cui venivano rivolte tali solenni parole, s'inchinò.

<< E' mio onore e dovere essere al servizio delle Maestà Vostre, per cui non è necessario ringraziarmi. >>

I fratelli, si capirà, anche se molto grati del suo intervento, non potevano che essere anche piuttosto confusi – e curiosi - da tutta la faccenda, di lui e del drago.

<< ...Ma, insomma, perchè? Non abbiamo mai sentito parlare di voi, non sembrate di qui, di Narnia...perchè siete venuto in nostro soccorso così, senza nessun dubbio, senza neanche pensarci? (Non che ci dispiaccia, ovviamente) Ma, soprattutto, chi siete? >> Era stato Edmund a parlare, esternando i dubbi che tutti e tre condividevano.

L'uomo - che, in realtà, a giudicare, non sembrava molto più vecchio di Peter - li guardò attentamente.

Egli era alto - li sovrastava tutti - muscoloso, probabilmente per dover tenere testa ad un drago il triplo di lui, aveva corti capelli neri e scintillanti occhi azzurri. Ciò che indossava era una semplice tunica, nera, come la sua armatura.

Quando parlò di nuovo, la sua posa sembrò farsi più fiera e ciò lo fece sembrare, se possibile, ancora più alto.

<< Il mio nome è Richard, e sono un Cavaliere del Drago. >>

(Il racconto del cavaliere)

Susan era sempre inconsciente, adagiata su un giaciglio all'interno di una tenda creata con dei mantelli (non si erano portate vere tende, preferendo tutti dormire sotto le stelle), e sarebbero passati molti giorni, prima che si risvegliasse. L'emorragia interna causata dalla caduta era stata curata dal cordiale di Lucy, ma, lo stesso, ci sarebbe voluto del tempo per permettere al suo corpo di guarire completamente – questo fu quello che disse il dottor Ber di Archenland.

Quindi non potette ascoltare la prima versione del racconto del cavaliere; l'avrebbe sentito solo più tardi, di seconda mano.

Gli altri invece poterono.

Il sole era tramontato al di là degli alberi; la luna, una sottile falce, illuminava meno che fiocamente; l'unica fonte di luce scaturiva dal fuoco intorno al quale gli abitanti di Narnia e i loro sovrani si sedettero, in una radura nel folto del bosco, per ascoltare il nuovo venuto e loro salvatore.

Il cerchio, più che un vero cerchio, era un ovale e il suo inizio era indubbiamente il tronco rovesciato sul quale si trovavano i re, la regina e il cavaliere fra di loro.

Tutti, indubbiamente, guardavano da quella parte, in attesa.

Egli iniziò in questo modo:

<< Come le Nostre Maestà hanno già intuito, Narnia non è il mio mondo. >>

Fece una pausa e scrutò signitifiicamente i suoi ascoltatori, dal Re Lune ai suoi Lord, dai Lord di Narnia ai Centauri, dai Minotauri ai Fauni, dai Felini a tutti gli altri Animali Parlanti.

Quasi con un mezzo sorriso, aggiunse:

<< In effetti, il mio mondo è molto diverso da questo. >>

Altra pausa.

<< Prego, sir Richard, continui. >> lo esortò Lucy, gentilmente, con un sorriso quasi timido.

Egli la guardò – si trovava alla sua sinistra, vicino ad Edmund – poi si guardò un ultima volta intorno fino a posare lo sguardo su Peter, alla sua sinistra.

<< Non ci prolunghi la curiosità, vi preghiamo >> gli disse quest'ultimo, benevolmente.

Sir Richard annuì. Il bagliore delle fiamme creava strane luci sul suo viso, fattosi serio, e sul suo sguardo, concentrato: ciò contribuiva a creare intorno a lui una strana aria mistica e affascinante. Tutti erano elettrizzati, e molto curiosi, di scoprire chi era quel misterioso cavaliere.

Egli cominciò:

<< Io appartengo ad un antico ordine di cavalieri di draghi, risalente a molti secoli fa.

La leggenda narra che, in quel periodo, quattro cavalieri si misero in viaggio alla ricerca di avventure, fortuna e gloria. All'inizio, il loro vagare non portò a nulla, se non a qualche screzio con dei fuorilegge, e andò così fin quando non si ritrovarono in un luogo, a loro insaputa, incantato. >>

<< Non sapevano fosse incantato? Perchè? >> interruppe uno Scoiattolo, dall'alto del ramo di un albero.

Il cavaliere alzò la testa e scorse chi lo aveva interrotto. I tre fratelli non potevano non notare, avendolo vissuto di persona, che egli sembrava sempre sorpreso, ogni volta che un animale parlava.

<< Come ho già detto, il mio mondo è molto diverso dal vostro e la magia, lì, la conoscono in pochi. >>

<< Che mondo triste che deve essere. >> aggiunse un fauno.

Per alcuni minuti non si potette continuare con il racconto, perchè tutti si misero a discutere l'argomento e a fare domande.

<< Gli animali parlano, dove vivi tu? >> chiese una volpe.

<< Bè, gli animali... >>

<< Ma come si fa a non sapere della magia?!? >> interrogò un altro fauno.

<< Vedete, con l'andare degli anni...>>

<< Che strano mondo, senza la magia per tutti! >> si intromise un minotauro.

<< Potebbe sembrare strano...>>

<< Ma come hai fatto ad arrivare a Narnia? >>...

Le domande venivano posto così velocemente e l'una dopo l'altra che il cavaliere non riuscì a risponderne neanche una.

<< PER FAVORE! Tutti quanti! >> si alzò in piedi Peter alla fine, per porre fine a tutto quel caos.

<< Continuando così non sapremo mai tutta la storia! >> soggiunse Edmund << è meglio lasciarlo continuare e le domande alla fine, no? >>

<< Mi ricorda il nostro mondo. >> disse Lucy quando fu tornato il silenzio.

I suoi fratelli la guardarono, e anche il cavaliere.

<< Non sembra anche a voi? Un mondo senza magia e un pò triste... >> continuò rivolta ai primi.

<< Non credo di aver capito bene, Vostra Maestà, voi siete i sovrani di Narnia...ma non siete di qui? >> Il cavaliere era positivamente confuso.

<< Oh, bè, quella è un'altra lunga storia... >>

<< Ve la racconteremo una volta che voi abbiate finito la vostra, Sir, statene certo. >> concluse Peter.

I due si guardarono. Sir Richard annuì.

Edmund e Lucy, insieme a tutti gli altri, lo esortatono quindi a continuare.

<< Ehm ehm, certo, dove ero arrivato...i quattro cavalieri si ritrovarono in un luogo in un certo qual modo magico...Erano in una splendida valle, nei pressi di un lago, ai piedi di una montagna altissima.

Esplorando i dintorni si ritrovarono improvvisamente di fronte ad una vista allo stesso tempo strabiliante e sconvolgente: un enorme drago nero, morto, sulla sponda del lago.

Provarono ad avvicinarvisi, incuriositi, affascinati, e spaventati.

Il drago era una draghessa; sotto di sè aveva quattro uova; una blu, una bianca, una verde e una rossa – si scoprì in seguito che rappresentavano i quattro elementi; acqua, aria, terra e fuoco, ma lo spiegerò meglio dopo.

I cavalieri, di fronte ad esse, pensarono – bisogna ammetterlo, in fondo erano solo uomini – alla fortuna e alla fama che ne sarebbero derivate se le avessero mostrate al resto del mondo: le presero.

Ma non fecero che poco cammino – erano ancora nella stessa valle – che le uova si schiusero. Grande magia accadde in quel momento; una volta fuori dall'uovo, ognuno dei cuccioli di drago morse la mano di uno dei quattro cavalieri, creando da allora in poi un legame indissolubile fra la loro stirpe e quella dei quattro uomini: da quel momento, il drago apperteneva al cavaliere, e il cavaliere al drago, e sarebbe andata così per tutte le generazioni a venire. Nel punto in cui essi vennero morsi, si creò un marchio, simbolo di tale legame, chiamato Draig Brathu – letteralmente, appunto, Morso di Drago. Ne ho uno anch'io, qui, sulla mano destra. >> e alzò suddetta mano, mostrando il segno che vi era sopra a tutti i presenti. Era una specie di spirale, con due punti più profondi ai lati. Tutti guardarono attentamente; non c'era un rumore, nella radura, tranne quello dei loro respiri.

<< Vedete, qui >> e indicò i due punti << questi sono stati fatti dalle zanne della mia draghessa, Ynuchei, e la spirale si è creata per suggellare il nostro legame. >>

<< E' blu. >> notò Lucy. Sir Richard si voltò verso di lei, con un sorpacciglio alzato interrogativamente. Lei indicò la sua mano. << Il tuo marchio, è blu. >>

<< Oh, si è vero, questo perchè il mio elemento è l'acqua. >>

<< Davvero? >>

<< Sì. >>

<< E quindi chi ha un altro elemento, questo Drei Bra... >> - era Edmund a parlare - << Draig Brathu. >> << ...si, Draig Brathoo, chi ha un altro elemento ce l'ha del colore di quell'elemento... >>

<< Si, è esatto, e in più ogni segno è fatto in modo diverso, simile a tutti gli altri, ma particolare a seconda del cavaliere. >>

<< E ogni drago è del color... >>

<< Edmund, Lucy! Pensavo avessimo detto le domande alla fine... >> Peter cominciava a spazientirsi.

<< Oh, giusto, hai ragione... >> disse Lucy, diventando rossa.

<< Ci scusi, Sir, continui... >> si rivolse invece Edmund al cavaliere.

<< Non c'è problema, Vostre Maestà...ma comunque, andando avanti >> e si rivolse di nuovo a tutti << dopo che accadde ciò, cioè il morso e il legame, dal lago apparve loro uno spirito, lo spirito del lago, appunto, che spiegò loro che cosa era accaduto e che cosa significava: loro erano i prescelti, attesi da molti anni, per diventare i Cavalieri dei Draghi. Il loro compito, una volta cresciuti i draghi ed essersi addestrati adeguatamente a combattere insieme a loro, dalle loro groppe, sarebbe stato quello di aiutare ogni essere vivente in difficoltà esistente in ognuno degli infiniti mondi dell'Universo. Sarebbero arrivati in tali mondi attraverso portali spazio-temporali creati dal Draig Brathu... >>

<< Oohh... >>

Il cavaliere sorrise.

<< E' così che sono arrivato qui anch'io, ma fatemi finire il resto della storia.

I miei antenati e i loro draghi rimasero per molti anni in quella valle, per prepararsi alla loro missione. Quando la lasciarono, cominciarono ad occuparsi del loro mondo, che in quanto ad aiuto, ne aveva davvero bisogno; esso era oberato dalle guerra, dalla miseria e dalla fame: ma, come ho già detto, quel mondo non era molto aperto alla magia. I suoi abitanti erano allo stremo, disperati, e tutto ciò che li governava era la paura e l'ignoranza. Alla comparsa di tali "salvatori", si temettero, e così, per difendersi, si cominciò a dar loro la colpa di tutto ciò che li affliggeva. Scacciarono con tutte le loro forza quelle bestie, e quegli uomini malvagi portatori di disgrazie; quest'ultimi non poterono che tornare a rifugiarsi nella loro valle.

Lo spirito del lago disse loro che quella parte del mondo non era ancora pronta a loro, per cui avrebbero dovuto andare via, oltre il Grande Mare, dove esisteva una terra, una nuova terra, abitata dalle creature magiche che erano state scacciate come loro, come maghi, streghe e folletti. Essi partirono, in groppa ai loro draghi, e superarono quell'immesa distesa d'acqua.

Nella nuova terra, essi trovarono un nuovo lago – che, si sa, è grande fonte di magia – e sull'isola al suo centro crearono la loro fortezza. (Esiste ancora oggi, è il nostro ritrovo e luogo di addestramento, noi lo chiamiamo Caer y Draig, la Fortezza del Drago.) Passarono molti anni: i quattro riuscirono ad inserirsi nella comunità magica del luogo, si sposarono all'interno di essa e quando nacquero i loro figli, anch'essi furono destinati a divenatare cavalieri di quei draghi nati dai primi. Le modalità, tutte le regole del mio ordine, sono lunghe da spiegare, per cui concluderò dicendo che da allora è sempre andata così, da padre in figlio; noi siamo cavalieri, viaggiamo per ogni mondo esistente ad aiutare chi si trova in difficoltà; ed è per questo che io mi trovo qui. Ero arrivato da poco, volavo in esplorazione, vi vidi a distanza, voi che cavalcavate verso questo bosco, vidi che venivate attaccati e non ebbi dubbi su chi dovevo aiutare. Tutto il resto voi lo conoscete. >>

E così finì la sua storia.

(Cavaliere della Guardia Reale)

Dopo che il cavaliere ebbe cessato di parlare, il silenzio si protrasse per alcuni minuti.

Poi Lucy disse:

<< Ma adesso che ci avete aiutato, ve ne andrete? >> - sembrava dispiaciuta.

<< ...Temo di no, Vostra Maestà. In realtà, questo è il mio primo viaggio da solo - altri li ho fatti insieme a mio padre - e in genere questo è il più lungo. Potrei stare con voi per anni, non lo so di certo, i viaggi non si decidono, avvengono e basta, all'improvviso. Starei al vostro fianco, e sarei qui durante tutte le difficoltà che potreste incontrare, se a voi sta bene, ovviamente... >>

<< Ma certo! Sarebbe fantastico! >> esclamò Lucy.

I presenti concordarono, inneggiando al cavaliere.

<< E magari potresti anche insegnarci qualche trucco con la spada, ho visto che non sei niente male... >> Edmund aggiunse, entusiasta.

Peter sembrava dubbioso.

<< E nel caso in cui non ci siano, altre difficoltà? >> chiese, pungente.

Sir Richard si voltò ancora una volta verso di lui. Aveva capito che l'opinione più importante, lì, era quella del Re Peter.

<< A quel punto me ne andrei. Ma non sarei arrivato proprio qui, se non ci fosse bisogno di me. Magari potrebbero esserci anni di pace, prima che accadda qualcosaltro, o magari no, o forse potrebbero succere altre rivolte come quella di oggi; non possiamo, nè io posso, saperlo.

Come ho detto, la durata dei viaggi non dipendono da me e anche quando tornerò indietro, sarà senza preavviso, da un momento all'altro. >>

<< Mmm...e nel caso in cui ci siano molti anni di pace e voi rimaneste qui, che cosa fareste? >>

<< Quello che le Maestà Vostre vorranno che faccia. >>

<< ...Ho capito. >>

Il silenzio dei presenti era palpabile; i respiri si fondevano tra loro, come se fossero appartenuti ad un'unica entità. Si era in attesa di cosa avrebbe stabilito il Re Supremo.

Edmund e Lucy non credevano davero che non avrebbe accettatto il rimanere del loro salvatore.

E infatti.

Peter si alzò in piedi, si rivolse a tutti i presenti, e parlò:

<< Da questo momento in poi, il cavaliere Sir Richard e il suo drago, salvatori di tutti noi, sono i benvenuti in tutta Narnia, dal Grande Bosco dell'Ovest, dove ora ci troviamo, fino al Grande Mare dell'Est! Sarà nostro ospite a Cair Paravel, e cavaliere della Guardia Reale. >>

(Il leone, la strega e l'armadio)

Ma non era ancora tempo di andare a dormire; un'altra storia doveva essere raccontata.

Così Peter, Edmund e Lucy, alternandosi, narrarono gli eventi che li avevano portati a Narnia dal loro mondo, di che cosa avevano trovato al loro arrivo e di cosa avevano dovuto affrontare per salire al trono: non c'è bisogno di spiegarlo, perchè questa è una storia che sappiamo tutti.

Quando ebbero finito, il cavaliere rimase pensieroso per qualche istante, poi disse:

<< Non avevo mai sentito di una cosa del genere, di persone comuni – senza offesa, Vostre Maestà – andare in altri mondi...attraverso un armadio, poi... >>

Ridacchiò tra sè e sè, alzando lo sguardo. << Non si smette mai di imparare, non è vero? >>

<< Indubbiamente >> concordò Peter, sorridendo anch'egli << la stessa cosa vale per noi, non avevamo mai sentito parlare di cavalieri del genere vostro. >>

<< Già...ma, quindi, come si chiama, il posto da dove venite, Altezze? >> chiese alla fine.

<< Inghilterra. >> disse Lucy. Lui sembrò rimanere impassibile, nonostante Lucy sperasse che a quel nome mostrasse un qualche segno di riconoscimento.

<< Terra, è il nome del nostro mondo. L'Inghilterra è solo una nazione... >> soggiunse Edmund.

<< Lo conoscete, Sir? >> domandò Peter, visto che il cavaliere non diceva nulla.

<< Ho avuto ragione, vero? E' anche da dove voi venite? >> chiese, curiosa, Lucy.

Egli li guardò e sembrava in qualche modo titubante.

<< Non posso proprio dirvelo, Maestà, da dove vengo, fa parte di una delle tante regole del mio ordine che ho menzionato prima...ma dirò solo una cosa; esistono infiniti mondi, spesso molti si somigliano e di sicuro il vostro non è l'unico senza magia e un pò triste... >>

<< Quindi ci state dicendo che non venite dalla Terra? >> Lucy agrottò le sopracciglia, delusa << magari potevi farci sapere qualcosa sulla guerra che c'è lì... >>

<< Già... >> concordarono i fratelli.

<< Venissi da lì o no, cosa che non confermerò nè negherò, vi dirò un'altra cosa: prima o poi tutte le guerre finiscono. >>

<< Anche questo è vero, Sir, la ringraziamo. >> Peter alla fine disse, rassegnandosi. Lanciò uno sguardo rassicurante a Lucy. << Vedrai che i nostri genitori staranno bene. >> Edmund circondò le spalle della sorella minore in un abbraccio e lei poggiò la testa sulla sua spalla.

Come accadeva a Susan, anche loro, dopo un pò, quando si cominciò a parlare di altro, dimenticarono di aver anche solo menzionato i loro genitori e la loro precedente vita, e tornarono ad essere gioiosi ed immersi nel loro presente come facevano da quattro anni. Anche per loro i ricordi del passato andava svanendo, mano a mano, lentamente, ma inesorabilmente, quasi da farli sembrare frutto di un sogno.

















Note dell'autrice

E finalmente abbiamo introdotto il personaggio che da il nome alla storia!

Questi cavalieri dei draghi e tutto quel che li riguarda è a opera mia, ovviamente – sempre con qualche ispirazione presa qua e là, ma funziona così – e vorrei tanto sapere che ne pensate! Se non avete capito qualcosa su come funziona potete benissimo chiedere.

Il capitolo è troppo lungo?

Non ho voluto tagliarlo perché così suona molto meglio.

Il capitolo 8 è solo in via di lavorazione e non so quando sarà pronto, e anche riguardo ai successivi non prevedo aggiornamenti così veloci come fin'ora perché giovedì mi inizia la scuola – l'ultimo annoooo – e sarò moolto impegnata, ma non smetterò di scrivere questa storia, lo farò solo più lentamente...

Adesso credo di aver detto tutto, quindi

A quando sarà ( l'ottavo però è già a buon punto, è degli altri che bisogna preoccuparsi )

le recensioni sono cioccolata Lindt

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